Venti secondi prima di segnare il gol del 3-0 alla Lazio, Alejandro Gómez ha sbagliato un passaggio al centro della trequarti difensiva che avrebbe potuto dare una piega diversa alla partita. L’Atalanta stava costruendo l’azione nella sua metà campo con i difensori, Palomino si era allargato a sinistra dopo aver appoggiato a Tolói e quest’ultimo era tornato indietro dal portiere, Sportiello. Ad abbassarsi per ricevere il passaggio in verticale del portiere era stato proprio Gómez, seguito a distanza da Leiva. Non è semplice a quel punto capire il suo errore. Forse Gómez cercava di raggiungere uno dei due compagni alla sua sinistra, Djimsiti davanti a lui e Freuler largo sulla fascia, gli unici a cui poteva pensare di passare la palla girandola da quel lato. Il passaggio però gli è uscito troppo lento e piatto e fa pensare che forse Gómez immaginava di avere un compagno vicino, che abbia giocato quel pallone a memoria senza guardarsi attorno.
Comunque sia, il suo errore ha fatto arrivare la palla a Luis Alberto, il peggior giocatore a cui l'Atalanta potesse dare la possibilità di cercare il passaggio filtrante in quella situazione, con la difesa scoperta e il portiere fuori dai pali. Anche lo spagnolo però ha sbagliato il primo tocco, controllando male la palla e concedendo qualche secondo ai difensori per riposizionarsi, così il suo passaggio per Immobile è stato intercettato da Djimsiti.
Come i suoi compagni, anche Gómez aveva faticato a entrare in partita: il primo pallone lo aveva toccato addirittura dopo dieci minuti. All’inizio Gasperini lo aveva schierato a sinistra nel tridente offensivo e da quella posizione, con la squadra schiacciata dalla Lazio e incapace di risalire il campo, Gómez non ha mai toccato la palla. Il primo pallone, ricevuto sul vertice sinistro dell'area di rigore della Lazio, lo ha tirato addosso a Patric, nel tentativo di calciare sul secondo palo, ma dopo pochi secondi la palla torna tra i suoi piedi e da un classico del suo repertorio, il cross sul secondo palo per Hateboer, nasce il primo gol atalantino. L'esterno olandese, di testa, ha messo la palla al centro dell’area trovando Gosens, abile a segnare con un tiro in controbalzo di sinistro.
Dopo il gol, e dopo quei dieci minuti in cui le difficoltà della sua squadra a conservare la palla e alzare il baricentro erano evidenti, Gasperini ha abbassato Gómez a centrocampo (invertendo la sua posizione con quella di Pasalic) e per questo il numero 10 nerazzurro, venti secondi prima di segnare il 3-0, si è trovato a ricevere nella sua trequarti rischiando di mandare in porta la Lazio con il suo passaggio sbagliato. Dopo l’intercetto di Djimsiti di cui sopra, Gómez ha potuto portare la palla dal centrocampo alla trequarti della Lazio e poi creare un’occasione per Zapata con un passaggio verso sinistra.
Strakosha ha respinto di piede il tiro del colombiano ma la Lazio ha perso di nuovo palla poco dopo, quando Milinkovic-Savic ha verticalizzato di testa nella speranza di arrivare a un compagno e invece ha trovato Freuler, che si è liberato subito del pallone appoggiandolo a Malinovskyi. A quel punto Gómez è stato il più veloce a notare lo spazio libero nello schieramento della Lazio, alla sinistra di Acerbi, ed è andato a occuparlo mentre Malinovskyi cercava di raggiungere uno tra Zapata e Pasalic con un cross verso il lato opposto. Sulla respinta di Patric, Gómez era il giocatore posizionato meglio per controllare la palla: a quel punto ha fatto scivolare Acerbi con una finta e poi, con un tiro a incrociare, ha segnato il 3-0.
Il passaggio sbagliato prima del gol è una sliding door, l’ennesimo esempio di quanto sia importante la casualità nello sviluppo di una partita. Anche dentro a grandi prestazioni come quella di Gómez ci sono errori che avrebbero potuto dare un senso diverso alla partita, che magari non mi avrebbero portato a scrivere questo pezzo.
Però Gómez ha reagito subito, come se non fosse successo nulla, e ha mostrato quanto sia vario il suo talento, e quanto sia importante per l’Atalanta in ogni fase di gioco. In pochi secondi ha sbagliato un passaggio prendendosi la responsabilità di far uscire la palla dalla difesa, ha creato un’occasione con una giocata da trequartista, il ruolo che nelle ultime stagioni gli ha dato una dimensione diversa e che ci ha fatto apprezzare lati del suo talento rimasti nascosti in passato, infine ha segnato un gol che riflette la furbizia e l’intelligenza del suo gioco, per come si è trovato nel punto giusto per raccogliere la respinta di Patric e poi ha fatto cadere Acerbi con una finta.
Alla fine della partita Gasperini ha parlato di Gómez con toni entusiastici: «È un tuttocampista che sa giocare in ogni posizione. È un giocatore straordinario che ha raggiunto il massimo della maturità. Tutta la squadra fa un grande lavoro, ma lui ha quel tocco di genialità che permette di risolvere partite come questa».
La facilità con cui ormai riesce a giocare in ogni posizione del campo permette all’Atalanta di risolvere molti problemi semplicemente appoggiandosi al suo capitano. Quando la squadra non riesce ad avanzare basta spostarlo più indietro per dare ordine al possesso, se invece i nerazzurri faticano negli ultimi metri Gómez è sempre in grado di trovare la giocata che serve al momento giusto, anche in situazioni complicate.
Il miglior Gómez di sempre
Contro la Lazio, poco dopo il gol del 3-1 di Caicedo, quando sembrava che i biancocelesti potessero rimontare come avevano fatto nello scorso campionato (e chissà come sarebbe andata se Immobile avesse segnato qualche minuto dopo Caicedo, invece di calciare fuori dopo aver aggirato Sportiello), Gómez ha ricevuto sulla sinistra in area, dopo essersi spostato di nuovo nel tridente offensivo. Davanti a lui aveva Patric, ma non lo ha puntato, magari per costruirsi un’occasione più semplice dopo averlo dribblato. Si è semplicemente spostato la palla sul sinistro e poi l’ha scagliata a incrociare sul palo più lontano, chiudendo la partita nel momento in cui la Lazio sperava di riaprirla.
Anche nella prima giornata, contro il Torino, Gómez ha cambiato la partita con un gol e due assist in un momento delicato per l’Atalanta, passata in svantaggio per il gol di Belotti. Prima ha ricevuto al centro della trequarti da Zapata e ha pareggiato con un tiro da fuori area, facendo passare la palla oltre i tre granata che lo circondavano. Poi dal cerchio di centrocampo ha mandato Muriel in area con un lancio leggermente largo sulla destra, e il colombiano si è inventato un gran gol tirando in controbalzo a incrociare sul palo lontano. Infine, poco prima dell’intervallo, dal corridoio interno sulla sinistra vicino all’area ha fatto partire il classico cross sul lato opposto per Hateboer, che ha segnato il 3-1 calciando al volo con il destro.
A Gómez non era mai capitato di iniziare così bene il campionato, con 3 gol e 2 assist in due partite, ed è sembrato inevitabile premiarlo come il miglior giocatore di settembre, anche se ovviamente non era l’unico candidato. Ibrahimovic, dopo la doppietta contro il Bologna all’esordio, è stato fermato solo dal coronavirus; Ribery ha dato spettacolo a San Siro contro l’Inter ma è stato meno incisivo di Gómez in termini di gol e assist; Mertens ha iniziato alla grande con 2 gol e 2 assist e come tutto il Napoli sembra avere davanti una grande stagione. Tutti i giocatori citati hanno alle spalle il proprio picco fisico ma continuano a fare la differenza con la tecnica, la personalità, l’intelligenza, la capacità di pensare giocate imprevedibili, qualità che non svaniscono con il passare degli anni.
Forse è vero che la facilità con cui tutti questi grandi giocatori a fine carriera riescono a fare la differenza dice qualcosa sul livello del nostro campionato, soprattutto sui suoi ritmi, ma è comunque difficile non restare affascinati dalla loro capacità di reinventarsi, da come sono riusciti a dare una nuova forma al loro talento continuando a essere decisivi per le loro squadre.
A 32 anni ci sono pochi dubbi che stiamo ammirando la miglior versione di sempre di Gómez. In fondo le prime due partite della nuova stagione non ci hanno detto molto che già non sapevamo. Conoscevamo sia il potenziale offensivo dell’Atalanta, confermato dai quattro gol segnati sia al Torino che alla Lazio, sia l’importanza di Gómez, da anni uno dei giocatori più creativi della Serie A, il cui ruolo dovrebbe ricordarci che anche un sistema molto strutturato come quello dell’Atalanta brilla grazie alla libertà concessa ad alcuni giocatori.
In estate sembrava che Gómez potesse lasciare Bergamo e fare qualche passo indietro a livello di ambizioni accettando il ricco contratto offerto dall’Al-Nasr. Non è andata così, ed è stato un bene sia per l’Atalanta sia, più in generale, per il nostro campionato, che non ha perso una delle sue stelle, uno dei giocatori più originali e belli da vedere.