Qualcuno temeva che l’imbucata al gran ballo delle semifinali, il Borussia Dortmund, potesse rovinare lo spettacolo della Champions League. Idee chiare e ben eseguite, intensità di gioco e il meraviglioso Die gelbe wand, il muro giallo dei tifosi del BVB, hanno invece regalato uno spettacolo all’altezza del palcoscenico e una preziosa vittoria agli uomini di Edin Terzic contro un PSG mai davvero padrone del match.
Come a Barcellona, quando aveva scelto di lasciare libero dalla pressione Araujo, Luis Enrique ha optato per una soluzione piuttosto estrema nell’organizzare il pressing della sua squadra. Il 4-3-3 del PSG si tramutava in fase di non possesso in una sorta di 4-2-3-1 asimmetrico, con Dembelè alle spalle del centravanti Mbappè nella zona di Emre Can, Zaire Emery spostato a destra e Barcola a sinistra. L’asimmetria derivava dal comportamento di Barcola che si muoveva in pressione su Hummels, provando a schermare il passaggio verso il terzino Ryerson. La scelta di Luis Enrique, che a destra lasciava il solo Nuno Mendes contro la coppia Ryerson-Sancho, di fatto ha invitato il Borussia a costruire sulla propria fascia destra.
Barcola molla Ryerson e pressa Hummels, ma la pressione non è fatta con i tempi giusti e Hummels non ha alcun problema a girare verso Ryerson che ha 40 metri di campo liberi da percorrere in conduzione.
Hummels, forte della sua esperienza, non ha avuto così troppi problemi a trovare Ryerson o Sancho in superiorità numerica contro Nuno Mendes (rispettivamente 13 e 8 i passaggi di Hummels verso Ryerson e Sancho, i giocatori con cui si è associato di più ieri sera), portando così il Borussia a sviluppare la maggior parte delle sue azioni sulla catena di destra. Ryerson e Sancho alla fine dei 90 minuti si saranno scambiati il pallone per 38 volte.
Oltre allo sviluppo a destra, a pesare nel piano gara del Borussia Dortmund è stato anche il gegenpressing, un’altra dei principi adottati per questa partita da Terzic. Lo si è visto già nella prima occasione da gol creata dai gialloneri, il tiro di Sabitzer parato da Donnarumma al minuto 12.
Il BVB, come suo solito, attacca sulla propria fascia destra. Nuno Mendes recupera il pallone, ma, in inferiorità numerica, è costretto a subire la riaggressione di Sancho che recupera il pallone. L'inglese serve Brandt, che a sua volta premia con un passaggio chiave l’inserimento di Sabitzer alle spalle di Lucas Hernandez.
Le idee di Edin Terzic
Il piano gara del BVB è stato piuttosto chiaro e semplice sin dall’inizio del match, ed è stato eseguito con estrema attenzione e intensità. Il suo gegenpressing, così come alcuni fasi di pressing, più che a riconquistare il pallone erano volte a ritardare il consolidamento del possesso del PSG nella metà campo avversaria, evitando così fasi troppo lunghe di difesa bassa.
Era una misura per dare qualche valvola di sfogo a una partita di pura sofferenza. Contro il palleggio degli uomini di Luis Enrique era inevitabile che per alcune fasi della partita il Borussia si difendesse basso nella propria metà campo. In queste occasioni, la squadra di Terzic si è schierata con un compatto 4-4-1-1 con i centrocampisti pronti a difendere a uomo nella propria zona e i due esterni Sancho e Adeyemi particolarmente attivi, specie il secondo, nel controllo delle avanzate dei terzini avversari.
La lucidità del Borussia Dortmund nell'alternare fasi di difesa aggressiva ad alte in cui si abbassava è stata particolarmente evidente al minuto 15 della ripresa. Dieci minuti prima il PSG aveva colpito due pali interni - il primo con Mbappè e il secondo con Hakimi - nella stessa azione. Quell’azione pareva avere infuso fiducia nei uomini di Luis Enrique e, di contro, instillato il seme del dubbio in quelli di Terzic. Il PSG, dopo i due pali, ha occupato stabilmente la metà campo giallonera e le linee difensive del BVB sono state costrette a difendere in prossimità o, addirittura dentro, la propria area di rigore. Sembrava il momento della partita in cui il Borussia, affaticato dall’intensità messa in campo fino a quel momento, non avesse più la forza di rispondere agli avversari e, chiuso nel proprio fortino, potesse presto crollare sotto i colpi dei palleggiatori avversari.
Una conduzione dall’esterno verso l’interno di Barcola ha quindi invitato Mbappè al taglio alle spalle di Hummels propiziando un tiro in diagonale parato da Kobel. Due minuti dopo, un bel cross di Marquinhos ha sorpreso i due centrali del BVB in risalita, permettendo a Fabian Ruiz di colpire di testa completamente libero a pochi metri dal portiere avversario. È stata l’unica vera indecisione della partita dei due centrali di Terzic.
Invece di rassegnarsi a difendere in trincea, però, con fiducia e convinzione nelle proprie idee, il Borussia Dortmund è riuscito a ribaltare il piano inclinato della partita, riportando la pendenza dalla propria parte. La squadra di Terzic lo ha fatto utilizzando le proprie armi: il pressing, per uscire dal blocco basso in cui il PSG lo stava per chiudere, e il possesso palla, prendendosi qualche rischio supplementare nella costruzione dal basso per non consegnare subito il pallone agli avversari. Da quest'ultimo punto di vista sono state decisive le capacità palla al piede di Hummels e Schlotterbeck, che con il palleggio sono riusciti a raffreddare il clima del match e a togliere il pallone dei piedi degli avversari.
Che il piano gara di Terzic sia riuscito lo dimostra anche la scelta di non operare alcuna sostituzione fino a 7 minuti dal termine, quando Marco Reus ha sostituito Adeyemi, stravolto dalla fatica dopo avere attaccato con continuità Hakimi e averlo seguito in copertura fino alla propria linea di fondo. Un cambio probabilmente dovuto all’occasione, piuttosto chiara, avuta tre minuti prima da Dembélé, che ha sparato alto un assist proprio di Hakimi.
Al minuto 80 Hakimi attacca la profondità e Adeyemi, per la prima volta, non trova le energie per coprirlo. Il lancio di Vitinha raggiunge il terzino marocchino che può servire un bell’assist per Dembélé.
Le prestazioni individuali dei gialloneri
A supportare il piano gara del Borussia Dortmund sono state anche le ottime prestazioni individuali di quasi tutti i suoi giocatori. In fase difensiva l’applicazione di tutti i componenti della squadra è stata massima. Non solo l’enorme lavoro di Adeyemi su Hakimi, ma anche quello di Sabtizer e Brandt, che, partendo dalle proprie posizioni e rispettando la struttura difensiva della squadra, hanno marcato in maniera perfetta i loro riferimenti. Emre Can si è sobbarcato, come al solito l’onere di coprire grandi porzioni di campo sia in orizzontale che in verticale quando la disposizione della squadra si allungava per il pressing. Sulla linea difensiva Hummels e Schlotterbeck hanno fatto una partita quasi impeccabile, proteggendo con attenzione l’area di rigore. Mbappè, preso in mezzo dai due centrali tedeschi, ha avuto i suoi migliori spunti sfuggendo dalla loro morsa, spostandosi verso zone più esterne.
Anche in fase di possesso sono diverse le prestazioni da segnalare. I due terzini, Ryerson e Maatsen hanno supportato con continuità l’azione offensiva e sulla trequarti Brandt ha fornito sempre un riferimento sicuro per la circolazione della palla nella metà campo avversaria. Füllkrug ha giocato una partita da centravanti vecchia scuola, distinguendosi per la capacità di andare alla conclusione senza esitazioni (5 tiri verso la porta avversaria), di occupare l’area (6 tocchi dentro l’area di rigore), di contendere i palloni alla linea difensiva avversaria e, infine, di mandare al tiro con due assist (uno per Brandt e un altro, al minuto 44, per Sabtizer da ottima posizione). Per l'attaccante del Borussia sarebbe stata la partita perfetta se non avesse mandato sopra la traversa a porta quasi spalancata uno splendido assist di Jadon Sancho.
Proprio la partita dell'ala inglese è stata decisiva. Il dato più evidente e citato è l’incredibile numero di dribbling riusciti: ben 12 su 17 dribbling tentati - un record in una semifinale di Champions League dopo i 16 dribbling di Messi contro il Manchester United nel 2008. Ma la partita di Sancho non è certo stata una collezione di dribbling, tutt’altro. Per la verità è stata una partita solida anche da altri punti di vista, con l’esterno inglese coinvolto anche in fase di possesso (è stato il giocatore con più tocchi, 100, e passaggi, 63, di ogni altro compagno) e fondamentale per capitalizzare il vantaggio sulla fascia destra concesso dalle scelte di pressione di Luis Enrique. I suoi dribbling, le sue conduzioni leggere e la sua capacità di associarsi con Ryerson, Sabitzer e Brandt sono state la chiave dell’efficacia del gioco offensivo del Borussia Dortmund. Jadon Sancho ha anche effettuato ben 4 passaggi chiave e con due di questi ha offerto quella che viene definita big chance (ovvero uno tiro senza avversari tra il pallone e il portiere).
Al minuto 84 Sancho mette Brandt davanti al portiere, facendo passare la palla tra le gambe di Beraldo. Solo un grande recupero di Marquinhos hanno salvato il PSG dal secondo gol del Borussia Dortmund.
Insomma, non si può dire che il Borussia Dortmund non abbia meritato questa grande vittoria. Certo, il PSG avrebbe potuto realizzare il gol del pareggio, ma anche la squadra di Terzic ha le sue occasioni per raddoppiare. La squadra di Luis Enrique è apparsa piuttosto imprecisa da un punto di vista difensivo. Il gol subito da un lancio lungo dalle retrovie verso l’inserimento di Füllkrug chiama in causa responsabilità evidenti nella gestione della profondità della linea difensiva parigina. In generale, la velocità degli attacchi del BVB ha messo spesso in sofferenza la difesa avversaria e con un po' più di precisione sotto porta la partita sarebbe potuta anche finire con un vantaggio più ampio.
Ripetere questa prestazione, per di più fuori casa, ovviamente non sarà facile per il Borussia Dortmund. La solidità collettiva della prestazione degli uomini di Terzic, però, suggerisce che anche al ritorno, a Parigi, per il PSG non sarà facile.