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Il taccuino di mercato del Milan di Giampaolo
18 giu 2019
18 giu 2019
Come si costruisce una rosa in linea con le esigenze del tecnico.
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Nei mesi di calciomercato la frustrazione dei tifosi del Milan tocca il suo zenit. È dall'estate del famoso “Mister X” che i rossoneri diventano protagonisti del mercato per motivi sbagliati. Da troppo tempo ormai qualsiasi direzione sportiva sembra incapace di comprare bene: assurdo per la squadra col secondo monte ingaggi della Serie A. Come quasi tutte le società italiane, il Milan non può aspirare ad alcun fuoriclasse e, a parte Paquetà, lo scouting non ha portato nessun talento notevole. A volte sembrano mancare proprio le idee: a differenza di Napoli, Roma e Lazio il Milan sembra incapace di pescare giocatori affermati da botteghe non troppo costose (pensiamo a Mertens già titolare del Belgio dal PSV, o a Correa dal Siviglia).

L'unica estate in cui c'è stata speranza è stata quella - a posteriori funesta - di Fassone e Mirabelli: tanti soldi spesi per giocatori di medio livello acquistati ignorando qualsiasi idea di coerenza tattica. Proprio una visione a monte del progetto sul campo sembra essere ciò che manca da troppo tempo ai rossoneri. Gattuso, il miglior allenatore del post-Allegri, è dovuto scendere a mille compromessi con la rosa per mantenere la linea di galleggiamento. Certo, è possibile fare di meglio, magari con principi tattici più definiti e propositivi rispetto a quelli dell'ultima stagione, ma il tecnico calabrese non ha mai avuto dal mercato risposte coerenti alle sue richieste: «Tante operazioni son state fatte per un discorso di soldi che magari una squadra ci doveva dare. Senza nulla togliere a Laxalt e Castillejo. Avevamo problemi all’interno della UEFA e abbiamo dovuto confrontarci anche con questo. La UEFA ora non ci fa nemmeno fare un certo tipo di operazioni».

Dopo la delusione della corsa Champions il Milan, convinto della necessità di valorizzare il patrimonio tecnico attraverso il sistema di gioco, ha puntato su un allenatore più dogmatico come Giampaolo. Il tecnico della Samp negli ultimi anni ha saputo gestire il player trading del club blucerchiato, adattandosi sempre agli sconvolgimenti del calciomercato, come dimostra il passaggio da Torreira e Zapata a profili diversissimi come Ekdal e Defrel. Tuttavia, mai come quest'anno sarà importante trovare una coerenza di fondo e soddisfare le necessità dell'allenatore: non avrebbe senso ingaggiare un tecnico con esigenze chiarissime per poi offrirgli dei giocatori inappropriati.

Da chi ripartire

Parte dell'attuale organico sembra comunque adatta per le sue idee di gioco. Il Milan di Gattuso era una squadra abituata a un’uscita palla pulita, con giocatori tecnici nel reparto difensiva. Donnarumma coi piedi è diventato una certezza, mentre Rodriguez è perfetto per costruire dal basso e appoggiare il palleggio dei centrocampisti; come nella Svizzera poi, potrebbe alzarsi di qualche metro per far sentire la sua influenza anche in zone più avanzate. Calabria, senza doti tecniche eccellenti ma abituato a partecipare alla circolazione bassa, si troverà a suo agio da terzino bloccato come accadeva ai suoi colleghi della Samp. I dubbi su di lui sono soprattutto atletici, visto che Giampaolo ha sempre dimostrato di amare terzini molto molto forti dal punto di vista fisico.

A centrocampo Biglia, se in condizione, dovrebbe occuparsi senza problemi della cucitura a due tocchi su distanze brevi. Paquetà sarà fondamentale per mantenere palla e dare fluidità negli spazi congestionati in cui si ritrova ad agire il diamante di centrocampo, mentre Krunic palla al piede potrebbe rompere le linee un po' come faceva Linetty, seppur con caratteristiche diverse.

Giampaolo quindi ha alcuni giocatori da cui ripartire senza stravolgimenti. In riferimento a questi è facile individuare anche delle zone scoperte nel Milan che dovranno essere colmate sul mercato per dare a Giampaolo una squadra in linea con i suoi principi.


Il difensore centrale

Grazie al lavoro di Gattuso, già da ora la linea arretrata del Milan è una delle migliori in Serie A, se non la migliore, a costruire con calma sotto pressione. Coadiuvato dal portiere, dal regista basso e da una delle mezzali, il quartetto arretrato rossonero riusciva spesso ad attrarre gli avversari e a trovare l'uomo dietro la linea di pressione: principi cari anche al nuovo allenatore.

Bisogna però considerare che l’atteggiamento della squadra potrebbe essere molto diverso. Forse per le caratteristiche dei suoi centrali, Gattuso non ha mai impostato un Milan bravo a pressare alto: Romagnoli e Musacchio non si trovano a loro agio lontano dalla porta. La difesa bassa era la loro comfort zone. La situazione del capitano rossonero è paradigmatica in questo senso: nessun dribbling subito lo scorso anno, sicuramente merito delle sue doti individuali, ma anche dell'atteggiamento della squadra. In prossimità della linea di fondo gli spazi si comprimono ed è molto difficile saltare l'uomo. Non è un caso che il Milan abbia ad esempio proposto una difesa più aggressiva all'andata contro il Parma, con due velocisti come Abate e Zapata al centro.

Il colombiano potrebbe tornare utile a Giampaolo, tuttavia non ha mai giocato in un sistema difensivo orientato esclusivamente sul pallone. La concentrazione è prerogativa fondamentale per giocare nella linea di Giampaolo: quattro giocatori devono pensare come una sola testa e può bastare davvero un passo in meno in avanti a mandare a monte un piano difensivo imperniato su scivolamenti e applicazione del fuorigioco. Zapata non ha mai dimostrato continuità negli anni al Milan, nonostante sia il difensore rossonero con i picchi di prestazione più elevati: ci avevascherzato sopra anche lui qualche anno fa in un'intervista dopo una sontuosa partita contro il primo Napoli di Sarri. Per questo è necessario innanzitutto trovare un difensore sempre connesso con la partita, che si muova in riferimento ai suoi compagni e che accetti di diluirsi totalmente nel sistema difensivo. Più che un marcatore puro, poi, sarebbe meglio puntare su un profilo abile a difendere di lettura e a muoversi sulle linee di passaggio: Skriniar ad esempio, che all'Inter si è dimostrato eccellente anche nella difesa sull'uomo, nella Samp aveva di rado occasione di far valere la sua superiorità fisica perché era chiamato a mantenere le distanze giuste coi compagni di reparto e aintercettare i passaggi prima che giungessero all'avversario.

Musacchio qualche anno fa sarebbe stato titolare indiscusso. Il Villarreal di Marcelino in fase difensiva prendeva sempre come riferimento il pallone; l'argentino accompagnava bene sia gli scivolamenti laterali sia i movimenti in avanti per accorciare sul centrocampo e alzare il baricentro; in più garantiva una buona gestione del pallone. Purtroppo però ad oggi sembra in declino fisico e potrebbe soffrire il troppo campo alle spalle. Certo, un pressing alto praticato con i giusti tempi proteggerebbe i difensori, ma sarebbe meglio affiancare a Romagnoli – probabilmente titolare – un centrale veloce e impavido nel posizionamento, che alzi di forza la linea difensiva e spinga i compagni di reparto ad accorciare sui compagni più avanzati.

Nome realistico: Omar Colley, classe '92, di proprietà della Samp. Veloce e aggressivo in marcatura, conosce bene la linea di Giampaolo e sa muoversi in sincronia coi compagni. Andersen sembra costare troppo, lui sarebbe un'ottima alternativa.

Nome esotico: Duje Caleta Car, classe '96, di proprietà del Marsiglia. Imponente ma non per questo lento, abituato a giocare in un sistema iper aggressivo come quello del Salisburgo di Rose. Ambizioso nei lanci lunghi, sembra sicuro di sé in fase di distribuzione.


Il trequartista

Secondo molti milanisti esiste una teoria del complotto per cui alle spalle della società attuale in realtà ci sarebbe Silvio Berlusconi. L'ingaggio di Giampaolo è una prova inconfutabile. Il Diavolo finalmente tornerebbe, come è scritto nel suo DNA secondo l'ex Cavaliere, a intimorire gli avversari con il trequartista e le due punte, per essere nuovamente padrone del campo e padrone del giuoco.

Nessun elemento della rosa attuale però sembra adatto ad agire in quella posizione. L'interpretazione del ruolo richiesta da Giampaolo è davvero complicata visto il contesto in cui amano attaccare le sue squadre.

Sampdoria ed Empoli ingolfavano il centro per creare triangoli e linee di passaggio con cui dare costanza al giro palla e, contemporaneamente, avanzare verso la porta. I movimenti del trequartista servivano proprio a sostenere e ad alternare possesso e verticalità. Se la mezzala del lato palla si abbassa per aiutare il regista in palleggio, allora il trequartista deve spostarsi nel mezzo spazio vicino la zona liberata dalla mezzala. Quando invece la costruzione si sposta sull'esterno, allora deve migrare verso il lato palla per creare una catena laterale. Altre volte poi può decidere di scambiare la posizione con la mezzala per smuovere la difesa e dare fluidità al possesso. Sarà interessante in questo senso vedere come il prossimo “numero 10” del Milan combinerà i suoi spostamenti con quelli di Paquetà e Krunic, due interni teoricamente perfetti per Giampaolo che non si fanno problemi ad alzarsi nell'ultimo terzo di campo. Da non dimenticare poi gli inserimenti senza palla. Se non c'è spazio al centro, i tagli interno-esterno di una delle punte invitano alla giocata verticale sul loro movimento. Se l'attaccante si allarga e smaglia la difesa, allora si apre spazio al centro per l'incursione profonda del trequartista, a quel punto finalizzatore più che rifinitore.

Dalla stagione di Giampaolo a Empoli. Maccarone gioca di spalle e permette a Saponara, con cui combina il movimento, di attaccare l'area fronte alla porta.

Gli avversari però conoscono il sistema e puntano sempre ad ingolfare il centro. Senza la proiezione costante dei terzini per dare ampiezza diventa difficile allora costruire. In ognuna delle ultime tre stagioni la Samp ha avuto fasi di stallo offensivo. Giampaolo ha cercato risposte variando di volta in volta tipologie di trequartisti: la tecnica di Alvarez e Ramirez, la frenesia di Bruno Fernandes e la verticalità di Saponara. Nessuno però ha convinto del tutto, anche perché nessuno di loro è un'eccellenza del gioco spalle alla porta.

Allora al Milan potrebbe essere utile trovare un trequartista in grado di resistere all'uomo dietro e di dare continuità al palleggio centrale col dribbling nello stretto e la protezione palla. Serve un giocatore intelligente nel posizionamento, in anticipo col pensiero e col movimento sul marcatore, capace di ricevere, evitare col primo tocco l'intervento avversario e creare vantaggi tra le linee. Difficile prevedere quindi se adatterà lì Paquetà o Calhanoglu. Se l'idea di Giampaolo è quella di aggredire sempre, anche dopo aver perso il pallone, per generare seconde palle, possessi e transizioni in zone pericolose, il turco allora può tornare utile. Già a Leverkusen infatti garantiva un gran numero di tiri e assist a partire da palloni recuperati col gegenpressing. Il caos sembra essere il contesto a lui più congeniale; se però Giampaolo dà più priorità al palleggio che alle doti di recupero palla, per creare con più costanza rispetto agli anni genovesi, allora il suo talento spalle alla porta e nello stretto è insufficiente. Chi sembra invece tagliato fuori è Suso, che non è mai riuscito a sviluppare alcuna ricezione oltre a quella statica in fascia: un concetto inesistente nel calcio di Giampaolo.

Nomi realistici: Tutte le testate danno Giampaolo intenzionato a schierare Paquetà trequartista. Il brasiliano è eccellente spalle alla porta, ma il suo potenziale da mezzala sembra più alto, con la possibilità di partecipare sia al primo possesso sia alla rifinitura; in più da interno potrebbe affinare gli inserimenti da dietro. In queste ore di sta facendo anche il nome di Gaston Pereiro, trequartista del PSV piuttosto fisico e con un grande sinistro. Una specie di controfigura di Ramirez.

Nomi esotici: Oscar Melendo, classe '97, di proprietà dell'Espanyol. Nasce mezzala ma ha dimostrato di poter giocare tra le linee. Non arriva al metro e settanta ma l'intelligenza nei movimenti, la sensibilità nei primi controlli e la tecnica setata gli permettono di far fiorire il suo calcio anche in mezzo ad avversari più corpulenti. Se si vuole qualcosa di più testato nel nostro campionato si potrebbe andare a riprendere dalla Turchia Miha Zajc, già ampiamente testato nel rombo e bravissimo nel piccolo gioco di appoggi del trequartista e negli spazi stretti.


La punta

I 35 milioni spesi per Piatek, oltre alla costanza di rendimento dimostrata, lo rendono quasi sicuramente titolare il prossimo anno. Le sue caratteristiche però non sembrano perfette per il nuovo allenatore. Il polacco non ha una grande varietà di movimenti e la sua influenza si limita all'area di rigore e alle zone limitrofe. Abbiamo conosciuto il sorprendente senso della porta dell'ex Genoa, tuttavia Giampaolo dalle sue punte esige sensibilità palla al piede la capacità di diversificare, a seconda del contesto, posizionamento e ricezioni.

Se al centro non c'è spazio bisogna allargare e allungare le difese con i tagli interno-esterno, anche per offrire l’ampiezza che non sempre gli esterni bassi riescono a garantire. La punta a quel punto riceve e deve avere tecnica a sufficienza per associarsi coi compagni e partecipare alla rifinitura. Altre volte invece, se la squadra sfonda al centro, uno degli attaccanti deve muoversi in appoggio per offrire la linea di passaggio e giocare con precisione di sponda. Al momento in rosa nessuno sembra avere i giusti requisiti: Cutrone attacca bene la profondità e con Gattuso ne ha migliorato il tocco palla, ma sembra ancora lontano dagli standard di Giampaolo. André Silva a Siviglia ha giocato in un attacco a due, ma agiva per lo più al centro e di sponda. Al suo fianco c'era Ben Yedder, il prototipo di seconda punta perfetta per Giampaolo, ma forse fuori portata per il Milan.

L'intelligenza di Quagliarella nel dare continuità alla transizione: si allarga e favirisce l'inserimento al centro di Linetty e di Gabbiadini sul secondo palo. Più ancora dei gol, era incredibile il set di movimenti che offriva l'attaccante napoletano a Giampaolo.

Con gli input inediti di un allenatore come Giampaolo probabilmente Piatek migliorerà il suo repertorio tecnico e di movimenti, ma il suo pezzo forte resta il rapporto con la finalizzazione. Sarà necessario quindi affiancargli un partner intelligente senza palla e, soprattutto, tecnico e associativo, magari con una sana attitudine al dribbling: il sistema di Giampaolo comprime gli spazi ed è inutile sottolineare quanto, nello stretto, sia necessario avere sempre dei buoni dribblatori, forse il limite più grande della Sampdoria. Valeva per il trequartista e vale per la punta: il valore del talento palla al piede si moltiplica se gli spazi si restringono, perché la giocata individuale può porre soluzione a problemi collettivi.

Nomi realistici: Christian Kouamé viene da una grande stagione ed ha già giocato alcuni mesi al fianco di Piatek, sacrificandosi in nome della sua voracità. È una punta in moto perpetuo, perfetto per i tagli interno-esterno e, se c'è da alzare il pallone, per fornire un'alternativa nel gioco aereo da cui creare seconde palle in zona offensiva. Un altro attaccante che ha fatto bene nell'ultima stagione in un sistema simile a quello futuro del Milan, ovvero Farias, che ha giocato sia nel rombo del Cagliari che in quello dell'Empoli, sempre molto bene fino all'area di rigore, dove poi mostra problemi di finalizzazione.

Nomi esotici: Roberto Inglese è in uscita dal Napoli, che lo valuta circa 25 milioni. Un attaccante versatile e bravo a lavorare sia lontano dall'area che in fase di finalizzazone. Si parla anche di Andrej Kramaric, che ha 28 anni e gioca nell'Hoffenheim. Negli ultimi giorni è un nome accostato al Milan, forse anche per la presenza in società di un croato come Boban. Kramaric ha tutto quello che serve alla punta di Giampaolo: ottima tecnica e grande varietà di movimenti, soprattutto incontro. Kramaric ha giocato anche da trequartista e potrebbe quindi sdoppiarsi in entrambi i ruoli del 4-3-1-2. Sarebbe un acquisto sensato, coerente in tutto e per tutto con le idee del nuovo allenatore. Ciò che è mancato al Milan degli ultimi anni.


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