Il power ranking degli ottavi di finale
8. Sporting Lisbona – Viktoria Plzen
Livello Europa League: 15/20
Bellezza: 7/20
Equilibrio: 5/20
Giocatori da seguire: Bruno Fernandes, Bas Dost, Gelson Martins, Krmencik
Lo Sporting ha il turno sulla carta più facile, contro l’unica sopravvissuta con un pedigree autenticamente Europa League. Una squadra di un campionato periferico dell’est-europa formata da giocatori giovani che sembrano vecchi, con nomi pieni di consonanti.
7. Lazio - Dinamo Kyev
Livello Europa League: 10/20
Bellezza: 12/20
Equilibrio: 7/20
Giocatori da seguire: Immobile, Milinkovic-Savic, Felipe Anderson, Patric
Il sorteggio è stato abbastanza benevolo per la Lazio, al netto di una trasferta da giocare comunque nel clima rigido dell’Ucraina. La Dinamo Kiev ha una bellissima maglia ma poco altro, ha superato i sedicesimi di finale forse più deboli - quelli contro l’AEK Atene -, peraltro non meritando di passare il turno. La partita vale la pena di essere vista soprattutto per l’attacco liquido della Lazio, che per numeri e spettacolarità è fra i migliori d’Europa.
I giocatori offensivi biancocelesti hanno già dimostrato di essere troppo superiori al contesto dell’Europa League e la Dinamo Kiev potrebbe essere un altro sparring partner per le corse di Felipe Anderson, i tocchi di suola di Milinkovic e le finalizzazioni cinetiche di Immobile.
Nel doppio confronto potremo anche soppesare le possibilità di quella che è ora una delle favorite del torneo. Secondo l’algoritmo di FiveThirtyEight la Lazio è la quarta più probabile vincitrice, con l’8% di possibilità di vittoria e il 15% di arrivare in finale.
6. Atletico Madrid – Lokomotiv Mosca
Livello Europa League: 5/20
Bellezza: 8/20
Equilibrio: 3/20
Giocatori da seguire: Saul, Griezmann, Jefferson Farfan, Aleksey Miranchuk
La Lokomotiv Mosca sta vivendo una grande stagione: in campionato è prima con 12 punti di vantaggio sullo Zenit ed in Europa League ha avuto un percorso abbastanza lineare fin qui. Ma probabilmente questo non basterà per superare la squadra meglio attrezzata della competizione.
5. CSKA Mosca – Lione
Livello Europa League: 16/20
Bellezza: 12/20
Equilibrio: 7/20
Giocatori da seguire: tutti i giocatori offensivi del Lione, il declino dei fratelli Berezutski
Il CSKA ha faticato tantissimo per eliminare la modesta Stella Rossa e non è un buon segnale, mentre il Lione sta vivendo un momento particolarmente positivo, culminato con la facile vittoria nel doppio confronto con il Villareal. Mettere sullo stesso campo i lenti difensori russi e gente come Fekir, Depay e Traoré sembra un omaggio al mai dimenticato programma TV Fast animals slow children.
4. Borussia Dortmund – Red Bull Salisburgo
Livello Europa League: 13/20
Bellezza: 18/20
Equilibrio: 12/20
Giocatori da seguire: Pulisic, Batsuhayi, Minamino, Pongracic
Dopo l’Atalanta il Borussia Dortmund troverà un’altra squadra molto preparata tatticamente e abituata a giocare ad alti ritmi. Noi che siamo accelerazionisti tifiamo che il Red Bull Salisburgo continui a vincere fino al derby in finale di Europa League contro il Red Bull Lipsia, da giocare su un campo sterrato nel deserto con i giocatori vestiti come i guerrieri di Mad Max. Il Borussia è piena di giocatori talentuosi ed è una squadra di personalità, ma avrà un altro avversario non semplicissimo da gestire.
3. Red Bull Lipsia – Zenit San Pietroburgo
Livello Europa League: 15/20
Bellezza: 10/20
Equilibrio: 15/20
Giocatori da seguire: Rigoni, Kampl, Naby Keita
Tutti ovviamente aspettavamo lo scontro tra i due Red Bull, il Lipsia ed il Salisburgo, l’urna di Nyon ha invece messo a confronto due delle squadre più antipatiche d’Europa. Il Lipsia è leggermente favorita avendo dato prova di grande ardore nel doppio confronto col Napoli. Lo Zenit di Mancini non sembra invece capace di fare grandi partite fuori casa. Se fino a questo punto vincere a San Pietroburgo è sempre bastato, contro i tedeschi potrebbe non essere sufficiente.
2. Olympique Marsiglia – Athletic Bilbao
Livello Europa League: 13/20
Bellezza: 16/20
Equilibrio: 14/20
Giocatori da seguire: Florian Thauvin, Aritz Aduriz, Dimitri Payet, Inaki Williams
L’Olympique Marsiglia di Rudi Garcia è una squadra zeppa di giocatori molto forti, ma con gli scompensi tattici che possiamo immaginare per un allenatore che ha sempre preferito affidarsi alle individualità piuttosto che ai meccanismi collettivi. Questo singolo aspetto è ciò che rende la sfida tutto sommato equilibrata: l’Athletic ha poche armi tecniche dalla sua parte, ma può impostare la gara su un’intensità e una preparazione dei dettagli che l’OM non è forse preparato ad affrontare. In ogni caso sarà una sfida divertente da guardare: ci sarà il capocannoniere anziano della coppa (Aduriz), uno dei migliori talenti (Thauvin) e uno dei migliori assist-man (Payet), in più due squadre dalla tradizione anti-sistema. Chi tiferete?
1. Milan – Arsenal
Livello Europa League: 7/20
Bellezza: 18/20
Equilibrio: 14/20
Giocatori da seguire: Cutrone, Iwobi, Ozil, Montolivo
Il sorteggio che ha fatto incrociare Milan e Arsenal agli ottavi di Europa League ha una sua crudeltà ironica.
Sembra la certificazione del decadimento di queste due nobili del calcio europeo, che si ritrovano acciaccate sul palcoscenico secondario d’Europa. L’Arsenal ha nell’Europa League il suo unico obiettivo stagionale ed è un’occasione quasi irripetibile di alzare un trofeo un po’ più importante della FA Cup. Anche per questo l’Arsenal ha tutte le pressioni addosso, pur non avendo la personalità per reggere queste pressioni, ed è per questo che l’esito del confronto non è affatto scontato. Il Milan potrà partire da totale underdog, guidato da un allenatore che sembra vivere per partite di questo tipo, in cui la sua squadra ha poco da perdere.
Questo miscuglio di sentimenti negativi rende Milan - Arsenal la sfida più interessante degli ottavi di finale.
A quale giocatore meneresti di più del Red Bull Lipsia?
Chi ha seguito il doppio confronto fra Napoli e Red Bull Lipsia non ha potuto far a meno di notare una cosa: i giocatori del Red Bull Lipsia hanno tutti la faccia da schiaffi. Qualsiasi cosa facciano, in qualsiasi momento della partita, hanno lo sguardo provocatorio, sembrano non far niente per volere stare simpatici.
Magari c'entra il fatto che un po’ tifavamo Napoli, magari c'entra che concettualmente il Red Bull Lipsia non è proprio super simpatico, ma credo ci sia anche un fattore fisiognomico. Ho classificato i giocatori a cui vorremmo più menare del Red Bull Lipsia - partendo dal presupposto che sono quasi tutti enormi ed è più facile che siano loro a picchiare noi. Per parametrare la voglia di menargli abbiamo stilato un indice intitolato alla più grande faccia da schiaffi del calcio, ovvero Neymar.
Marcel Sabitzer
Indice Neymar: 10/20
Con la mascella ampia, gli occhi vicini e i capelli squadrati Marcel Sabitzer sembra molto fiero di sé, anche se non si capisce per cosa. Ha l’aria dell’americano di origine tedesca che l’estate vive senza maglietta e che ha il sesso occasionale come unico credo nella vita. La grandezza del collo e la sottigliezza della bocca indicano la sua totale, assoluta, povertà interiore.
Peter Gulacsi
Indice Neymar: 13/20
Il portiere del Red Bull Lispia sembra il dirigente di un’azienda farmaceutica che ha truffato i consumatori e che appare davanti al giudice e alle telecamere stanco, emaciato, senza capelli, ma con l’aria di uno che un tempo è stato molto ricco. È stato divorato dall’avidità, Gulacsi, e noi lo picchieremmo volentieri.
Timo Werner
Indice Neymar: 17/20
L’ultima volta che Timo Werner ha sorriso era l’autunno del 2009 e la Grecia era appena fallita.
Kevin Kampl
Indice Neymar: 18/20
Non lo so, giudicate voi.
Yussef Poulsen
Indice Neymar: 20/20
Eccolo qua, il ragazzo del collettivo che si è fatto crescere i dread senza sapere neanche chi era Peter Tosh. Eccolo, fuori dalle scalette di scuola sempre a farsi le canne, col padre avvocato, viscido ma con un ascendente inspiegabile sulle ragazze. Datti una ripulita!
Bruno Fernandes è fortissimo
Lo avevamo lasciato con la media del 5,5 fisso al Fantacalcio, lo ritroviamo uomo, il nostro Brunetto Fernandes. Con quel fisico mezzo storpio, i denti sghembi, i capelli sporchi: francamente troppo brutto per essere credibile come fantasista che ci faccia innamorare. Bruno Fernandes però allo Sporting Lisbona sta giocando a un livello che pochi di noi si sarebbero aspettati - ha già 13 gol e 7 assist in stagione - e l’incontro con l’Europa League è stato come quello fra anime gemelle.
Ieri ha segnato una doppietta all’Astana e sopra al primo gol ci potete mettere il bollino Bruno Fernandes: un tiro obliquo, che sale e scende più volte come fosse stato calciato da Mark Lenders. Guardando quel tiro è stato impossibile non provare un po’ di nostalgia per Bruno Fernandes, per i suoi denti sporgenti, per quel suo modo spigoloso di interpretare il ruolo del numero 10. Ma Bruno a Lisbona sta benissimo e noi dovremmo essere felici per lui, che ha trovato il suo posto nel mondo.
Conosci la tua squadra di Europa League: Viktoria Plzen
Seduta sul trono, capelli di Louise Brooks e vestito di Desigual, una ragazza beve birra da un vaso tramite una cannuccia lunghissima. Davanti a lei un’altra ragazza vestita di bianco beve in piedi dallo stesso vaso con un’altra cannuccia lunghissima. In mezzo una specie di officiante con una treccia di capelli tiene in mano una sfera. Tutto intorno pesci volanti, un capriolo che salta, motivi religiosi. Il disegno è scolpito su una tavola mesopotamica risalente circa al 4000 a.C. e la bevanda che le ragazze bevono dal vaso sarebbe birra.
Questa è una delle tante testimonianze archeologiche che si trovano sulla misteriosa origine della birra. Secondo la tradizione europea, però, ad inventare la birra sarebbe stato un uomo grasso e barbuto di nome Gambrinus. Discendente di settima generazione del patriarca Noah, Gambrinus avrebbe imparato la ricetta della birra direttamente dalla dea egizia Iside. La presenza della figura di Gambrinus nelle varie birre europee attuali è gigantesca e c’è anche una birra ceca che prende direttamente il suo nome ed è prodotta a Plzen, Repubblica Ceca.
La birra Gambrinus è solo una delle birre prodotte in questa deliziosa località boema, patria di ingegneri, birrai e imprenditori. A Plzen si producono le birre Pilsner Urquell dal 1839 e le macchine Skoda dal 1923 e si gioca a calcio dal 1911. Forse non tutti sanno però che Skoda non nasce come industria automobilistica ma come grande conglomerato industriale che produceva più o meno tutto, a cominciare dalle armi per l’esercito Austro-Ungarico nel XIX secolo. Nel ‘900 Skoda ha prodotto veri e propri oggetti di culto per i cultori dell’estetica sovietica, eccovene una gallery:
Dal 1949 al 1992 la squadra locale di calcio, il Viktoria Plzen, prende il nome di Skoda Plzen. Ma è solo da quando riprende a chiamarsi col suo nome originale che inizia a farsi valere nel campionato locale, oggi pomposamente intitolato a Gambrinus: la Gambrinus Liga. Dal 1992 il Viktoria Plzen ha vinto tre campionati cechi e una coppa nazionale. Negli ultimi anni il Viktoria Plzen ha partecipato alla Champions League, all’Europa League, ma si è ancora distinta per il suo profondo, religioso amore per la birra. Quest’estate le panchine del Viktoria Plzen sono state trasformate in gigantesche lattine di birra Gambrinus.
Meraviglia.
Oggi le stelle della squadra sono il bomber Michal Krmencic, pochi capelli ma già 3 gol in 4 partite con la Nazionale ceca, e il fantasista Jan Kopic, ex leggenda dello Jablonec. Il Viktoria Plzen è riuscito a eliminare il Partizan Belgrado con un onorevole doppio pareggio, in alto i calici!
How old are u: Vladimir Stojkovic
In questa nuova rubrica dovete indovinare quanti anni ha un giocatore dell’Europa League, la coppa in cui una partita di 90 minuti dura in realtà 130 anni del tempo empirico. Il protagonista di questa puntata è Vladimir Stojkovic, portiere del Partizan Belgrado e della Nazionale serba. Se amate questa rubrica lo sapete che non potete barare cercando su Wikipedia. Se durante il quiz vi viene voglia di aprire Wikipedia guardate questa rovega di Moussa Sow.
Per aiutarci ci siamo serviti dell’applicazione “How-old”, dove abbiamo messo delle foto di Stojkovic e la app ci ha detto quanti anni ha secondo il suo algoritmo.
Ecco una foto di Stojkovic con la maglia della Serbia, in posa per l’inno nazionale. È forse l’amore per la patria che lo fa sembrare più anziano di quanto dovrebbe essere un calciatore professionista in attività.
Sempre con la Nazionale serba, volto a terra, espressione corrucciata, Stojkovic è ancora troppo anziano. Non possiamo crederci.
Lo sguardo determinato ti ringiovanisce, caro Stojkovic, ma non abbastanza per essere un calciatore professionista. Insomma ma quanti anni hai?!
Soluzione: Vladimir Stojkovic ha 34 anni, portati molto male.
Due incredibili errori che devono per forza finire nel grande libro dell’Europa League
Gli errori sotto porta stanno all’Europa League come la bomboniera al cinema, come la salsa di soia ai ravioli al vapore, come la birra al tramonto estivo. Gli errori sotto porta sono una proprietà essenziale dell’Europa League, ciò che rende l’Europa League esattamente l’Europa League. Oggi possiamo celebrare ben due errori incredibili.
L’errore di Reznik
Bellezza: 12/20
Il piacere di un errore spesso sta nel rapporto tra quanta sicurezza uno ci mette nel tiro e il risultato finale. Qua Reznik, che a sua discolpa è un terzino, ci va di piatto, facile, correndo verso la direzione in cui vuole tirare la palla, ma la tira fuori neanche di pochissimo. L’errore di Reznik comunque è stato ininfluente visto che la sua squadra è riuscita comunque a qualificarsi.
L’errore di Masoud
Bellezza: 18/20
Masoud Shojaei Soleimani è un giocatore iraniano dell’AEK Atene e come potete immaginare ha una storia più interessante di tutti noi. Ma noi non siamo qui per raccontare storie ma per celebrare errori, errori assurdi, ridicoli, pazzeschi. E questo di Masoud è un ottimo errore, di quelli che entrano nella categoria di palloni calciati su una traiettoria tracciata su un filo perpendicolare legato alla luna. È davvero difficile tirare così in alto, di prima, con il piatto del piede. Bisogna scavarla a fondo, impegnarsi in un esercizio balistico assurdo. Masoud ce l’ha fatta e questo errore ha, col senno di poi, condannato l’AEK all’eliminazione.
Masoud può anche raccontarsi che il suo errore ha influito relativamente. Che ok, poteva segnare ma non è stato quello ad eliminare l’AEK, che il calcio è un gioco di squadra e si vince e si perde tutti assieme. Ma non è così: è colpa di Masoud e di questo suo incredibile errore se i suoi compagni guarderanno gli ottavi di finale dalla tv. Era una grande occasione per l’AEK, contro un avversario tutto sommato alla portata, ma per colpa di un uomo che riesce a tirare i palloni in verticale non ce la farà. Siamo sicuri che Masoud non lo abbia fatto apposta? Come faccio a credere che quell’uomo voleva tirare nei 9 metri quadri di porta a un centimetro da lui e invece ha tirato in una risicatissima finestra spaziotemporale sopra questi 9 metri? Dai... Mi dispiace Masoud, ma è soprattutto colpa tua se non rivedremo più Christodoulopolous in Europa League.
Questo momento Bonera
Si definisce momento Bonera quando, guardando giocare Bonera, la mascella scende giù, gli occhi si proiettano in avanti ed emetti suoni che inducono il coniuge nell’altra stanza a venire a vedere se ti è successo qualcosa. Quest’azione è così lenta che sembra essere stata riprodotta in studio. Quando vediamo Bonera correre verso la porta sappiamo che sta per succedere qualcosa, come quando vediamo Mr. Bean camminare per la strada mangiando un gelato: un momento comico sta per arrivare. Fekir tira di destro debolmente, Bonera forse non pensava di avere tutto quel tempo e va in corticuito, respingendo la palla di piatto pianissimo. La palla torna verso i giocatori del Lione che tirano, e a quel punto Bonera si butta per terra come ci si ripara sotto al tavolo durante una sparatoria. E la salva, la salva.
La cabala del Celtic
Ieri sera il Celtic ha schierato undici giocatori, come di prassi, ma che indossavano questi numeri: Portiere: 24. Difesa: 63, 35, 5, 23. Centrocampo: 21, 8, 88, 42, 49. Attacco: 10. Ora lasciando stare 5, 8, 10 e pure 21 dai, è facile accorgersi come la situazione numerologica sia totalmente fuori di testa. Aggiungete che in panchina sedevano comodamente i numeri 29, 59, 67 e capirete che c’è qualcosa sotto. La scelta dei numeri non può infatti essere casuale (nessuno sceglie numeri così scemi) e bisogna quindi indagare un attimo i possibili motivi. Noi l’abbiamo fatto e queste sono le risposte:
- La somma dei numeri dei difensori deve essere sempre di 126, per fare fede al Salmo 126 Ogni fatica è vana senza il Signore che qui cito: Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella.
- Tierney è completamente uscito fuori di testa per il numero 63 quando ha scoperto che è il numero n con più soluzioni all'equazione x - φ(x) = n che qualsiasi numero più basso, tranne 1. È quindi un numero altamente cototiente.
- La somma dei numeri dei tre dietro la punta deve essere sempre 179, in quanto il Celtic ha sottoscritto un accordo pubblicitario con la Norwegian Air Shuttle per la promozione dei nuovi voli low cost dall’Europa agli Stati Uniti a partire da soli 179€.
- Kouassi Eboue interrogato intorno alla sua scelta di indossare il numero 88, ha risposto: "ricorda soltanto le quattro palle che quest'anno dovremo tirare fuori tutti". Ha poi aggiunto - in un momento totalmente differente della sua vita - di essere un grande fan dell’Adolf Hitler pittore.
- Brandon Rogers è rimasto talmente tanto scottato dalla sua esperienza sulla panchina del Liverpool che nessuno può scegliere un numero tra quelli indossati dai reds quando lui era l’allenatore. Capirete bene che la scelta poi diventa piuttosto ardua.
- Per quanto possa sembrare improbabile, Callum McGregor, che indossa il numero 42 non ha mai sentito parlare della Guida intergalattica per autostoppisti. Probabilmente è il suo numero di scarpe.
- Secondo alcuni lo schieramento dei numeri del Celtic servirebbe per comunicare a chi di dovere il fatto che la Finlandia non esiste.
I 28 minuti in cui l’Ostersunds era in vantaggio di due gol e poteva succedere il miracolo
Tra il 22esimo e il 23esimo minuto, l’Ostersunds ha segnato due gol all’Arsenal, in casa dell’Arsenal, trovandosi nella poco probabile situazione per cui gli sarebbe bastato un gol per riaprire totalmente un discorso qualificazione che sembrava chiuso dopo lo 0-3 dell’andata. Al minuto 47 del secondo tempo ci ha pensato Kolasinac a riportare il match nei binari più rassicuranti della realtà, eppure rimangono ben 25 minuti più recupero in cui una squadra che è stata fondata lo stesso anno in cui Wenger ha iniziato ad allenare l’Arsenal si è trovata avanti 2 a 0 contro i "Gunners". Minuti che vale la pena analizzare.
- 23’: Ken Sema difende un pallone spalle alla porta, con la suola del piede sinistro finge di voler andare a sinistra, poi con l’interno se la sposta verso destra, lasciando sul posto Chambers per poi battere con un potente diagonale Ospina.
- 24’: esultanze, inquadrature dei tifosi che esultano.
- 25’: niente.
- 26’: fallo scemo di Iwobi.
- 27’: tifosi dell’Arsenal che si disperano.
- 28’: Keita, portiere dell’Ostersunds, dribbla Welbeck.
- 29’: 16 passaggi consecutivi dell’Ostersunds.
- 30’: Edwards conclude a lato dai 25 metri.
- 31’: altri passaggi.
- 32’: tifosi dell’Arsenal sempre più disperati.
- 33’: Ghoddos fa un tunnel incredibile.
- 34’: niente di interessante.
- 35’: Ci accorgiamo che Mkhitaryan gioca.
- 36’: Se ne accorge anche Pettersson che prova a rompergli una caviglia.
- 37’: Viene inquadrato un preoccupato Wenger.
- 38’: momento morto, rivediamo i gol e la preoccupazione di Wenger che ormai è un topos di questa partita.
- 39’: Pettersson perde tantissimo sangue dalla testa.
- 40’: Wilshere insulta Bellerin.
- 41’: L’allenatore dell’Ostersunds fa finta di avere il controllo della situazione gesticolando.
- 42’: vediamo le mutande di Mkhitaryan.
- 43’: viene inquadrata per 15 secondi una donna dello staff dell’Ostersunds che traffica dentro un borsone.
- 44’: Ainsley Maitland-Niles viene ammonito.
- 45’: un minuto sprecato.
- 46’: un altro minuto buttato al vento.
- 47’: Ken Sema si muove come un elefante in un parco per i cani.
- 48’: rientra Pettersson di cui ci eravamo completamente scordati.
Secondo tempo:
- 46’: un minuto di passaggi Arsenal.
- 47’: gol Kolasinac. Fine.
Le squadre che dobbiamo abituarci a salutare
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Francesco Guccini, Vedi Cara
Napoli
Il Napoli continueremo a vederlo tutti i weekend, come figli dopo un divorzio, ma l’idea di vedere una squadra italiana potenzialmente così forte fare scorribande in Europa League ci piaceva molto. Peccato, sarà per la prossima volta.
Stella Rossa
Una squadra il cui nome starebbe benissimo anche al vostro pesce rosso è sempre un dispiacere perderla.
Nizza
Niente: ci dispiace ma quest’anno il Nizza sta facendo veramente schifo.
Real Sociedad
Tra Athletic Bilbao e Real Sociedad una la dovevamo lasciar andare. Lo spazio per l’indipendentismo basco negli ottavi è limitato, ed è giusto che se lo sia preso la squadra più impegnata da questo punto di vista.
Atalanta
La singolarità crepuscolare di Ilicic, la forza indomita di Cristante, la crescita di Toloi, il conflitto morale ogni volta che vediamo Masiello giocare come un dio greco stempiato, le corse di Spinazzola, la pronuncia di Hateboer, Freuler faccia da schiaffi, Caldara miglior prospetto italiano, Gomez che è un giocatore incredibile, l’inadeguatezza di Petagna e Cornelius, ma più di tutti Gasperini che è un grandissimo allenatore.
Steaua Bucarest
Secondo alcuni giornali, nel 2005 il presidente della Steaua Bucarest - Gigi Becali - commissionò un dipinto ispirato all’Ultima Cena di da Vinci nel quale lui occupava il posto di Gesù, mentre l’allenatore e gli altri undici giocatori erano i discepoli.
Partizan Belgrado
Questa è l’ultima occasione per parlare di Léandre Tawamba, per cui ci rivolgiamo direttamente a lui: Ciao Grande, ci vediamo l’anno prossimo. Non fare scherzi!
Celtic
I tifosi. I fottutissimi tifosi:
FC Copenaghen
Del Copenaghen ci mancherà Copenaghen, e in particolare la neve di Copenaghen che immergeva i giocatori dentro un dipinto di Brueghel, tanti piccoli omini con i guanti intenti a trafficare col pallone fra i piedi.
AEK Atene
Lazaros Christodoulopolous è per noi l’MVP di questa Europa League. Non solo per le sue gesta tecniche ma anche per essere invecchiato benissimo e averci dato a tutti una grande lezione su quanto un paio di baffi può migliorare l’aspetto di un essere umano. La 7 dell’AEK con dietro scritto LAZAROS è la maglia dell’Europa League, quella che dovreste indossare quest’estate per rimorchiare le ragazze serbe sulle spiagge del Montenegro.
Astana
Dell’Astana ci mancheranno i suoi giocatori brutti, la sua maglia sciatta, il suo clima assurdo. L’idea di una squadra scarsa nata nel nulla della steppa, che costringe tutte le altre squadre a trasferte infinite.
Ostersunds
L’Ostersunds era diventata la nostra squadra preferita. Ci mancherà, ma con la consapevolezza che le storie migliori finiscono dopo una bella notte passata insieme nell’East London.
Spartak Mosca
Il profilo instagram di Quincy Promes.
Braga
Ci può stare dai, quanto potevamo stare dietro al Braga dopotutto?
Ludogorets
Quando perde una squadra dell’est Europa, perde un po’ tutta l’Europa League.
Giocatore più Europa League: Olivier Ntcham
È un po’ che manca questa rubrica, ma dovreste aver ben chiaro chi è un giocatore “Europa League”. Sono giocatori su cui, per qualche motivo, abbiamo riposto grandi speranze, ma che poi sono caduti nel baratro della mediocrità finendo in campionati periferici a dover passare il giovedì sera nel gelo delle Arene di Europa League. Sono giocatori-manifesto a cui tutti dobbiamo guardare con timore e rispetto.
Quanto ci abbiamo creduto: 8
Quanto è stato realmente forte: 7
Quanto è caduto in disgrazia: 9
Quanto sembra depresso: 9
Se avete fatto il fantacalcio tra il 2015 e il 2017, avete provato a prendere Olivier Ntcham. Il francese sembrava proprio quel tipo di giocatori che ti svoltano la stagione: gran fisico, talento, faccia da uno che fa gol e soprattutto era cresciuto nel Manchester City, una di quelle cose che sembrano una sicurezza e poi finiscono sempre per fregarti.
Invece, ovviamente, Ntcham non ha svoltato nessun fantacalcio. A Genova ha ammonticchiato 37 presenze in Serie A, segnando 3 gol. All’inizio Gasperini ha provato a fare la solita magia che fa sui centrocampisti/trequartisti, anche perché il francese veniva paragonato a Pogba, ma rinunciando presto.
L’anno dopo con Juric gioca ancora meno, ma segna un gran gol contro il Bologna al 90° minuto che sembra risollevare la sua carriera. Invece niente: scivola velocemente verso la mediocrità tanto da finire anche in una canzone parodia per un suo errore nel derby.
Il Genoa, che lo aveva in prestito per due anni, decide di non riscattarlo e lui torna al Manchester City dove Guardiola non contempla neanche la sua esistenza. Nel luglio del 2017, a soli 21 anni, si trasferisce definitivamente al Celtic Glasgow accelerando brutalmente il suo declino sportivo. Ntcham infatti non sembra un giovane di belle speranze che prova a farsi strada partendo dalla Scozia, ma piuttosto assomiglia a quei giocatori che dopo diversi anni di tentativi in campionati maggiori finiscono per accettare la mediocrità di squadre minori.
Con il Celtic, Ntcham ha giocato la Champions e vincerà quasi sicuramente il campionato, avendo la sua squadra 11 punti di vantaggio sui Rangers. Ma con quale scopo?
Gol più Europa League
Harlem-Eddy Gnohéré in Lazio-Steaua
Virilità: 10
Assurdità: 10
Anti-epicità: 10
Paura della morte: 10
Harlem-Eddy Gnohéré è il primo giocatore vincere per due volte il premio di “gol più Europa League”, in back to back per giunta. Soprannominato Le Bison, con un debole per Dracula, non potevamo non premiare la carambola che gli ha permesso di accorciare il risultato della partita di ritorno contro la Lazio ad un più onesto 5 a 1. Visto che il suo nome rimarrà per sempre scolpito nella storia della competizione vale la pena sapere un paio di notizie fondamentali su Harlem-Eddy:
- È cresciuto in un quartiere difficile di Parigi, con un gruppo di amici che «aimait beaucoup la bagarre», la lotta.
- È stato allontanato dal Cannes per aver preso a pugni un ragazzo.
- Quando era allo Sporting Charleroi ha sbagliato un rigore provando il cucchiaio.
- ha due figli di nome Kaaris (in omaggio al rapper) e Romeo.
Con questo bagaglio di vita sulle spalle a cui aggiungere 5 gol presi e la pioggia incessante di una tormentata notte romana, il centravanti della Steaua si è presentato da solo davanti a Strakosha con la morte nel cuore di chi è consapevole che forse sarà l’ultima occasione della sua vita in Europa League. Come Nino, Gnohéré ha chiuso gli occhi e calciato forte. Forte e centrale. La palla ha colpito in pieno il portiere per poi rimbalzare proprio al centro di quel petto enorme che si porta dietro, proprio lì dove tiene quel cuore da bisonte, e finire la sua corsa in rete. Il confronto tra questo gol e i tre realizzati da Immobile è incredibile. Viva l’inadeguatezza, viva il bisonte, viva l’Europa League.
Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League
Dice il saggio: “Un uomo trascina il risciò; l'altro viene trasportato. Eppure la loro natura è la stessa”. Allo stesso modo, un uomo partecipa alla Champions League e l’altro all’Europa League. Eppure la loro natura è la stessa (anche se quello dell’Europa League è meglio). Ora che anche la tradizione cinese ha confermato la superiorità dell’unica competizione che non permette a Thomas Müller di fare gol da due metri, possiamo arrivare al punto. Se gli uomini che partecipano all’Europa League sono migliori degli altri, voi che guardate potete dire di conoscere profondamente la loro natura? Di seguito trovate 10 giocatori scesi in campo durante i sedicesimi di questa edizione e due cose che hanno fatto nella loro vita. Una è falsa, l’altra è vera: sta a voi indovinare quale (ovviamente se usate google, potete tornare a seguire la Champions).
- Racine Coly - Nizza
a: ha indossato la fascia di capitano del Brescia.
b: ha partecipato ad un reality show francese simile a Campioni senza vincere, è stato però notato dal Caen dove ha iniziato la sua carriera.
2) Konstantinos Galanopoulos - AEK
a: è stato paragonato a Emre Belozoglu.
b: ha detto di aver votato per Tsipras e di essere molto soddisfatto del suo operato.
3) Callum McGregor
a: i tifosi gli hanno dedicato un coro che fa così: Callum McGregor/There's no one better/He's like me and you/He loves Celtic too.
b: i tifosi gli hanno dedicato un coro che fa così: Callum McGregor/There’s no one like him/He fights better than Connor/ and finds Frodo’s ring too.
4) Saša Ilić - Partizan
a: ha segnato alla Lazio nella Coppa Uefa 1998/99.
b: secondo Wikipedia ha esordito nel Partizan nel 1996 in una partita contro il Borac Čačak vinta per 10 a 0 indossando la maglia numero 1, ma forse potrebbero confondersi visto che esistono due diversi Saša Ilić di ruolo portiere.
5) Andrea Petagna - Atalanta
a: è un pischelletto dark.
b: quando giocava negli allievi del Milan ha tirato così forte che ha rotto una porta.
6) Hiroki Sakai - Olympique Marsiglia
a: è un grande fan di Dragonball, tanto da avere un tatuaggio di Vegeta Super Sayan di secondo livello sul polpaccio.
b: sul suo account instagram ha un selfie con Doumbia con cui ha giocato nel Kashiwa Reysol.
7) Inaki Williams - Athletic Bilbao
a: da ragazzino ha rifiutato il Real Madrid per le politiche repressive attuate dal governo centrale nei confronti degli indipendentisti baschi.
b: il suo nome deriva dal termine iñakis, con cui la gente di Bilbao era solita riferirsi agli immigrati di origine africana.
8) Milan Borjan - Stella Rossa
a: si è allenato per 3 mesi con il Boca Juniors, poi per problemi di documenti non ha potuto firmare un contratto con la squadra argentina.
b: è cresciuto in Canada, ma in un’intervista ha detto che non gli piace lo sciroppo d’acero.
9) Ahmed Hassan Koka - Braga
a: è alto 159 centimetri, essendo di fatto il giocatore più basso di questa edizione dell’Europa League.
b: era stato acquistato dal Benfica, ma durante le visite mediche si accorsero che aveva un problema al cuore e che doveva essere operato. Dopo l’intervento - misteriosamente - i dirigenti del Benfica non si fecero più sentire, facendo di fatto sfumare il suo acquisto.
10) Dennis Man - Steaua Bucarest
a: a gennaio Monchi ha provato a prenderlo per farne il vice-Under.
b: si chiama Dennis Man perché il padre è un grandissimo fan dell’uomo. E di Dennis Bergkamp .
Risposte: 1 - a, 2 - a, 3 - a, 4 - b, 5 - a, 6 - b, 7 - b, 8 - a; 9 - b; 10 - a