Una storia molto italiana, come introduzione
Parliamo per un attimo di Alessio Sundas. Manager e agente FIFA, fondatore e presidente dell'agenzia Sport Man. Costui irrompe sulla scena del calciomercato il 5 luglio 2018 con un videomessaggio, in cui dichiara di voler portare Messi al Napoli.
«Ho contattato il sito ufficiale della famiglia di Messi. La famiglia di Messi, che sono i suoi procuratori, hanno letto la mia mail. Ho già iniziato la trattativa con l'FC Barcellona (mostra una cartellina su cui c'è scritto a pennarello “TRATTATIVA MESSI/FC BARC”, ndr) per capire il valore del cartellino di Messi. Ho pensato a una clausola sul contratto di Messi dove nel periodo che giocherà al Napoli verrà realizzato un film di Messi. Dai proventi cinematografici verranno pagati sia l'ingaggio del top players (testuale, ndr) sia l'FC Barcellona. Io però ho bisogno di sentire il vostro calore! Io verrò a Napoli con voi, porterò Messi a Napoli! Però ho bisogno di voi e chiaramente vi voglio sentire. Perché rendetevi conto di cosa vuol dire: se la Juventus prende CR7, noi rispondiamo con LM10».
Due settimane dopo, Sundas aggiorna i tifosi napoletani sulla trattativa e fa sapere che il direttore sportivo del Barcellona Pep Segura gli ha risposto che al momento Messi è incedibile. Ma Sundas evidentemente non si scoraggia e torna alla carica in autunno, stavolta a nome dell'Inter.
Il 13 dicembre rende noto, con dichiarazioni pubblicate su numerosi siti di rilievo, che ha avuto un nuovo scambio di mail con Segura e anche con il papà di Messi. «La loro risposta questa volta non è stata un secco no come in passato, il che mi fa supporre che qualche speranza, per quanto flebile, di vedere Messi sui nostri campi possa esserci. Non tutti i club possono infatti permettersi uno come Leo e con il Milan alle prese con la questione delle sanzioni UEFA credo che l'Inter resti l'unica pretendente attendibile, sia in termini economici che tecnici».
L'ultimo paragrafo dell'articolo, però, smorza un po' i sogni dei tifosi nerazzurri: «L'operazione è ovviamente appena agli inizi e non è per nulla scritto che vada a buon fine». Qualcosa con l'Inter deve essere andato storto – forse l'arrivo di Marotta ha fatto mutare le strategie di mercato? - perché due settimane dopo Sundas si rivolge direttamente alla Fiorentina, all'interno di un'operazione più complessa in cui l'agente FIFA punta direttamente all'acquisto del club.
«Nel caso la trattativa di cessione della società dovesse andare a buon fine, io mi impegnerò personalmente a proporre al Barcellona uno scambio tra Leo Messi e Federico Chiesa. So che può sembrare un'operazione da fantacalcioma le intenzioni e le potenzialità finanziarie dell'eventuale nuovo presidente viola praticamente illimitate e i miei contatti diretti con l'entourage del giocatore argentino e con la dirigenza catalana permetterebbero il realizzarsi anche di una trattativa come questa».
Anche questa notizia ha trovato ampio risalto non solo sui siti specializzati in notizie sulla Fiorentina, ma in molti altri siti più “generalisti”. In quei pezzi è possibile persino saperne di più sul background professionale di Alessio Sundas, che «parallelamente alla carriera imprenditoriale, ne ha sviluppata anche una per così dire artistica, che lo ha portato da giovanissimo a conseguire un record decisamente insolito: all’età di 19 anni è stato infatti invitato al Maurizio Costanzo Show per aver baciato 350 ragazze in meno di un anno».
Sundas si presenta regolarmente come agente FIFA – e ad ogni modo, fino almeno al 2020 per svolgere questa professione non è necessario alcun riconoscimento ufficiale, quindi non ci sarebbe bisogno neanche di specificarlo - e va detto che quelle di Sundas non sono bufale, perché quelle trattative le può portare benissimo avanti ed è ovviamente libero di parlarne pubblicamente sui social. In questo pezzo parleremo, invece, di questo tipo di voci più o meno di difficile realizzazione che i giornali hanno cavalcato negli ultimi anni, trasformandole in vere e proprie notizie.
Di tutta quella comunicazione che si crea intorno al calciomercato, quel carrozzone in servizio permanente che ogni tanto pesta qualche cordolo e genera strepitosi corto-circuiti in funzione della dittatura del click. Quella a cui siamo soggetti noi tutti, nessuno escluso, e che grazie al titolino accattivante e più in generale alla curiosità ci porta a leggere per intero pezzi che sappiamo essere totalmente, o quasi, campati in aria. Pezzi a cui sappiamo di non dover credere, ma con cui scegliamo comunque di nutrire il nostro cervello.
Avremmo gioco facile a prendercela con i giornali, gli editori dei giornali, i direttori dei giornali e i semplici giornalisti, volgari mestatori nel torbido, avvelenatori di pozzi, canaglie, sanguisughe e tutte le altre carinerie che negli ultimi tempi vengono rovesciate da ogni parte sulla categoria. Che sicuramente non si aiuta, pecca spesso di superficialità o semplice fretta, come fa la Gazzetta dello Sport quando lo scorso 31 dicembre tra i tanti nomi associati al Milan cita anche quello di Adem Ljajic, che in questa stagione ha già giocato gare ufficiali con due squadre diverse (Torino e Besiktas) e non si può più muovere.
Ma se le cose vanno così è perché ci sarà pur qualcuno che segue con interesse questa linea narrativa. Quel qualcuno siamo noi. In che momento ci siamo assuefatti a questo tipo di comunicazione, oltretutto legata ad argomenti più "facili" e comprensibili rispetto all'economia e alla politica estera, e dunque più difficili da far degenerare in fake-news? C'entra qualcosa l'ossessione h24 verso il denaro, riscontrabile in qualunque discussione da forum o social su questa o quella trattativa o questo o quel rinnovo di contratto, come se fossero – un po' – soldi nostri?
Risposte definitive non ne ce ne sono, in alternativa eccovi alcuni tra gli esempi recenti più didascalici di questa deriva allegra e assurda. Abbiamo volutamente escluso quei fenomeni peculiari di Internet, quegli "insider" che spesso confinano direttamente con la mitomania, limitandoci ad esempi che potrebbero servire da insegnamento futuro, pur sapendo che non lo saranno, perché saremo i primi a cliccare su notizie assurde anche la prossima volta.
Siamo noi a volerne ancora e ancora e ancora, fino a ubriacarci e non capire più la differenza tra i sogni e la realtà. Perché, se ci fate caso, non c'è giocatore, per quanto illustre, strapagato, già "di proprietà" di una grandissima squadra, che non sia stato accostato a una italiana.
Bastian Schweinsteiger al Milan (agosto 2011)
Come ben sanno i tifosi rossoneri, il Milan è un caso particolare di società che incoraggia mediaticamente sogni di mercato ben precisi, pescandoli soprattutto tra gli "ex" di maggior successo, pazienza se ormai più vicini ai 40 che ai 30. Lo dimostrano le continue voci su Thiago Silva e Ibrahimovic, o persino su Pato, mentre qualche estate fa Ancelotti si prestò addirittura in prima persona per una settimana a reggere il gioco a un Berlusconi in grandi difficoltà anche elettorali, fingendo di valutare davvero la possibilità di tornare ad allenare un Milan con in rosa Honda, Cerci e Niang. Poi ci sono giocatori mai arrivati e oramai stagionati, che però stuzzicano comunque il senso di grandeur insito in ogni cuore rossonero: il caso più eclatante e recente è quello di Fabregas, conteso quest'inverno dal Monaco penultimo in Ligue1 e il Fenerbahce terzultimo in Turchia, ma oggetto dei desideri di più di un tifoso.
Perciò è degno di nota il fugace accostamento nel 2011 a Bastian Schweinsteiger, all'epoca 27enne colonna del Bayern Monaco e della Nazionale tedesca, decisamente non quel tipo di giocatore che lascia la Baviera nel fiore degli anni per un'avventura all'estero. È quella l'estate post-Scudetto del "mister X" che alla fine non arriverà (qualcuno riteneva fosse Hamsik, che però poi alla fine decise di restare a Napoli). «Sei tu o no Mister X?», gli chiede qualcuno a margine di un'Audi Cup. Bastian risponde con parole di buonsenso: «Dovreste chiederlo al capo del Milan». La trattativa tiene banco ancora a Ferragosto, quando persino L'Equipe lo mette in pole per raggiungere via Turati grazie a un'offerta da 25 milioni, «senza però abbandonare le piste che portano a Montolivo e Aquilani».
Da Monaco arrivano voci di clamorosa rottura con la dirigenza del Bayern, per la quale Bastian non sarebbe improvvisamente più all'altezza di indossare la fascia di capitano. Ma i sogni muoiono il 17 agosto: Schweinsteiger gioca il preliminare di Champions contro lo Zurigo e diventa inutilizzabile in Europa per qualsiasi altro club. Arriveranno invece sia Aquilani, da subito, che Montolivo, a parametro zero dall'estate successiva. Il vero impronosticabile Mister X, se così vogliamo chiamarlo, sarà Antonio Nocerino, strappato al Palermo per 500 mila euro l'ultimo giorno di mercato e portato in paradiso da Ibrahimovic: una gallianata in piena regola.
Arjen Robben alla Roma (giugno 2012)
Una delle allucinazioni di mercato più suggestive dell'ultimo decennio riguarda ovviamente Roma, dove in estate i quotidiani locali ti possono spacciare qualsiasi cosa. Così il 23 giugno del 2012 il Corriere dello Sport scioglieva il guinzaglio della fantasia, anche se Piero Torri aveva il buon gusto di mettere le cose in chiaro già dal primo rigo del suo pezzo: «Diciamolo subito, è un'operazione ai confini della realtà». Arjen Robben, grande sconfitto della finale di Champions persa in casa dal Bayern contro il Chelsea e appena uscito da un brutto Europeo con l'Olanda, aveva ancora 28 anni e, nonostante qualche acciacco muscolare, era ancora nel fiore degli anni.
L'idea di abbandonare le mollezze bavaresi per un'estate di gradoni al servizio di Zeman non era poi così peregrina: «C'è al mondo un giocatore più giusto, funzionale, adatto di Robben al tridente zemaniano?». C'è un però: gli almeno 30 milioni di costo del cartellino, troppi anche per una Roma non ancora impastoiata nel fair play finanziario. Ma il Corsport aveva pensato anche a questo: via Osvaldo per 12-15 milioni e il resto dell'esborso sarebbe stato ripagato da «l'entusiasmo che scatenerebbe l'arrivo dell'olandese, che vorrebbe dire, e siamo cauti, almeno altri cinquemila abbonamenti».
Per qualche motivo l'operazione non andò a buon fine e a destra Zeman dovette accontentarsi di adattare Lamela e ogni tanto anche il giovane Florenzi. Di quelle magiche giornate in cui il Tevere sembrava il fiume Amstel rimane il titolo del giorno dopo, 24 giugno, che per gli esegeti del Corriere dello Sport fu addirittura superiore a quello del 23: «La Roma di Robben punta anche Destro». Alla fine Robben all'Olimpico ci giocherà, anche se da avversario, e porrà bruscamente fine all'esperienza giallorossa di Ashley Cole in una terribile notte dell'autunno 2014 in cui Pep Guardiola trattò la Roma come un Burton Albion qualsiasi.
Bosingwa al Torino (giugno 2012)
Un campione d'Europa al Torino! Reduce dall'impresa irripetibile del Chelsea di Roberto Di Matteo, issatosi sul tetto d'Europa grazie a un imponderabile aiuto della buona sorte, il terzino portoghese José Bosingwa si svincola dai Blues il 30 giugno 2012 e, com'è normale che sia, diventa oggetto di desiderio per mezzo mondo (spoiler: finirà al QPR e di lì a un anno al Trabzonspor). In Italia ci pensa seriamente la Roma, poi demotivata dalle alte pretese economiche del giocatore, ma l'indiscrezione più suggestiva è quella del Daily Mail che il 4 giugno parla di appassionante derby di mercato tra Torino e Juventus.
Sarà meno di un fuoco di paglia, ma immaginiamo i tifosi granata per qualche giorno pronunciare incantati il nome di Bosingwa (peraltro bellissimo) davanti allo specchio, come il protagonista di “Baci rubati” di François Truffaut. O come Fabio Caressa in questo video che ha fatto la storia di Youtube.
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Zlatan Ibrahimovic al Napoli (maggio 2016)
Il 1° luglio 2016 Zlatan Ibrahimovic firma con il Manchester United un contratto da 19.15 milioni di sterline a stagione (più di 21 milioni di euro). Eppure, poco più di un mese prima, aveva rivolto parole inequivocabili al pubblico del "San Paolo". Anzi più direttamente dice: "Ciao San Paolo". Zlatan invita non abbattersi dopo una sconfitta, e conclude il messaggio dicendo che "sennò l'anno prossimo vengo io e vinciamo tutte le partite".
Ibrahimovic parla davanti a un muro su cui è impresso, ben visibile, il logo del PSG. Di che si tratta? Di un guanto di sfida lanciato verso gli sceicchi? Una raiolata in piena regola? Com'è possibile, considerati i pessimi rapporti tra il suo procuratore e il presidente De Laurentiis? I siti del Napoli si gettano generosamente a pesce sulla vicenda, ipotizzando pagamenti rateizzati e faraoniche campagne abbonamenti per ripagarsi l'esborso.
Matteo Materazzi, fratello d'arte, dichiara sicuro a Premium Sport: «La preferenza di Ibrahimovic per l'Italia è Napoli. Vuole una piazza calda e quella partenopea è perfetta per lui». La realtà purtroppo è un po' più complessa: in quel videomessaggio, peraltro risalente a diversi mesi prima, Ibrahimovic si stava rivolgendo sì al San Paolo, ma precisamente all'Oratorio San Paolo Ostiense di Roma, per motivi che sono rimasti sconosciuti. Probabilmente uno scherzo tra amici, o forse – considerata l'autostima del soggetto – un incoraggiamento a un suo sottoposto nato a Tarso nel 5 d.C.
Andres Iniesta alla Juventus (settembre 2017)
Parliamo di Juventus, e dobbiamo ammettere che anche il colpo dei colpi aveva avuto reazioni tra lo scettico e il sarcastico, prima di verificarsi davvero. E però, un CR7 non fa primavera e infatti i tentativi più bizzarri di lisciare al pelo ai tifosi bianconeri più pasdaran sono iniziati da molto prima. Il più coraggioso riguarda probabilmente l'accostamento alla Juve di Andres Iniesta, cavalcato per esempio con quest'articolo del Corriere dello Sport i cui protagonisti erano i commenti su Internet di non meglio precisati tifosi blaugrana, evidentemente tutti avidi lettori del Corriere dello Sport.
«Marotta e Paratici non sono tonti, magari in lui vedono il nuovo Pirlo!». «La maggioranza dei giocatori della Juve è over 30, Iniesta ne ha 33 e si inserirebbe perfettamente». L'estate 2017 passa senza colpo ferire, ma il Corriere dello Sport torna alla carica a settembre e viene ripreso da altre numerose testate, con ragionamenti spesso inoppugnabili: «Dopo l'affare Neymar, più nulla è impossibile», scrive per esempio Fanpage.
Quasi nulla: Iniesta esaurirà serenamente la sua magnifica storia blaugrana per accasarsi, più discretamente com'è nell'indole del personaggio, al Vissel Kobe in Giappone.
Kevin De Bruyne al Napoli (ottobre 2017)
La Benelux connection del Napoli ha portato in azzurro gente come Mertens, Koulibaly e Milik e non è troppo sorprendente che ogni tanto si tirino in ballo anche gli amici degli amici. Come per esempio Dries Mertens e Kevin De Bruyne, che prima di Napoli-Manchester City di Champions League dell'ottobre 2017 si fotografano insieme a cena in un ristorante di Posillipo scatenando le congetture, e portando la napoletana Radio CRC a contattarne direttamente l'agente di KDB, Patrick De Koster.
Che non si sottrae all'intervista e concede parole clamorose, assolutamente non di circostanza: «Nel calcio nulla si può escludere. Non si può dire cosa accadrà domani. Si può anche immaginare che un giorno De Bruyne giocherà col Napoli». O magari a golf, o diventerà imperatore del Giappone.
I siti titolano «Mai dire mai», anticipando involontariamente la famosa foto alla James Bond di De Laurentiis e Ancelotti un'estate dopo. Purtroppo però, come spesso le succede, la realtà è decisamente meno originale, e nel gennaio 2018 Kevin De Bruyne ha firmato il contratto che lo lega al City fino al 2023 confermando una vecchia regola sempre in voga: quando un agente ventila trasferimenti per i suoi assistiti, in realtà sta solamente battendo cassa.
Cristiano Ronaldo alla Roma (giugno 2018)
Qualche settimana fa è saltato fuori anche Giuntoli a raccontare una chiacchiera di Jorge Mendes, e persino Mirabelli, raccontando malinconicamente le glorie di un'estate fa, aveva detto che un mezzo discorso su Ronaldo, «il colpo che avrebbe fatto venire giù il Duomo», l'aveva portato avanti anche lui. Che potesse farlo la Roma però era francamente eccessivo, per ovvi motivi legati al fair play e alle chiarissime strategie societarie. Eppure a Roma se ne parla a inizio giugno con un escamotage giornalistico che è figlio purissimo dei nostri tempi.
Il titolo dell'autorevole Forzaroma.info è inequivocabile: «Stampa portoghese: Cristiano Ronaldo andrà in Italia, la Roma tra le candidate». «Record» , si insiste nell'articolo, «sostiene che dalla Francia, Italia e Inghilterra si possano avanzare offerte senza timori». Ma due righe più sotto la magia svanisce già: «se è vero che i tifosi giallorossi, dopo la magica notte col Barça, hanno imparato che non esiste nulla di impossibile, quello legato al fenomeno vincitore degli ultimi tre palloni d’oro sembra un sogno decisamente ancor più fuori da ogni logica». Ok, come non detto.
Manuel Neuer al Napoli (luglio 2018)
Probabilmente non esiste antinomia più ampia tra la passione e il calore mediterraneo di Napoli e Manuel Neuer, biondo e algido, in cui persino gli evidenti momenti di follia sono modulati secondo canoni tipicamente teutonici. Nell'estate 2018 in cui il Napoli ha lasciato andare via Reina e valuta l'acquisto di uno o più portieri, c'è spazio anche per il gigante del Bayern che avevamo visto ai Mondiali russi arrancare nella metà campo avversaria, nel tentativo di fare gol alla Corea del Sud.
Eppure, oltre alla pasta patate e provola da Nennella ai Quartieri Spagnoli, per DailyNews24 sarebbero esistiti ben tre motivi per cui Neuer avrebbe potuto accettare di venire a Napoli:
- è innamoratissimo dell'Italia e del Sud, tanto da sposarsi in Puglia a Martina Franca;
- ritroverebbe Ancelotti, suo allenatore al Bayern con cui aveva un ottimo rapporto;
- una sfida con se stesso, il classico «Ho bisogno di nuovi stimoli», che certamente (?) troverebbe in una piazza come Napoli.
Purtroppo non è bastato e a ottobre Neuer ha regolarmente presenziato all'Oktoberfest insieme alla sua signora con il cognome da birra, Nina Weiss.
Sergio Ramos alla Juventus (settembre 2018)
La scorsa estate ci ha insegnato che nulla è impossibile per la Juventus che ha ormai raggiunto l'appeal necessario ad attirare i grossi calibri, pagando il cartellino o direttamente a parametro zero. Quindi ok Cristiano Ronaldo, e in fondo plausibile anche Marcelo che dice al suo presidente di voler lasciare il Real per raggiungere l'amico portoghese. Ma che Sergio Ramos, capitano della Casa Blanca e unico consigliere di Florentino Perez per questioni tecniche, decisivo anche nella scelta degli allenatori, possa piantare in asso la Casa Blanca per l'avventura torinese ci pare improbabile.
Qui siamo nel genere letterario del retroscena di mercato, a mercato naturalmente già chiuso. Sarebbe stato addirittura il portoghese ad apporre il veto, furioso dopo l'endorsement per il Pallone d'Oro a Modric; e allora la Juve sarebbe tornata a pensare a Leonardo Bonucci, riportato a casa dopo una sola stagione al Milan. Grandi manovre mediatiche tutte interne alla Spagna, ma intanto portiamo a casa qualche click anche noi...
Sergio Aguero all'Inter (inverno 2017)
Non c'è niente di meglio delle proprietà estere più misteriose per stuzzicare fantasie di mercato senza freni dei cosiddetti “addetti ai lavori”. Come l'interesse dell'Inter a Sergio Aguero, attaccante titolare del Manchester City di Pep Guardiola – non un brutto posto di lavoro, se sei un centravanti. Invece l'Inter di Suning, all'epoca dei fatti allenata da Stefano Pioli e impegnata in un'appassionante corsa alla qualificazione in Europa League (che non arriverà), sogna in grande e punta il Kun.
Ovviamente il giocatore «manda segnali», e d'altra parte come interpretare le parole di Aguero dopo un City-Swansea («A fine stagione vedremo cosa vorrà fare il Manchester City: la proprietà dovrà dirmi se c'è posto qui per me o no») se non come una chiara apertura all'Inter come fa la Gazzetta dello Sport il 6 febbraio? Ancora il 21 marzo, mentre l'Inter è all'inizio di un'entusiasmante striscia di due punti in otto partite, è Premium Sport a sganciare la doppia bomba: Suning sta lavorando sotto traccia su Aguero ma anche su Verratti, stanco della prigione dorata del PSG (ma «l'operazione è molto difficile»), il tutto all'interno di un disegno che vorrebbe Antonio Conte all'Inter come general manager (?) già dal giugno successivo. I tifosi interisti più maliziosi tenderanno ad associare il crollo verticale di risultati della squadra con questa sfilza di voci senza capo né coda.
Zlatan Ibrahimovic alla Sampdoria (novembre 2018)
Lo scorso 22 novembre, quando il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan sembrava questione di giorni, una sola voce valorosa si è levata per indicare da un'altra parte. È il Corriere dello Sport di Ivan Zazzaroni, che ha avuto il fegato di sparare in prima pagina «Idea Samp: Ibrahimovic per sei mesi».
E poi argomentando: «Attenzione perché da Los Angeles, la grande culla del cinema americano, risulta che un uomo italiano di calcio e di cinema stia parlando di Ibra con i Galaxy: è Massimo Ferrero, per la sua Sampdoria. Sono qualcosa in più di sussurri o schermaglie. Sono contatti, dialoghi. Qualcuno dice persino circostanziati. Per sondare, capire. Ma vediamo».
Spiazzati da questa notizia che non lasciava alcuno spiraglio all'approssimazione, i tifosi rossoneri quel giorno poterono comunque consolarsi con il titolone d'apertura di quello stesso numero del Corsport. «MILAN GODIN! Colpo Leonardo: ha in mano il pilastro dell'Atletico».