Quando Xabi Alonso ha accettato di diventare l’allenatore del Bayer Leverkusen, nell’ottobre 2022, la squadra si trovava al penultimo posto in classifica con cinque punti dopo otto giornate di campionato e due sconfitte su tre partite nel girone di Champions League. Un tracollo nei risultati difficile da accettare, considerando che il Leverkusen aveva concluso la stagione precedente al terzo posto, sotto la guida di Gerardo Seoane. A complicare le cose, in quel momento, c’era anche la lunga assenza di Florian Wirtz per l’infortunio al legamento crociato del ginocchio che lo ha tenuto fuori per quasi un anno.
In questo contesto, la scelta di Xabi Alonso sembrava un grosso rischio, sia per il Bayer Leverkusen sia per lo stesso allenatore spagnolo. Si trattava cioè di mettere in panchina un allenatore alla sua prima vera esperienza con una prima squadra (certo, dopo l'ottimo lavoro fatto alla guida della Real Sociedad B nei due anni precedenti). Per Xabi Alonso, invece, il rischio era quello di compromettere l’inizio della sua carriera, nel tentativo di tirare fuori dal pantano una squadra che stava affondando. In questo discorso metteteci anche l’urgenza e le pressioni della piazza, ed è facile rendersi conto come le cose sarebbero potute andare molto diversamente da come sono oggi.
Il Bayer Leverkusen ha chiuso la scorsa stagione al sesto posto e l’Europa League in semifinale contro la Roma, giocando un calcio dalle sfumature verticali, dirette, che ha avuto la sua efficacia, ma che forse non era ancora del tutto aderente alle idee di Xabi Alonso. L'allenatore spagnolo ha ammesso quest'estate di voler ricercare un maggior controllo delle partite e guadagnare stabilità in questa nuova stagione, dopo essersi adattato al momento e al contesto trovati. Grazie alla possibilità di lavorare in preseason e all’influenza guadagnata in sede di costruzione della rosa, il Bayer Leverkusen di quest’anno è una bestia differente, sicuramente più vicina alle intenzioni del suo allenatore.
Anche i dati di Statsbomb confermano questa impressione. Rispetto alla scorsa stagione (in blu, partendo dalla prima partita di Xabi Alonso), l'attuale Bayer Leverkusen (in rosso) ha aumentato quantità e qualità della propria produzione offensiva - ovvero Expected Goals, xG per tiro, numero di tiri in generale. Ma per arrivare a questo risultato ha anche cambiato il modo in cui sviluppa l’azione, creando molti più passaggi, generalmente più precisi, sia complessivi che dentro la trequarti e l’area avversaria, e diminuendo la lunghezza media delle giocate del portiere.
Sostanzialmente il Bayer Leverkusen non ha nulla di particolarmente innovativo o in controtendenza nello scenario tattico contemporaneo, non è insomma una squadra “di rottura”. Ciò non significa che non ci siano degli elementi che ne contraddistinguono l’unicità, oltre a caratterizzarne l’efficacia raggiunta. Come sempre nel calcio, questo passa soprattutto dalle caratteristiche dei giocatori a disposizione e dalle interazioni tra di loro che l’allenatore ha saputo e voluto valorizzare.
Asimmetria posizionale
Una caratteristica peculiare della struttura “di partenza” più utilizzata quest’anno da Xabi Alonso è la versatilità tra l’utilizzo, anche all’interno della stessa partita se necessario, di una difesa a tre e una a quattro, passando da una all'altra in base al posizionamento più o meno aperto di Kossounou, difensore centrale di destra, e all’abbassamento di Grimaldo. Non si tratta certo di un'innovazione sconvolgente ma dentro al Bayer Leverkusen è fondamentale per la conseguente occupazione degli spazi, dai primi metri di campo fino alla porta avversaria.
Alonso parte dalla necessità di utilizzare quattro giocatori in posizione ravvicinata sui corridoi più interni, quello che spesso viene chiamato “quadrilatero” o “box midfield” in inglese. Lasciate perdere però le figure geometriche perché i quattro giocatori utilizzati dentro il campo dal Bayer - cioè i due mediani Xhaka e Palacios, e le due mezzepunte Wirtz e Hofmann - si muovono in maniera fluida e soprattutto in relazione ai compagni più vicini, con priorità al supporto in zona palla.
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La squadra di Xabi Alonso privilegia la ricerca di una progressione interna corta, e per riuscirci adotta un possesso molto paziente e due tipi prevalenti di costruzione posizionale. Una, composta da un 2+4 davanti al portiere Hradecky, più frequente soprattutto nelle azioni che partono sui rinvii dal fondo, e un’altra 3+2, che vede Kossonou più stretto vicino a Tah e Tapsoba, con Grimaldo che parte più avanzato. Non è rara anche la verticalizzazione diretta su Boniface, che può sfruttare la vicinanza di almeno quattro giocatori a ridosso per trovare un compagno orientato in avanti, garantendo così al Bayer una risalita più rapida in profondità contro squadre particolarmente organizzate in fase di pressing alto.
Le connessioni lungo il resto del campo si basano più o meno sempre sulle stesse premesse: Boniface al centro dell’attacco e Frimpong a destra fissano la profondità e nel caso dell'esterno anche l'ampiezza, mentre Wirtz e Hofmann rimangono in zone più centrali come riferimenti interni tra le linee. I due trequartisti, però, possono anche aprire la propria posizione verso l’esterno in modo da garantire linee di passaggio adeguate a una progressione funzionale. Questo porta spesso il Bayer a sviluppare il possesso su una struttura asimmetrica sbilanciata verso destra, che è molto evidente quando la costruzione avviene con Grimaldo in posizione più bassa, poiché l’ampiezza avanzata sulla sinistra viene spesso lasciata libera.
Questa asimmetria porta anche gli esterni ad avere funzioni piuttosto diverse: Frimpong opera soprattutto come fissatore di ampiezza e profondità per valorizzarne le letture degli spazi in avanti e l’attacco diretto all’ultima linea; Grimaldo a sinistra invece è un giocatore più di costruzione e manovra, coinvolto nelle trame di palleggio per la risalita, talvolta con movimenti anche dentro il campo. L'esterno spagnolo arriva da dietro solo in un secondo momento sull’esterno della trequarti avversaria, magari come uomo libero. Certo ci sono casi in cui questa occupazione degli spazi viene modificata, per caratteristiche dell’avversario o dei giocatori impiegati. Nella recente partita contro lo Stoccarda, per esempio, al posto di Hofmann ha giocato Adli, e spesso ha occupato l’ampiezza sulla sinistra in maniera più convenzionale.
Interazioni e pazienza per innescare la qualità
Il criterio principale che muove le interazioni in zona palla del Bayer è quello della creazione di superiorità numeriche e posizionali che possano consentire una progressione graduale attraverso l’utilizzo del terzo uomo e di combinazioni dentro-fuori o fuori-dentro. In questo modo la squadra di Alonso cerca di alternare la direzionalità dei passaggi per muovere il blocco avversario. Il Bayer utilizza delle unità di palleggio piuttosto dense con quattro, cinque o addirittura sei giocatori vicini al portatore e ripetizioni di rapidi passaggi interlocutori che “chiamano” fuori dalla posizione gli avversari. Per natura della struttura scelta, queste situazioni coinvolgono spesso i difensori laterali, i due mediani che spesso collassano entrambi verso il lato del pallone, anche posizionandosi su diverse altezze, almeno uno dei due trequartisti, l’esterno lato palla e spesso anche la punta Boniface.
Questo influenza anche il comportamento dei trequartisti: Hofmann spesso si abbassa e si apre per compensare la posizione avanzata di Frimpong e dare linee di passaggio laterali a Kossounou, mentre Wirtz si muove di più in orizzontale e diagonale. Il palleggio del Bayer è generalmente paziente fin quando non trova la ricezione dell’uomo libero tra le linee che guarda in avanti. Se questo avviene, arriva un’accelerata sostanziale nell’attacco dell’ultima linea, attraverso filtranti centrali o palloni addosso o nello spazio verso Boniface (che tende a giocare più sul centro sinistra dell’attacco). Un'altra strada è quella di sfruttare lo spazio alle spalle dell’esterno difensivo avversario con inserimenti del trequartista di parte o dell’esterno (da fuori o da dentro). La voracità con cui il Bayer invade l’area conclude l’opera.
In questa azione contro il Koln c'è una buona sintesi di tutto ciò di cui abbiamo parlato. Il pallone passa da un lato all’altro del campo; Hofmann si apre non appena la palla arriva a Kossounou perché Frimpong è già molto alto; Palacios e Xhaka sono vicini, con il primo che attacca lo spazio dopo aver verticalizzato; Writz che galleggia tra le linee e funge da collegamento con Boniface, venuto incontro sul centro sinistra; mentre Grimaldo avanza non appena il pallone arriva a Xhaka. L’azione accelera nel momento in cui Boniface riesce a girarsi davanti alla difesa, vincendo il duello con due avversari e allargando il gioco. Occupazione dell’area con 4 giocatori e assist geniale di Wirtz per Hofmann. Entrambi, pochi istanti prima, avevano partecipato alla costruzione nei pressi del centrocampo.
Una volta che il Bayer riesce a penetrare nell’ultimo terzo di campo, è una squadra decisamente pericolosa grazie alla capacità di arrivare alla rifinitura attraverso l’uso di cutback, dribbling, filtranti. Le qualità dei giocatori offensivi di Xabi Alonso sono varie e complementari: dalla sensibilità per lo spazio di Hofmann e Frimpong sulla destra, che non a caso hanno sviluppato una certa intesa nella ripartizione dinamica delle zone, alla creatività leggiadra di Wirtz, capace di indugiare sul pallone qualche istante di più manipolando gli avversari con finte e tocchi continui del pallone, fino ad arrivare alla qualità quasi violenta di Boniface, che non è certo solo un punteruolo passivo col compito di tenere lontani gli avversari e creare spazi per gli altri. L'attaccante nigeriano - 9 gol in Bundesliga fino a oggi - sta dimostrando una personalità sfacciata per essere il suo primo in uno dei cinque principali campionati europei e soprattutto una fantasia non banale.
Quasi 4 minuti di Boniface e delle sue danze violente contro i difensori.
La grande qualità a disposizione di Xabi Alonso è valorizzata da uno stile offensivo che ricerca l’interazione ravvicinata, ma che al tempo stesso riesce a mantenere degli accorgimenti strutturali solidi per prevenire situazioni di pericolo nei casi in cui il possesso venga perso. Lo stile di risalita del campo del Bayer, fatto di palleggi interlocutori ma rapidi funge anche da assicurazione per una riaggressione più efficace, visti i tanti giocatori sempre nella zona della palla. Se il possesso viene perso i giocatori di Alonso sono sempre pronti a coprire le linee di passaggio, mentre il giocatore più vicino aggredisce immediatamente l’avversario che si è impossessato del pallone.
Tutti e 10 i giocatori di movimento negli ultimi 30 metri.
Il posizionamento preventivo dei tre difensori e di almeno un mediano in copertura, principalmente Xhaka, consente al Bayer di mantenere un baricentro abbastanza alto nelle marcature preventive e asfissiare l’avversario. Questa solidità non è però dovuta solo all'assegnazione delle zone da coprire, ma soprattutto alla lettura del gioco, la sua anticipazione e il riconoscimento del pericolo da parte dei giocatori.
Il resto della solidità del Leverkusen è dato dall’efficacia con cui viene interpretato un atteggiamento difensivo particolarmente aggressivo, orientato sul pressing alto stretto sui riferimenti in costruzione avversaria, ma che mantiene il suo equilibrio grazie alla possibilità di scalare a 4 o a 5 dietro in base alle necessità, per garantire una superiorità numerica sull’ultima linea nel caso in cui ci fosse bisogno.
Insomma, Xabi Alonso sembra essere riuscito a rendere questo Bayer Leverkusen una squadra più vicina al suo gusto estetico, e con ciò è arrivato anche un ulteriore salto di qualità nel rendimento complessivo. Com'è noto, "le aspirine" sono al momento prime in classifica, con il Bayern Monaco che insegue a quattro punti di distanza (ma anche con una partita in meno). Sulla carriera di allenatore di Xabi Alonso c’è sempre stata una curiosità particolare, e non solo per via della sua gloriosa carriera da calciatore. Forse è perché non è capitato spesso nella storia del calcio che uno dei più grandi calciatori della propria generazione sia stato anche allenato da quasi tutti i più grandi allenatori della sua epoca, giocando contemporaneamente in tre dei campionati più importanti. Xabi Alonso ha collezionato esperienze e approcci eterogenei al gioco, raccogliendo punti di vista preziosi da allenatori anche molto diversi tra loro, ma a loro modo tutti dal pensiero acuto.
Certo, forse sarebbe una conclusione affrettata arrivare a dire che Xabi Alonso è la sintesi del meglio dei grandi allenatori che ha avuto, perché quello che abbiamo visto non è che una frazione minimale di ciò che lo definisce e lo definirà come allenatore. Nel Bayer Leverkusen possiamo vedere il suo lavoro, ovviamente, ma la sua carriera è ancora tutta di fronte a lui. Mentre aspettiamo di scoprire dove lo porterà, in tutti i sensi, possiamo però goderci il suo entusiasmante Bayer Leverkusen. Che insomma, non è poco.