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Cosa deve fare l'Atalanta sul mercato
22 giu 2023
Una stagione che si è chiusa meglio del previsto, un mercato che può dare tante soddisfazioni.
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7 min
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IMAGO / sportphoto24
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Proprio quando sembrava che l’Atalanta fosse attesa da un periodo interlocutorio da fine ciclo, la squadra di Gasperini è tornata a lottare per uno dei primi quattro posti in Serie A. Non essere arrivati in Champions League, in una stagione in cui quasi tutte le grandi non hanno certo brillato, può essere un rimpianto, ma - insomma - c’è più del buono che del cattivo nel futuro della "Dea". Soprattutto la rosa sembra essere lontana dal suo massimo potenziale ed è migliorabile senza particolari capriole di mercato dal DS Tony D'Amico.

Tenere o cedere alle tentazioni?

La prima cosa che deve fare l’Atalanta è capire che squadra vuole essere nel prossimo futuro. Una che massimizza le cessioni o una che pensa prima alle prestazioni sportive? L’ideale sarebbe una via di mezzo, ma è sempre la strada più difficile. Lookman, Koopmeiners, Zapata, Scalvini, Hojlund, tutti giocatori importanti per questa squadra, tutti con un mercato più o meno attivo alle spalle. Il più difficile da trattenere è ovviamente il centravanti danese, che a quanto si dice è un obiettivo del Manchester United o comunque della Premier League. Rivenderlo a 60 o più milioni dopo averlo pagato meno di 20 solo un anno fa è una tentazione troppo forte per non pensarci. È giusto privarsi di quanto lasciato intravedere da Hojlund o un peccato ai limiti del mortale? Staremo a vedere: il calciomercato non ha emozioni.

C’è poi Zapata da valutare. Il colombiano è uno dei giocatori più importanti della storia di questo club e anche l’anno scorso, quando stava bene, si è dimostrato un centravanti ancora formidabile. Le partite in cui è successo, però, si contano sulle dita di una mano e l’Atalanta ha bisogno di giocatori affidabili e pronti a caricarsi il peso del mondo sulle spalle. Per gli altri una cessione sarebbe particolarmente dolorosa, se l’obiettivo è migliorare il risultato di quest’anno e fare bene in Europa League. L’Atalanta, comunque, sembra intenzionata a tenerli. Piuttosto si proverà a ricavare qualcosa da alcuni giocatori più ai margini del progetto: Muriel, Demiral (difficile capire l’ostracismo di Gasperini nei suoi confronti), Boga, Maehle. Tutte uscite che possono essere rimpiazzate senza perdere troppo a livello tecnico e tattico.

Di chi si parla

Il mercato in entrata, in ogni caso, sembra vivo e vitale. L’Atalanta è una squadra capace di muoversi in maniera snella, individuare rinforzi a costi contenuti e acquistarli senza troppi ricami per cui è più sensato citare nomi concreti che provare a leggere le stelle. Non è più la versione Mad Max Gasperini, che sembrava poter tirare fuori il massimo da ogni giocatore con le giuste qualità fisiche, ma rimane una squadra peculiare, dove alcune caratteristiche sono più importanti, a partire dalla difesa, che è anche il reparto dove è più facile migliorare la rosa. In porta, ad esempio, sembra già certo l’avvicendamento tra Musso, poco convincente nell’ultima stagione, e Carnesecchi, autore di una promettente stagione con la Cremonese.

Per quanto riguarda il pacchetto dei centrali, invece, c’è da fare almeno un acquisto "sicuro", che possa fare il titolare dalla prima giornata. Lo scorso anno dopo la scomparsa di Okoli e la retrocessione di Demiral, le rotazioni sono diventate particolarmente corte e ora andrà aggiunta l’Europa League. Non è detto che i due non possano essere recuperati in qualche modo, ma intanto l’Atalanta è andata forte su Isak Hien del Verona. Le statistiche per i difensori dipendono anche troppo dal sistema in cui sono inseriti, ma le sue sono piuttosto interessanti, soprattutto considerando che era inserito in un sistema mutuato da quello di Gasperini.

Per ogni evenienza, però, sarebbe meglio aggiungere almeno un altro centrale - Palomino, Djimsiti e Toloi hanno tutti superato i 30 anni - e non è un caso che l’Atalanta stia trattando anche Sam Beukema dell’AZ Alkmaar, squadra da cui ha già comprato bene in passato. Centrale destro in una difesa a tre, è molto a suo agio con il pallone tra i piedi e da questo punto di vista sarebbe un’ottima aggiunta alla difesa di Gasperini, che ha mostrato qualche difficoltà nelle fasi di possesso. Altri nomi sono più futuribili, come Aurèle Amenda, difensore centrale dello Young Boys appena ventenne.

Anche sugli esterni c’è bisogno di nuova linfa, soprattutto a destra dove Soppy ha deluso e Hateboer sembra un po’ a fine corsa. L’obiettivo dichiarato è Emil Holm, che si inserisce perfettamente nell’ideale di esterno gasperiniano: alto 191 centimetri, falcata da quattrocentista, fisico spigoloso. Nello Spezia le sue qualità tecniche non sono state molto stimolate, ma l’Atalanta non richiede troppo da questo punto di vista ai suoi esterni. Holm vince duelli aerei, corre come un matto e se impara a inserirsi coi tempi giusti e a crossare meglio, è una buona presa.

Non è però l’unico obiettivo per quanto riguarda le fasce, una zona del campo dove più materiale c’è, meglio è. Per la fascia sinistra si parla di Mitchel Bakker, che nel Bayer Leverkusen di Xabi Alonso gioca a tutta fascia. Cresciuto nell’Ajax, passato dal PSG, anche lui brilla per un atletismo fuori scala e costa meno di 10 milioni, buono per alternarsi con Zappacosta.

Il centrocampo con de Roon, Ederson e Koopmeiners è abbastanza coperto, ma non farebbe male aggiungere un elemento alle rotazioni. Si parla di Michel Adopo che si è svincolato dal Torino. Capire cosa serve per far parte della coppia di centrali dell’Atalanta è un mistero e Adopo ha giocato troppo poco con il Torino per definirne difetti e qualità. In ogni caso de Roon gioca praticamente sempre, quindi basta anche un corpo da mettere lì nel momento del bisogno. Occhio, però, al ritorno di Gagliardini: nessun posto è come casa.

Più interessante invece il discorso per la trequarti, un ruolo chiave ai tempi di Ilicic e Gomez ma dove oggi sembra impossibile far bene. L’unico a non aver fallito è stato Lookman, ma Gasperini non sembra fidarsi totalmente del suo giocatore ed è difficile anche pensare possa avere un’efficienza simile a quella vista nella prima parte della scorsa stagione. Sulla carta l’Atalanta è piena di trequartisti oltre all’inglese: Pasalic, Boga, Miranchuk (che forse tornerà al Torino), Muriel, Cambiaghi (tornato dal prestito all’Empoli e il cui futuro non è chiaro). Eppure nell'ultima stagione, pur di non schierarne due, Gasperini ha spesso preferito inserire due punte o provare Ederson o Koopmeiners più avanzati. Si è visto anche il 3-4-3, con Boga e Lookman ali.

I nomi di cui si parla sono due. Il più concreto è quello di Gustav Isaksen, aletta/trequartista terribile del Midtjylland, reduce da una stagione da 21 gol e 7 assist. A vedere i suoi video, ovviamente, sembra molto forte. Ma valutare l’impatto immediato di questi giocatori in Serie A non è mai facile.

L’altro è quello di Charles De Ketelaere. È quella che nel calciomercato si chiama “suggestione”, ma potrebbe diventare anche un affare. Qual è il vero De Ketelaere? Chissà, perché non scoprirlo.

Si può sognare?

Come detto il realismo socialista del calciomercato dell’Atalanta funziona bene a livello societario, meno per quello che è il senso più profondo della compravendita dei calciatori, ovvero stimolare le fantasie dei tifosi. L’Atalanta è una squadra che lotta per la Champions League, perché non sognare colpi più rischiosi? Talenti che possono sfondare oppure finire per essere dannosi, ex glorie perdute. Ne ho scelti un po’, che sarebbero più o meno utili alla causa di Gasperini.

Arda Guler

Forse il giovane trequartista più chiacchierato del momento. A vedere i suoi video pare di avere davanti il nuovo fenomeno del calcio mondiale eppure ancora non si è mossa nessuna big per prenderlo dal Fenerbahce, forse intimoriti dagli ultimi fallimenti dei grandi talenti del calcio turco. Sembra addirittura che bastino una ventina di milioni di euro (più commissioni varie alla famiglia). Un passaggio all’Atalanta sarebbe ideale anche per Guler, un contesto dove crescere senza troppe pressioni. Il rapporto con Gasperini? L’allenatore non vede un sinistro così dai tempi di Ilicic.

Robin Gosens

La sua esperienza all’Inter non è stata un granché, un po’ per gli infortuni, un po’ per l’esplosione di Dimarco. I pochi minuti giocati contro il City però hanno fatto vedere che quel tipo di dominio fisico è ancora presente, magari non come ai tempi d’oro, però c’è. Gosens è ancora l’ideale degli esterni gasperiniani, il prototipo perfetto non ancora eguagliato. Perché non riportarlo a casa? Su di lui sembra forte al momento l'Union Berlino ma chissà.

Jesper Lindstrøm

Se avete visto ultimamente giocare l’Eintracht Francoforte, sarete rimasti affascinati da questo trequartista che si muove nei mezzi spazi come un pesce nell’acqua. Non è raffinato come Ilicic o associativo come il "Papu", ma ha quel tipo di furia verticale che ben si sposa col calcio di Gasperini. Il costo del suo cartellino potrebbe già essere fuori budget per l’Atalanta, ma se vendesse un altro danese…

Eden Hazard

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