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Okafor può davvero aiutare il Napoli?
06 feb 2025
Arriva come vice Neres, ma con caratteristiche diverse.
(articolo)
6 min
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IMAGO / Sportimage
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Dopo la cessione di Khvicha Kvaratskhelia al PSG per giorni si sono rincorse le voci sul possibile sostituto. Il calciomercato è così: puoi piangere e disperarti per qualche ora, poi bisogna tornare a sognare, o almeno sperare. Al Napoli sono stati accostati prima Garnacho, poi Adeyemi, poi via via una lista di giocatori sempre un po’ inferiori, almeno sulla carta. Alla fine, all’ultimo giorno utile, dopo che è saltato anche Allan Saint-Maximin, è arrivato dal Milan Noah Okafor, che più che l’erede del georgiano sembra una pezza messa per provare a tappare un buco. Anche la formula del suo trasferimento - un prestito oneroso con un diritto di riscatto fissato a 23,5 milioni di euro - non fa pensare alla volontà del Napoli di puntare sullo svizzero per il futuro.

Okafor è però anche l’unico vero acquisto del Napoli in questo mercato di gennaio (Billing e Hasa sembrano già meno che comparse), l’unico che potrebbe aiutare la squadra nella serratissima sfida con l’Inter per la vittoria dello Scudetto. È interessante allora provare a vedere se il suo arrivo sia stata una precisa scelta tattica o solo l’obbligo di “fare qualcosa” da parte della società, anche solo per occupare la casella vuota di vice-Neres in attesa dell’estate.

OKAFOR COME VICE NERES
Partiamo dalla condizione fisica: Okafor era già stato ceduto dal Milan al Red Bull Lipsia a inizio mercato, ma non aveva superato le visite mediche. Il motivo sembra fosse da ricercare in un infortunio muscolare al polpaccio: l’attaccante aveva bisogno di due/tre settimane per recuperare ma il club tedesco voleva un calciatore pronto subito e lo aveva rispedito al mittente. Ora però quell’infortunio dovrebbe essere smaltito: Okafor ha giocato qualche minuto contro la Dinamo Zagabria il 29 gennaio e nel Derby era in panchina.

Certo, sono gli unici 8 minuti giocati negli ultimi due mesi, e non sono stati un granché. Okafor è sembrato imballato, come spesso succede dopo un infortunio che richiede tempo e allenamenti per trovare la forma ottimale. Secondo i tifosi del Milan lo svizzero era anche sovrappeso (e si mormora sia stato quello il motivo della rinuncia del Lipsia), ma la sua sembra più una questione di corporatura - fianchi larghi, gambe grosse - che non troppi chili da smaltire. Manna ha comunque confermato come Okafor sia «un po’ indietro per i nostri parametri, lavoriamo in un certo modo. Ha bisogno di un po’ di tempo per rientrare in condizione». Questa non è una buona notizia per Conte: al Napoli mancano 15 partite, tutte in campionato e tutte decisive, e, anche per lo stile di gioco della squadra, servono calciatori al 100% da subito, non tra un mese.


Il Napoli è una squadra che, oltre la tecnica e la tattica, sembra funzionare sull’energia dei suoi giocatori, sulla capacità di alzare l’intensità quando serve, sacrificarsi per un compagno, fare tutte quelle piccole cose che aiutano il risultato. Se un calciatore non è in grado di farlo anche in pochi minuti, non vede il campo (e in questo Napoli non lo stanno vedendo in molti).


Neres, arrivato in Italia con l’etichetta sbagliata di calciatore dribblomane e fumoso, è molto più costante di quello che gli viene riconosciuto e praticamente dal suo esordio si è integrato perfettamente con la squadra e le richieste di Conte. Se il dribbling (2.10 riusciti per 90’ su 3.93 tentati, numeri quasi identici a quelli di Leao) e la rifinitura (0.37 assist per 90’, 4° in Serie A) sono le sue migliori qualità, il brasiliano fa tante cose per questo Napoli: conduzioni palla al piede, viene dentro il campo, occupa l’area di rigore. Contro la Juventus si spostava a destra per sovraccaricare quella zona. Senza palla invece agisce quasi da esterno a tutta fascia, con ripiegamenti difensivi spesso molto profondi.

Anche per questo avere un suo cambio è importante: Neres non può essere sempre lucido nei '90, o comunque sempre al 100% sia a livello atletico che mentale per caricarsi questo lavoro. Contro la Roma al suo posto è entrato Mazzocchi, con il Napoli che si è messo con il 3-5-2. Il pareggio arrivato nel recupero non è solo colpa di questo cambio, ma non si può ignorare il suo significato. Okafor dovrebbe proprio risolvere questo problema, passare da un giocatore dalle caratteristiche di Neres a uno dalle caratteristiche di Mazzocchi.

La mappa dei suoi interventi difensivi, via Statsbomb.


In questo è ovviamente un miglioramento, anche se Okafor è un esterno molto meno completo di Neres. Non è un giocatore di conduzioni o particolarmente associativo. Come ala è piuttosto monotematico: quando riceve può puntare l’uomo per entrare dentro al campo o arrivare sul fondo. In questa stagione nel Milan lo svizzero ha provato 5.28 dribbling per 90’ di cui 3.32 riusciti. Numeri ottimi, ma che non hanno portato a molto: Okafor effettua 0.78 passaggi chiave per 90’ (meno della metà di Neres) e crea 0.09 xA e 0.29 xG sempre per 90’, un po' poco. Sono numeri condizionati anche dalle contingenze: in questa stagione non solo ha giocato poco, ma non è mai sembrato molto coinvolto nell'impianto tattico voluto da Fonseca.

oka1

Qui ad esempio salta l’uomo con un bello spunto, ma poi abbassa la testa e crossa a caso dove non c’è nessun compagno.


Con Pioli è andata un po' meglio, ma in generale Okafor non è riuscito a confermare quanto di buono aveva fatto vedere al Salisburgo. Lo svizzero non è mai riuscito a impensierire i titolari, finendo per occupare questo ruolo da riserva duttile, buttato in campo da ala o da centravanti all’occorrenza, ma senza dare l’idea di avere una sua collocazione tattica precisa, o di poter aiutare il Milan in un contesto tattico ben preciso, oltre qualche giocata estemporanea.

All’inizio il suo impatto dalla panchina era stato anche buono, grazie a qualche gol decisivo segnato nei minuti finali, ma alla lunga è diventato un corpo estraneo, come evidenziato nella partita contro lo Slovan Bratislava. Schierato titolare da Fonseca, è stato sostituito a fine primo tempo senza aver combinato nulla.


UNA SOLUZIONE ALTERNATIVA O UNA MISTICA?
C’è però da dire che Okafor arriva in una squadra che segna poco. Nessuno è in doppia cifra e dopo i 9 gol di Lukaku si passa ai centrocampisti. Neres e Politano hanno segnato due gol a testa, e non sono ali con un grande istinto verso la porta. Lo svizzero invece sa muoversi bene in area di rigore, non solo grazie a un fisico da centravanti, ma anche per una più intangibile capacità di trovarsi al posto giusto al momento giusto. 

Okafor quindi può dare il suo contributo non tanto sostituendo Neres nei tanti compiti che svolge (o anche Politano in emergenza: ha giocato anche a destra), ma piuttosto agendo come attaccante ombra, partendo dall’esterno per occupare l'area di rigore o direttamente giocare più vicino a Lukaku (con Giroud non si era trovato malissimo) in un 3-5-2 o magari addirittura in una sorta di 4-2-4 che si è visto, raramente, in questa stagione al Napoli. Inevitabilmente arriverà per il Napoli la partita bloccata, contro squadre chiuse, dove far piovere cross o affidarsi alle iniziative individuali dei giocatori. Okafor magari può tornare utile in questi momenti. Certo, in quel ruolo ci sono anche Raspadori e Simeone, che fin qui si sono divisi le briciole, e non è chiaro perché lo svizzero dovrebbe essere meglio in questo momento, arrivando da fuori e in una condizione precaria.

Insomma, più che un'alternativa a Neres, o a un altro dei titolarissimi, Okafor sembra poter svolgere un ruolo quasi mistico, cercare di svoltare qualche partita, anche una potrebbe bastare, occupando l'area di rigore o inventando una giocata in fascia. Non sembra la figura ideale per il gioco di Conte e per questo Napoli, che generalmente le partite le vince prima, per poi provare a gestire il vantaggio. Vista così a Conte sarebbe servito un giocatore più diretto e autosufficiente, ma anche più pronto. Questo però gli ha portato il mercato e questo si dovrà far bastare. Se la sua cura può funzionare anche con Okafor lo scopriremo presto.

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