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Biglie per principianti
23 apr 2020
Introduzione a uno sport che stiamo imparando a conoscere in quarantena.
(articolo)
16 min
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Ho scoperto le biglie come sport “professionistico” solo pochi anni fa dopo il consiglio di un mio amico. Da allora non smettono di affascinarmi in un modo che ancora non riesco a spiegarmi del tutto. Mi sono chiesto spesso che cosa ci fosse di così affascinante in quello che stavo guardando, che andava al di là del semplice passatempo, del semplice divertimento. C’era qualcosa che evidentemente non capivo: come si faceva ad appassionarsi a delle biglie, arrivare addirittura a tifarle?

Devo dire di non averlo capito a pieno nemmeno anche io. Personalmente, senza bisogno di andare a cercare commenti, mi sono semplicemente ritrovato dopo un paio di gare a tifare con passione per il team Oceanics e a simpatizzare per gli O’rangers e i Mellow Yellow senza nemmeno sapere perché. Alla fine, se ci pensate, non è poi così diverso da quello che succede con gli sport normali: è difficile risalire al motivo per cui inizialmente ci siamo appassionati. Inizia in maniera naturale e poi la passione diventa anno dopo anno più forte mano a mano che approfondiamo quello sport, che ne conosciamo le storie.

Questo è uno dei principali motivi che mi ha spinto a scrivere questo pezzo: magari quando lo avrete finito di leggere e avrete capito meglio questo sport anche a voi sembrerà meno strano tifare per delle biglie o magari vi appassionerete, come è successo a me. Ma andiamo con ordine.

Di cosa stiamo parlando

Nel 2016 due ragazzi olandesi, Jelle e Dion Bakker, hanno aperto un canale Youtube chiamato “Jelle’s Marble Runs” e hanno cominciato a caricarci sopra dei video in cui facevano gareggiare delle biglie colorate fra di loro.

La cosa curiosa è che in nessun caso durante le varie competizioni è previsto l’intervento umano: le biglie non sono lo strumento di una persona che le spinge o le schicchera o le posiziona in qualche modo particolare su una pista; le biglie non sono neanche una rappresentazione degli atleti. Le biglie sono esse stesse gli atleti, e in quanto atleti formano delle squadre e gareggiano in maniera del tutto autonoma tra di loro.

Nei primi video si vedeva in realtà una mano umana che dava il via alle gare, ma negli anni successivi gli autori sono diventati sempre più bravi a coprire il loro intervento. Il risultato è quindi una totale immersione in un mondo che non è possibile in sé ma che ci avvolge e ci ingloba, all’interno del quale tutto ci appare perfettamente coerente.

Le biglie sono divise per squadre in base al colore o alla particolare trama che le caratterizza. Le O’rangers sono ovviamente delle biglie tutte arancioni, le Snowballs sono completamente bianche. Ma la maggior parte delle squadre è composta da biglie con fantasie più variegate ma sempre uguali fra loro.

Le varie squadre gareggiano tra di loro in gare di diverso genere: si va dalle più classiche gare di atletica come i 5 metri, i 5 metri a ostacoli e la staffetta (in cui le biglie scivolano lungo delle canaline in leggera pendenza lunghe, per l’appunto, 5 metri) fino ai rally nella sabbia (con la pista anche qui in pendenza per consentire alle biglie di muoversi autonomamente). Ogni gara è ovviamente registrata con diverse telecamere, i tempi e le varie misurazioni (come ad esempio i centimetri saltati dalle biglie nel salto in lungo) son presi con strumenti molto precisi e, a dare un tocco ancor più realistico a tutto il contesto, non poteva di certo mancare il telecronista ufficiale, Greg Woods.

Greg Woods ha ovviamente anche un suo alter ego biglia che potete vedere qui nella foto nella sua cabina di commento durante le Winter Marblelympics 2018

Negli anni gli autori di Jelle’s Marble Runs hanno creato varie competizioni più articolate. La principale sono ovviamente le Marblelympics, le Olimpiadi delle biglie, ma tra un’edizione e l’altra ci sono i Marble Rally e, da quest’anno e tuttora in corso, la Marbula 1, una simulazione bigliesca della Formula 1 con tutti i dettagli necessari per rendere ogni cosa perfettamente coerente con il mondo virtuale delle biglie.

Uno sport di squadra

Credo sia il momento di fermarsi per approfondire come funziona nella pratica questo sport, perché è difficile appassionarsi se non si capiscono le dinamiche di gara. Innanzitutto è importante comprendere che è vero che queste sono solo biglie lanciate a caso su una pista, ma dietro ci sono strategie spesso molto complesse, in particolare nelle discipline di squadra. Precisando che però le diverse squadre che gareggiano sono fittizie: non ci sono davvero dei gruppi di persone dietro le diverse strategie, ma tutto è orchestrato dalla mano sapiente dei soliti Jelle e Dion Bakker.

Una delle mie preferite è (o meglio era, vedremo dopo il perché) il Block Pushing, un grande classico delle Marblelympics. In questa specialità, le squadre gareggiano a gruppi da quattro. Ogni squadra è posizionata in fila indiana in cima a delle canaline in pendenza e prende la rincorsa lungo la propria corsia fino a colpire un blocco cilindrico che deve essere spinto il più lontano possibile. In batteria può bastare spingere il blocco a 65-70 centimetri di distanza ma ovviamente è molto complicato pensare di accedere alla lotta per le medaglie con un punteggio inferiore ai 75 centimetri. Nel 2017, per esempio, i Savage Speeders vennero eliminati in semifinale nonostante il 74,5 ottenuto nella prima manche.

Una strategia che si vede spesso utilizzare dalle biglie è quella di lanciarsi compatte contro il blocco per cercare di scaricare tutta la potenza accumulata in discesa in un solo urto. Non è però una tattica molto efficace, e infatti solitamente chi adotta questa strategia va raramente al di là dei 65 centimetri. Analizzando invece la posizione dei Pinkies nella semifinale del 2017 nella manche in cui hanno battuto il record del mondo di specialità, possiamo vedere come le quattro biglie partano molto vicine, anche a costo di rallentare la loro azione nel settore verde. All’inizio del primo settore giallo, invece, iniziano ad allargarsi un po’ fino a mantenere una distanza costante l’una dall’altra mentre aumentano la velocità.

Al momento dell’impatto, solo le prime due biglie scaricano tutta l’energia sul blocco e mentre la prima accompagna il blocco in un primo movimento, la seconda biglia aspetta la terza per ricevere un’ulteriore spinta da scaricare sul blocco e così via fino all’ultima, decisiva, quarta spinta. Un sistema che potremmo definire “a quattro tempi”.

Poco prima dell’impatto, a metà del settore giallo-rosso, la distanza fra le prime due biglie (linea blu) è circa la metà della distanza 2-3 e 3-4 (linee verdi).

Prima spinta: in fondo alla discesa le prime due biglie sono molto vicine, mentre la terza e la quarta “aspettano” un po’ più indietro.

La prima biglia dà una spinta iniziale, la seconda spinge ancora un po’ e poi si ferma ad attendere la terza.

A quel punto la seconda biglia viene spinta di nuovo contro la prima, la terza viene colpita a sua volta dall’ultima biglia e si accoda al treno. La distanza fra il trenino e la quarta biglia a questo punto è notevole. In questo modo i tre davanti hanno tempo per spingere il più possibile in avanti il blocco in attesa che la quarta biglia arrivi a dare l’ultima decisiva spinta. Da notare anche che mentre il trenino dei Pinkies è già in azione, i trenini delle altre squadre sono ancora troppo disuniti.

Questa è la fase più delicata: le tre biglie davanti sono ormai praticamente ferme mentre la quarta sta per arrivare a spingere. A questo punto il blocco dei Pinkies (corsia 2) è già più avanti degli altri. Il Team Momo (corsia 4) ha già esaurito tutte e quattro le biglie, mentre i Limers (corsia 1) hanno adottato la stessa tecnica dei Pinkies ma senza riuscire a mantenere le giuste distanze. Infatti, mentre la quarta biglia dei Pinkies deve percorrere da sola in piano poco più di un settore, la biglia dei Limers ha ancora da fare più di due settori e mezzo che, inevitabilmente, gli faranno perdere energia e slancio.

Il risultato è che mentre con l’ultima spinta i Limers guadagnano soltanto un paio di centimetri (non riuscendo a uscire dal settore rosso), l’ultima spinta dei Pinkies fa loro guadagnare circa 7 centimetri spingendo il blocco ben oltre gli 80 centimetri che valgono il provvisorio record del mondo (80,5 cm, per l’esattezza).

In finale, invece, i Pinkies hanno sbagliato completamente nella prima manche, non riuscendo a mantenere le distanze giuste in fase di spinta, probabilmente a causa del grande sforzo fatto in semifinale: vediamo infatti dall’immagine qui sotto un “doppio blocco” con le quattro biglie accorpate in due gruppi (1-2 e 3-4).

Come si può notare, al momento dell’impatto della prima coppia di Pinkies le altre squadre sono molto più indietro (e adottano tutte la tattica che abbiamo visto in precedenza), segno che l’errore in questo caso è stato delle prime due biglie che hanno accelerato troppo nella parte centrale facendo perdere i punti di riferimento alle compagne di squadra. Il risultato è ovviamente un disastroso 46,8. Gli O’Rangers, invece, sono ben posizionati con distanze costanti e proprio in questa manche andranno a stabilire il nuovo record del mondo con 82,6 centimetri.

È un peccato, a tal proposito, che per l’edizione 2019 l’organizzazione abbia deciso di ridurre la lunghezza della zona di rincorsa rendendo meno spettacolare questa gara. Stando alle dichiarazioni ufficiali si tratterebbe di una misura (come anche la riduzione del numero di squadre contemporaneamente in gara da quattro a due) volta ad assicurare una maggiore sicurezza per gli atleti. Bisognerebbe chiedere a Jelle Dekker (il presidente-fondatore della Marble League) fino a che punto è un bene sacrificare lo spettacolo di una delle gare più affascinanti del panorama biglistico in nome di una presunta sicurezza degli atleti se poi si lasciano in calendario gare come la Collision che, sia chiaro, sono apprezzatissime dal sottoscritto e anche dal pubblico ma che di certo, anche con l’eliminazione dei Fidget Spinner, non sono il massimo della sicurezza per gli atleti coinvolti.

Nel 2017, infatti, nell’arena della Collision (una specialità in cui due squadre entrano in un ring quadrato e si scontrano fra loro per mandare le biglie avversarie fuori dal ring) era prevista la presenza di quattro Fidget Spinner che andavano a colpire gli atleti in gara sparandoli in direzioni casuali. Fu proprio in un duro scontro con un’altra biglia, Wispy, che Momomomo subì un gravissimo infortunio, che lo tenne fuori per più di un anno, dopo essere stata colpita da un Fidget Spinner durante una delle sfide del girone di qualificazione contro i Midnight Wisps.

La competizione più importante: le Olimpiadi

La competizione più importante sono inevitabilmente le Olimpiadi. Si svolgono ogni anno dal 2016 e sono composte da una serie di sfide in cui i sedici team di biglie partecipanti accumulano punti in base ai vari piazzamenti. Le discipline sono le più varie anche se il più delle volte ricalcano in versione bigliesca quelle dei veri Giochi Olimpici. Quella competizione con centinaia di discipline diverse che si tiene ogni quattro anni in una diversa città del mondo, forse i più attenti tra di voi ne avranno sentito parlare.

Anche le Marblelympics riuniscono al loro interno diverse specialità, come le gare di atletica e i rally di cui abbiamo già brevemente parlato, ma anche il salto in alto (in cui le biglie prendono la rincorsa verso una rampa che le fa saltare in alto), il balancing, il Block Pushing e la Collision (di cui abbiamo già parlato) e altre discipline sportive che variano a seconda della nazione ospitante (le Snowball hanno optato per un’edizione a tema neve, ovviamente, inserendo il curling, il salto con gli sci e il bob a 4, solo per citarne alcune; le Oceanics hanno invece inserito varie discipline acquatiche come il rafting).

Una foto della pista da Balancing alle Marblelympics 2019. Le quattro biglie di ogni squadra devono camminare sulla pista percorrendo più strada possibile. La somma delle distanze percorse da ognuna delle quattro biglie costituisce il punteggio finale della squadra.

Come sono andate le ultime edizioni

La prima edizione del 2016 si è conclusa con un finale thrilling con ben quattro squadre appaiate nel giro di due soli punti prima della corsa a ostacoli: i Thunderbolts a 36, seguiti da Team Momo, Savage Speeders e Mellow Yellow a 34. Tra i quattro contendenti principali, il Team Momo era evidentemente il meno quotato avendo sì ottenuto 4 medaglie fino a quel momento ma ben 3 di bronzo. Al contrario, i Savage Speeders potevano vantare un podio in meno ma addirittura 3 medaglie d’oro.

I Savage Speeders si sono qualificati alla finale in scioltezza vincendo la loro batteria in 5:20. Nella seconda batteria i Thunderbolts hanno schierato la biglia Bolto che, dopo una partenza molto problematica, è riuscita però a completare una grande rimonta chiudendo in testa in 5:29. Senza grandi sorprese, anche le altre due squadre che si giocavano la vittoria finale sono riuscite a qualificarsi (Team Momo ha vinto la batteria in 5:17, Mellow Yellow con uno straordinario 5:05, forzato dalla grande prestazione di Sublime, la biglia dei Limers, che fino all’ultimo ha tentato il colpaccio).

La finale tra quei quattro team è stata incredibile: in corsia 3 parte fortissimo Yellup dei Mellow Yellow, che sul secondo ostacolo riesce a distanziare Speedy (Savage Speeders). Più indietro, Momo (del Team Momo, ovviamente) e Bolto (Thunderbolts) faticano a trovare il ritmo giusto.

All’ultimo ostacolo Yellup esce poco pulito e si trova costretto a correggere spesso la sua linea di corsa con dei continui rimbalzi che gli fanno perdere terreno sugli avversari.

Dopo lunghi istanti di suspense, il verdetto del fotofinish: Speedy conquista la medaglia d’oro, secondo Yellup, terzo Bolto. I tre arrivano distanziati di soli tre centesimi di secondo, ma tanto basta per consegnare la prima edizione delle Marblelympics ai Savage Speeders.

L’edizione 2017 ha visto un notevole miglioramento nei mezzi tecnici dell’organizzazione: intanto grazie alla costruzione di un vero e proprio stadio Olimpico (che verrà ulteriormente ampliato per le edizioni successive con la costruzione di un secondo anello) all’interno del quale si sono svolti la maggior parte degli eventi. Lo stadio dedicato ha fatto sì che ci fosse anche una migliore qualità nella produzione televisiva grazie all'installazione di telecamere fisse: è la prima edizione in cui, infatti, l’intera macchina organizzativa è affidata alle biglie senza visibili interventi umani.

Un’immagine della cerimonia di apertura delle Marblelympics 2017, con le sedici squadre partecipanti schierate sulla passerella installata per l’occasione e la torcia olimpica che sta per raggiungere il braciere. Sugli spalti si notano i primi gruppi ultras dei vari team con tanto di striscioni.

Anche gli impianti per le gare migliorano, in particolare la pista di atletica che passa da 10 metri su dei tubi in pendenza ma molto instabili a 5 metri in canali meno pendenti ma più uniformi e con una struttura modulare che consente lo svolgimento sulla stessa pista anche della gara a ostacoli, della staffetta e del “block pushing”.

Il risultato non poteva che essere quello di un’edizione straordinaria, piena di colpi di scena, di storie parallele extra-sportive (come la notte brava dei Jungle Jumpers che per festeggiare il bronzo nella gara di nuoto non sono riusciti a presentarsi in tempo all’ultima gara, il Sand Rally) e di momenti di sincera commozione per il grave infortunio di Momomomo durante la Fidget Spinner Collision.

Come avrete notato non ho finora rivelato nessun risultato delle Marblelympics 2017 perché penso sia meglio che ognuno di voi abbia la possibilità di guardarsi quei video con la stessa libertà con cui li ho visti io la prima volta, ed essere libero di tifare, di entusiasmarsi, di rimanere deluso anche, come è stato per me la prima volta. Il bello delle Marblelympics è anche quello, come di tutti gli sport: tifo, passione, emozione. Quindi vi lascio adesso un po’ di tempo per andare su Youtube, seguendo i link che ho messo in precedenza, per recuperare tutte le edizioni delle Marblelympics.

Se invece vi volete spoilerare ciò che è successo dopo quella prima edizione potete andare avanti con la lettura.

Dopo il successo del 2016 i Savage Speeders hanno dominato per lunghi tratti anche l’edizione 2017. Non è certo un mistero, per chi ha seguito il mio consiglio di recuperare tutti i video, che a livello di talento puro i Savage Speeders non sono davvero secondi a nessuno. Il problema per loro è stato evidentemente un calo fisico nelle ultime gare previste (tiro con l’arco, nuoto e Sand Rally) dove hanno totalizzato la miseria di 11 punti contro i 47 punti raccolti dagli O’Rangers nelle stesse tre gare. In particolare colpisce la scelta del CT di schierare la biglia Swifty nell’ultima decisiva gara, il Sand Rally, dopo che questa aveva fatto registrare il peggior tempo della squadra nello Steeplechase (una corsa a ostacoli che si corre su un terreno simile a quello del Sand Rally) con 15.08 e già nel Sand Rally dell’edizione 2016 non era riuscito a superare la semifinale. Una scelta incomprensibile che infatti i Savage Speeders hanno pagato a caro prezzo, perché mentre Swifty veniva eliminato in batteria, Clementine degli O’Rangers andava a conquistare una sorprendente medaglia d’argento portando il team orange a scavalcare i Savage Speeders nella classifica generale.

Risultati simili nelle prime 3 gare, poi i Savage Speeders prendono il largo prima del crollo finale che li porterà a subire la rimonta degli O’rangers.

Ancora più incredibile il secondo posto nelle Winter Marblelympics 2018, perse dai Savage Speeders per un solo punto contro i Midnight Wisps che hanno fatto doppietta nelle ultime due gare. A crollare miseramente nel finale di quelle Winter Marblelympics sono stati invece gli Oceanics: saldamente al comando della classifica dopo un ottimo avvio, gli Oceanics hanno perso piano piano lo smalto iniziale fino al crollo psicofisico dell’ultima gara. Negli ultimi tre eventi, le biglie acquatiche hanno ottenuto solo 30 punti contro i 62 dei Midnight Wisps e i 43 dei Savage Speeders, probabilmente schiacciati dalla pressione del dover a quel punto vincere a tutti i costi o forse per un semplice calo fisico (improbabile visto che non ci fu un crollo netto come fu invece per i Savage Speeders nel 2017). Quel che è certo è che da quel momento in poi gli Oceanics hanno vissuto un periodo nero che culminerà con l’esonero di coach Tide nel finale dell’edizione 2019 chiusa comunque all’ultimo posto con zero medaglie.

Insomma, immergersi nell’universo di Jelle’s Marble Runs è davvero un’esperienza imperdibile, soprattutto in un momento come questo in cui ogni altro sport è stato sospeso. Che si tratti delle Marblelympics (che dal 2019 si chiamano Marble League) o delle altre competizioni che si svolgono ogni anno come il campionato di rally o la Marbula 1, il mondo delle biglie si è costruito negli anni una sua storia e un suo microcosmo perfettamente coerente con se stesso.

Nel corso degli anni la comunità di tifosi che seguono le gare è cresciuta notevolmente, tanto che sono nati fan club delle varie squadre, una pagina Wikipedia, una pagina Wiki Fandom e altre cose che rendono il tutto molto più professionale di quanto sembri, come il merchandising delle varie squadre e un sito ufficiale che è molto più bello di quello della Lega Serie A.

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