
Inter e Bayern Monaco arrivano ai quarti di finale di Champions League probabilmente nel momento peggiore, entrambe orfane di diversi elementi chiave. Se già da principio si trattava di una sfida estremamente equilibrata, sbilanciarsi con i pronostici diventa ancora più difficile se si pensa agli undici con cui scenderanno in campo le due squadre.
Le assenze del Bayern sono di sicuro più pesanti, ma Kompany può comunque contare su picchi di talento che mancano all’Inter (i nerazzurri non hanno nessuno che salti l’uomo e tiri come Olise, Sané e Gnabry, mentre Kimmich e Kane, sulla carta, sono rispettivamente il miglior centrocampista e il miglior attaccante della sfida). In più, il fatto di aver spazzato via senza sforzo il Bayer Leverkusen agli ottavi non può che riempire di fiducia i tedeschi. L’Inter di Inzaghi, d’altra parte, vanta una struttura di gioco ben più collaudata e sembra costruita per esporre i punti deboli dei bavaresi.
Quale sarà il responso del campo?
I PUNTI DEBOLI DEL BAYERN
Partiamo dalle buone notizie: il Bayern Monaco pressa alto uomo su uomo, e sappiamo cosa sia in grado di fare l’Inter contro avversarie che vengono a prenderla alta con gli uno contro uno a tutto campo.
I bavaresi, come sempre, cercano di imporre il proprio dominio a partire dall’intensità senza palla e Kompany vuole farlo in una maniera a cui in Italia siamo abituati da anni. La particolarità è che il Bayern lo fa con la difesa a quattro. Visto il 4-2-3-1 di partenza, gli accoppiamenti dovrebbero essere piuttosto naturali: Kane sul centrale, le ali sui terzi di difesa, il trequartista su Çalhanoglu e i terzini, a turno a seconda del lato palla, alti sugli esterni. Con i due mediani accoppiati alle mezzali, i due difensori centrali dovrebbero rimanere in uno contro uno con Thuram e Lautaro, situazione di cui l’Inter ama approfittare. Tanto più che i difensori centrali (Kim in particolare) non si fanno problemi se c’è da salire ben oltre il centrocampo per seguire il proprio riferimento.
Certo, il Bayern sa imporre un impatto fisico devastante in pressing, visto l’atletismo di cui dispongono i suoi interpreti. Il Bayer Leverkusen temeva probabilmente questo aspetto e infatti all’Allianz Arena, durante l'andata degli ottavi di finale di Champions, ha rinunciato ad ogni tentativo di costruzione dal basso, preferendo lanciare: il risultato è stato che Goretzka e Kimmich, esclusi i difensori, sono stati i giocatori ad aver vinto più duelli aerei (5/9 il primo, 4/4 il secondo, secondo FBRef). In questo modo il Bayern si è imposto sulle seconde palle e il Bayer Leverkusen, difatti, ha finito per regalare un contesto favorevole ai bavaresi, consegnandosi ai propri avversari (la squadra di Xabi Alonso è stata sconfitta per 3-0 ed era già fuori dai giochi dopo la partita d’andata).
Chi invece non ha avuto paura di tenere palla e volgere a proprio favore il pressing a uomo del Bayern è stato il Celtic di Brendan Rodgers, che ha fatto tremare i tedeschi e, in vantaggio per 1-0 all’Allianz Arena, avrebbe conquistato meritatamente i supplementari nello spareggio di febbraio, se non fosse stato per il pari di Alphonso Davies al 94’. Il Celtic aveva iniziato quella partita con grande coraggio, creando un paio di occasioni nitide proprio grazie alla costruzione da dietro. Nonostante un tasso tecnico nettamente inferiore, col palleggio basso e con i movimenti incontro il Celtic aveva saputo portare fuori zona i centrali Kim e Upamecano. Palleggiando con ordine, la squadra di Rodgers aveva servito gli inserimenti da dietro negli spazi lasciati sguarniti dai due difensori, saliti al di là del centrocampo.
Se il Celtic è stato in grado di mettere in difficoltà il Bayern in questo modo, figurarsi cosa può fare l’Inter, una squadra con una costruzione dal basso ancora più elaborata e con interpreti di livello più alto. Lautaro e Thuram vivono per portare fuori zona i difensori e poi approfittare degli spazi che si creano. In questo senso, anzi, è un peccato che manchi Upamecano, il tipico difensore che spegne il cervello e si fa portare a spasso dal proprio uomo. Dier non avrà la velocità del francese (e dovrebbe giocare sul lato di Thuram), ma tende a essere meno impulsivo di lui. In ogni caso, ci sarà da sfruttare tutta l’ingenuità di Kim, che tra l’anno scorso e quest’anno in Champions si è dimostrato un difensore molto meno infallibile di quello che ricordavamo a Napoli: anche Kim, infatti, va fuori zona senza pensare troppo alle conseguenze e delle volte è facile attaccare alle sue spalle. In più, anche negli interventi il coreano si è dimostrato scoordinato e poco tempista, il tipico difensore contro cui la furbizia di Lautaro può fare la differenza.
Se Lautaro e Thuram sapranno imporsi negli accoppiamenti con i difensori e Barella e Mkhitaryan sapranno muoversi di sorpresa dietro Kimmich e l’altro mediano (che dovrebbe essere Goretzka), l’Inter allora potrà sfruttare un vantaggio tattico notevole. Anche perché le assenze di Davies e Upamecano privano il Bayern di due giocatori straordinari nel recuperare a campo aperto. Per fare ciò, però, tutto dovrà partire da una costruzione pulita, che passa inevitabilmente per una maggior precisione e una maggiore fluidità nel possesso basso. Insomma, la sfida tra la qualità nerazzurra in costruzione e impeto del Bayern in pressing potrebbe essere la chiave della partita.
Sembra difficile, infatti, pensare che Kompany, soprattutto in casa, non voglia imporre un piano gara aggressivo. Certo, il modo in cui si incastrano debolezze del Bayern e pregi dell’Inter potrebbe fargli pensare a un atteggiamento più accorto: del resto, con Tuchel questo stesso gruppo di giocatori lo scorso anno ha sfiorato la finale giocando un calcio estremamente reattivo, a difesa della propria metà campo.
Qualora l’Inter dovesse passare più tempo del previsto in attacco posizionale - cosa che potrebbe accadere soprattutto a San Siro - sarebbe redditizio tagliare dietro Laimer, il terzino destro, un altro giocatore che soffre gli inserimenti alle spalle: le combinazioni Bastoni-Dimarco con cui l’Inter è solita raggiungere il fondo sulla sinistra potrebbero fare al caso di Inzaghi (sempre che Dimarco sia al meglio). Sul lato opposto, invece, se dovesse giocare Guerreiro sarebbe un vero peccato l’assenza di Dumfries, visti i centimetri che avrebbe potuto rendergli l’olandese attaccando il secondo palo; anche Darmian ha buoni tempi di inserimento, ma ovviamente non ha la stessa forza fisica. In ogni caso, Kicker ieri e Sky Sport stamattina davano Stanišić come probabile titolare, quindi l’assenza di Dumfries in fase offensiva potrebbe essere meno pesante.
COME ATTACCA IL BAYERN? E SOPRATTUTTO, CHI SOSTITUIRÁ MUSIALA?
Se l’atteggiamento in fase di non possesso per il Bayern non dovrebbe cambiare a prescindere dagli uomini, diventa più difficile immaginare come i bavaresi possano impostare la fase offensiva. Il dubbio, in particolare, riguarda il sostituto di Musiala. Il numero 42 e Kane sono, difatti, i giocatori che riescono a far passare il pallone da zone interne. È vero che il Bayern punta molto sulla produttività delle sue ali, ma far arrivare la palla a Olise e Sané dopo averla fatta passare dal centro e aver risucchiato inizialmente lì gli avversari, è diverso dal fargli arrivare la palla direttamente sulla fascia senza nessuna condizione di vantaggio. Musiala tra le linee poteva ricevere qualsiasi passaggio, anche il più scomodo: il modo di controllarlo e andare via al marcatore lo avrebbe trovato. Negli ultimi sedici metri, poi, nessuno è più abile di lui a ricevere, saltare l’uomo e costruirsi il tiro. Come si sostituisce un giocatore così?
Kompany, in conferenza stampa, non ha voluto svelare nulla, ma ha invitato i giornalisti a riguardarsi le partite in cui non aveva giocato Musiala per trovare delle risposte. Come ha giocato il Bayern in quelle occasioni? A ottobre, contro l’Aston Villa, sotto punta aveva giocato Olise, con Gnabry più largo a destra. Visto il peso che ha assunto l'ex Crystal Palace sulla fascia, però, è improbabile che Kompany lo sposti da lì. In una delle ultime occasioni senza Musiala, a gennaio contro il Borussia Mönchengladbach, da titolare dietro Kane era partito Müller, indicato come possibile titolare stasera.
Le qualità di Müller da trequartista non hanno bisogno di presentazioni, soprattutto negli appoggi di prima, sia se si tratta di scaricare dietro, sia se si tratta di inventare un assist o un third pass. Il Bayern di Kompany, però, non ha un possesso così elaborato sulle trequarti da permettere a Müller di sopperire all’età e alla minor brillantezza atletica. Tant’è vero che nella partita contro il Borussia Mönchengladbach è stato sostituito dopo 60’. Il suo posto è stato preso inizialmente da Sané, ma sembra improbabile che Kompany lo sposti dalla zona di sinistra/centro-sinistra. Dopodiché è entrato Gnabry, l’altro indiziato a sostituire Musiala, che rispetto a Müller e Sané garantisce rispettivamente meno gioco in appoggio e meno spunto. L’ex Arsenal, però, sa muoversi da attaccante aggiunto, senza palla è ben più minaccioso dei compagni con i tagli dietro la difesa: movimenti che potrebbero avere senso accanto a una punta abituata a venire incontro come Kane.
C’è poi un'ipotesi meno considerata: Guerreiro trequartista. L’ultima partita di campionato senza Musiala è stata quella contro il Bochum un mese fa. A dire il vero, il Bayern era pieno di seconde linee, non c’era nemmeno Kane. Però è Kompany ad averci suggerito di guardare le partite senza Musiala, giusto? Beh, in quella partita Guerreiro ha segnato una doppietta. In entrambe le azioni dei gol, Guerreiro è arrivato in area dopo aver partecipato al gioco. Sappiamo quanto il portoghese sia un terzino atipico, con animo da mezzala. Da trequartista Guerreiro non vale certo Musiala, ma in quella partita ha giocato con precisione in appoggio, dando continuità al gioco per far muovere velocemente palla da un lato all’altro.
Chiunque sia il sostituto di Musiala, comunque, l’Inter dovrà fare grande densità al centro, anche perché il gioco di raccordo di Kane resta temibile a prescindere da chi lo accompagnerà.
COME GIOCHERÀ L'INTER?
È facile pensare che all’Allianz Arena, Inzaghi rinunci al pressing alto per rimanere più coperto. Lo ha suggerito anche Bisseck a Kicker: «Incontreranno una squadra organizzata, per cui non è un problema cedere la palla per tanto tempo». Se in campionato il rendimento difensivo è stato altalenante, in Champions i nerazzurri hanno dimostrato di saper trovare le motivazioni per difendere con estrema precisione.
Difendere bassi sì, ma sempre in maniera attiva. Perché se Kimmich inizia a salire fin sulla trequarti e a orchestrare il gioco, non solo gli attacchi del Bayern diventano più pericolosi – la palla circola più veloce e Kimmich, in prima persona, disegna quei suoi tipici cross a palombella che spiovono dietro la difesa e che sono insidiosissimi -ma anche la riaggressione diventa più efficace.
Kimmich è il primo incaricato nel muovere la palla da un lato all’altro (anche col cambio gioco verso Olise) e attivare le ali. Sané e Olise, come Coman e Gnabry dalla panchina, sono tutti esterni velocissimi per cui il dribbling è sempre finalizzato a produrre qualcosa, un cross o un tiro. Limitarli come è stato fatto, ad esempio, contro l’Arsenal, con la sinergia tra esterno, terzo centrale e mezzala del lato palla, sarà la chiave per avere sicurezza difensiva. Come detto, per il Bayern molto passa dalle fasce, e infatti si tratta della seconda squadra della Champions League ad aver effettuato più cross ogni 90’ (22,6). Cross, però, disegnati spesso in situazione di vantaggio, grazie ai dribbling delle ali o ai movimenti dei terzini a loro supporto (in particolare, occhio alle sovrapposizioni interne di Laimer quando Olise riceve largo). Questo modo di attaccare è stato letale contro il Bayer Leverkusen, una squadra davvero debole nel difendere i cross e nella difesa dell’area in generale. Per fortuna, però, nell’Inter non giocano né Tah né Mukiele. Respingere i cross è un po’ il pane quotidiano di Acerbi e compagni. Vedremo se il loro talento difensivo riuscirà ad avere la meglio.
Nella storia recente della competizione, il Bayern è stato un avversario fortunato per l’Inter. L’ultimo precedente in una eliminatoria, è l’ottavo di finale della stagione 2010/11, quello della rimonta in Baviera guidata da Eto’o, Pandev e Sneijder. Era un’epoca diversa ed era soprattutto una Champions diversa, dove il valore doppio dei gol fuori casa toglieva i freni inibitori di troppo alle squadre ospiti. Cambiata quella regola, stiamo assistendo a sfide sempre più bloccate e quest’anno i supplementari sembrano quasi la norma. Bayern Monaco-Inter ha tutta l’aria di essere un’altra partita dove la tensione può mangiarsi lo spettacolo, soprattutto all’andata.
Dalla partita di stasera ovviamente dipenderà anche il copione del ritorno, se Inzaghi a San Siro avrà bisogno di pressare alto o se Kompany riterrà giusto coprirsi un po’ di più. Il Bayern è sollevato dall’aver eliminato il Leverkusen e dall’aver chiuso la pratica Bundesliga, ma gioca con la pressione di dover raggiungere la finale all’Allianz Arena.
L’Inter, invece, ha il peso di dover giocare su più fronti, come fanno le squadre migliori. Inutile lamentarsi di assenze e calendario, perché per le grandi d’Europa è la norma. Vista la serietà con cui hanno affrontato la Champions, c’è da giurare che ai nerazzurri sia rimasto il dente avvelenato per l’eliminazione con l’Atlético Madrid dello scorso anno. Al ciclo di Inzaghi, in una eliminatoria europea, manca ancora lo scalpo di una squadra d’élite, perché Porto, Benfica e Milan nell’anno della finale di Istanbul non erano di certo al livello del Bayern. I bavaresi del resto, ci hanno abituato a vincere sfide del genere e arrivare in fondo alla competizione anche quando non erano favoriti.
Verrà sovvertita la tradizione?