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Perché il Napoli vuole riportare Casadei in Italia
09 gen 2025
Cosa può dare il centrocampista italiano al Napoli.
(articolo)
7 min
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IMAGO / Pro Sports Images
(copertina) IMAGO / Pro Sports Images
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Nella conferenza stampa prima della partita con la Fiorentina, dopo averci girato intorno per qualche minuto, invocando calma e pazienza, Conte è arrivato al punto: «Mancano dei tasselli, cosa che altre squadre hanno, sono complete». È da quando si è capito che il Napoli avrebbe potuto competere per lo Scudetto che sui giornali si parla delle richieste di rinforzi dell’allenatore. Effettivamente, confrontando i minutaggi del Napoli con quelli di Atalanta e Inter, è facile notare come siano differenti: in Serie A Gasperini ha impiegato per almeno 500 minuti 16 giocatori, Inzaghi 15, mentre Conte appena 12, e cioè la formazione titolare più Neres (che poi: 570 minuti, meno della metà dell’undicesimo più usato, Kvaratskhelia), lasciando le briciole alle altre riserve. Certo: da quando è uscito dalla Coppa Italia il Napoli può concentrarsi su un'unica competizione, ma la squadra appare comunque da completare.

Finora dal mercato è arrivato Luis Hasa, che però è difficile immaginare possa essere già da subito impiegato da Conte, e stava per arrivare Cesare Casadei, anche se oggi la trattativa che ieri sembrava chiusa, ha subito delle complicazioni. Di lui si parla da diversi anni, da quando è passato dall’Inter al Chelsea nell’estate del 2022 senza aver mai giocato in prima squadra, ma è davvero quello che serve a Conte per avere un 13° giocatore di cui fidarsi?


PERCHÈ CASADEI
È una domanda lecita, perché - storicamente - l’allenatore del Napoli preferisce lavorare con giocatori già “formati”. Al primo anno di Inter, in una situazione simile, con la squadra in lotta per lo Scudetto, ma un po’ corta, dal mercato erano arrivati Victor Moses e Ashley Young, due profili molto diversi da Casadei, per età e status.

Certo, Casadei dovrebbe arrivare a titolo definitivo, per circa 10 milioni si dice (anche se il Chelsea ne vorrebbe 15), ed è quindi da considerare prima di tutto un’occasione; un giovane da formare con il tempo, con la speranza che possa diventare il tipo di calciatore che abbiamo visto nelle giovanili, e cioè un centrocampista molto forte. Sembra che già in estate Manna, il DS del Napoli, avesse provato a prenderlo dal Chelsea, imbastendo uno scambio con lui e Lukaku per Oshimen, che però non era andato in porto. A stravedere per lui poi pare sia anche Cristian Stellini, il vice di Conte, e fu lo stesso allenatore ad aggregare Casadei in prima squadra quando era all’Inter, seppur solo per gli allenamenti. Inoltre essendo un under 22 non occupa uno slot tra i 25 disponibili per la Serie A, lasciando eventualmente spazio a nuovi arrivi dal mercato di gennaio.

Insomma, ci sono tanti motivi per considerarlo un acquisto per il futuro, eppure come detto a Conte servono giocatori pronti già ora, soprattutto a centrocampo, dove la rotazione è praticamente inesistente e da cui bisogna togliere Folorunsho, destinato alla Fiorentina (ma che in stagione aveva giocato appena 35 minuti in Serie A). Scott McTominay e André-Frank Zambo Anguissa, infatti, non hanno praticamente ricambi e se è vero che il Napoli è impegnato solo in Serie A, nel calcio di oggi è necessario avere dei giocatori che possano entrare a partita in corso e dare un contributo importante. Contro il Venezia, per dire, è stato Raspadori a sostituire il camerunese come mezzala. E nonostante abbia segnato il gol vittoria, è difficile considerarla una soluzione sul lungo periodo.


COSA PUÒ DARE CASADEI AL NAPOLI
Prima di parlare di cosa può dare Casadei al Napoli, bisogna dividere in due parti la sua carriera. C’è quella nel calcio giovanile che è stata folgorante come raramente si vede in Italia, ricca di successi e soprattutto di gol: nel 2021/22 ha vinto lo scudetto Primavera con l’Inter, segnando 14 gol da centrocampista, tra cui uno nella finale contro la Roma; mentre nel 2023 è arrivato in finale al Mondiale U20 con l’Italia, vincendo il premio di miglior giocatore e di capocannoniere della competizione con 7 gol. E poi c’è quella tra i professionisti, che al momento non decolla, pur avendo 22 anni, che non sono certo molti ma neanche pochissimi per un calciatore. Casadei ha giocato 1112 minuti al Reading in Championship tra gennaio e giugno del 2023, 1112 minuti la scorsa stagione al Leicester, sempre in Championship, mentre quest’anno è fermo a meno di 500 minuti giocati col Chelsea, quasi tutti disputati in Conference League dove Maresca ha schierato la seconda squadra. In totale fanno 2700 minuti circa, di cui appena 71 in Premier League.


Nelle ultime due stagioni con Maresca, al Leicester prima e al Chelsea poi, Casadei ha abbassato la sua posizione giocando più da mediano davanti alla difesa che non da mezzala come faceva in Primavera. «Quest'anno lo stiamo utilizzando come mediano», ha detto l’allenatore del Chelsea dopo la vittoria con il Gent, «Il motivo è che stiamo andando verso una direzione in cui a centrocampo servono giocatori fisici. Cesare è molto grosso, fisicamente è forte e ci aiuta quando vogliamo pressare. Con la palla, sta migliorando molto. Stasera ha giocato a un tocco, quindi siamo molto contenti».


In un contesto non troppo competitivo per il Chelsea come quello della Conference, e in una squadra ricca di giocatori offensivi, Casadei si è adattato al nuovo ruolo, giocando davanti alla difesa e interpretando i suoi compiti con pazienza e precisione senza strafare: le sue partite sono ricche di controlli orientati per sfuggire alla pressione e passaggi a uno o due tocchi, di palloni recuperati.

casadei chelsea

Trasmissione del pallone da mediano, lezione 1.0.


È difficile però che Conte decida di usarlo come mediano davanti la difesa, vista la presenza di Lobotka e Gilmour in quel ruolo, anche se parliamo di due giocatori sicuramente di stazza diversa, che non hanno la stessa fisicità che può portare Casadei davanti alla difesa (ma offrono tutta un'altra gamma di capacità nella gestione del pallone che non ha l’italiano). L’idea è che allora al Napoli possa tornare al suo ruolo originario, e cioè la mezzala che si inserisce partendo da dietro, che usa il suo fisico per occupare l’area di rigore, la sua tecnica per creare qualcosa negli ultimi 16 metri. Idealmente, come ha detto il suo primo allenatore al Cesena, Casadei «per caratteristiche è un calciatore molto simile a McTominay, potrebbe essere il sostituto ideale».


Effettivamente i due si somigliano molto per struttura fisica e condividono anche una certa capacità di far sentire i propri centimetri in area di rigore. Casadei, fino a prova contraria, è uno dei centrocampisti migliori nel colpo di testa al mondo. Lo era almeno nel calcio giovanile, dove ha segnato più della metà dei suoi tanti gol con questo fondamentale. Ovviamente non domina allo stesso modo tra i professionisti, ma gli ultimi due gol segnati con il Leicester (su tre totali) sono arrivati di testa. Questo contro il Millwall è abbastanza indicativo di quello che potrebbe dare Casadei al Napoli. Prima recupera palla, poi se ne libera e attacca l’area di rigore. Quando arriva il cross sovrasta il suo avversario in maniera quasi imbarazzante.


Certo, McTominay non gioca nel Napoli solo perché è forte di testa, e la ricchezza e la quantità delle cose che sa fare lo scozzese sono anche troppo sottovalutate. Casadei non ha lo stesso dinamismo (McTominay è costantemente tra i giocatori che corre più chilometri in campo) e neanche la stessa finezza tattica per interpretare questo doppio ruolo che gli chiede Conte, cioè mezzala senza palla e seconda punta con la palla, ma insomma il materiale fisico c’è. Se Casadei non è riuscito a imporsi nel calcio inglese, in Italia avrà certo vita più facile in tutto ciò che riguarda l’intensità, i duelli con gli avversari, la capacità di resistere alla pressione avversaria e correre in conduzione. Non è un centrocampista con grande visione, o che sappia fare molte cose col pallone, ma appunto al Napoli serve anche qualcuno che sappia giocare senza il pallone, approfittare degli spazi che aprono Kvaratskhelia e Lukaku.


Il Napoli segna poco, 30 gol finora, una quindicina meno di Inter e Atalanta, e se fare gol non è solo merito dei singoli giocatori, Casadei è uno di quei centrocampisti "che porta gol", che può segnare entrando dalla panchina contro squadre stanche, approfittando di calci da fermo, attaccando l’area di rigore o anche calciando da fuori. Che può giocare al posto di McTominay, o magari anche di Anguissa, in un Napoli meno equilibrato (non ha le stesse letture difensive) ma con più armi per attaccare l’area di rigore.

Non è detto però che avrà spazio già da subito dovesse andare al Napoli. Il salto da giocare saltuariamente nella B inglese a competere per lo Scudetto è piuttosto lungo e il Napoli sta cercando di prendere Frattesi, o comunque un altro centrocampista. Forse per Casadei sarebbe stato meglio un passaggio intermedio, una squadra dove possa giocare tanto e magari con pressioni minori come si diceva del Torino (che poi, dove ci sono pressioni minori in Serie A?). In ogni caso un suo ritorno in Italia è auspicabile: fino a un paio di anni fa Casadei sembrava veramente potesse essere il futuro della nostra Nazionale e riportarlo a casa per vedere a che punto è il suo sviluppo e quanto ha da offrire già oggi, e nei prossimi anni, vale l'investimento economico.

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