
Se il primo confronto tra i due russi egemoni della divisione dei massimi-leggeri era stato tattico e, seppur bellissimo, con un ritmo non elevato, con i colpi che miravano più a vincere ai cartellini che a cercare il knockout, questo secondo è stato eccitante, all’insegna della ricerca della demolizione, senza esclusione di colpi.
È ancora Riyad, ormai capitale mondiale della boxe di massimo livello, a ospitare il secondo match. Nel primo incontro aveva vinto per majority decision Artur Beterbiev, anche se non sono stati pochi gli osservatori ad aver visto una vittoria del più giovane Bivol, che, da parte sua, non ha cercato alibi per la sconfitta (la prima sconfitta nel suo palmarès da professionista) dicendo che non era nel suo stile. Anche questa volta i titoli in palio erano praticamente quelli di tutte le sigle che contano: WBC, IBF, WBO, WBA (Super), IBO e The Ring, in possesso oggi di Artur Beterbiev. A soli quattro mesi di distanza dalla prima resa dei conti, la curiosità di pubblico e addetti era comprensibilmente superiore a quella del primo scontro.
Già dall’impostazione di guardia dei due protagonisti si può capire molto dello stile rispettivo: Bivol leggero sul piede arretrato, con una guardia più bassa e volta al movimento perpetuo, pronto al balzo in avanti, alla sfuriata verticale, ma con possibilità di girare in senso circolare, di eludere, di muovere rapidamente testa e corpo e rientrare col proprio jab, una frustata rapida e decisa che ha praticamente sempre stabilito il ritmo dei suoi incontri.
Beterbiev, invece, ben piazzato su tutti e due i piedi, con una guardia più chiusa e granitica e con la certezza di dover avanzare per demolire il suo avversario senza troppi fronzoli, coi diretti, i ganci, colpi pesanti dei quali ognuno può essere risolutore. È un confronto anche di stili, di scuole di pugilato, oltre che personale, tra due dei migliori pugili in senso assoluto che ci hanno graziato con la loro arte e con la loro presenza nel ring.
BIVOL COMINCIA FORTE
Che il rematch sarà differente rispetto al primo match, lo si capisce da subito. Se Beterbiev parte con uno stile aggressivo e in avanzamento, Bivol non si tira indietro e risponde facendo affidamento sulla rapidità e sul controllo degli spazi dalla media distanza. Beterbiev prova in avanzamento ad incastrare Bivol all’angolo, ma quest'ultimo mostra subito la propria qualità nel movimento laterale, uscendo in maniera relativamente agevole dalle corde e rientrando con con i suoi rapidissimi uno-due. Il primo round, in virtù del movimento perpetuo e dei rientri sempre puntuali, sul mio cartellino personale finisce in mano a Bivol: 10-9 per lui.
Nella seconda ripresa Beterbiev schiaccia il piede sull’acceleratore. Bivol però sembra aspettarselo e se accetta i primi colpi in avanzamento, alleggerendoli e contenendo la verticalizzazione di Beterbiev, rifiuta invece di finire spalle all’angolo ed esce lateralmente, schivando, senza che Beterbiev possa imporre delle chiusure degli spazi tali da costringerlo nello spazio piccolo. Le combinazioni da tre colpi di Bivol tra corpo e figura iniziano a fare effetto e, sebbene Beterbiev non accenni a fermare l’avanzamento che lo contraddistingue, una prima abrasione si è già disegnata nella zona frontale della testa.
Nell’ultimo terzo di round Bivol aumenta ancora il ritmo, costringendo il suo avversario ad impegnarsi al massimo. Beterbiev mette a segno qualche colpo pesante, specie al corpo, ma a mio avviso non riesce a portare a casa il round, ancora di Bivol, in virtù dell’ottimo contenimento e di un diretto di rientro sempre puntuale, a segno più volte. È 20-18 per Bivol.

Diretto di Bivol a segno, dopo aver contenuto un jab di Beterbiev
Nella terza ripresa è Beterbiev a partire forte con due ganci alti in avanzamento e aggredendo lo spazio. Bivol, però, gestisce meglio le misure e si pone a una distanza perfetta per raddoppiare il suo jab fulmineo e chiudere le combinazioni col diretto.
Anche i ganci, tra testa e bersaglio grosso, in risposta agli attacchi con colpi dritti di Beterbiev, hanno contribuito a portare dalla parte dello sfidante il terzo round; un round dal ritmo frenetico, con risposta a colpo su colpo, senza un attimo di respiro, che resterà negli annali e merita di essere visto e rivisto per comprendere bene l’efficacia di due scuole a confronto. Da una parte la capacità di incassare e avanzare di Beterbiev, dall’altra quella di pungere e rientrare di Bivol. Un round persino poetico, che va ancora - a mio giudizio - nelle mani di Bivol, che a questo punto conduce l’incontro 30-27.
All’apertura del quarto, Beterbiev, visibilmente segnato al volto, è ripartito con l’aggressione verticale mettendo molto peso sul piede avanzato, prima di tornare in equilibrio. I ganci del campione sono tornati a farsi sentire e Bivol è dovuto correre ai ripari, contenendo la furia di Beterbiev mettendosi sul piede posteriore e girando circolarmente, andando anche indietro all’occorrenza. È nell’ultimo terzo che Bivol ricomincia col lavoro al corpo, riprendendo le redini e schivando anche un overhand pericoloso. Troppo poco per questo round, che invece per me va a Beterbiev. Siamo 39-37, sempre per Bivol, dopo 4 round. I due pugili cominciano ad accusare la stanchezza, specie Beterbiev.
BETERBIEV RIENTRA NEL MATCH
Anche nel quinto Beterbiev parte meglio, aggredendo lo spazio come fa sempre e costringendo Bivol ad alleggerire indietreggiando. Danni subiti pochi, ma lo sfidante è costretto a lasciare il centro del ring per riallinearsi. È ancora Beterbiev a mettere un ottimo lavoro di colpi al corpo, il campione sembra rigenerato in un quarto round in clamoroso crescendo. In questo momento del match Bivol sembra pronto ad assorbire e rispondere, sente di poter contenere la furia di Beterbiev e infatti si piazza davanti a lui, pronto a un lavoro di in&out dalla breve distanza. Una cosa che, contro il colosso suo connazionale, non gli avevamo mai visto fare.
A meno di un minuto dalla fine del round, Bivol attende il tempo giusto e su una serie di jab di Beterbiev piazza un diretto d’incontro ad effetto, che il campione assorbe senza accusare particolarmente. Beterbiev, quindi, prova a muoversi rapidamente, ma così fa il gioco del più rapido Bivol, che ha ripreso a danzare e pungere. L’ultima porzione di round rimane comunque in mano a Beterbiev, anche in virtù di un diretto a segno. Anche questo round è suo. Si va sul 48-47, ma conduce ancora Bivol.
La differenza tra i due si è molto assottigliata e Bivol l’ha capito. Siamo virtualmente a metà del match e i due entrano nella sesta ripresa con un solo punto di differenza (sui miei cartellini) e un’inerzia che pare voler tornare dal lato del campione. Se però è Beterbiev a partire meglio, è Bivol poco dopo a riprendere le redini del sesto round, con delle ottime combinazioni da tre o quattro colpi. In arretramento, i suoi colpi sono precisi ed iniziano a sembrare martellate sulla guardia del più potente Beterbiev, che non si vuole arrendere.
Il jab di Bivol è ancora l’arma principale, va a segno, mette una separazione tra i due, finché Beterbiev capisce che deve caricare per annullarlo. Lo fa, e questo round, virtualmente pari, sembra pendere leggermente più verso Beterbiev, che si porta sul 57-57.
La settima ripresa riparte subito con Beterbiev che carica, come al solito, guadagnando spazio. Bivol stavolta percepisce il fiato sul collo, si scioglie, e inizia a portare combinazioni da tre colpi, riprendendosi lo spazio necessario a ragionare e muoversi meglio. Nelle ultime riprese, Beterbiev ha messo in discussione in maniera netta l’autorità e la superiorità con le quali Bivol aveva iniziato il match, dominando soprattutto fisicamente, incrociando i suoi colpi e tagliando le distanze.
Bivol è un pugile estremamente intelligente e si è preso due riprese di tempo per riallinearsi, cosa che porta i suoi frutti nel corso della settima. A trenta secondi dal termine è lui che imbocca Beterbiev in avanzamento, nascondendosi dietro il suo jab e mantenendo una mobilità da pugile di categoria di peso inferiore. Le sue combinazioni chiudono bene la settima e gli consentono di portare a casa questa ripresa: 67-66 per Bivol all’entrata dell’ottavo round.
BIVOL SI ADATTA E SI RIPRENDE IL MATCH
Nell’ottavo round, torna prepotentemente protagonista la rapidità di Bivol, trasferita anche al suo footwork. Molte finte di movimento, combinazioni da tre colpi, finti riferimenti e un grande lavoro di attrazione nel proprio range ideale. Beterbiev continua ad avanzare e prova anche ad affondare, ma i due alla fine rimangono nel range preferito da Bivol per l’ottimo lavoro di in&out, prima di finire nel primo clinch della serata, un attimo prima della campana finale. Un round, a mio avviso, difficilissimo da giudicare, con ottimi momenti per entrambi i pugili. Secondo la mia visione, Bivol l’ha portato a casa di misura: 77-75.
In apertura della nona ripresa, inaspettatamente, è Bivol a partire in quinta. Beterbiev risponde ma sia la rapidità che l’intensità sono in favore dello sfidante. La guardia molto alta di Bivol, a proteggere la testa, lo espone leggermente ai colpi di Beterbiev, che ne approfitta per andare a segno al bersaglio grosso. A metà round Bivol sembra ancora molto fresco e non esita a mettere a segno delle combinazioni da tre colpi, come al suo solito chiuse da un gancio in uscita; Beterbiev invece pare aver accusato di più la stanchezza e il suo avanzamento compassato inizia a mostrare le prime falle.
Bivol schiva con maggiore agilità, rientra più agilmente e mostra un dislivello atletico (e probabilmente anche fisiologico, data la differenza d’età tra i due) che non pare poter essere compensato dalla forza erculea di Beterbiev. Saltellando lateralmente, piazzandosi al momento dei colpi, Bivol domina l’ultima parte del nono round, lasciando gli ultimi velleitari attacchi a Beterbiev, che chiude con un buon colpo al corpo. Troppo poco, troppo tardi. È ancora Bivol a portare il round a casa: 87-84 per lui.

Schivata magica di Bivol su un diretto discendente di Beterbiev.
L’energia, la durezza di Beterbiev sono veramente ammirevoli, ma la freschezza che ancora conserva Bivol all’entrata della decima ripresa è semplicemente impressionante. Beterbiev non molla e mette a segno due buoni diretti secchi, ma Bivol contiene benissimo e porta a casa ancora il round in virtù delle sue combinazioni a segno tra volto e figura, chiudendo ancora forte: 97-93 sui miei cartellini all’entrata dell’undicesimo round.
Il penultimo round parte in maniera più guardinga e attenta da parte di entrambi. Beterbiev ha compreso che la rapidità di Bivol sta facendo la differenza e preferisce non esporsi troppo. La sua potenza, però, sembra rimasta la medesima e rappresenta, a questo punto dell’incontro, quella wild card che potrebbe sovvertire un esito che pare ormai scritto. Per questo, Beterbiev accorcia al massimo le distanze, combattendo praticamente a ridosso del suo avversario, cercando di stanarlo e abbatterlo dalla distanza più breve.
Anche da qui, però, Bivol riesce a uscire e rientrare a piacimento nel range di Beterbiev. I cambi di livello, il jab in perenne esplosione, consentono a Bivol di dominare, raddoppiando Beterbiev dal punto di vista del numero di colpi e anche dell’intensità. Un altro round che va a finire nel bottino di Bivol, che sui miei cartellini ha raggiunto il punteggio di 107 a 102.
Col match virtualmente in tasca di Bivol, Beterbiev dovrebbe compiere un miracolo: solo un knockout potrebbe cambiare le sorti dell’incontro ed entrambi i pugili ne sono al corrente. L’ultimo round del match che i media hanno battezzato “The Last Crescendo”, parte con un tocco dei guanti e le ultime speranze del campione di sovvertire un esito che pareva scritto. E diventa la sineddoche del match: ai tentativi di carica di Beterbiev, Bivol risponde con dei colpi rapidi e pesanti, un’opera di contenimento ma anche di ammonimento per le intenzioni del campione. Con un minuto rimanente sul cronometro Beterbiev tenta davvero il tutto per tutto e carica verticalmente, mentre Bivol saltella da una parte all’altra del ring, rendendosi inafferrabile. Un round probabilmente vinto da Beterbiev, l’ultimo, ma che nel computo finale dei conti, non basta a farlo rimanere campione.
È un 116 a 112 in favore di Bivol, quello che risulta alla fine sui miei cartellini, non troppo lontano da quelli dei giudici, anzi è un risultato identico a quello di uno dei tre ufficiali di gara. Un giudice ha assegnato un pareggio 114-114, alla fine il match viene giudicato per una decisione maggioritaria, con il terzo giudice che assegna invece 115-113, sempre in favore di Bivol.
Bivol si è detto aperto alla chiusura della trilogia: il primo incontro era stato definito “il match del secolo”, ma questo rematch è stato molto più eccitante dal punto di vista dello spettacolo, una tempesta perfetta, la dimostrazione che questi due pugili sono il meglio che la divisione possa offrire. Ai microfoni, Bivol ha detto di essere molto contento e di essere stato molto provato dalle cose che gli sono successe negli ultimi anni. Poi ha detto anche che la sconfitta subita con Beterbiev gli aveva fatto scaricare molta della pressione che aveva accumulato.
Sulle differenze tra i due incontri ha detto solo di essere cambiato lui stesso. Tecnicamente, Bivol si è espresso in maniera molto precisa: si è presentato più leggero a questo match, ha pensato di dover colpire in maniera più pulita, di non abboccare alle finte del suo avversario e di volerlo stancare, riuscendo in tutti i suoi intenti. Ha detto poi di essere pronto ad affrontare chiunque, come sempre, ma di avere bisogno di un po’ di riposo per guarire dagli infortuni accumulati.
Beterbiev, dal canto suo, ha detto di non voler parlare della decisione arbitrale e si è congratulato, in maniera molto signorile, con Bivol e il suo team. Beterbiev ha detto di aver avuto l’impressione di stare ancora meglio rispetto alla volta precedente, e di essere pronto ad un ritorno in grande stile da subito.
Bivol si è preso l'imbattibilità di Beterbiev, esattamente come Beterbiev si era preso quella di Bivol, ma la stima reciproca non fa che crescere. Un riconoscimento reciproco di grandezza, anche se resta la voglia di regolare per un’ultima volta i conti. Il secondo incontro tra Dmitry Bivol e Artur Beterbiev rimarrà negli annali dello sport, un match di quelli che gli anglofoni chiamano must see, obbligatori da vedere.
Un’altra prova della bellezza della nobile arte, di come il pugilato può far brillare gli occhi di chiunque lo guarda.