
Nella giornata di mercoledì, con un dettagliato annuncio pubblicato sul proprio sito ufficiale, la Juventus ha annunciato la conclusione di un’operazione di mercato che si è trascinata per tutta la durata della sessione estiva. Il club bianconero ha ceduto Joao Cancelo al Manchester City per 65 milioni di euro, mentre Danilo Luiz da Silva, o più semplicemente Danilo, ha fatto il percorso inverso per 37 milioni di euro.
Uno scambio di terzini tra due delle più importanti squadre del panorama europeo, che secondo molti ha visto la Juventus, che pur ha generato una plusvalenza da 28,6 milioni, vitale per il proseguimento della attuale strategia di business del club, indebolirsi, andando paradossalmente a potenziare il City, rivale nella prossima Champions League.
Perché se Cancelo nella scorsa stagione si era dimostrato un giocatore fondamentale per gli sviluppi offensivi della squadra di Allegri e sembrava destinato a fare un ulteriore salto di qualità con Sarri, Danilo (che è anche tre anni più vecchio) viene da due esperienze sottotono con Real Madrid e Manchester City, che legittimano i dubbi di chi è rimasto perplesso da questa operazione.
Obiettivamente, privarsi di un giocatore capace di esercitare una tale influenza sul gioco della squadra, è una scelta che non può che essere definita controversa; ed è tanto più difficile dare un giudizio su questa mossa nella prospettiva del radicale cambio di stile determinato dall’arrivo in panchina di Sarri, che ribalterà il paradigma “allegriano” per cui il sistema collettivo va costruito intorno alle qualità specifiche e alle individualità consolidate degli undici giocatori che scendono in campo.
Un giocatore come Cancelo avrebbe indubbiamente fatto comodo anche all’ex allenatore del Chelsea, ma probabilmente il suo contributo era così preponderante nella passata stagione (tanto che in alcuni frangenti la progressione del gioco della Juventus sembrava quasi totalmente dipendente dalla vena del portoghese) proprio perché Allegri aveva estremizzato alcuni dettami della sua filosofia calcistica e, magari, non sarebbe stato altrettanto determinante in un sistema come quello di Sarri.
In ogni caso, consci che non avremo mai la controprova di vedere Cancelo giocare nella nuova Juve di Sarri, per dare un giudizio su questo scambio è forse necessario, e sicuramente più interessante, esaminare il percorso e le qualità di calciatore di Danilo.
Da dove viene Danilo
Danilo è cresciuto calcisticamente nel América Mineiro, che lo ha accolto nelle giovanili a 15 anni e lo ha poi fatto debuttare nel 2009 nel Campeonato Mineiro e nella Serie C brasiliana, conquistando la promozione al primo colpo. Nel maggio della stagione seguente, dopo essersi messo in mostra anche in seconda serie, si è guadagnato il trasferimento al Santos che lo ha lanciato nell’elité del calcio sudamericano.
Quello era il Santos dei cosiddetti “Meninos da Vila”, la generazione d’oro del club paulista che annoverava, tra gli altri, Neymar, Ganso, Wesley e Alex Sandro, compagno di squadra di Danilo anche al Porto e adesso alla Juventus. Una squadra irripetibile che, anche grazie al contributo di Robinho, Elano, Felipe Anderson e dell’ex portiere del Napoli Rafael Cabral vinse in due anni due Campionati Paulista, la Copa do Brasil e soprattutto la Libertadores del 2011. Danilo prese parte ai successi del 2011, giocando entrambe le gare di finale con il Penarol: da mediano l’andata e da terzino destro il ritorno, in cui segnò anche il gol decisivo del 2-1.
Come anticipato, Danilo si è poi unito al Porto insieme ad Alex Sandro, vincendo, tra il 2012 e il 2015, due campionati portoghesi (consecutivi) con i Dragoes, che gli valsero un ulteriore “scatto” di carriera con l’approdo al Real Madrid e la consacrazione definitiva come uno dei migliori terzini del panorama internazionale.
Pur continuando ad arricchire la sua invidiabile bacheca personale (in particolare con due Champions League e una Liga), il brasiliano non è però mai riuscito ad essere protagonista con i merengues, anche a causa della concorrenza di Carvajal, che gli è stato praticamente sempre preferito da Zidane nelle partite decisive, finali incluse.
Anche al City, Danilo è stato oscurato da un altro compagno, in questo caso Walker, anche se è tornata ad emergere la sua duttilità, che lo ha visto disimpegnarsi anche da terzino sinistro e più raramente, da centrale difensivo e a centrocampo. I problemi alla caviglia dello scorso anno non lo hanno certo aiutato a competere per una maglia da titolare, tanto che ha collezionato appena 11 presenze nella scorsa edizione della Premier League.
Danilo vale la Juve?
Pur senza giocare molto, nelle sue stagioni al City Danilo ha raccolto numeri impressionanti nel contributo dello sviluppo del gioco della squadra, completando l’89% dei suoi passaggi e essendo sistematicamente coinvolto nella costruzione di azioni pericolose (misurate tramite il valore medio complessivo xG delle azioni terminate con un tiro). Inoltre, se si esamina la somma delle azioni (dribbling riusciti, conduzioni e passaggi completati) nell’ultimo terzo di campo Danilo ha fatto registrare un valore d’élite nella scorsa stagione (10.1 per 90 minuti, meglio del 95% dei terzini che militano nei 5 maggiori campionati europei).
Danilo, che ha dalla sua un ottimo tiro dalla distanza, ha segnato 3 gol nella Premier League 2017/2018. Questo messo a segno contro il Brighton mette in evidenza anche la sua grande facilità di corsa.
Numeri sicuramente sopravvalutati dall’enorme mole di gioco generata dal City, ma è lecito aspettarsi che, in proporzione, il brasiliano possa essere coinvolto in maniera relativamente massiccia per un terzino anche nella manovra della Juventus.
Le sue caratteristiche tecniche e le esperienze da centrocampista lo rendono un ottimo palleggiatore, sicuramente meno creativo di Cancelo (e contemporaneamente più avverso al rischio) ma comunque in grado di trovarsi a suo agio in una squadra possesso-centrica che ha bisogno di terzini che sappiano muoversi verso l’interno e giocare anche in diagonale.
L’altra grande differenza con il portoghese è sicuramente la facilità nel dribbling. Pur essendo dotato di buona tecnica individuale, Danilo non ha la sensibilità e il controllo del pallone che permette a Cancelo di generare superiorità e risolvere in maniera poco ortodossa situazioni di gioco anche molto complesse. Piuttosto, il brasiliano preferisce sfruttare le gambe potenti e l’atletismo di cui è dotato per superare gli avversari in progressione. Non deve dunque stupire l’impietoso confronto nei dribbling completati (2.8 contro 0.9 in favore del portoghese).
Danilo, però, ha dalla sua la prestanza fisica e discreta lettura delle situazioni di gioco che gli permettono di accumulare sia un numero alto di contrasti vinti (2.9 nel 17/18 e 2.2 nel 18/19) che di intercetti (1.3 e 1.7), soprattutto se rapportato ad una squadra come il City, che l’anno scorso ha avuto in media il 64% del possesso palla.
L’esperienza europea ha permesso al brasiliano di maturare sotto l’aspetto difensivo e, seppur soffra ancora gli uno contro uno statici, c’è da dire che lo stesso Cancelo (2.7 contrasti e intercetti ogni 90 minuti) non è stato certo irreprensibile difensivamente nella sua unica stagione in bianconero, tanto da macchiare anche le sue migliori prestazioni con leziosità e errori difensivi anche piuttosto gravi.
Volendo provare ad immaginare il ruolo in campo del brasiliano, Danilo sembra più adatto e disciplinato del “gemello” Alex Sandro e quindi potenzialmente più utile nella prima fase di costruzione del gioco, quando probabilmente lo vedremo supportare i centrali nell’uscita del pallone, con il connazionale invece più avanzato. In alcune occasioni potremmo vedere la Juve costruire con una linea a tre, che Sarri ha già adottato in passato, per non lasciare i centrali in inferiorità numerica e aumentare le opzioni ravvicinate del portatore di palla.
Allo stesso tempo, potrebbero essere anche il terzino con compiti maggiormente difensivi dei due anche in fasi in cui il pallone è più vicino alla porta avversaria, con Alex Sandro lasciato più libero di esercitare la sua influenza in avanti. Insomma, se vogliamo Danilo potrebbe ricoprire un ruolo simile a quello di Hysaj nel Napoli e Azpilicueta nel Chelsea di Sarri.
Seppur abbia già giocato con una difesa alta con Guardiola, resta da verificare la capacità di Danilo di assimilare in tempi rapidi (e a preparazione ormai abbondantemente iniziata) i movimenti della linea di Sarri. Non ci sarà da sorprendersi se dunque, soprattutto nelle prime fasi della stagione, il titolare sulla destra sarà De Sciglio.
I successi raccolti nel corso della sua carriera dimostrano che Danilo è un vincente, ma le ultime stagioni ne hanno messo in discussione la volontà di essere protagonista assoluto, piuttosto che comprimario, nei trionfi di squadra. Seppur in maniera meno appariscente rispetto a Cancelo, con cui sarà sempre paragonato, Danilo ha tutto per rivestire un ruolo importante nella nuova Juventus di Sarri: adesso sta a lui rilanciarsi al meglio dopo le ultime travagliate stagioni e premiare chi ha deciso di dargli ancora una volta fiducia.