
POSIZIONE LO SCORSO ANNO: 15º
CHI IN PIU': Boris Radunović, Davide Veroli, Riyad Idrissi, Alessandro Di Pardo, Michael Folorunsho, Luca Mazzitelli, Joseph Liteta, Marko Rog, Nicolò Cavuoti, Sebastiano Esposito, Semih Kılıçsoy, Gennaro Borrelli, Alessandro Vinciguerra;
CHI IN MENO: Nadir Zortea, Alen Sherri, Tommaso Augello, José Luis Palomino, Răzvan Marin, Antoine Makoumbou, Nicolas Viola, Jakub Jankto, Florinel Coman, Kingstone Mutandwa;
UNA STATISTICA INTERESSANTE DALLO SCORSO ANNO: Pur avendo vinto 9 partite, e raggiunto la salvezza con una giornata di anticipo, il Cagliari di Nicola è stata l’unica squadra del campionato a non aver mai vinto contro le squadre della colonna sinistra della classifica, cioè contro le prime 10. Persino il Monza (ultimo a 18 punti) ci è riuscito una volta.

La nuova stagione del Cagliari comincia in una stanza di Palazzo Tirso, elegante edificio in stile liberty affacciato sul mare, con la conferenza stampa inaugurale. Davanti ai giornalisti si siede per primo il presidente Giulini.
Prima di aprire le domande, Giulini fa una lunga premessa. Dice che la stagione appena conclusa è stata positiva, che il Cagliari ha raggiunto il suo obiettivo abbastanza comodamente, che ha vinto praticamente tutti gli scontri diretti, che Davide Nicola ha messo grande entusiasmo all’inizio e può essere orgoglioso di come ha raccolto l’eredità pesante di Ranieri, che Nereo Bonato nei due anni e mezzo da direttore sportivo ha fatto pochissimi errori, e si è confermato “il re del mercato invernale” per le intuizioni che hanno aggiunto Mina e Gaetano a inizio 2024, e poi Caprile a inizio 2025.
La prima domanda a cui deve rispondere è più o meno questa: e allora perché sia Nicola che Bonato sono stati sostituiti?
«Perché questo è il momento di Pisacane», risponde Giulini con un sorriso elettrico, «e noi non potevamo permetterci di perderlo». E subito dopo lo ripete, collegando nome e cognome per aumentare il senso di solennità: «Oggi è il momento di Fabio Pisacane».

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Proprio la promozione di Pisacane ha portato alla separazione consensuale con il DS Bonato, che avrebbe voluto un profilo più affermato come Vanoli. Secondo quanto ha riportato Di Marzio, Giulini, Bonato e Vanoli si sarebbero incontrati a Milano ma Giulini aveva già preso la sua decisione. In conferenza, Giulini la definisce l’unica scelta possibile perché Pisacane ha «ambizioni, capacità, preparazione, fame, conoscenza dell’ambiente». Tutto.
Che sia Pisacane il motore dell’entusiasmo intorno al Cagliari, anche nell’estate in cui la proprietà ha avallato gli investimenti più importanti della sua storia recente (34 milioni per l’acquisto definitivo di Caprile, Adopo, Gaetano, Piccoli e Sebastiano Esposito), dice molto dell’importanza che ha assunto per la piazza e per la dirigenza la vittoria della Coppa Italia Primavera, il primo trofeo giovanile della storia del Cagliari.
«Godetevi ogni momento, l’arrivo al campo, il profumo dell’erba, ok? Gli sguardi degli avversari, gli sguardi vostri… Là fuori c’è un campo dove potete dimostrare a tutti da dove venite, chi siete e dove volete arrivare», dice Pisacane nell’emozionante discorso pre-partita. Poi conclude in modo criptico: «C’è chi piange prima e chi piange dopo».
Per Giulini, Pisacane rappresenta un tassello nel percorso di crescita, lo ripete più volte. Parla di programmazione strategica, di modello identitario, del Barcellona. Quando gli chiedono se si aspetta qualcosa da Pisacane, Giulini dice che «darà lustro a tanti ragazzi giovani, come i tanti passati dalla Primavera [Obert, Veroli, Pintus, Idrissi, Liteta, Cavuoti, Vinciguerra, Luvumbo, nda] oppure Matteo Prati».
Qualche settimana fa, proprio Prati ha parlato a Gazzetta del suo rapporto difficile con Nicola («Mi chiedevo in cosa sbagliavo, Nicola non mi ha mai spiegato, nessun confronto») e del sostegno di Giulini («Voglio ripagare la fiducia di chi ha creduto in me, cioè il presidente Giulini, è sempre stato un punto di riferimento»), indirettamente confermando come la sua gestione fosse al centro delle frizioni fra Nicola e la proprietà.
Prati è un playmaker a cui manca qualcosa per fare davvero la differenza, è abbastanza alto ma è magrolino, vince pochi duelli, ha una buona visione di gioco e fa passaggi puliti ma non perfetti, un po’ timidi, o troppo conservativi. Nell’estate 2023, sulla scia di un bel Mondiale Under 20 da titolare, il Cagliari lo ha comprato dalla Spal per 5 milioni + 2 di bonus, il trasferimento più costoso della storia della Serie C.
Per tutta la passata stagione, Nicola ha messo in campo un Cagliari estremamente pratico, in cui le maglie disponibili in mezzo al campo erano soltanto due, a prescindere che si giocasse 3-4-2-1 o 4-4-1-1, ed erano assegnate a giocatori più dotati di corsa e forza fisica rispetto a Prati: Adopo, Makoumbou, Deiola.
Il Cagliari è stata la terza squadra del campionato per cross tentati (19.9 p90) e la quarta per duelli aerei vinti (15.9 p90). Ha espresso un calcio verticale, fatto di duelli uomo su uomo, di transizioni veloci, di sovrapposizioni, che ha valorizzato tantissimo il lavoro degli esterni, raccogliendo annate eccezionali e forse irripetibili da Augello, che mai aveva servito 7 assist in carriera, e Zortea, che mai aveva segnato 6 gol.
La stella della squadra è stata Roberto Piccoli, 10 gol in Serie A più 2 in Coppa Italia, prima stagione per lui in doppia cifra, un attaccante esaltante nel suo essere centravanti vecchio stampo, una riproduzione in scala di Christian Vieri. Il perfetto finalizzatore di una manovra che in alcuni momenti decisivi è stata anche fluida, bella da guardare, come nel gol della vittoria a Parma, segnato proprio da Piccoli dopo una sequenza di passaggi partita dal calcio di inizio.
Oppure come nel gol salvezza di Deiola contro il Venezia che poi ha fatto il giro del mondo, frutto di una rete di triangoli, tacchi e tocchi di prima con tanti giocatori addensati sul lato sinistro.
Gol incredibile, illuminato dal talento di Gaetano e dal gran destro a giro di Deiola
La partita simbolo è la vittoria in casa per 4-1 contro il Lecce che cade in mezzo al momento migliore della squadra di Nicola, 6 partite tra gennaio e febbraio in cui il Cagliari scala 5 posizioni in classifica e non si guarda più indietro. È una vittoria in qualche modo anticipatrice di cosa possiamo aspettarci dal Cagliari quest’anno, visto che tutti i giocatori più importanti sono stati confermati.
Il Cagliari in quel momento è diciottesimo in classifica, chiude il primo tempo sotto 0-1 in casa ma nel secondo capovolge il Lecce, dimostrando quella forza mentale che poi le ha permesso di vincere quasi tutti gli scontri diretti.
È una squadra che ha troppe armi per soccombere a una squadra più debole: i calci piazzati di Viola e Marin, la superiorità nei duelli aerei con Piccoli, Mina e Luperto, i cross sul secondo palo di Augello per Zortea e viceversa, la capacità unica di Gaetano di entrare e fare il panico. Ma a queste aggiunge la capacità di non tremare, un po’ di arroganza agonistica, che hanno fatto la differenza per la salvezza.
Nel primo tempo sullo 0-0, Zortea butta un pallone in area e Luperto lo colpisce con il tacco al volo, di spalle alla porta e al difensore, alla Ibrahimović, sfiorando la traversa. Nel secondo tempo il Cagliari segna alcuni dei gol più belli del campionato. Entra Gaetano e subito passa in mezzo a due uomini, duetta con Deiola che gli restituisce la palla col tacco, qui entra in area e segna il gol del pareggio.
Sul 2-1, il gran maestro di arroganza agonistica Yerry Mina fa impazzire Rebić, che lo calpesta dopo un contrasto e si fa espellere. Poi il solito gol di Zortea, poi Obert si libera in area sul lato destro con uno smarcamento intelligente, con il mancino controlla verso l’interno e disegna un arcobaleno sotto l’incrocio. Da questa ossatura ripartirà il ciclo di Pisacane, che in comune con Nicola ha sicuramente la flessibilità nell’utilizzo dei moduli.
La salvezza del Cagliari è passata soprattutto da questi momenti di totale fiducia e ispirazione.
Pisacane ha vinto la Coppa Italia Primavera schierando un 3-5-2 in finale, e ha giocato la maggior parte del precampionato a partire da questa disposizione, ma nella passata stagione ha spesso cambiato a partita in corso, passando da una difesa a 3 a una difesa a 4, allontanando gli attaccanti per inserire un trequartista puro oppure due ali (e a volte ha ribaltato il risultato proprio grazie a questi aggiustamenti, come contro il Sassuolo).
In porta ci sarà Caprile, ormai alla terza stagione in massima serie. La difesa tendenzialmente costruisce a 4, a prescindere dalla forma in fase di non possesso: a destra in basso vedremo Zappa, un po’ più bloccato, a sinistra Obert, e al centro Luperto e Mina (anche se Luperto ha saltato gran parte del precampionato per un problema al polpaccio, e anche Mina non è stato sempre integro in carriera - nelle ultime 5 stagioni ha saltato in media 12 partite all’anno per problemi fisici).
Nel precampionato hanno giocato tanto i due prodotti della Primavera, Nicola Pintus e Davide Veroli. Pintus ha vinto la Coppa con Pisacane, è un bel prospetto, agile, con un buon senso dell’intervento, mentre Veroli viene da 2 anni di prestito in Serie B con Catanzaro e Sampdoria, in cui non ha brillato per affidabilità e non ha chiarito il suo valore. Abbiamo visto anche Deiola al centro della difesa (e causare un rigore contro l’Hannover). La sensazione è che sia l’unico reparto in cui manca qualcosa.
A centrocampo giocheranno tendenzialmente in 3, con 2 uomini pronti a dare supporto alla costruzione, di cui uno più playmaker come Prati o Mazzitelli e uno più verticale come Adopo, oppure Liteta che sa fare tutto. Poi un altro a supporto dell’attacco, più coinvolto nel primo pressing, come Folorunsho. Poggiate queste fondamenta, Pisacane potrà decidere di partita in partita, in base all’equilibrio da dare alla squadra, se inserire un esterno a tutta fascia più simmetrico a Zappa, oppure un giocatore più offensivo da inserire in un tridente d’attacco, dove come vedremo le opzioni non mancano.

La costruzione 4+2 del Cagliari, con Felici quinto a sinistra che si porta all’altezza degli attaccanti e si propone per il lancio lungo. Il linguaggio del corpo di Deiola predica calma, controllo.
Per gli esterni bisognerà vedere come verrà gestita la sostituzione di Zortea, che è ormai di fatto un giocatore del Bologna. Il Cagliari si muoverà sul mercato per sostituirlo o cercherà delle soluzioni in rosa? Vista l'attenzione di Pisacane verso i giovani un sostituto già presente in rosa potrebbe essere il ventenne Idrissi, al Cagliari da quando aveva 13 anni, di rientro da un anno di prestito a Modena. Idrissi sembra ancora un giocatore un po’ limitato, sia nella difesa dello spazio alle spalle sia nella lucidità nell’ultimo terzo di campo, ma ha un grande potenziale. Soprattutto è più abituato a giocare a sinistra. La sua crescita sarà un altro obiettivo importante per lo staff tecnico, dato che anche Felici, spesso titolare a sinistra nella passata stagione, è stato messo sul mercato (si parla di una trattativa ben avviata con il Verona).
In attacco sono in tanti al momento: c’è grande attesa per Sebastiano Esposito, nella stagione che dovrebbe definire la circonferenza del suo talento, c’è grande curiosità per Kılıçsoy, attaccante ipertecnico di 20 anni che ha già alle spalle 16 gol tra tutte le competizioni e 17 presenze nelle coppe europee con il Besiktas. Nel precampionato ha giocato sempre Luvumbo, che è molto utile tatticamente perché partendo da seconda punta si allarga e diventa difficile da leggere per le difese, ed è stato uno dei migliori.
È arrivato anche Borrelli, svincolatosi dal Brescia, un ragazzone di 1 metro e 94 che se rimarrà farà sostanzialmente lo stuntman di Piccoli, entrerà per prendersi qualche spallata al posto suo. E poi c’è Piccoli, che Pisacane ha spesso lodato quest’estate per la disponibilità a venire incontro a prendersi il pallone, che gioca sempre col coltello tra i denti, continua a risolvere un sacco di problemi al Cagliari, e ha appena firmato fino al 2029. Anche su di lui però circolano voci di mercato importanti, tra cui una che porta alla Roma nel caso dovesse disfarsi di Dovbyk (cercato a sua volta dal Napoli dopo l'infortunio di Lukaku).
Il Cagliari di Pisacane, al di là della forma, sembra soprattutto attento alla distanza tra le linee. Accetta di pressare in inferiorità numerica pur di mantenere la squadra corta e aggressiva, con la linea medio-alta, pronta a creare gabbie in cui recuperare il pallone. Questa è un po’ la forma ideale, perché nelle amichevoli precampionato abbiamo visto spesso il Cagliari soffrire il palleggio avversario, senza troppe energie, ripiegare nella propria area di rigore.

Qui un’azione di pressing in cui il Saint-Etienne trova spazio alle spalle della prima linea del Cagliari, ma Prati è molto bravo a scivolare verso l’esterno e a posizionarsi col corpo, e tutti gli altri a scalare dietro di lui. Questi equilibri sono ancora delicati.
Proverà molto di più a costruire dal basso rispetto al passato, ma i segnali finora non sono troppo incoraggianti. Caprile ha ottime statistiche nei lanci lunghi ma non è chirurgico, Mina è molto insicuro con il pallone tra i piedi, Prati deve crescere a livello di personalità e smarcamenti.
Nella maggior parte delle amichevoli, quando la pressione saliva, la palla si imbottigliava sull’esterno e difficilmente ne usciva, o veniva proprio consegnata agli avversari. In quei momenti però il Cagliari ritrovava il proprio senso pratico, e poter contare su Piccoli per difendere i palloni nell’altra metà campo aiuta molto.
In generale, sia a livello societario che a livello tattico, il Cagliari sembra potersi evolvere in tante forme diverse. Si respira aria di crescita, sulla scia dei successi delle selezioni giovanili e degli investimenti estivi, ma tutto deve ancora concretizzarsi. Questo bivio sarà inevitabilmente tracciato dalle scelte di Pisacane e del suo staff, che ha un profilo altrettanto interessante.
Il vice sarà Murelli, per 20 anni vice di Pioli e campione d’Italia nel 2022, il preparatore dei portieri sarà Luca Bucci, icona della Serie A anni ‘90. A loro si aggiunge come collaboratore tecnico Alberto Gallego, spagnolo, ex centrocampista di scarse fortune, che ha ottenuto i migliori risultati come allenatore nella quinta divisione del calcio spagnolo (due promozioni consecutive), e ha lavorato anche nel Rayo Vallecano nello staff di Paco Jémez.
Intervistato dai canali del Cagliari, Gallego ha raccontato di aver sviluppato da subito una forte intesa con Pisacane per via delle idee in comune: le triangolazioni, la ricerca del terzo uomo, la mobilità senza palla. Anche Giulini ha detto che il modello Cagliari deve guardare al Barcellona, questa stagione ci dirà se dobbiamo credergli.
MIGLIOR SCENARIO POSSIBILE
I giornali abusano dell’espressione “isola felice” per raccontare l’unità di intenti della banda di Pisacane, che porta Caprile, Esposito e Piccoli stabilmente in Nazionale. Dopo un avvio tortuoso, i sardi vincono per la prima volta alla quinta giornata (gol di Esposito contro l’Inter) e poi altre 6 volte soltanto nel girone d’andata, 12 in totale. Esposito e Piccoli si trovano a memoria, ma è la profondità della rosa a far brillare gli occhi: due partite bloccate contro Pisa e Cremonese a dicembre vengono risolte dagli ingressi dalla panchina di Kılıçsoy e Luvumbo. Il Cagliari è settimo al termine del girone d’andata. Nel girone di ritorno ha un leggero calo ma non se ne accorge nessuno. Per la prima volta dal 2009, quando il presidente era ancora Cellino, termina tra le prime 10 in classifica, in decima posizione.
PEGGIOR SCENARIO POSSIBILE
I frequenti infortuni a Mina e Luperto non permettono a Pisacane di capire qual è la sua difesa titolare. I piani ambiziosi del nuovo allenatore si sgretolano contro la realtà, la costruzione dal basso è un colabrodo e il Cagliari perde qualche partita che meritava di vincere. A gennaio il Cagliari è diciottesimo, Giulini ingoia il rospo e chiama Thiago Motta che lo conduce verso una salvezza agevole, matematicamente raggiunta alla penultima in casa contro il Torino.
POSSIBILE SORPRESA
Non è chiaro perché il Cagliari abbia deciso di comprare 3 attaccanti avendo già a disposizione Piccoli, Luvumbo e Pavoletti, con Vinciguerra pronto a esplodere. L’impressione è che siano capitate troppe opportunità (Borrelli gratis, Esposito a 4 milioni) a cui Angelozzi non ha saputo dire di no. Quella di Kilicsoy in prestito gratuito con riscatto a 14 milioni è quasi inspiegabile. Un anno fa sembrava vicinissimo al West Ham, a fine giugno era in trattativa con l’Arsenal, adesso si ritrova a Cagliari. L’attaccante turco calcia forte col destro, forte col sinistro, è agile, rapido a coordinarsi, a suo agio nello stretto. Ha dimostrato il suo talento solo a sprazzi ma ha già segnato 16 gol tra i professionisti. Alla sua età, Piccoli ne aveva segnati 3.
GIOCATORE DA PRENDERE AL FANTACALCIO
Il Cagliari è un mezzo incubo quest’anno al Fantacalcio: allenatore nuovo, gerarchie poco chiare, tanti giocatori che potrebbero tanto fare i titolari quanto sparire dai radar. Io fino al 10% per Piccoli mi spingo col sorriso, che sia Mantra o Classic: anche in amichevole gioca sempre carico a molla. In difesa bisogna tenersi alla larga da tutti, al massimo si può prendere Caprile a un prezzo ragionevole per completare il reparto. Per il resto, il Cagliari è pieno di giocatori perfetti da prendere a 1 come ultimo slot per sperare che esplodano: Obert, Adopo, Gaetano, Kılıçsoy. Soprattutto per campionati Mantra con le leghe a 30 giocatori, sarebbe un crimine ignorarli.