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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
12 ago 2022
Fa caldo e si continuano a fare acquisti strani.
(articolo)
8 min
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Lucas Torreira al Galatasaray

Negli ultimi giorni dello scorso mercato estivo Lucas Torreira era riuscito a tornare in Italia. Dopo l’esplosione con la maglia della Sampdoria e la cessione all’Arsenal il centrocampista aveva vissuto un paio di stagioni difficili, non riuscendo ad affermarsi al meglio nel campionato più difficile al mondo, in una squadra disfunzionale e caotica che non lo aveva certo aiutato. Alla Fiorentina, però, ci aveva messo poco a ricordare a tutti quello che sapeva fare meglio. Nella squadra di Italiano, la sua capacità di difendere in avanti, le sue letture raffinate in copertura e la qualità del suo palleggio erano state fondamentali per tenere in equilibrio i viola, la cui tensione verticale rischiava di spezzare la squadra da un momento all’altro.

A fine stagione il suo riscatto, fissato a 15 milioni di euro, sembrava una formalità, un investimento neanche troppo alto per un giocatore fondamentale, che tra l’altro si era ambientato benissimo diventando anche un idolo dei tifosi. Poi, però, qualcosa è andato storto. Pradè ha accusato Torreira di non aver accettato la loro proposta economica, Torreira ha postato una storia con l’emoticon del pagliaccio e il futuro del calciatore non è stato più in viola. Torreira però rimaneva sul mercato e era facile immaginare che qualche altra squadra di Serie A avrebbe potuto scegliere di investire su di lui. Nel corso delle settimane è stato avvicinato a circa la metà delle squadre del nostro campionato. Dal ritorno romantico alla Sampdoria alla Juventus, dalla Lazio al Monza, anche perché lo stesso calciatore aveva fatto capire che l’Italia era la sua destinazione preferita.

Tutta questa girandola di voci, però, non ha portato a nulla. Lentamente il nome di Torreira è scivolato fuori dall’interesse della A per finire insistentemente in quello del Galatasaray. Dopo un breve corteggiamento, il centrocampista uruguagio è volato in Turchia. Curiosamente presentato insieme a una leggenda del nostro campionato, Mertens che, lasciato libero dal Napoli, ha scelto Istanbul forse per non tradire i suoi tifosi o forse per una certa affinità con la città che lo ha adottato. I due sono stati accolti con un calore che forse può spiegare la scelta di Torreira, anche se rimane difficile. Alla fine i turchi lo hanno pagato 6 milioni di euro, più un contratto da 3 milioni al calciatore, cifre che non sembravano fuori scala per la Serie A.

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Il Galatasaray sta facendo un mercato ambizioso, per riscattare una delle peggiori stagioni della sua storia (13° in campionato). Oltre a Torreira e Mertens sono arrivati Sergio Oliveira dal Porto e Seferovic dal Benfica. Aver perso uno come Torreira, però, ci lascia un po’ l’amaro in bocca: senza essere tra i giocatori più forti della Serie A, era uno dei centrocampisti più unici, con uno stile di gioco difficilmente riproducibile. Non riuscire a tenere neanche lui nel nostro campionato, non è certo un buon segno.

Anthony Modeste al Borussia Dortmund

Per sostituire Erling Haaland il Borussia Dortmund aveva deciso di spendere 31 milioni di euro per Sebastien Haller, che però appena dieci giorni dopo accusa un malore in allenamento e gli viene diagnosticato un tumore maligno ai testicoli. Il BVB lo aspetta ma nel frattempo, per coprirsi nel ruolo di punta centrale, ha comprato Anthony Modeste, un vecchio sicario della Bundesliga, che a 34 anni non sembra più poter aspirare alla carriera a cui ambiva quando aveva vent’anni, e aveva attraversato tutte le nazionali giovanili francesi. Modeste ha una carriera francamente illeggibile: Nizza, Angers, Bordeaux, Blackburn, Bastia, Hoffenheim, prima di riuscire a trovare la sua consacrazione al Colonia. Dopo una cinquantina di gol in due stagioni, a 27 anni, Modeste ha deciso di andare a giocare in Cina. Un anno e mezzo dopo è tornato al Colonia, nel frattempo è sembrato scordarsi come si segna. Ha fatto 10 gol in due anni, di cui uno in seconda serie. La terza stagione nemmeno giocava ed è stato prestato al Saint Etienne: 8 partite e 0 reti. La sua carriera sembrava francamente finita, quando è tornato al Colonia. A 34 anni, per ragioni in parte inspiegabili, Modeste ha trovato la migliore stagione della sua carriera, con 22 gol in 34 partite. Con una fama da finalizzatore di sicuro affidamento, ha convinto il Borussia Dortmund ad acquistarlo. Nella sua prima intervista l’ha messa giù facile: «Sono qui per segnare dei gol».


Angeliño all'Hoffenheim

A lungo è sembrato che per Angeliño fosse solo questione di tempo. Il Manchester City lo aveva pescato dalle giovanili del Deportivo La Coruna quando aveva ancora 15 anni e per lui sembrava avere un progetto a lungo termine. Una lunga crescita prima nelle giovanili e nella squadra riserve, poi una serie di prestiti per fargli fare le ossa: New York City, Girona, Maiorca, NAC Breda. Tornato alla base nel 2019 sembrava ormai pronto per il grande salto. Guardiola, con la solita ingiustificata magniloquenza, lo aveva riempito di complimenti. All’inizio della stagione aveva dichiarato che «in allenamento è incredibile», poi qualche mese più tardi che era «uno dei giocatori più intelligenti che abbiamo in squadra». Da queste parole sembra difficile credere che Angeliño in quella stagione abbia giocato poco più di 400 minuti in Premier League. E che nessuno si sia strappato i capelli quando ha deciso di andarsene nell’estate del 2020 per cercare più minutaggio al Lipsia. Un anno fa Angeliño è tornato su quella decisione. «C’è una grande differenza tra Guardiola e Nagelsmann [il suo allenatore a Lipsia, nda]: uno mi ha dato fiducia e mi ha fatto giocare, l’altro no. Non ho avuto opportunità per mesi, è dura giocare una partita ogni due mesi. Da una parte ho imparato molto da Pep, dall’altra non ho giocato quanto volevo». Per Angeliño «la fiducia» è tutto e questo forse spiega la sua decisione di lasciare Lipsia per trasferirsi all’Hoffenheim. È fiducia quella che ha sentito nel nuovo, promettente allenatore André Breitenreiter, reduce da un sorprendente titolo in Svizzera con il Zurigo? Difficile spiegarsi altrimenti il suo passaggio in una squadra di rango più basso, dopo anni positivi a Lipsia. Nelle ultime due stagioni 11 gol e 24 assist in tutte le competizioni, quasi sempre da titolare: davvero a Domenico Tedesco non serviva un terzino così?

A Lipsia rimane il ricordo del suo incredibile gol ai Rangers, che aveva illuso la squadra tedesca di poter approdare a una storica finale di Europa League, simbolo di una carriera fatta finora di aspettative tradite.


Cyriel Dessers alla Cremonese

È difficile immaginare il capocannoniere di una competizione Uefa alla Cremonese, ma è proprio quello che è successo. Certo, Dessers non è il vostro tipico bomber europeo, eppure non può non avervi strappato un piccolo ooooh di meraviglia la notizia del suo passaggio in grigiorosso. Per una società storica, tornata in A dopo anni difficili, con una squadra che ha dovuto cambiare quasi tutta la sua rosa costruita per la maggior parte da prestiti, una spesa di 6,5 milioni di euro più bonus (si potrebbe arrivare sui 10 milioni) è comunque una scommessa per la salvezza.

Dessers all’inizio della scorsa stagione non era neanche titolare nel Feyenoord e non aveva mai segnato con particolare regolarità, poi in Conference si è come sbloccato in una squadra rivelazione fermata solo dalla Roma in finale (finale in cui Smalling lo ha annullato con apparente facilità). L’anno scorso ha segnato 21 gol, diventando l’idolo dei tifosi, tanto che hanno provato a racimolare con una colletta i 4 milioni di euro necessari per il suo riscatto, che il Feyenoord non ha voluto pagare. Di quella squadra molti sono stati venduti dove ci sono i soldi: Sinisterra al Leeds, Malacia al Manchester United, Senesi al Bournemouth. Dessers è tornato invece al Genk. In Belgio, nelle prime tre partite giocate, Dessers ha segnato tre gol prima di trasferirsi alla Cremonese. Un buon segno per i tifosi, in una squadra che avrebbe grande bisogno di un finalizzatore affidabile. Se Dessers risponde a questa necessità, lo scopriremo presto.




Tonny Vilhena alla Salernitana

Tonny Vilhena sarà il numero 10 della Salernitana. Lo abbiamo scoperto all’improvviso, in un pomeriggio di una lunga e calda estate che questo calciomercato balneare frettoloso sta rendendo ancora più straniante. La Salernitana, dopo aver rotto con Walter Sabatini per divergenze con il presidente Iervolino, ha scelto Morgan De Sanctis come nuovo direttore sportivo. L'ex portiere in qualche modo sta continuando sulla strada del suo predecessore tra quantità e particolarità degli acquisti. Per citarne alcuni: sono arrivati Botheim dal Krasnodar, Diego Valencia dal Deportivo Catolica, Bradaric dal Lille e Junior Sambia che era svincolato. Vilhena è una leggenda del Feyenoord con cui ha esordito nel 2012 a 17 anni. In sette anni ha messo insieme 258 presenze e oltre 40 gol, decisivo per la vittoria del titolo olandese nel 2017. Nello stesso periodo si era ritagliato anche un posto in una nazionale affollata come quella olandese, con cui è riuscito a fare 15 presenze.

Nel 2019 è finito al Krasnodar, una squadra piena di ambizioni che aveva speso quasi 10 milioni per il suo cartellino. Anche qui è diventato un perno della squadra almeno fino all’inizio di quest’anno, quando è stato ceduto all’Espanyol. Alla Salernitana arriva per sostituire Ederson, che come centrocampista-incursore era stata una delle sorprese più interessanti del calciomercato di gennaio. A 27 anni Vilhena è nel pieno della sua maturità atletica, ma la sua è una di quelle parabole che prendono una piega verso il basso prima del previsto. Eppure nel calcio di Nicola fatto di transazioni lunghe potrebbe esaltarsi. Nelle prime foto con la nuova maglia, Vilhena è apparso molto convinto: la 10 sulle spalle, il sole del Cilento come cornice. Certo, rimane un acquisto strano, perfetto per questa rubrica, ma alcune volte nell’assurdo si trovano tesori.


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