Anzitutto scusateci per la scorsa settimana passata senza pubblicazioni, dovuta proprio al grande cambiamento di cui parleremo. Prima, però, un breve riassunto delle puntate precedenti per chi magari non segue l'Ultimo Uomo dall’inizio.
Il sito è nato nel luglio 2013 su idea di Timothy Small e del sottoscritto, con l’idea di creare uno spazio editoriale dove fosse possibile scrivere di sport e cultura pop in maniera approfondita e analitica attraverso articoli lunghi. Nel 2014 l’Ultimo Uomo è stato rilevato da Alkemy, in un periodo florido per l’editoria online in cui quasi ogni giorno nascevano nuove riviste interessanti, sulla spinta dell’entusiasmo per cui si pensava prima di tutto a creare contenuti originali, di qualità, unici, senza pensare troppo al mercato digitale.
In quegli anni il nostro lavoro è cresciuto: all’inizio pubblicavamo tre pezzi a settimana, poi siamo passati a tre/quattro pezzi al giorno. Con l'Ultimo Uomo siamo cresciuti anche “noi”, inteso come redazione e come firme, e siete cresciuti anche voi lettori. Siamo cresciuti al punto da attirare l’attenzione di Sky Sport, che nel 2018 lo ha acquistato da Alkemy.
Nel frattempo ci siamo presi la libertà di sperimentare con i diversi linguaggi che secondo noi arricchiscono il racconto sportivo e che, alla fine, hanno formato l'identità sfaccettata dell'Ultimo Uomo. Le analisi, certo, ma anche i profili lunghi (a volte lunghissimi come nel caso dei longform), i reportage, le interviste, i pezzi più personali sui nostri compagni di classe che sembravano fortissimi, le classifiche e i power ranking più o meno ironici.
Quasi per gioco abbiamo pensato rubriche che, come il mostro di Frankenstein, hanno preso vita loro, tipo il Bello dell’Europa League, che da quando la UEFA ha iniziato ad aggiungere coppe giocate sempre più lontano è diventato il Bello del Giovedì; o i Preferiti, con cui abbiamo portato sfortuna - e in rari casi anche fortuna - a una nuova generazione di calciatori in erba. E poi, dato che non c’è un solo sport, abbiamo parlato anche di basket, tennis, MMA, esports, frisbee, curling, Formula Uno.
Insomma, in questi anni ci siamo soprattutto divertiti. Perché lo sport può essere una cosa seria, a volte anche troppo, ma resta soprattutto una passione con cento sfumature e punti di vista diversi, e noi crediamo nella capacità del lettore di orientarsi all'interno di un sistema complesso, senza il bisogno di provocarlo o semplificare, e senza rinunciare a nessuna delle nostre molte voci.
E a proposito di “voci” nel 2019 abbiamo creato la piattaforma di Fenomeno, dove molti degli autori dell’Ultimo Uomo hanno uno loro podcast, o più di uno (podcast di tattica, calciomercato, Formula 1, tennis, ciclismo…). Fenomeno lo abbiamo pensato per avere un filo più diretto con voi, oltre che per farvi compagnia mentre viaggiate, correte o lavate i piatti. Se qualcuno non conosce Fenomeno può farsi un giro, ci troverà:
- La Riserva: ormai storico varietà calcistico sulla Serie A.
- Lobanovski: approfondimento tattico di Daniele Morrone, uno dei fondatori di Fenomeno, con il sottoscritto.
- Lauda: un podcast mensile di Formula 1 curato da Alfredo Giacobbe e Federico Principi.
- Quiet Please: un podcast che segue i Grandi Slam del circuito tennistico, con Tiziana Scalabrin ed Emanuele Atturo.
- Maglia Nera: In corrispondenza dei grandi giri, racconti ciclistici di Umberto Preite Martinez.
- Trame: un podcast di sport e geopolitica curato da Dario Saltari.
- Pendolino: un podcast di calciomercato e molto altro.
- Air Vismara: un podcast di Dario Vismara in cui, con un ospite diverso ogni puntata, si parla di basket NBA.
- Canone: interviste di Emiliano Ceresi a personaggi di spicco della cultura italiana contemporanea.
Arriviamo così al grande cambiamento di questi giorni. Perché dal 1 ottobre 2022 l’Ultimo Uomo è - per la prima volta nella sua storia, se si escludono i primi mesi - indipendente. E finalmente può diventare una cosa sola con Fenomeno.
Da qui in poi dipende da noi. E avremo bisogno del sostegno di chi ci conosce e apprezza il nostro lavoro, in chi crede nel nostro modo di raccontare lo sport. Dieci anni dopo la nascita dell'Ultimo Uomo il panorama dell'editoria digitale si è complicato, tra modelli che spingono per un grande volume di articoli che copra lo spettro delle ricerche giornaliere sui motori di ricerca, e pagine che contribuiscono alla ricchezza dei social network su cui sono nate in cambio della popolarità che questi possono dare loro.
Noi crediamo ancora che la cosa più importante sia stipulare un patto il più sincero possibile con i lettori: noi scriviamo di quello che ci sembra più importante, o interessante, divertente, stimolante, e lo facciamo nel modo migliore possibile, se lo facciamo bene sarete voi a premiarci, in caso contrario amen. Ovviamente anche il nostro scopo, come quello di tutti coloro che scrivono, è farci leggere da più persone possibile, ma senza trucchi, non è una gara a chi scrive per primo o in modo più polemico del tema del giorno.
In futuro vogliamo pubblicare sempre più pezzi e più podcast, con competenza ma anche leggerezza, continuando a scoprire nuove firme e a dare spazio ad altri sport. Vogliamo portare avanti il lavoro fatto in questi anni, anche perché il nostro punto di vista ci sembra persino più attuale rispetto a quando per la prima volta abbiamo pensato all’Ultimo Uomo.
Grazie a chi ci ha seguito dal primo giorno ma anche a chi ci conosce da poco.