
«Stiamo lavorando molto bene anche sul mercato per fare una squadra competitiva, i miei giocatori hanno caratteristiche diverse e sono tutte funzionali alla squadra, mi sento un allenatore fortunato». Così si è espresso Thiago Motta prima della partita del Verona, pochi minuti dopo l'ufficialità dell'arrivo in bianconero di un pacchetto di ali mancine composto da Nico Gonzalez e Francisco Conceição.
Se dell’argentino conosciamo lo stile di gioco, per averlo visto tre stagioni a Firenze (e volendo abbiamo già scritto qui cosa può aggiungere alla Juventus di Motta), del portoghese è difficile farsi un’idea, essendo molto giovane (neanche 22 anni) e avendo giocato finora in due campionati per noi periferici. Quello che sappiamo è che Francisco è il figlio di Sergio Conceição (in Italia con Lazio, Parma e Inter) e che al Porto era allenato proprio dal padre. Era stato lui a farlo esordire già nel febbraio del 2021, quando aveva appena 19 anni. Nelle giovanili del club veniva chiamato “il Messi di Olival”, per uno stile di gioco che somiglia a quello del Messi originale.
La Juventus lo ha preso in prestito secco per 7 milioni (+ 3 di bonus in caso di qualificazione in Champions), ma con la possibilità, alla fine di questa stagione, di avere una specie di diritto di prelazione, tramite scrittura privata, nel poter esercitare la clausola da 30 milioni prevista dal contratto del giocatore. Quindi, diciamo, una specie di prestito oneroso con un ipotetico diritto di riscatto.
Come gioca Francisco Conceicao
Pur molto giovane, il curriculum di Francisco Conceição è già piuttosto interessante. Cresciuto nelle giovanili dello Sporting Clube, è passato in quelle del Porto nel 2018, poco dopo l’assunzione del padre. Mezza stagione nella squadra B, poi una folgorante ascesa: l’esordio in prima squadra e subito un ruolo nelle rotazioni offensive del Porto, tanto da mettere insieme più di 50 presenze in una stagione e mezza a vent’anni, anche se spesso entrando dalla panchina. Poi nell’estate del 2022, in maniera abbastanza inaspettata, l’Ajax aveva pagato la clausola da 5 milioni del suo contratto portandolo in Olanda. Un trasferimento, secondo alcune voci, voluto dal giocatore stesso, stufo di essere il considerato capro espiatorio del padre, spesso attaccato dalla stampa per questa forma di nepotismo. L’Erasmus ad Amsterdam era durato però appena una stagione e l’anno scorso Conceição è tornato al Porto, che ha pagato 9 milioni all’Ajax per riaverlo indietro.
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L’ultima stagione è quella in cui Conceição si è smarcato dall'ombra del padre, pur continuando a giocare per lui. Partito come ala sinistra di riserva, col passare dei mesi si è guadagnato il posto da titolare, andando a occupare lo spazio creativo a destra liberato dalla partenza di Otavio (sempre in campo dal primo minuto dal 14 gennaio, alla fine 43 presenze per un totale di 2.755 minuti, 6 gol e 5 assist). Soprattutto il livello delle sue prestazioni si è alzato molto nella seconda parte di stagione, tanto da fargli guadagnare anche la convocazione all’Europeo con il Portogallo, pur non avendo mai fatto parte della Nazionale prima del ritiro estivo. Un risultato piuttosto eccezionale, vista anche la competizione interna sulla trequarti della Nazionale lusitana e che racconta meglio di ogni altra cosa la qualità della sua ultima stagione.
Bruno Fernandes ha descritto il gioco della nuova ala della Juventus come "irriverente", una definizione piuttosto calzante. Conceição è infatti un giocatore molto poco conservativo quando ha il pallone tra i piedi, che se vede uno spiraglio punta gli avversari in maniera feroce, cercando di superarli con il dribbling. In Primeira Liga è stato il calciatore con più dribbling tentati per 90’ (tra chi ha giocato almeno 1000 minuti) con una percentuale di riuscita praticamente del 50%, che per il volume non è assolutamente male (6.5 tentati, 3.2 riusciti). Ovviamente sono numeri da inserire nel contesto del campionato portoghese, giocando in una squadra di vertice, ma - anche se su un campione piuttosto esiguo - Conceição ha avuto numeri simili anche all’Europeo (4.45 dribbling per 90’, 2.23 riusciti).
Baricentro basso, passo rapido, pallone incollato al piede, continui cambi di passo, il portoghese è uno di quei dribblatori lì, di quelli che prima di tutto vogliono mandare al manicomio gli avversari, fargli venire il mal di testa con le loro continue sterzate, ancheggiamenti, contromovimenti, costringerli a spendere falli, a giocare sempre in apnea. Un dribblatore in spazi stretti che manca alla Juventus e che anche in Serie A non è facile trovare, un campionato dove già il dribbling non è visto di buon occhio, ancora di meno se sei alto circa 170 centimetri.
Una fisicità limitata che lo rende poco incisivo sul lungo (non è un giocatore di transizioni o conduzioni lunghe) ma che nel breve, sul primo passo, lo rende un cliente scomodo, anche dentro l’area di rigore, quando si tratta di arrivare prima su un pallone o cercare l’anticipo, spostare il pallone. Non sarà mai uno che domina i difensori nel duello fisico, ma il baricentro basso gli consente di non andare troppo sotto e di resistere ai contatti. Senza palla comunque si impegna molto, i numeri delle sue pressioni sono molto buoni e anche per quanto riguarda contrasti ovviamente, vista l’età, è qualcosa in cui può e dovrebbe migliorare.
Al Porto, Conceição giocava largo a destra in un 4-2-3-1. Pur giocando a piede invertito, non è attratto dal centro del campo, anzi è raro vederlo accentrarsi per ricevere nei mezzi spazi e associarsi coi compagni. Preferisce piuttosto aspettare il pallone coi piedi sulla linea laterale, anche molto alto sul campo, per poi giocarsi il duello col diretto avversario. Idealmente quindi Conceição rientra bene nelle prime idee sviluppate da Motta con la Juventus (e già viste al Bologna). Nel primo tempo contro il Como Weah si è trovato spesso a ricevere un cambio di gioco in isolamento in alto a destra, ma non gli veniva naturale di creare un vantaggio da quella situazione. Al contrario Conceição non si farà problemi nel puntarlo e, se rispetterà le sue medie, saltarlo una volta su due.
Il risultato più ricorrente di questa sua giocata era il cross (7.3 per ‘90, 2.5 completati, terzo in Primeira Liga), principalmente rientrando sul sinistro e cercando il secondo palo con una parabola morbida, ma senza chiudersi la possibilità invece di andare sul fondo e usare il destro o comunque provare a entrare molto dentro l’area, per crossare in cut back.
Il Bologna della scorsa stagione non era una squadra che cercava molto i cross dal fondo, ma non aveva in area di rigore un centravanti come Vlahovic, bravo ad attaccare sia i palloni alti che quelli bassi che arrivano dai suoi lati. E comunque, come detto, Conceição non è certo un calciatore timido che si rifugia in soluzioni convenzionali. Se non arriva sul fondo, o non rientra per crossare col sinistro, l’altra soluzione è quella di mettersi in proprio e arrivare al tiro o scambiare rapidamente con un compagno per poi buttarsi in area di rigore. La scorsa stagione è stato il giocatore del Porto a tentare più tiri per 90’ (3.5). Qui c’è da dire che si può migliorare: meno di un terzo dei suoi tiri prende la porta (31,3%) e generalmente la sua selezione non sembra essere un granché (è nel 96esimo percentile per tiri tra le ali, ma appena nel 55esimo per gol ogni ‘90). Più che la tecnica di tiro in sé - quando invece può calciare angoli e punizioni mostra un mancino educato - il suo problema sembra essere il modo in cui arriva al tiro: spesso col corpo sbilanciato, o in precario equilibrio o comunque con la postura sbagliata. Qualche gol l’ha comunque segnato, anche con conclusioni brillanti, e questo genere di limiti sono i più comuni per i giocatori offensivi molto giovani. Solo il tempo ci dirà se può diventare un ala che va in doppia cifra.
Che ci fa la Juventus
Insomma Conceição è un tipo di calciatore leggermente atipico per il calcio italiano, che prova tanto, sbaglia tanto ma che fa anche succedere le cose, che sia attraverso la rifinitura o il tiro o anche semplicemente creando superiorità con un dribbling, dando velocità alle azioni con uno scambio rapido o buttandosi negli spazi più stretti.
Volendo ci si può vedere un’affinità con lo stile di gioco che al Bologna Thiago Motta è riuscito ad esaltare con Orsolini. C’è da dire che l’ala italiana ha sbattuto la testa sui propri limiti all’interno della Serie A per tanti anni e forse è servito per farlo sbocciare la scorsa stagione. Per Conceição la Serie A sarà una continua novità e dovrà adattare il suo modo di giocare alle attenzioni che gli verranno riservate. Certo non sembra un calciatore timido che davanti a un contesto diverso smetterà di fare quello che faceva al Porto.
In ogni caso è piuttosto chiaro come potrà usarlo Thiago Motta e anche perché non sarà un doppione rispetto a Nico Gonzalez. Infatti, seppur nominalmente condividono ruolo e piede forte, è abbastanza evidente come lo stile di gioco tra i due è molto diverso, così come la traiettoria di carriera. Il portoghese è più un’ala che rimane larga e dribbla, che non ha grandi istinti associativi, che rifinisce con i cross e non attacca l’area. L’argentino invece è forte nei duelli aerei, molto più portato a giocare al centro e a finalizzare arrivando da dietro.
Motta poi non è un allenatore che distingue tra titolari e riserve, che facilmente potrà alternarli in base alle necessità della partita. Se ho accennato all’uso di Weah sul lato debole contro il Como, contro il Verona Cambiaso da ala destra ha avuto un'interpretazione totalmente diversa dello stesso ruolo, entrando dentro al campo e lasciando la fascia alle salite di Savona. Inoltre la Juventus sembra stia provando ad aggiungere alla rosa anche Sancho, che sarebbe ancora un’altra ala destra, con caratteristiche ancora diverse.

La heat map dell'ultima stagione di Conceição, dove è evidente come preferisca agire nella zona più laterale del campo fino a spingersi in area di rigore dal fondo.
Se dovesse arrivare anche l’inglese, che spazio ci sarebbe per Conceição? Naturalmente meno, ma la stagione è lunga e una variante che a oggi - col mercato aperto - è difficile capire quanto potrebbe essere plausibile è invece quella di un impiego di Conceição a sinistra dove invece sta giocando Mbangula, con Yildiz al centro (ma l’arrivo di Koopmeiners potrebbe cambiare ancora le carte). Parlando proprio di Mbangula, Motta ha sottolineato come decisivo il fatto che «può dare tanto sia a sinistra che a destra», rimarcando l’importanza che hanno per lui i giocatori duttili. Conceição ha giocato veramente poco sulla fascia destra (4 partite col Porto), ma lo si è visto in quel ruolo anche al Europeo. È ovviamente una possibilità tutta da valutare, ma la tendenza a rimanere largo e andare sul fondo potrebbe consentirgli un impiego anche a piede naturale.
Quello che sarà, è banale dirlo, dipenderà dalla volontà di Motta, che non si fa problemi a promuovere o bocciare i suoi giocatori. Le modalità del suo arrivo, con questa strana forma di prestito, rendono difficile dire quanto sia un acquisto "futuribile" da parte della Juventus, quanto cioè ci sia anche la voglia e la volontà di formarlo e aspettarlo, e quanto invece piuttosto sia una specie di provino: se Conceição si mostrerà già pronto avrà il suo spazio, altrimenti ci sono altri pronti a prenderselo e poi chissà. Avere un giocatore come lui in Serie A, comunque, è un buon segno.