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Avete già visto giocare Reda Belahyane?
17 set 2024
17 set 2024
Le prime partite da titolare sono state impressionanti.
(copertina)
Foto di IMAGO / AFLOSPORT
(copertina) Foto di IMAGO / AFLOSPORT
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Reda Belahyane è arrivato lo scorso a gennaio a Verona. Nella busta a sorpresa comprata dal DS Sean Sogliano, Belahyane è rimasto in fondo, semi-dimenticato. Tanto che quando lo abbiamo visto spuntare ieri sera al centro del campo, maglia numero 6, calzettone abbassato, in un primo momento non lo abbiamo riconosciuto; in un secondo ci è sembrato Dani Silva.


Tra le pescate random dell’Hellas, questa era sembrata in realtà subito una delle più interessanti. Se vieni dalle giovanili del Nizza, hai fondamentali tecnici puliti e hai strusciato qualche presenza nelle nazionali giovanili francesi, lo spettro del tuo talento può andare da “giocatore di culto” a “molto forte” fino a “fenomeno”.

Ieri sera ne abbiamo avuto la conferma. Belahyane gira ancora su vari punti di questo spettro, ed è troppo presto per definire quale, ma di certo è uno dei giocatori che più ha rubato l’occhio nel posticipo del lunedì - spettacolare e casuale come tutti i posticipi del lunedì che si rispettino. In mezzo a due squadre che volevano giocare solo spingendo sull’acceleratore a tavoletta, Belahyane ha provato a dare ordine. A contrastare, vincere duelli, reggere i ritmi, sì, ma soprattutto a dare ordine.

Il sangue freddo con cui ha giocato certi palloni sotto pressione ieri sera, contro una squadra che ti salta addosso in pressione come se gli dovessi dei soldi, è notevole. È il tipo di qualità che più ci impressiona in un giocatore che gioca a centrocampo nel 2024: la capacità di dribblare in smoking bianco, mandare a vuoto la pressione, eludere. Imporre l’importanza dell’anti-materia a quella della materia.

C’è stato un momento, in particolare, in cui Belahyane mi ha fatto saltare dalla sedia. Zaccagni porta palla sulla sinistra e tocca in mezzo verso Castellanos. Il “Taty” lascia scorrere perché alle sue spalle sta arrivando Dia - con cui sembra giocare da una vita. Nonostante la giocata controintuitiva Belahyane ha capito tutto; è più piccolo dell’attaccante della Lazio ma prende posizione con le gambe, come fanno i mediani forti. Cioè anticipa con la gamba, e si porta dietro il corpo. A quel punto gli arriva Castellanos addosso e sembra una situazione pericolosa, ma Belahyane non trema e con un tocco lieve, appena accennato, fa passare la palla in mezzo alle gambe dell’attaccante argentino. Una giocata da strada, ma in una situazione importante nel calcio di oggi, in una partita del genere, in cui le squadre giocano volontariamente sopra ritmo.

behlayane 1

È un giocatore rapido, a cui piace dare dei piccoli strappi in conduzione per gestire il traffico centrale. Sembra un controsenso, ma a volte bisogna dribblare in avanti anche per dare calma. Con piccoli strappi portando palla con l’esterno, in spazi che non sembrano stretti solo per lui, Belahyane ha dato una grande capacità all’Hellas di ribaltare il campo mentre era sotto pressione.

Belahyane non è però solo un portatore di palla e sembra brillare anche nella distribuzione dei passaggi. Più nelle idee che nelle esecuzioni - visto che il fisico brevilineo non gli dà esattamente l’eleganza del regista geometrico. Guardate però questa verticalizzazione d’esterno che fa nel secondo tempo della partita di ieri.

behayane 2

Come dicevamo, è arrivato a gennaio dello scorso anno, ma con Baroni aveva messo insieme appena 90 minuti distribuiti su due partite. Del resto anche prima aveva giocato poco in carriera ed era difficile farsi un’idea. Belahyane è nato nel 2004 ed è raro vedere in Italia giocatori di vent’anni che godono della sua fiducia. Zanetti lo adora. Con le sue parole a fine partita ha cercato di scansare le eccessive attenzioni, ottenendo l’effetto opposto. Si legge in effetti qualcosa di irrituale nel modo in cui ne ha parlato il tecnico: «Meglio non parlarne troppo bene, sennò me lo portano via, ma è un ragazzo impressionante, anche oggi grande partita». In tutte le conferenze, però, il tecnico dell’Hellas rilascia qualche complimento a Belahyane. «Ha margini infiniti», «Me ne servirebbero due o tre». Dopo la partita contro il Genoa ha detto «Sarà un altro crack».

Del resto gioca come un giocatore con qualche anno e con qualche chilo in più, come si dice in questi casi. Se un centrocampista è nella sua zona, va a mettergli pressione con un’intensità ansiogena. Come ansiogene sono state le recenti dichiarazioni ai microfoni: «Ogni volta che incontro un giocatore in un duello, mi dico che non può, non deve battermi. È tutto nella mia testa. Ovvio che lavoro in allenamento e in palestra per migliorare fisicamente, lo faccio ogni giorno. Ma quando affronto qualcuno, mi ripeto che devo vincere quel duello. Perché se lo perdo i miei compagni di squadra dovranno correre dietro di me per recuperare». Questo tipo di responsabilizzazione tattica, questa ossessione nei duelli, lo rendono un calciatore perfetto per il calcio dell’Hellas Verona, e per una Serie A sempre più morbosa nelle marcature a uomo.

Belahyane è stato mandato in palestra per diventare un uomo, ma nel frattempo è capace già di vincere i duelli corpo a corpo con alcuni dei giocatori più fisici del nostro campionato, come Mateo Guendouzi o Nuno Tavares.

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Ciò che lo rende speciale, a un primo sguardo, è qualcosa che va oltre le sue doti fisiche e tecniche. È la sfrontatezza particolare con cui gioca, da quasi esordiente in Serie A, giocando sotto pressione palloni pericolosi, dribblando con la suola con un gusto umiliante. Che c’è di più entusiasmante in un giovane centrocampista?

behlayane 3

Magari può sbagliare una lettura, calcolare male dei tempi, lasciare che un giocatore più esperto di lui gli sfili via; ma ha la velocità di testa e gambe per recuperare. E quando recupera non si accontenta mai: cerca sempre la traccia che più chiaramente ribalti il peso del campo dall’altro lato.

behayane 4

Nelle tante nuove storie che si sono aperte in questa nuova Serie A, quella di Reda Belahyane è una di quelle da seguire con maggiore interesse. L'ennesima dimostrazione della capacità dell'Hellas Verona, e di Sean Sogliano, di plasmare giocatori interessanti dal nulla, o quasi.

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