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Come il Benfica ha messo alle corde la Juventus
26 ott 2022
Un risultato migliore della sostanza della partita.
(articolo)
8 min
(copertina)
Foto di Bruno de Carvalho / Getty
(copertina) Foto di Bruno de Carvalho / Getty
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Questa partita è stata commentata a caldo ieri sera nel nostro podcast riservato agli abbonati de L'Ultimo Uomo "Che Partita Hai Visto" Per abbonarvi, potete andare qui.

C’è stato un momento della partita pazza di ieri in cui la Juventus sembrava poter recuperare un risultato compromesso dopo la prima ora di gioco. Dopo che il Benfica ha avuto diverse occasioni per segnare il quinto gol, la Juve nel giro di tre minuti ne ha trovati due. Alla fine però il Benfica ha conservato il 4-3 e messo fine al percorso della Juventus di Allegri.

Il risultato finale potrebbe far pensare a una partita equilibrata, ma in realtà la squadra portoghese ha controllato senza troppi patemi la partita per 75’ minuti, e ha solo tolto troppo presto il piede dall’acceleratore, permettendo alla Juventus di rientrare in gara nell’ultimo quarto d’ora. Rischiano quindi di essere ancora più ingannevoli gli Expected Goals relativi alla gara che vedono entrambe le squadre intorno ai 3 gol attesi, ma di fatto la Juventus soltanto in occasione del temporaneo pareggio di Kean ha prodotto un dato che si aggira sui 2.3 xG.

Entrambe le squadre erano reduci da un weekend positivo: la Juventus ha trovato la vittoria più netta e convincente dell’intera stagione nel 4-0 rifilato all’Empoli, il Benfica ha vinto in trasferta lo scontro diretto con i rivali del Porto e allungato la propria striscia di imbattibilità stagionale. Gli allenatori hanno deciso di confermare gli stessi undici, con l'eccezione dell'inserimento di Gatti sul centro-destra della difesa della Juventus, una scelta arrivata all'ultimo a causa di un problema all'anca occorso ad Alex Sandro. Una scelta controintuitiva: Gatti finora è stato impiegato poco di Allegri e in Champions League fino a ieri non aveva mai giocato neanche un minuto.

Pur non partendo forte come nella gara d’andata, dove la Juventus era passata in vantaggio dopo appena 4 minuti, nei primi 10 minuti la Juventus è riuscita a creare qualche problema alla squadra di Schmidt. Il Benfica si schierava con un 4-4-2/4-3-3 a seconda della posizione dei due esterni d’attacco (specialmente Joao Mario), mentre i bianconeri impostavano con un 3+1 composto dai 3 centrali e Locatelli da vertice basso, Kostic e Cuadrado fornivano l’ampiezza, McKennie e Rabiot giocavano alle spalle dei due mediani dei lusitani, mentre Vlahovic e Kean formavano la coppia d’attacco. È stata proprio la collocazione dei due interni di centrocampo della Juventus che ha permesso alla Juve di superare la prima pressione avversaria a inizio gara, perché la posizione larga dei quinti attirava gli esterni alti del Benfica allargando lo spazio tra loro e i due centrocampisti centrali, creando quindi una linea di passaggio diretta da Bonucci alle mezzali.

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Col passare dei minuti Schmidt ha risolto il problema stringendo la posizione di Joao Mario e Aursnes, preferendo piuttosto lasciare che la Juventus costruisse su Cuadrado e Kostic.

In fase di non possesso sulla prima costruzione del Benfica la squadra di Allegri manteneva un baricentro piuttosto alto e alternava fasi di pressing intenso sui portatori a momenti in cui lasciava il palleggio ai portoghesi per chiudere le linee di passaggio. In fase di possesso la struttura del Benfica era un 4+2 che la Juventus pressava portando l’attaccante sul lato forte a uscire sul portatore di palla, alle sue spalle il mediano avversario veniva preso dalla mezzala, mentre l’altro attaccante stringeva la posizione per chiudere sul mediano libero. Così il Benfica era obbligato a giocare sugli esterni bassi, su cui uscivano a sinistra Kostic e a destra Mckennie (Cuadrado restava più accorto per seguire i movimenti di Aursnes).

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Il Benfica costruisce con Antonio Silva sul centro-destra, sul quale esce Vlahovic. Alle spalle del serbo Rabiot prende Florentino Luís, a sinistra Kostic è pronto a uscire su Bah. Kean segue l’altro mediano, Enzo Fernández. Il Benfica gioca il pallone su Otamendi, che serve Grimaldo su cui esce forte McKennie.

Per ovviare a questo problema e confondere i riferimenti della Juventus, Schmidt chiedeva a uno dei due mediani – specialmente Fernández sulla sinistra – di abbassarsi in posizione da braccetto, mentre l’altro giocava da vertice basso formando un 3+1. Questo cambiamento ha creato degli squilibri sulla fascia destra della Juventus, perché Mckennie e Cuadrado non avevano ben chiaro quale fosse il loro uomo. Da questa situazione ne ha tratto vantaggio Aursnes, che ha avuto tante ricezioni pulite sia sui piedi che nello spazio alle spalle di Cuadrado.

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A sbloccare la partita è il Benfica da calcio d’angolo: corner corto, Fernández appoggia per Joao Mario che serve nuovamente l’ex River spostatosi sulla destra, il quale mette un pallone in mezzo nei pressi del primo palo trovando Antonio Silva che attacca con i tempi giusti uno spazio tra Bonucci e Gatti e mette in rete. Troppo sulle gambe e poco reattivo in questa circostanza il neoeletto giocatore dell’anno della Serie B 2021/22.

La Juventus trova però immediatamente il pari sui risvolti di un corner grazie a Kean che mette in rete dopo un batti e ribatti tra lui, Vlahovic e il portiere Vlachodimos. Vale la pena però soffermarsi sull’azione che porta al calcio d’angolo dei bianconeri, che nasce con una giocata molto efficace di Locatelli e mai più riproposta nel corso della partita. La Juventus che costruisce a 4 con Bonucci e Gatti centrali, Cuadrado a destra e Danilo a sinistra. Gatti conduce e gioca una palla forte su Mckennie che viene incontro e trova Locatelli totalmente libero da terzo uomo. Il Benfica è sbilanciato sul suo lato destro, avendo fatto densità a sinistra per portare il pressing, Locatelli allora con una bella palla di prima trova Kostic con tanto spazio, che si guadagnerà poi il corner del gol.

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Sfortunatamente per la Juventus, in maniera ancora più immediata del gol del pari viene fischiato al 26° un rigore per il Benfica – realizzato ancora una volta come all’andata dall’ex Inter Joao Mario – a causa di un fallo di mano di Cuadrado dopo una grande azione sulla sinistra che evidenzia come con alcuni semplici accorgimenti, i bianconeri avessero perso quasi ogni riferimento sugli avversari.

Da quel momento in poi la squadra di Allegri alza il baricentro e aumenta l’intensità del proprio pressing, consapevole di essere costretta a vincere la partita per costruirsi qualche possibilità di qualificazione. Il Benfica però trova più spazi per attaccare, situazione in cui si esalta soprattutto Rafa Silva, trottola impazzita e assoluto dominatore del match. Al 35’ il Benfica lancia lungo a causa del pressing alto della Juventus, vince la seconda palla e trova il 3-1 con uno spettacolare gol di tacco di Rafa Silva, che approfitta dell’enorme spazio creatosi tra Bonucci e Gatti, quest’ultimo ancora una volta imperfetto perché pur vedendo perfettamente il movimento di Silva incomprensibilmente decide di non seguirlo.

Nel secondo tempo la Juventus alza ancora l’intensità del pressing e porta tanti uomini nella metà campo offensiva, creando ancora più spazi da attaccare per il Benfica. Al 50’ nasce così il 4-1 dei portoghesi: Vlahovic e Milik (entrato all’intervallo per Kean) sui centrali, Mckennie esce su Grimaldo, Rabiot e Locatelli prendono Luís e Fernández; dato che alzare Locatelli crea degli spazi tra centrocampo e difesa, allora Cuadrado e Gatti si alzano su Aursnes e Rafa Silva. Si crea allora spazio da attaccare in profondità per il Benfica, dove Grimaldo serve Ramos tallonato da Bonucci. Il capitano della Juventus riesce a vincere lo scontro, ma gioca un pallone pericoloso verso Mckennie (che ha una pessima postura del corpo) che viene anticipato da Grimaldo, il quale fornisce poi l’assist per Rafa Silva che con un delizioso tocco sotto supera Szceszny.

La Juventus è ormai alle corde, e il Benfica – con una qualità e una consapevolezza tecnica di altissimo livello – incomincia a divertirsi e va vicino più volte al 5-1, specialmente al 66’ dopo un’azione da urlo ma Rafa Silva manda alto levandosi la gioia della tripletta. Allegri cambia qualcosa, e dopo aver inserito Alex Sandro e Miretti al 60’ decide di far entrare anche Soulé e Iling-Junior. È proprio il britannico classe 2003 – nei panni del deus-ex-machina in una Juve che in questo momento sembra avere l’angoscioso bisogno di giocatori individualmente capaci di estrarre il coniglio dal cilindro per riuscire a produrre delle azioni pericolose – a rivoluzionare e quasi ribaltare la partita. Fa un paio di giocate di alto livello sulla sinistra, con grande tecnica e rapidità, che portano prima al gol di Milik al 77’ e poi a quello di Mckennie al 79’ in seguito a un’uscita infelice di Vlachodimos. Resta da capire per il prosieguo della stagione della Juventus se queste due belle azioni individuali di Iling-Junior siano uno spiraglio di luce con un futuro o se si tratta solo di una freschezza episodica in un ambiente tremendamente demoralizzato.

Il Benfica ha un'altra occasione più ghiotta è invece ancora una volta con Rafa Silva, che in seguito a un calcio d’angolo si invola in campo aperto e colpisce il palo in uno contro uno con Szczeszny. A quel punto sembra la Juventus sembra essere molto fortunata, ma dopo la pressione portata nell'area del Benfica sbaglia le due occasioni che riesce a costruirsi, prima con un destro di Soulé in corsa e poi con un colpo di testa di Gatti su angolo che finisce di poco a lato. Non ci sono più altre possibilità. La Juventus viene ufficialmente eliminata dalla Champions League nella fase a gironi, come avvenne durante la stagione 2013/14 quando perse il famoso spareggio sotto la neve ad Istanbul contro il Galatasaray e in panchina c'era Antonio Conte.

Massimiliano Allegri ai microfoni dopo la partita ha detto che non si può parlare di fallimento in seguito a questa eliminazione, sottolineando a più riprese come ora la sua squadra non debba abbattersi e debba rimettersi al lavoro con la testa al campionato e all’ultima giornata di Champions League in casa contro il PSG per mantenere saldo il terzo posto e accedere all’Europa League. Sa che venire eliminati così presto potrebbe portare a un contraccolpo psicologico significativo sui suoi giocatori e sull’ambiente in generale. In questo senso, Allegri può forse trovare un ulteriore lato positivo nel sempre più prossimo Mondiale in Qatar, non solo per recuperare gli infortunati, ma anche per provare a resettare una stagione iniziata malissimo.

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