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Borja Valero non passa mai di moda
11 ott 2018
Questo inizio di campionato ci ha ricordato l'importanza di un calciatore che rischiavamo di dimenticarci.
(articolo)
5 min
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Borja Valero ha fatto il suo esordio stagionale all’89esimo di Inter-Tottenham, pochi minuti dopo lo splendido pareggio di Icardi. Entrato al posto di Nainggolan, lo spagnolo ha iniziato a galleggiare sulla trequarti, ai lati e alle spalle di un Dier che non sapeva più dove girarsi. Pochi secondi dopo il suo ingresso Borja Valero è al limite dell’area, dove riceve un intercetto di Vecino: controlla col tacco, finta il cross una, due volte, e serve in area per Icardi, che non riesce a concludere.

È la prima delle azioni che, con una pressione sempre crescente, porteranno al raddoppio di Vecino, il colpo che riscuoterà l’Inter dalle difficoltà di inizio stagione, inaugurando un filotto di cinque vittorie consecutive.

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Grande rimonta ragazzi! E che spettacolo il boato di San Siro al 90esimo....🔥⚫🔵👊🏼 #UCL #InterTottenham #amala @inter @championsleague

Un post condiviso da Borja Valero Iglesias (@borjavalero20) in data: Set 18, 2018 at 1:34 PDT

Nella serata della “garra charrùaaaa”, San Siro e l’Inter hanno riscoperto un giocatore che pare tanto distante da quell’epica - quella del non mollare mai, della Pazza Inter - eppure importante alla sua riuscita. Nei pochi minuti a disposizione il centrocampista spagnolo ha aumentato il ritmo e la qualità delle giocate dell’Inter, consolidando il forcing finale. Un lavoro poco appariscente, ma tale da attirare le attenzioni di Spalletti, che tre giorni dopo ha deciso di rimetterlo in campo per sbloccare lo 0 a 0 con la Sampdoria.

Borja è entrato all’83esimo minuto ma ha preso subito il controllo della situazione. Lo spagnolo si è mosso su tutta la trequarti, chiedendo palla e chiamando i movimenti dei compagni, ravvivando una fase di possesso che rischiava di diventare stantia. Alla fine l’Inter ha vinto ancora una volta con un gol nel recupero.

Solo un sostituto?

Fino a 12 mesi fa Borja Valero era uno dei punti fermi della prima Inter di Spalletti, che cercava nel possesso lo strumento per tenere il dominio del campo. Nel 4-2-3-1 nerazzurro lo spagnolo giocava mediano o trequartista, con il compito di sbloccare la manovra dal centro verso le due fasce, occupate da Candreva e Perišić.

Le difficoltà incontrate nel corso della stagione hanno spinto Spalletti a cambiare l’impronta tattica della squadra. Dopo la serie di otto partite senza vittorie Spalletti ha deciso di impostare una squadra più verticale e reattiva, lasciando da parte le iniziali ambizioni. Il nuovo contesto tattico ha finito per mettere in difficoltà Borja, apparso comunque sottotono rispetto gli ultimi anni in viola.

Negli ultimi due anni a Firenze lo spagnolo aveva giocato poco meno di 60 passaggi a partita (59,3 nel 2015/16, 57.9 nel 2016/17), producendo 2 passaggi chiave ogni 90’, e mettendo a referto 16 assist (rispettivamente, 6 e 10). All’Inter Borja Valero ha giocato più meno gli stessi palloni (55.9 passaggi), creando esattamente la metà dei passaggi chiave, senza assist.

Un calo di brillantezza che non si spiega solo con l’età, ma anche (soprattutto) con le difficoltà di un gioco che non sembrava più nelle sue corde. Anche per questo motivo, nella parte finale della stagione Borja ha perso centralità, lasciando spazio all’esplosione di Brozović.

In estate il suo futuro sembrava lontano da Milano, poi è rimasto ma è sparito dalla circolazione, al massimo destinato da un ruolo da comprimario, e così è stato fino a metà settembre. Per quanto brevi, le prestazioni con Tottenham e Samp hanno però mostrato la sua utilità.

Contro il Cagliari lo spagnolo è tornato titolare nel “suo” ruolo di mediano davanti alla difesa. Borja Valero ha giocato al fianco di Gagliardini e alle spalle di Nainggolan, in un reparto che spesso ruotava le posizioni per permettere la pressione alta degli ultimi due, con Borja in copertura.

Lo spagnolo ha fatto una partita intelligente e matura, velocizzando la manovra in uscita, e aiutando la squadra a tenere il baricentro alto. Riducendo il suo raggio d’azione, il centrocampista nerazzurro ha mostrato le sue qualità anche in fase difensiva, reggendo al meglio l’impatto col dinamismo e l’esuberanza fisica dei cagliaritani.

Le ultime settimane hanno dimostrato che, dosando l’utilizzo di Borja Valero, o inserendolo in determinati contesti – con meno campo da coprire, ma anche più libertà di movimento – lo spagnolo può tornare un giocatore importante e prezioso. Trequartista nei finali di partita – quando la squadra è schiacciata in avanti, e torna utile la sua abilità nello stretto – mediano nelle partite più “controllate”, con due giocatori dinamici a supporto.

Nonostante i 33 anni, lo spagnolo resta l’unico giocatore capace di alzare sensibilmente i ritmi della manovra interista, dando varietà a una squadra che spesso rischia di impigrirsi su un gioco meccanico e ripetitivo. La sua unicità era passata in secondo piano soprattutto dopo l’arrivo di Rafinha la scorsa stagione, che lo aveva declassato nelle gerarchie. Quest’anno l’Inter sembrava volere e potere fare a meno di un centrocampista più tecnico e di controllo, sposando a pieno la propria anima di squadra intensa e verticale. In queste ultime partite però Borja Valero ha dimostrato di essere un buon antidoto alle farraginosità della manovra interista, che spesso si appoggia troppo alle invenzioni di Brozović, o agli strappi dei suoi giocatori offensivi. In questo senso l'importanza acquisita da Borja Valero potrebbe portare l'Inter a cercare sul mercato un altro centrocampista che potrebbe aiutare la fase di possesso della squadra.

Nell’ultimo mese Borja Valero sta dimostrando che i calciatori che stanno giocare il pallone non passano mai di moda.

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