La Juventus vista fin qui, cioè qualche amichevole più tre partite ufficiali, è il frutto dei primi due mesi di lavoro di Thiago Motta, più che la sua versione definitiva. L’allenatore ha infatti dato fiducia a chi era presente dall’inizio (Savona e Mbangula), azzerando le gerarchie e iniziando solo a costruire quello che sarà. La direzione però è chiara, e anche il mercato, chiuso nei giorni finali con gli ultimi, importanti acquisti, va in una direzione precisa.
L’idea è quella di avere una squadra ricca di giocatori versatili, che coprano tanto campo, che sappiano scambiarsi di posizione e diano sicurezza sia in fase di attacco posizionale sia in transizione, offensiva e difensiva. Una squadra che riesca a disordinare l’avversario e a mantenere però il proprio equilibrio, in grado anche di garantire una tenuta difensiva equilibrata.
Per farlo Motta ha chiesto una piccola rivoluzione sul mercato, che forse non è ancora finita. In rosa però c'era già un giocatore che avrebbe potuto rappresentare una garanzia viste le richieste del nuovo allenatore: Andrea Cambiaso. Motta lo ha schierato terzino destro all’esordio contro il Como, poi come ala destra nelle successive due partite (anche per via dell’infortunio di Weah). Proprio la catena di fascia Cambiaso-Locatelli-Weah è quella che l'allenatore aveva in mente per approcciare la stagione, quella con cui ha potuto lavorare di più, che ha giocato l’ultima amichevole contro l’Atlético di Madrid e poi l'esordio in Serie A. Un terzino, una mezzala di possesso e un’ala che si scambiano di posizione a seconda di dove si trova il pallone e di come sta andando la manovra.
A Cambiaso è bastato poco per capire il nuovo sistema di gioco: «È una richiesta del mister, vuole che si occupino gli spazi in maniera giusta. Io, Manuel e Timothy possiamo intercambiarci, è una questione di posizionamento. Timothy deve rimanere alto, poi io e Manuel possiamo cambiarci e trovare più spazi» ha detto dopo la vittoria contro il Como, in cui ha segnato anche il gol del 3-0. «Abbiamo cambiato modulo e tante cose, non è solo una questione di richieste. Dobbiamo cercare le posizioni giuste, è solo una questione di quello. Poi c’è chi gioca meglio dentro e chi meglio fuori, le richieste sono tenere un equilibrio giusto ed essere poi pronti per scappare all’indietro».
Cambiaso ha un fisico longilineo e delle gambe lunghe, e questa apparenza ha spinto gli allenatori a svilupparlo come giocatore di fascia: «da piccolo nasco come mezzala, fino all'Under 17 è stato così. Poi la mia costituzione fisica è cambiata, ho avuto corsa e gambe e mi sono spostato sull'esterno».
La sua è la storia di tanti centrocampisti che non riescono a imporsi al momento del passaggio al professionismo e allora vengono spostati in altre zone di campo. Il terzino poi è il tentativo più comune, perché si sfruttano le letture di gioco e il buon controllo palla sviluppato giocando a centrocampo. In più, in entrambi i ruoli, si toccano tanti palloni e si partecipa attivamente ad ogni fase di gioco.
Per Cambiaso l’essere cresciuto centrocampista ha sviluppato la sua sensibilità, il modo in cui vede il calcio (per dire: il suo idolo è Paulo Dybala). Poi, però, una volta tra i professionisti come riferimento ha scelto João Cancelo, non a caso verrebbe da pensare: «Io mi sento un giocatore di fascia, dove forse ho attitudini non frequenti, come quella di accentrarmi, di essere un esterno che viene dentro il campo». Intervistato da Walter Veltroni sulla Gazzetta: «Non so se sia più destro o sinistro, ne abbiamo parlato con il mister senza concludere; vado bene, sembra, da tutte e due le parti. D’altra parte uno dei miei due idoli calcistici è Cancelo, che gioca indifferentemente sui due lati».
Quando parla delle sue caratteristiche, non sfugge mai il discorso sulla sua duttilità. La Juventus ha storicamente fatto affidamento, e ne ha ricavato grandi benefici, dalla presenza di giocatori “operai”, da mettere accanto alle proprie stelle: giocatori magari presi da squadra minori, anche di serie inferiori, con un talento non così spiccato, ma solidi e determinati, soprattutto ligi al dovere dal punto di vista tattico. Spesso in ruoli di “equilibrio” come il terzino o il mediano, allenatori come Trapattoni, Lippi, Conte e Allegri hanno fatto affidamento su di loro per costruire cicli vincenti. Non a caso la parabola di Cambiaso è stata accostata a quella di Moreno Torricelli, passato dai dilettanti alla Juventus e poi diventato una delle colonne della squadra di Lippi.
Cambiaso è passato dalla Serie D, alla C, alla B, a essere un giocatore insostituibile nella Juventus e un giocatore della Nazionale. «Sono sincero se dico che nessuno di noi si aspettava che avrebbe indossato la maglia della Nazionale. Anche perché noi gli abbiamo sempre detto che era meglio pensare alla scuola. E se è arrivato dov’è adesso è tutto merito suo e della sua grande volontà» ha detto il padre Ugo.
Con Allegri Cambiaso ha subito avuto un ruolo centrale: partiva esterno di fascia del 3-5-2 per poi venire dentro al campo da mezzala destra per dettare il gioco con le sue letture. Con Motta, che già lo ha allenato a Bologna, trova un contesto ancora migliore per il suo gioco. Come sottolineato dal suo agente Giovanni Bia, la tranquillità per giocare dentro al campo è arrivata proprio grazie al suo attuale allenatore: «Già l’anno scorso Thiago Motta lo faceva giocare spesso in quelle situazioni, perché giocando largo sulla fascia dai un punto di riferimento agli avversari, invece se ti muovi e riesci a girare per il campo occupando spazi diversi ti agevola tutto notevolmente».
Il ruolo ibrido in cui l’ha schierato Allegri rende difficile raccontare la scorsa stagione con le statistiche. Certo, Cambiaso ha mostrato grande consapevolezza col pallone tra i piedi e i numeri lo confermano, ma non ha molto senso, per dire, andare a contare i cross riusciti o le conduzioni palla al piede come si farebbe con un terzino, e nemmeno i passaggi chiave e gli xG come si farebbe per una mezzala. Piuttosto, il 2023/24 va preso come una stagione di maturazione, in cui ha avuto compiti tattici importanti da equilibratore in una squadra del calibro della Juventus: «Allegri mi sta cambiando sotto tutti gli aspetti», ha detto Cambiaso la scorsa stagione, «mi rendo conto di essere già più razionale in campo; prima ero più istintivo. Quando sono arrivato mi diceva che avevo troppa voglia di prendere il pallone, spesso uscivo fuori tempo e venivo saltato. Adesso sto imparando ad essere più paziente e a capire meglio le dinamiche di gioco. Ho raggiunto un equilibrio, prima mi facevo trasportare dagli eventi, adesso sono più equilibrato ed è l’aspetto che più ho migliorato».
In quest’azione contro la Roma, Fagioli si allarga e allora subito Cambiaso va a prenderne il posto al centro, dove può ricevere smarcato il passaggio di Savona e far progredire l’azione.
Vista la facilità con cui gestisce il pallone dentro al campo, è facile immaginarlo come un “falso terzino”, ma sia Allegri che ora Motta stanno andando anche oltre. Gli hanno chiesto non soltanto di farsi trovare pronto per aiutare lo sviluppo della manovra, sia esternamente che centralmente, a seconda delle situazioni, ma anche di essere presente in zona di rifinitura, e non solo con i cross. Cambiaso infatti si è visto addossare una serie di responsabilità creative col pallone superiori anche alle sue possibilità. L’idea che sia il “Cancelo italiano” è forse deleteria, perché vuol dire attribuirgli un talento creativo che gli manca.
Cambiaso ha un buon primo controllo, passa bene il pallone, in corsa può anche dribblare sfruttando i cambi di direzione. Non è però uno che può creare superiorità nello stretto o inventarsi una giocata dal nulla. Da questo punto di vista la qualità delle sue letture, e quanto può incidere, dipende dalle zone di campo in cui si trova: più è vicino alla porta, meno sono incisive. Per questo è da considerare a tutti gli effetti un terzino, in una sua versione moderna. Ma appunto, da terzino, più sale l’ambizione delle sue giocate col pallone, più è difficile che gli riescano. Il risultato è che il suo gioco ondeggia tra passaggi fin troppo scolastici e il rischio di imprecisioni quando invece prova qualcosa fuori dal suo bagaglio tecnico.
In quest’azione contro l’Hellas, la Juventus recupera palla e fa partire la transizione con Cambiaso, che al centro riceve il primo passaggio in verticale. Invece di girarsi con un controllo orientato e giocare fronte alla porta, decide di fare un passaggio di prima indietro per Locatelli. La poca precisione del tocco però non fa arrivare preciso il pallone al compagno e la Juventus perde un tempo di gioco decisivo.
Per la nuova Juventus di Motta, ancora in fase di costruzione e assorbimento dei nuovi concetti di gioco, avere a disposizione Cambiaso è un vantaggio, perché con la sua duttilità aiuta i compagni ad ambientarsi, è un continuo riferimento perché gioca senza problemi in varie zone di campo e offre sempre un appoggio sicuro. Il rischio è però quello di adagiarsi su questa sua duttilità, abusandone.
In teoria non sarà così: l’arrivo di Koopmeiners, Nico González e Francisco Conceição, il ritorno dagli infortuni di Thuram e Weah dovrebbe dare a Motta la possibilità di non accentrare troppo il gioco su Cambiaso. Già si è visto nel secondo tempo contro la Roma, quando è stato spostato da terzino sinistro al posto di Cabal, uscito per fare spazio a Koopmeiners. Una mossa che ha aiutato sia Cambiaso che la Juventus a iniziare bene la ripresa, anche se con una spinta che non è durata abbastanza per dare risposte soddisfacenti.
In ogni caso la stagione è all’inizio e Cambiaso ha dimostrato di poter essere un utilissimo comodino per questa Juventus, sposato nei vari angoli della stanza a seconda delle necessità, ma che comunque non può essere il pezzo più importante dell’arredamento.