
Ferragosto chi? Il calciomercato è come quei supermercati (o siti di informazione) sempre aperti, che credono così smaccatamente nel capitalismo da non cedere alla tentazione di staccare un attimo, dovesse poi piacergli troppo. Perché facciamo il calciomercato ad agosto? La risposta è ovvia, ma è comunque poco convincente. Se per i colpi più importanti - in questi giorni la Serie A è particolarmente attiva - vi basta aprire X o la Gazzetta dello Sport al bar della spiaggia, questi trasferimenti di nicchia li trovate solo qui: un’idea controintuitiva come poche ma che ci piace mandare avanti.
Antonio Junior Vacca alla Scafatese
«De Zerbi mi ha cambiato la vita. Ho le sue iniziali tatuate addosso». Questa, forse, è la prima cosa che dovete sapere, se non conoscete affatto Antonio Junior Vacca. I due si sono incontrati al Foggia ormai una decina di anni fa e, almeno spiritualmente, non si sono più lasciati. Addirittura quest’inverno era uscita la notizia che Vacca si sarebbe ritirato in estate per diventare un assistente di De Zerbi al Brighton. Stava studiando inglese alla Cambridge Academy (da non confondere con l’università). Ora però lo sappiamo: De Zerbi è andato a Marsiglia e Vacca a Scafati.
A 34 anni per lui è un ritorno tra i dilettanti. Gli ultimi anni della sua carriera sono stati frustrati dagli infortuni ed è il modo più facile per provare a spiegare questo repentino declino: dalla A alla D in poco più di 2 anni. Era stata proprio l’esperienza al Foggia a lanciarlo: Vacca era passato dalla C alla B, fino ad arrivare in A col Venezia. Vederlo sui maggiori palcoscenici era stato divertente: non un fenomeno, ma un regista quasi unico nel suo modo di toccare il pallone e anche nello stile in campo e fuori (fuori non sempre, diciamo, irreprensibile). Curiosità - e forse parziale spiegazione - alla Scafatese gioca un altro Vacca, Raffaele, che è il cugino di Antonio Junior. Anche lui gioca da regista, per cui per la prossima stagione possiamo immaginarci una staffetta Vacca-Vacca, o un dualismo Vacca-Vacca o, perché no, una coppia di centrocampo Vacca-Vacca.
Saud Abdulhamid alla Roma
Più che assurdo, questo acquisto della Roma rompe un po’ il nostro pensiero geografico classista sui colpi di mercato. L’idea è che l’Arabia Saudita compra dall’Europa i calciatori che hanno smesso di credere al calcio come sport, mentre l’Europa compra da tutto il resto del mondo, più o meno, tranne che da loro. Saud Abdulhamid diventerà il primo calciatore saudita nella storia della Serie A, una barriera che prima o poi qualcuno doveva rompere, ma è comunque strano che sia rotta e che questo sia avvenuto mentre la Roma - forse, non è chiarissimo - tratta la cessione in Arabia Saudita del suo miglior giocatore, Dybala.
Con questo pensiero, però, si rischia di fare un torto a Abdulhamid, che è semplicemente un calciatore che in un contesto meno competitivo e visibile ha lavorato duramente per avere un’occasione. Abdulhamid è il terzino titolare dell’Al-Hilal, il miglior club del paese arabo, e arriva da una grande stagione. Ha già 39 presenze con la Nazionale dell’Arabia Saudita e a 25 anni sta entrando nel prime della sua carriera: le prossime stagioni dovrebbero essere le sue migliori. Secondo la Gazzetta dello Sport a invogliare la Roma sono state le ottime recensioni del calciatore da parte di Roberto Mancini, l’attuale CT dell’Arabia Saudita.
A vedere i video delle sue giocate sembra un terzino forte: veloce, tecnico, resistente. La Roma ha un problema quasi atavico con questo ruolo. Difficile pensare che Abdulhamid possa risolverlo, ma per appena 2.5 milioni vale la pena di provare: nel mondo globalizzato di oggi, tutti i mercati possono essere ottimi mercati: basta trovare l’occasione giusta.
Cher Ndour al Besiktas
Cher Ndour dovrebbe essere uno dei più interessanti talenti del calcio italiano. Cresciuto nell’accademia del Benfica, si era fatto notare nella vittoria della Youth League 2022 e poi con l’Italia Under 19 che aveva vinto l’Europeo. Ndour era rimasto però ai margini della prima squadra, in un club che non si fa problemi a far giocare giovani e giovanissimi. L’estate scorsa allora Ndour aveva deciso di trasferirsi al PSG, una mossa azzardata. In Francia aveva giocato appena pochi minuti, prima di tornare in Portogallo in prestito, al Braga. Al Braga aveva giocato un po’ di più, ma poco sia rispetto all’idea del suo talento, sia a quanto dovrebbe farlo un giovane della sua età in un contesto simile.
Ora questo nuovo prestito, al Besiktas. In Turchia le tre squadre al vertice - Besiktas, Galatasaray e Fenerbahce - stanno investendo molto sul mercato, ma non è un campionato per giovani, soprattutto per giovani che arrivano dall’estero. Cosa vuol dire questo passaggio di carriera per Ndour? Sicuramente, soprattutto in campionato, Ndour troverà un contesto buono per il suo calcio, è una mezzala tecnica a cui piace toccare molti palloni, ma riuscirà a trovare spazio in una squadra che deve provare a vincere sempre? Finora le sue partite tra i professionisti sono state troppo poche e l’idea di aumentarle al Besiktas non sembra proprio la più plausibile. Noi, comunque, ci speriamo ancora.
El Khouma Babacar al Boluspor
Al Boluspor - club della Serie B turca, con sede a Bolu - volevano onorare questa stagione e hanno pensato: perché non prendere Babacar? Dopotutto siamo tutti ancora fermi lì, a quella frase di Prandelli: «Dal punto di vista calcistico, Babacar ha prospettive illimitate». Se, magari, non siete aggiornati sulla vita di Babacar: la sua ultima esperienza in A è stata al Lecce, nel 2019/20 (quella della pandemia). 3 gol in 25 presenze e una retrocessione piuttosto incredibile. Poi Babacar ha fatto un primo viaggio in Turchia, all’Alanyaspor. Neanche malissimo: prima stagione, 12 gol.
Poi a luglio Babacar si era sentito male durante un allenamento. Le prime voci avevano parlato di un infarto, invece era uno spasmo cardiaco. A dicembre, comunque, l’Alanyaspor non lo aveva riscattato dal Sassuolo. A gennaio era un nuovo giocatore del Copenaghen. A questo punto, magari, l’idea di un Babacar capace di segnare in tutte le partite gol bellissimi come se giocasse sempre contro l’Inter era già tramontata, ma forse non potevamo neanche aspettarci questo, ovvero: gol all’esordio e poi la scomparsa, piuttosto letterale. Da gennaio 2022 a oggi (30 mesi dopo) Babacar ha giocato in totale 621 minuti di calcio, meno di quelli che vi servirebbero per leggere gli articoli di questa settimana di Ultimo Uomo (credo, visto che non abbiamo più i minuti di lettura, magari ve ne siete accorti).
In ogni caso siamo qui a celebrare Babacar e la sua presenza nel mondo. Non sappiamo dirvi come andrà questa sua stagione calcistica, ma vi farà piacere sapere che Bolu sembra un posto pazzesco: è conosciuta in tutta la Turchia per le sue terme, tra le migliori al mondo. Inoltre la città è punto di partenza per diverse piste di sci. Se non gli piace sciare (non il massimo per un calciatore) Bolu è circondata da foreste e dal lago di Abant, di cui vi invito a vedere le foto: sembra il Trentino. Cucina? Top, soprattutto per quanto riguarda i piatti a base di pollo.