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Il bello dell'Europa League 2020 vol. 4
08 nov 2019
I momenti sfavillanti di una competizione che trovate a 19.99 da Lidl.
(articolo)
22 min
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Conosci la tua squadra Europa League: Lugano

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Titta Di Girolamo, protagonista de Le conseguenze dell’amore, è davanti al direttore del lussuoso albergo di Lugano in cui abita da otto anni. “Puntuale come sempre” gli dice il direttore; “Siamo in Svizzera, no?” risponde Titta. Poi il direttore comincia un discorso indagatore: «Un cliente dell’albergo viene da me e mi dice: “Quel suo cliente non è vero che fa l’intermediario finanziario. Mente” [...]. È a questo punto che gli ho dato la mia risposta, una risposta che avrebbe fatto inorgoglire qualsiasi direttore d’albergo. La vuole sentire?». Sono pronto, dice Titta, fumando impassibile, con l’aria che ha Toni Servillo quando interpreta un personaggio che ne ha passate troppo per provare ancora gioia e dolore. «Gli dico: “Gentile cliente, il dottor Titta Di Girolamo paga puntualmente la sua stanza ogni primo del mese da otto anni a questa parte. Ma non paga solo una stanza e una pensione completa. Nel prezzo della stanza è compreso un altro servizio: la discrezione”. Questo gli ho risposto.

Titta è un personaggio freddo che nasconde un malessere profondo sotto la scorza dura di abitudini consolidate e di un cinismo inscalfibile. È come immaginiamo le persone in Svizzera, a Lugano, aggirarsi davanti la banca del Gottardo con le valigette rigide nere che contengono documenti che non vorremmo leggere. Una volta all’anno Titta si fa il lavaggio totale del sangue e da ventiquattro anni, alle dieci di mattina, si inietta una dose di eroina.

Il film insomma esprime ciò che tutti noi associamo a Lugano: un posto in cui la parte più ricca e sfrontata dell’Italia si lava dai suoi peccati. Io però associo un’altra cosa a Lugano: il Football Club Lugano.

“Non temiamo l’avversario, abbiamo forza e volontà”.

La squadra più titolata del Canton Ticino; la squadra della città italiofona più grande fuori dall’Italia. Il Lugano negli ultimi anni ha attraversato burrascosi cambi di guide tecniche, passando anche per un allucinato anno di Zdenek Zeman, chiuso con i tipici fasti zemaniani: 75 gol subiti in 35 partite. Oggi però, sotto la guida di Maurizio Jacobacci, ha inaugurato una nuova epoca d’oro, riuscendo a qualificare la squadra ai gironi di Europa League. Una squadra, teniamolo presente, che a differenza dei propri abitanti non potrebbe certo ambire al benessere continentale. Il numero 10 della squadra è Mattia Bottani; il giocatore di maggiore talento è invece Carlos Antonio de Souza Junior, meglio noto come Carlinhos, 13 gol in 31 partite lo scorso anno. Da segnalare anche la presenza di Fabio Daprelà, che a dispetto delle dieci vite attraversate, ha ancora 28 anni e che con l’età e l’esperienza è stato convertito in difensore centrale. Daprelà lo ricorderete forse con le maglie di Brescia, Palermo, Chievo, Carpi e Bari (dove ha avuto un passaggio velocissimo e fondamentalmente anonimo). Dopo 4 partite il Lugano langue all’ultimo posto del Gruppo B - che ribattezziamo ora “Gruppo di Oresund” -, già praticamente eliminato. Avete poco tempo per andarvi a vedere la squadra allo stadio Kybunpark e approfittarne per farvi un lavaggio del sangue. Ecco intanto una lista di collaboratori dello staff del Lugano con nomi che sembrano usciti dagli Svizzeri di Aldo, Giovanni e Giacomo.

- Graziano Chiodero

- Daniele Severoni

- Stefano Trabattoni

- Luca Baldo

5 alberi a cui somiglia il collo di Fraser Forster

Lui è Fraser Forster, nella vita fa il portiere del Celtic, e ha un collo veramente grande. Un collo solido, arboricolo. Ecco cinque alberi che ricordano il collo di Forster:

Faggio

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Un albero dal legno prezioso, leggero, che usiamo per molteplici funzioni.

Ceiba Speciosa

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Meno conosciuta del faggio ma ancora più somigliante al collo di Forster. Leggermente rigonfio in basso e che si sfina leggermente verso l’attaccatura della testa. La Ceiba produce dei frutti ricchi di lanugine, con cui realizziamo le imbottiture.

Baobab del Madagascar

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Chiamati “La madre della foresta”, hanno fusti ampi e rassicuranti. Proprio come il collo di Forster. In alcuni baobab il tronco misura 9 metri di diametro e 30 metri di circonferenza. Wow.

Castagno

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Lo sapevate che i castagni sono alberi plurimillenari? Uno dei più famosi è il Castagno dei cento cavalli, che potete trovare in provincia di Catania, all’interno del Parco dell’Etna. Si narra che sotto la sua ampia chioma abbia trovato riparo Giovanna d’Aragona (o forse Isabella d’Inghilterra) insieme alla sua scorta di soldati.

Abete rosso

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Il re delle alpi, dalla chioma multiforme e adattabile sempre all’altitudine e al contesto che la circonda. Il suo legno ha un rapporto privilegiato col suono e per questo viene utilizzato come tavola per gli strumenti a corda.


Klauss e la storia della colonia tedesca in Brasile

Nella più sorprendente vittoria di giornata - il 4-1 in rimonta del LASK sul PSV Eindhoven - ha brillato la stella di Klauss, autore di due gol di testa identici che hanno chiuso definitivamente la sfida. Ora è facile immaginare Klauss come un biondo centravanti minore della Sassonia o magari un efebico centrocampista box-to-box nato in Carinzia. Niente di tutto ciò: João Klauss De Mello è brasilianissimo, e allora come mai questo nome?

Senza spingerci fino alle leggendarie fughe dei nazisti in Sudamerica, in Brasile ci fu una forte immigrazione dalla Germania, soprattutto nella zona meridionale del paese, a partire dal XIX secolo, quando l’imperatore Pedro II di Bragança decide sostituire gli schiavi d’origine africana con tedeschi dell’Holstein e del Hunsrück. Una testimonianza che rimane forte in alcuni cognomi, come quello del grande attaccante Arthur Friedenreich o di Alisson Becker, ma soprattutto nell’architettura di alcuni paesi dello stato di Santa Caterina.

Esempio più lampante ne è la città di Blumenau, fondata nel 1850 dal farmacista Hermann Bruno Otto Blumenau e alcuni suoi compagni tedeschi dopo aver risalito il fiume da Velha. Ancora oggi la città conserva un’anima tedesca (qui è nato Tiago Splitter), nelle case a graticcio del centro o nei festeggiamenti annuali per l'Oktoberfest. Un cortocircuito che si può trovare in posti nello stato di Santa Caterina come Pomerode, chiamata A cidade mais alemã do Brasil

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E chi è nato nello stato di di Santa Caterina? Ovviamente João Klauss De Mello.


L’oroscopo di Niang 8 novembre / 28 novembre

Leone - Oscar Melendo

Continuerete a mangiare troppi affettati nonostanti tutti ve lo sconsiglino, dalla vostra migliore amica alla app nutrizionale che avete scaricato da poco. Classico del leone. Cercate almeno di evitare la bresaola, autentica “bomba batteriologica”.

Cancro - Alfredo Morelos

Un ragazzino in Indonesia vi clonerà la carta di credito e userà i vostri soldi per comprare le medicine alla mamma malata di leucemia. Perché proprio a voi?

Gemelli - Oleksandr Oleksandrovyc Karajev

Il disco dei Sunn o))) vi mette di cattivo umore, cari gemelli. Per una volta rinunciate alla vostra anima oscura e provate a rilassarvi con della musica più facile. Il nuovo disco di Lana Del Rey, per esempio, potrebbe fare al caso vostro.

Bilancia - Nemanja Rnic

I giapponesi sostengono che l’ordine esteriore è lo specchio del vostro ordine interiore. È ora di pulire i vetri delle finestre, bilancia: scegliete bene il momento, visto che siamo nella stagione delle piogge in Europa. Però non potete andare avanti così, riprendete in mano la vostra vita.

Acquario - Enzo Crivelli

Non è il momento di comprare un auto nuova, virate su una usata. L’economia di questo cazzo di mondo è in crisi, caro Acquario, se non te ne fossi accorto.


Marcus Thuram ha distrutto la Roma

Il Borussia Monchengladbach è primo in Bundesliga, 3 punti avanti al Borussia Dortmund; e con la vittoria di ieri al 95’ minuto si è rimesso in corsa per una qualificazione in Europa League. Il Monchengladbach è una delle squadre più strane e intriganti d’Europa: iper-atletica, verticale, organizzatissima tatticamente ma con una predilezione per il gioco senza palla che con.

Se c’è una cosa che manca al Monchengladbach sono giocatori che toccano il pallone con sensibilità. Significativo, allora, che il suo numero 10, l’architetto delle sue trame offensive, sia Marcus Thuram. Un giocatore che somiglia a un grosso e potente felino. È alto un metro e 92 e pesa 88 chili, il peso su cui si aggira un Giaguaro adulto, e quando parte in velocità pochi difensori riescono a stargli dietro.

Al contempo è un giocatore impreciso, che fatica a mettere insieme giocate pulite ma che punta molto sul volume delle cose che fa in partite. Ieri ha passato la palla appena col 74% di successo, ha realizzato appena 2 dribbling, ma è stato determinante per la sua capacità di mettere ansia alla difesa della Roma. Mentre Stindl fungeva da riferimento più statico, Thuram svariava ovunque, ricevendo spesso a sinistra per puntare l’anello debole della Roma, Santon.

Thuram ha causato l’autogol di Fazio dopo aver bruciato Smalling in velocità e aver messo una palla pericolosa in area; poi ha segnato di testa il gol che tiene in vita il Monchengladbach in Europa League. Un giocatore che sta mostrando qualità e limiti già molto spiccati, ma che per la potenza e la verticalità con cui gioca rappresenta un’esperienza da tenere d’occhio.

Reagisci come un tifoso del Monchengladbach!

Eccovi servito un catalogo di gif per reagire all’Europa League:

Aritz Aduriz non è riuscito a qualificarsi per l’Europa League del prossimo anno:

È appena uscito il Bello dell’Europa League:

Avete appena vinto lo schedina col gol dell’Oleksrandrya al 90’.




Chi sa solo di Europa League non sa niente di Europa League

Sì, Europa: benissimo. Ma dopo qualche anno e tanti quiz che svisceravano il vecchio continente in lungo e largo, è arrivato il momento di salpare, di prendere atto che l’Europa League è terra di esploratori intraprendenti, di nazioni lontane e ancora poco conosciute, geograficamente e calcisticamente.

Nazioni che si presentano a noi sotto forma di esterno destro di 25 anni con il nome di un personaggio di un film di Fincher. Ieri Tyler Boyd ha segnato il primo gol con la maglia del Besiktas, il secondo di un giocatore nato in Nuova Zelanda in Europa League (dopo Chris Wood), il primo di un giocatore nato in Nuova Zelanda ma che gioca per la nazionale degli Stati Uniti, il primo di un giocatore cresciuto nel Melville United.

Insomma, la Nuova Zelanda esiste e noi dobbiamo farcene una ragione che va oltre il Signore degli Anelli e da qualche parte bisognerà pur iniziare: per questo il quiz di questa settimana metterà alla prova la vostra capacità di distinguere cosa è Australia e cosa Nuova Zelanda.

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1) Russell Crowe

Australia - Nuova Zelanda

2) Flip-flop di plastica

Australia - Nuova Zelanda

3) Natalie Imbruglia

Australia - Nuova Zelanda

4) Torta Pavlova

Australia - Nuova Zelanda

5) Il taccuino moderno

Australia - Nuova Zelanda

6) Peter Jackson

Australia - Nuova Zelanda

7) E morì con un felafel in mano

Australia - Nuova Zelanda

8) Flight of the Conchords

Australia - Nuova Zelanda

Risposte:

Nuova Zelanda: Sebbene abbia vissuto quasi tutta la sua vita in Australia, Russel Crowe è nato a Wellington.

Nuova Zelanda: Ispirato alle calzature che aveva visto in Giappone, Morris Yock iniziò produrre flip-flop di gomma in garage.

Australia: Figlia di un italiano e un’australiana, Natalie Imbruglia è nata a Sidney e cresciuta nei nostri cuori.

Nuova Zelanda: Secondo l'ipotesi più accreditata, questo dolce sarebbe stato creato nel 1926 dallo chef di un hotel a Wellington, in Nuova Zelanda, e così chiamato in onore della ballerina Anna Pavlova.

Australia: Non una novità, ma nel 1902 in Tasmania, J.A. Birchall incollò insieme alla base una risma di fogli di carta sostenuti da un foglio di cartone e iniziò a venderli.

Nuova Zelanda: È lui ad aver messo la Nuova Zelanda sulla mappa, con il Signore degli Anelli.

Australia: Film e libro tutti e due australiani.

Nuova Zelanda: Duo comico-musicale nato alla Victoria University di Wellington, la loro serie tv è fantastica.




Le migliori barbe del Qarabaq

Badavi Huseymanov

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Nel mondo islamico potete decodificare la barba come fosse un significante sociologico. A uno stile corrisponde un certo orientamento politico e religioso. “Taglietevi i baffi e lasciatevi la barba lunga, fate quindi l’opposto di ciò che fanno i pagani” avrebbe detto il profeta Mohammed. Tendo a non credere che questo stile di barba non diventerà popolare prima o poi anche in occidente? Avete provato a immaginare Cristiano Ronaldo con questa barba? Io sì.

Abdellah Zoubir

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Zoubir quando era molto piccolo era una promessa del calcio francese e giocava nelle selezioni giovanili insieme a Wissam Ben Yedder. Ora è al Qarabaq e il suo stile di barba è simile a questo di Huseymanov, se non per dei baffi leggeri leggeri.

Resad Sadiqov

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In Azerbaijan, la patria di Resad Sadiqov, farsi crescere troppo la barba viene visto con sospetto dalle autorità. Bisogna stare attenti, altrimenti si viene scambiati per Wahhabiti. Per questo Resad Sadiqov, capitano del Qarabaq, cura molto la lunghezza della propria barba, arrivando a questo livello di perfezione. Non provateci a casa.

Roma e Lazio legate da un filo invisibile

Le ultime 4 partite di Roma e Lazio sono finite con lo stesso identico risultato. 2-1; 4-0; 2-1; 1-2. Hanno vinto e perso lo stesso numero di partite, con lo stesso numero di gol. Un cammino perfettamente speculare e a questo punto inquietante. Ieri sera Lazio e Roma hanno perso con lo stesso punteggio, ma soprattutto hanno subito il gol della sconfitta esattamente allo stesso minuto, il 95’. Le due squadre romane sembrano quindi legate da un filo invisibile, una specie di maledizione che incatena l’una all’altra. Se andranno avanti così nel prossimo derby di ritorno il prato dello stadio olimpico verrà squarciato da un wormhole che inghiottirà le due squadre e tutta la città di Roma avverando una delle profezie di Nostradamus.


Seven nation army Morelos

Alfredo Morelos è uno di quegli attaccanti che sta al campionato scozzese come la gorgonzola sul radicchio. Tignoso, potente, scalmanato: non a caso il suo soprannome è: El Bufalo. I tifosi del Rangers hanno presto imparato ad amarlo, come si può amare un giocatore che arriva dal nulla e segna più di 60 gol in 2 stagioni e un po’. Quest’anno ha già segnato 21 gol, di cui 11 tra qualificazioni e gironi di Europa League.

Ieri in una partita difficile - contro il Porto - il bufalo è andato in rete al primo pallone giocabile, con un rapido stop e sinistro al volo che non ha lasciato scampo al portiere. Un gol fondamentale per i suoi Rangers, che i tifosi hanno festeggiato riarrangiando il più grande classico dei cori da stadio. A Glasgow il nostro Siam campioni del mondo è diventato Alfredo Morelos scandito con la ritmicità di un riff di Jack White.

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Bellissimo.


La storia di Mohamed Elyounoussi

Mohamed Elyounoussi ha il nome marocchino e il passaporto norvegese. Non ha più l’età per essere considerato la giovane promessa più intrigante del calcio norvegese ed è stato scavalcato da talenti più puri del suo, come Odegaard o Haaland. Elyounoussi però ha una storia bella che vale la pena di essere raccontata in una rubrica sulla periferia del calcio alto livello d’Europa.

La famiglia di Elyounoussi viveva in Marocco prima che uno dei suoi zii ha chiamato il padre per invitarlo ad andare in Norvegia. La famiglia ha cominciato a lavorare in una pizzeria, Park Pizza, a Sarsporg, una delle cittadine del black metal inner circle. Andavano al lavoro alle 9, ci stavano fino alle 13, tornavano a casa per un’ora, e alle 14 erano di nuovo a cuocere pizza fino alle 23, quando trovavano Mohamed già a dormire nel letto. Elyounoussi ha cominciato a giocare titolare e a fare la differenza nel campionato norvegese già a 18 anni: i genitori gli hanno dedicato una pizza che non poteva mangiare perché c’era sopra il salame (Mohamed è musulmano). Oggi i genitori non lavorano più nella pizzeria: “Gli ho detto di riposarsi un po’, mi occuperò io dei conti” ha detto Elyounoussi in un’intervista al Guardian, che da quest’anno gioca nel Celtic dove sta ritrovando l’efficacia offensiva che aveva perso nella sua stagione in Inghilterra, al Southampton (era arrivato per rimpiazzare Dusan Tadic, se ne è andato senza aver combinato niente). Ole Gunnar Solskjaer, che lo ha allenato al Molde, ha detto di lui: «Segna gol di grande qualità. È tecnicamente dotato ed è il tipo di giocatore con cui mi piace lavorare. È un giocatore completo, che sa fare tutto bene».

Ieri ha servito un bellissimo assist nel gol di Forrest contro la Lazio. Da quando è arrivato al Celtic è già a 7 gol e 5 assist in 11 partite.

Impara il croato con Duje Cop

Approcciamoci ad alcuni rudimenti di lingua croata insieme a un insegnante d’eccezione: l’attaccante croato ex Cagliari Duje Cop. Questa lezione vi fornirà alcuni strumenti linguistici per affrontare una partita di calcetto di base a Zagabria.

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Facciamo la conta per la porta

Traduzione: Računajmo za vrata

Passa quella cazzo di palla

Traduzione: Proslijedi jebenu loptu

State rosicando

Traduzione: Samo zi savidan

Più cattivi sulla palla

Traduzione: još lošije na loptu

La prossima volta che mi entri così ti ammazzo

Traduzione: Sljedeći put kad uđete pa ću vas ubiti


Giocatore più Europa League: Esteban Granero

Quanto ci abbiamo creduto: 7

Quanto è stato realmente forte: 7

Quanto è caduto in disgrazia: 7

Quanto sembra depresso: 8

Sul profilo instagram di Esteban Granero si trovano gli screen degli articoli che scrive per riviste hipster spagnole, i libri che legge, le foto in cui sembra un modello che non si prende troppo sul serio, lui che scala montagne innevate con giacca a vento e piccone. Se non fosse per le foto con i compagni di squadra, che sbucano di rado qui e la, penseresti a lui come ad un ex giocatore, ad uno Xabi Alonso in tono minore.

Esteban Granero però è ancora un giocatore, con la maglia bianca e blu dell’Espanyol. È vero, non è dovuto arrivare ai confini dell’impero per diventare un giocatore Europa League, eppure come dovremmo considerare i figli sfortunati di Barcellona, guidati da un presidente cinese che ha fatto fortuna vendendo seggiolini per bambini?

Tornando agli inizi di Granero, potrebbe esservi capitato di innamorarvi di lui per gli anni in cui emergeva nel Getafe, più simile ad uno degli Strokes che non ad un centrocampista con un mirino nei piedi.

Ad averci creduto, oltre a qualcuno di noi, è stato pure Mourinho, che l’ha rivoluto al Real Madrid, con l'obiettivo di farne uno Xabi Alonso meno bello, che sappiamo che al tecnico portoghese la bellezza va a genio fino ad un certo punto. 31 presenze il primo anno, neanche male si direbbe, ma il progetto però è naufragato presto: tra infortuni e prestazioni opache il centrocampista è finito ai margini di una squadra che qualche anno dopo avrebbe sconquassato l’Europa.

Granero invece ha commesso l’errore che - ad un certo punto - commettono tutti i giocatori troppo sensibili come lui: ha pensato che fosse una buona idea andare in Premier, al Queen Park Rangers, forse per assecondare quella sua anima così rock, così poco spagnola. Lì è iniziato il lento percorso che l’ha portato ieri sera a dipingere due assist in una partita del giovedì contro il Ludogorets, quel tipo di partite che a vent’anni non avrebbe mai pensato di giocare, ma è così che va la vita Esteban, e se ci pensi bene non si sta poi così male.

Il non-gol più Europa League: Angel

Virilità: 7

Assurdità: 8

Anti-epicità: 10

Paura della morte: 3

https://twitter.com/GetafeWeb/status/1192539746351951873

Sì gioca facile questa volta: cosa c’è di più Europa League di un gol regolare annullato da una bandierina impertinente di un assistente in carne ed ossa? L’Europa League è l’unica competizione tra quelle che riuscite a beccare con i vostri streaming pirata in cui non è previsto l’uso del VAR, oramai una dittatura nel calcio-che-conta, che avrebbe sicuramente sovvertito le sorti di questo gol, trasformandolo nel più bello della serata.

Perché insomma qui la beffa è doppia, non solo Angel era tenuto in gioco da 4 giocatori del Basilea, ma la sforbiciata con cui aveva riallineato il punteggio era di quella che ti riescono poche volte nella vita, spesso nella solitudine dell’allenamento. Cornuto e mazziato, dunque, il nostro povero Angel, uno con la faccia precisa da centravanti spagnolo di categoria, di quelli che negli ultimi anni hanno invaso l’Europa League come gli orsi in Sicilia nel capolavoro di Buzzati.

Un non-gol che finisce per premiare il Basilea, quasi certo del posto tra le magnifiche 32, e il Krasnodar, che torna in corsa grazie alla vittoria contro il Trabzonspor (l’unico a cui le sorti di Angel interessano poco o nulla). Quindi un gol annullato ad una spagnola, che favorisce svizzeri e russi, siamo onesti, è una cosa positiva, positiva come l’Europa League.


Is that a 2018 references?

Akinfeev ieri quando ha salvato il CSKA Mosca da una sconfitta contro il Ferencvaros:

https://twitter.com/MatchTV/status/1192555072250662912

Akinfeev al Mondiale, quando è diventato un eroe russo parando il rigore decisivo:

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The fog - versione Olexandriya

L’Olexandriya è alla prima partecipazione ai gironi di Europa League della sua storia. Una storia non troppo gloriosa, dove non è mai andata oltre il terzo posto in campionato. Ferma a 0 punti nel girone I, il suo destino sembrava segnato anche ieri, dopo il 2-0 di Mahdi Camara al minuto 72. In quel momento, pur con una temperatura di poco sotto i 10 gradi, il cielo era terso e nessuno si aspettava una possibile rimonta.

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Minuto 78, tutto fila liscio.

Poi, improvvisa e sorniona, è arrivata la nebbia. E con la nebbia la rimonta dell’Olexandriya.

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Un caso? La nebbia è un topos dell’Europa League come Aduriz e la rovesciata di Moussa Sow e pensare che non possa, da sola, influire sul risultato di una squadra sarebbe un errore. Come un Robin Hood dell’Europa League, la nebbia ha rubato due punti ai ricchi francesi del Saint Etienne per regalarne uno ai poveri ucraini dell’Olexandriya.


Difensori del Partizan che somigliano a chiese ortodosse

Nella vittoria per 3-0 del Manchester United sul Partizan, quello che saltava all’occhio era la differenza di velocità tra i giovani e sguscianti attaccanti dello United e gli impacciati difensori della squadra di Belgrado. Quando Martial ha saltato quattro giocatori per mettere in porta il secondo gol è sembrato stesse volando tra degli oggetti inanimati, o meglio con una grande anima, ma spirituale e immobile, che tende verso Dio come le chiese ortodosse.

Nemanja Miletic = Tempio di San Sava

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La più grande chiesa ortodossa al mondo, costruita in cima all’altopiano di Vracar. Venerata in tutta l’Europa orientale perché al suo interno si trovano le spoglie di san Sava (fondatore della chiesa ortodossa serba ed una delle figure più importanti della storia della nazione), è composta da una grande cupola centrale sorretta da pennacchi e da 4 semicupole.

Bojan Ostojic=Cattedrale di San Michele Arcangelo

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Questa ampia cattedrale è particolarmente importante da un punto di vista spirituale e storico perché al suo interno si trovano le reliquie dello zar Stefano Dečanski e del despota Stefan Štiljanović. Particolarmente notevole è l’iconostasi ovvero il muro che divide il presbiterio dalla navata, la cui decorazione è opera dell'intagliatore Dimitrije Petrović e del pittore Dimitrije Avramović.

Slobodan Urosevic=Chiesa di San Marco

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Ispirata al monastero di Gracianica, è stata costruita tra il 1931 e il 1940 sui resti di una chiesa costruita nel 1835. L'esterno della chiesa è stato realizzato in armonia con il bellissimo parco Tašmajdan, all'interno del quale si trova. Il corpo centrale della chiesa presenta quattro cupolette su altrettanti piccole torri. L’interno ha una pianta a croce greca.

Strahinja Pavlovic= Chiesa di Santa Petka

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La Chiesa di Santa Petka fu costruita alla sorgente di una fonte che era considerata miracolosa nel 1937. Durante i lavori furono trovati i resti dei soldati che morirono combattendo per difendere Belgrado tra il 1914 e il 1915.

Una mappa dei tiri scagliati in Espanyol-Ludogorets

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23 a 0 per l’Espanyol.

3 motivi per cui il campo del Dudelange è ridotto così male

Lo stadio Josy Barthel sorge sul lato destro Route d’Arlon uscendo dal centro di Lussemburgo. Sorge tra i tetti a spiovente del ridente distretto di Rollingergrund ed è l’unico stadio del paese che può ospitare partite di Europa League. Per questo il giovedì, a giovedì alterni, diventa la tana del Dudelange che tra queste mura prova a togliersi qualche piccola soddisfazione. Ieri però era dura: allo stadio Josy Barthel arrivava il Siviglia, squadra ad un punto dalla vetta della Liga e in grado di vincere questo torneo per 5 volte.

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A pensar male, si può pensare che il motivo per cui il campo da gioco fosse un autentico disastro sia da ricollegare ad un tentativo di livellare lo scarto tecnico tra le due squadre (un tentativo riuscito fino ad un certo punto). Come allo stesso modo si poteva pensare che il drone con la bandiera della Repubblica dell’Artsakh fosse un tentativo di innervosire il Qarabag. Ma noi non siamo Andreotti e crediamo nella buona fede del Dudelange, una squadra fatta da postini e carpentieri. Perché allora il campo faceva così schifo?

Ci aveva giocato la nazionale di rugby

Ad indagare, si scopre che esiste anche una nazionale lussemburghese di rugby e che - per mancanza di spazi forse - gioca le sue partite allo stadio Josy Barthel. I leoni, così soprannominati in patria, la scorsa settimana hanno raggiunto il più alto ranking della loro storia, nonostante la sconfitta con la Repubblica Ceca. L’indomita forza di trenta rugbisti di dubbio valore, ma di indubbio peso, deve aver sventrato zolle su zolle. Munir ha però dimostrato che anche chi pesa 65 chili bagnato può volare nella fanghiglia.

Effettivamente è anche un orto

Il Lussemburgo ha una superficie di 2 586 km², che magari può sembrare abbastanza, ma è meno della Palestina per fare un paragone politicamente scomodo. Se poi consideriamo che la maggior parte di questo territorio è occupato da banche, acciaierie e altre industrie varie, ci accorgiamo che per coltivare patate, fave e altri prodotti agricoli di cui i lussemburghesi sono ghiotti lo spazio è davvero poco. Allora perché sprecare i circa 7000 metri quadri di un campo da calcio, solo per il calcio?

Ci tengono la cassaforte di Cristiano Ronaldo

Forse non lo sapete, ma potevate sospettarlo: i soldi di CR7 si trovano in Lussemburgo. La vulgata comune dice che si trovano in una stradina vicino la stazione centrale, ma a pensarci bene perché tenere i soldi dove tutti si aspettano di trovarli? È plausibile che la cassaforte si trovi sepolta al sicuro sotto al campo da gioco - quale posto migliore per tenere soldi e preziosi del portoghese? Il problema però è che al ritmo in cui guadagna Ronaldo c’è bisogno di dissotterrarla e risotterarla almeno una volta a settimana, con il risultato di rovinare in maniera indelebile il campo.


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