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I trasferimenti più esotici dell'estate 2024
03 set 2024
Movimenti di mercato che vi daranno alla testa.
(articolo)
10 min
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Non ci sono più Zidane al Real Madrid, dopo che anche Théo, ultimo rimasto dei fratelli, ha firmato per il Córdoba, ma c'è alla Nuova Sondrio, uno Zinedine paraguayano che di cognome fa Caballero e arriva, insieme al fratello Ronaldo, per giocare la Serie D in Valtellina. Jurgen Locadia si è accasato all'Intercity, club della terza serie spagnola quotato in borsa, mentre Ruben Kluivert, fratello di Justin e figlio di Patrick, è finito al Casa Pia, club portoghese nato da un'istituzione caritatevole per orfani e fanciulli bisognosi e oggi di proprietà della famiglia Platek, che controlla anche lo Spezia.

Filippo Brocchi, figlio di Cristian, è un giocatore del Rayo Vallecano, mentre Tiago Mamede, figlio dell'ex Reggina José, è passato all'Estrela Amadora, dove avrà come compagno il primo singaporiano del campionato portoghese, il classe 2004 Nur Asis, cresciuto nei Lion City Sailors.

L'estate 2024 è stata quella del montenegrino ex Palermo Uros Djurdjevic all'Atlas, di Oliver Torres al Monterrey, di Cristiano Piccini all'Atlético San Luis, e di molti altri trasferimenti dal gusto decisamente esotico.


Ignacio Pinilla al Wiliete

Il primo calciatore cileno nella storia del campionato angolano, fino a poche settimane fa, trasportava persone tra gli eucalipti di Curauma in qualità di autista per Uber. Terminato il contratto con il Deportes Concepción a fine 2023, Ignacio Pinilla, attaccante classe '95 da seconda e terza serie del calcio cileno, senza pagina su Wikipedia, si era dovuto riciclare in attesa di offerte. Il suo agente Diego Sepúlveda gli ha aperto le porte dell'esotico Girabola, facendolo approdare non in una delle grandi d'Angola, ma nel Wiliete S.C., club fondato nel 2018 a Benguela da Wilson Faria, fuoriuscito dal 1° de Maio e premiato nel 2023 come dirigente dell'anno.

Tre aerei (Santiago-San Paolo, San Paolo-Luanda, Luanda-Benguela) per scoprire il caldo umido, le spiagge, l'estrema povertà, una dieta con molto pesce e un campionato fisicamente duro, con giocatori forti. Sepúlveda, dopo aver conosciuto per caso due cileni che vivevano in Angola da decenni, aveva da tempo un sogno: portare calciatori angolani in Cile e cileni in Angola.

Dopo anni di foto con imprenditori sorridenti e bandiere rossonere con machete e ruota dentata ci è finalmente riuscito e non sembra più in grado di smettere: subito hanno firmato per il Wiliete altri due cileni, l'ala sinistra classe 2000 Tomás Pino e il trequartista classe '98 Michel Quezada. Stando al procuratore, ovviamente, l'arrivo nel paese africano non significa, come potrebbero pensare molti, la morte civile: il Girabola è un trampolino, un torneo seguito con interesse anche da club europei. Pinilla, in ogni caso, si gode lo stipendio: il Wiliete paga come una squadra di metà classifica della massima serie cilena e, ancora meglio, paga in dollari.

Josh Eppiah all'Amazonas

Un calciatore belga, rimasto senza squadra dopo due prestiti al Northampton Town, si ritrova a lottare nella Serie B brasiliana nel bel mezzo della foresta amazzonica. Josh Eppiah, cresciuto nel settore giovanile del Leicester City insieme ai vari Choudhury e Dewsbury-Hall, attraversa l'Atlantico per vestire la maglia di un club particolare, l'Amazonas FC, fondato nel 2019 da dirigenti di diverse squadre di Manaus e impostosi sulla scena calcistica grazie, essenzialmente, ai soldi. La scalata, in appena cinque anni, è stata vertiginosa: vittoria della seconda divisione del Campeonato Amazonense, terzo posto nella prima divisione che vale l'accesso alla Serie D nazionale, quindi doppio salto di categoria.

Per la partita decisiva per la promozione in B all'Arena da Amazonia c'erano più spettatori che per Inghilterra-Italia dei Mondiali 2014. Il tutto non senza polemiche, in particolare per i fondi pubblici arrivati grazie agli emendamenti presentati dalla parlamentare statale Joana Darc, tifosa e anche moglie di uno dei principali sponsor del club. È bello pensare che i soldi dei contribuenti siano serviti a pagare lo stipendio di Eppiah, che per ora si è limitato a commentare la situazione climatica: «Qui il clima è ridicolmente caldo. La mia famiglia è nigeriana e in Nigeria fa caldo, ma qui è un altro tipo di calore. Penso che questo per me sarà un ostacolo».

Gareth Barry all'Hurstpierpoint

Hurstpierpoint è un paese di 7112 abitanti nella contea del West Sussex: vanta alcuni boschi, un torrente, un bel palazzo di epoca elisabettiana, una fiera che si tiene ogni primo sabato di luglio ormai da secoli e, per la stagione 2024-25, anche l'ultimo reduce di Euro 2000 ancora in attività. Gareth Barry, detentore del record di presenze in Premier League, a quattro anni dal ritiro ha infatti deciso di tornare a giocare, anche se solo nella Mid Sussex League Championship, teorico dodicesimo livello del calcio inglese. Il merito è da attribuire a Michael Standing, amico d'infanzia e poi agente del centrocampista, che da questa stagione siede sulla panchina dei Bluedogs: Barry si è presentato a un allenamento e, per usare le parole del presidente Dudley Christensen, “gli siamo piaciuti. Non credo giocherà tutte le settimane, ma è un grande acquisto e aumenterà la nostra visibilità. Farà quel che vuole fare, può giocare dove vuole ma mi aspetto che si metta davanti alla difesa”.

Tra le cose per cui è noto Gareth Barry.


João Mendes al Burnley

Essere figli di Ronaldinho può non essere facile: sarà per questo che, dopo essere passato, ancora bambino, dalle scuole calcio di Flamengo, Vasco da Gama e Boavista RJ, l'approdo di João Mendes al Cruzeiro, all'età di tredici anni, arriva in un relativo anonimato. A suggerirlo al club è il padre di un amico e a dare il via libera è il consigliere Jorge Washington: curiosamente, nonostante un padre calciatore e uno zio procuratore, è la madre, Janaina Mendes, a occuparsi di tutto. Il segreto non dura molto: un allenamento del ragazzo in una scuola del Paris Saint-Germain a Brasilia finisce sui giornali e il giovane João diventa il figlio di Ronaldinho.

Attaccante veloce e tecnico, prima o seconda punta, nel 2019 firma il suo primo contratto con il Cruzeiro, che a febbraio del 2022 decide di lasciarlo andare. Essere figli di Ronaldinho può avere comunque i suoi vantaggi: dopo quasi un anno senza squadra, João ottiene, grazie agli ottimi rapporti di papà e zio con Joan Laporta, un periodo di prova con il Barcellona. Le voci sostengono che gli allenatori blaugrana non siano così entusiasti del giocatore, ma che sia il presidente Laporta a insistere per confermarlo: alla fine è Ronaldinho stesso ad annunciare che si farà vedere più spesso da quelle parti, visto che ora il figlio è del Barcellona. Ufficializzato a marzo 2023, viene inserito nel Juvenil B per poi passare, nella stagione successiva, al Juvenil A: sui social girano video di sue giocate non particolarmente illuminanti e, a mettere insieme le voci, pare che la sua posizione in campo sia progressivamente mutata e che, da esterno offensivo a destra, si sia trasformato in un terzino sinistro.

Sul perché, scaduto il suo contratto al Barcellona, sia finito a Burnley, un luogo dove sembra così difficile immaginarsi Ronaldinho, in un club che deve la sua fama nel XXI secolo a un allenatore che si nutriva di lombrichi, si può solo speculare: qualcuno ha ipotizzato che l'attuale direttore dello scouting del Barcellona, Paulo Araujo, vicino a Jorge Mendes, unica precedente esperienza nel settore quella di consulente part-time del Burnley, abbia utilizzato i suoi contatti con il club inglese. Dove, in ogni caso, sono molto cauti: Scott Parker ha definito il figlio di Ronaldinho, che dovrebbe far parte della squadra under 21, un progetto, invitando a non esagerare con l'entusiasmo.


Stevy Okitokandjo al Forlì

Passare in sei mesi dalle trasferte al Gran Parque Central di Montevideo alle gare interne al Tullo Morgagni non è da tutti, ma alla base della bizzarra carriera di Stevy Okitokandjo, punta centrale classe '94, c'è uno strano brutto scherzo dei genitori, congolesi emigrati ad Haarlem. L'estate del 2002 è un momento esaltante per il piccolo Stevy, che parte per le vacanze in Belgio, a trovare alcuni parenti, sapendo di essere entrato nel settore giovanile dell'Ajax. Ma le settimane passano, gli altri bambini tornano a casa per l'inizio delle scuole e la famiglia Okitokandjo non accenna a ripartire.

Dopo due mesi, quando vede arrivare il letto, l'armadio e tutti i suoi oggetti, Stevy capisce che non di una vacanza si tratta, ma di un trasloco: addio sogni di gloria con i Lancieri. Inoltre i genitori, che considerano gli studi più importanti del calcio, rifiutano tutte le offerte dei club interessati all'attaccante. Solo a diciassette anni gli è permesso di unirsi alle giovanili del Gent, ma il seguito è costellato di coincidenze sfortunate: il Mechelen si oppone alla cessione al NAC Breda l'ultimo giorno di mercato; un contratto con il Beerschot sfuma per un incidente d'auto capitato il giorno della firma a causa di una ruota manomessa da un vicino geloso; il Leixões lo nota per caso e lo porta in Portogallo, ma il club è, a suo dire, dominato da una sorta di mafia; in prestito all'Olhanense finisce a dormire allo stadio per mesi, invece che nell'appartamento promessogli, a causa di alcuni problemi finanziari.

A Olhão, però, incontra il presidente del club Igor Campedelli, già passato dalla presidenza del Cesena, che diventerà, in qualità di direttore esecutivo della Sferico Sports, il suo procuratore, facilitandone l'arrivo a Forlì. Nel frattempo ha vinto la classifica marcatori della Coppa del Portogallo 2019/20 con la maglia del Benfica di Castelo Branco ed è diventato il primo olandese a segnare nel campionato venezuelano, indossando la maglia del Puerto Cabello anche in quattro gare di Copa Libertadores.

Martin Braithwaite al Grêmio

Ricco proprietario immobiliare nato in una famiglia di imprenditori, Martin Braithwaite, grazie agli investimenti con lo zio in appartamenti a New York e grattacieli nel New Jersey, può permettersi di giocare dove gli pare. Risolto a sorpresa il contratto con l'Espanyol, l'attaccante ha deciso di tornare alle origini e riscoprire la passione per il Brasile. Il papà, guyanese, lo invitava, da piccolo, a prendere spunto dai calciatori brasiliani, e Martin ha sempre preso la cosa sul serio, suscitando anche qualche malumore quando, all'età di sette anni, dopo la vittoria del Brasile sulla Danimarca a Francia '98, gira per Esbjerg con il volto dipinto di verde e oro. Importante, nella scelta di firmare per il Gremio, anche la figura di Leonel Villeroy, preparatore personale originario proprio di Porto Alegre. Con la lingua se la cava e vorrebbe imparare a ballare la samba.


Rio Mavuba al Bordeaux

Forse il più forte calciatore di sempre a essere nato in acque internazionali, mentre la famiglia fuggiva dalla guerra civile in Angola, Mavuba ha comunque trovato una patria: la Francia, di cui ha acquisito la cittadinanza nel 2004, ma in un certo senso anche il Bordeaux, club nel cui settore giovanile è cresciuto, fin dall'età di nove anni, stringendo in adolescenza una forte amicizia con Mathieu Valbuena.

Lasciati i Girondini nel 2007, dopo quattro stagioni in prima squadra, a fine carriera Mavuba è tornato al Bordeaux, iniziando nello staff tecnico della squadra riserve, continuando come vice-allenatore dell'Under 19, per arrivare oggi ad allenare l'Under 15 e assumere un ruolo come formatore, seguendo i giocatori adolescenti sul piano sportivo, scolastico e sociale. Ora, nel momento del bisogno, dopo la perdita dello status professionistico e la retrocessione in National 2, quarta serie francese, Mavuba non ha esitato, a quaranta anni di età e a cinque anni dal ritiro dal calcio giocato, a tesserarsi e a mettersi a disposizione, in caso di bisogno, del Bordeaux. Sul suo stato di forma, al momento, pochi dubbi: lo scorso 11 agosto ha completato la sua prima maratona in tre ore e cinquantadue minuti, seguendo lo stesso percorso della gara dei Giochi Olimpici di Parigi.


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