L’idea alla base di questo articolo è semplice: con le informazione a nostra disposizione, quale Capo di Stato o di Governo è il più forte nello sport che pratica abitualmente?
Prima di procedere con l'analisi bisogna prima mettersi d’accordo su un paio di questioni.
In primo luogo: cosa si intende per “forte nello sport”? Si può essere campioni di arti marziali, ma una frana con un pallone tra i piedi; eppure guardando una persona fare sport si può riconoscere - o meglio provare a riconoscere - una certa predisposizione quasi innata verso il movimento, l’armonia, la competizione. «Brillava come estremo nel football, pivot nel basket e prima base nel baseball» scriveva nelle prime righe di Pastorale Americana Philip Roth descrivendo il personaggio dello Svedese e, insomma, credo che questo possa essere tranquillamente il nostro riferimento.
Per quanto riguarda i Capi di Stato o di Governo, categoria che esiste ed è certificata da una pagina Wikipedia, mi sono limitato a considerare quelli attualmente in carica (anche se così ho dovuto escludere autentici fuoriclasse come Tony Blair o i fallimenti della famiglia Bush). Per non scontentare nessuno ho lasciato fuori paesi non riconosciuti da nessun membro delle Nazioni Unite (Nagorno Karabakh e la Transnistria per fare due nomi).
Detto questo, possiamo andare alla domanda fatidica: come si sceglie il miglior Capo di Stato o di Governo nel fare sport? Come fosse una competizione internazionale di quelle che addolcivano le nostri estati, almeno fino a quest'estate, sono partito da 4 gironi di qualificazione su base geografica (più o meno) con un numero di componenti variabile: il girone Panamericano, che comprende Sud America e Nord America; il girone Eurali, che comprende l’Europa, più l’Ex Unione Sovietica; il girone Mezzaluna fertile, ovvero Africa e Medio Oriente e il girone Oceasia, che comprende il resto dell’Asia più l’Oceania. Sarò io il giudice di ogni assegnazione controversa: anche se qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che la Turchia sia Europa, Erdogan sarà nel girone Mezzaluna fertile. Questo non è un dibattito sull'identità politica.
Di ogni girone passeranno i migliori quattro per poi incrociarsi in ottavi, quarti, semifinale e finale. Non essendo la FIFA (che ha più membri dell'ONU), non saranno rappresentati tutti i paesi. Diciamo che sono presenti solo i Capi di Stato e di Governo di cui ho trovato qualche prova riguardo le loro abilità sportive. Non voglio mentirvi: ho fatto molta ricerca, ma ovviamente non l’ho fatta per tutti, qualcosa mi sarà sfuggito. Se qualcuno non si sente rappresentato, mi dispiace, immagino possa rivolgersi alla propria ambasciata oppure scrivermi in privato.
Ho iniziato a scrivere questo articolo giovedì 23 luglio alle ore 15:30, se tra questa data e la pubblicazione dovesse accadere qualche colpo di Stato o avvicendamento democratico, non sarà preso in considerazione.
Nota bene: l’imparzialità è auspicata, ma non promessa, dopotutto le regole sono principalmente nella mia testa.
Girone Panamericano
Justin Trudeau (Primo Ministro, Canada); Donald Trump (Presidente, Stati Uniti); Andrés Manuel López Obrador (Presidente, Messico); Keith Mitchell (Primo Ministro, Grenada); Nayib Bukele (Presidente, El Salvador); Nicolas Maduro (Presidente, Venezuela); Andrew Holness (Primo Ministro, Jamaica); Sebastian Pinera (Presidente, Cile).
Iniziamo da Keith Mitchell, primo ministro di Grenada dal 1995 al 2008 prima e di nuovo dal 2013. Tra il 1964 e 1966 Mitchell ha vestito la maglia della Nazionale grenadina di cricket. Non ci sono video dell’epoca, tuttavia essere tra i migliori del paese in quello che è lo sport nazionale di Grenada è comunque una garanzia, primo posto.
Il secondo se lo assicura invece Justin Trudeau perché fondamentalmente è Justin Trudeau, una persona che vorresti fosse tua amica. Trudeau fa jogging a petto nudo e si diletta nella boxe, più di quello che possiamo dire di quasi tutti i Capi di Stato del mondo.
Nayib Bukele, presidente del Salvador, fa invece le conferenze stampa con un cappello da baseball al contrario, è giovane e ben vestito, presidente millennial per eccellenza. Non gioca a calcio, basket o pallavolo come spesso fanno i capi di stato nei foto-op, lui gioca a lanciare delle palle infuocate ad una persona distante una ventina di metri (capirete guardando il video qui sotto), ha una sua squadra di paintball e sale sul Tagada. In pratica è un coatto e i coatti sono sempre bravi negli sport.
Per il quarto e ultimo posto le cose si fanno complicate. Il presidente cileno Pinera gioca a calcio con Evo Morales (che sarebbe stato un ottimo contendente se un colpo di stato non lo avesse fatto fuori), ma è un po’ impacciato, corre con i pugni serrati; Nicolas Maduro palleggia niente meno che con Maradona, ma se l’argentino anche a quasi 60 anni rimane sinuoso come un giunco, il presidente venezuelano sembra una quercia con i capelli brizzolati. Andrés Manuel López Obradorè a suo agio con una mazza da baseball in mano, ma sappiamo che questo non vuole necessariamente dire che sia per sport. Il Primo Ministro della Jamaica Andrew Holness ha qualcosa che ricorda la setosità di Barack Obama, ma vederlo palleggiare è strano, innaturale. Donald Trump ha una presenza nella WWE, ma il wrestling è troppo al confine tra sport e intrattenimento per poter essere considerato qui. Certo, gioca anche a golf (e ci gioca un sacco), ma vogliamo davvero valutarlo sulla base di questo? Trump si muove come un pachiderma in una cristalleria, tuttavia è il tipo di persona che non si farebbe scrupoli a portarsi una lama in campo pur di vincere. Secondo Rick Reilly, ex editorialista di Sports Illustrated, Trump bara sempre quando gioca a golf (se volete approfondire qui c’è un podcast in cui si racconta questa storia). Potrebbe sembrare una cosa brutta (lo è), ma se ci pensate siamo qui per decidere il migliore nel “fare sport”, non il miglior “sportivo”, quindi passa Trump per un pelo.
Passano il turno: 1. Keith Mitchell (Grenada) 2. Justin Trudeau (Canada) 3. Nayib Bukele (El Salvador) 4. Donald Trump (Stati Uniti)
Girone Eurali
Giuseppe Conte (Primo Ministro, Italia); Boris Johnson (Primo Ministro, Regno Unito); Alexander Lukashenko (Presidente, Bielorussia); Edi Rama (Primo Ministro, Albania); Viktor Orban (Primo Ministro, Ungheria); Vladimir Putin (Presidente, Russia); Boyko Borisov (Primo Ministro, Bulgaria); Juri Ratas (Primo Ministro, Estonia); Emmanuel Macron (Presidente, Francia).
Girone davvero difficile da sbrogliare: a quanto pare da queste parti per emergere in politica bisogna essere maschi bianchi privilegiati che mettono in mostra le proprie abilità con una palla. Fatta questa premessa, primo posto ovviamente per Vladimir Putin, ormai più vicino a figure mistiche alla Rasputin che non a un capo di Stato. Prendete uno sport a caso tra quelli che a livello simbolico rimandano l’idea del maschio alpha e Putin vi eccelle. Per il momento vi lascio una foto di lui che pesca a torso nudo.
Passiamo oltre: Edi Rama sembra una persona gradevole, ma il suo sbandierato passato da cestista è un po’ farlocco. In questo programma televisivo prova a fare canestro con una zucca, una tastiera, uno schermo di un pc, dei faldoni e una torta (si vede che in Albania sono cresciuti guardando la televisione italiana) sempre fallendo miseramente. Qui lo si vede riscaldarsi prima di una partita ed è molto impacciato. Al contrario Juri Ratas sembra proprio un bel giocatore di basket: nel 1997 ha partecipato alla tappa Adidas Streetball di Tallinn vincendo. A me non facevano neanche partecipare, per cui secondo posto meritato.
Secondo Tifo, Orban avrebbe giocato a calcio tra il quarto e il quinto livello del calcio ungherese. Non ho trovato prove - solo una foto in cui goffamente prova un colpo di tacco - e onestamente non mi fido, tutti abbiamo mentito sul livello a cui abbiamo giocato, perché non dovrebbe averlo fatto Orban? Al contrario le abilità e la destrezza di Giuseppe Conte sono sotto gli occhi di tutti. Secondo un suo vecchio allenatore - Antonio Placentino - Conte era un discreto centrocampista, poi a 16-17 anni un problema al ginocchio lo costrinse a smettere, come tutti gli italiani che conosco (me compreso ovviamente).
Ora un po’ di nomi che non ce l’hanno fatta: Boris Johnson gioca esattamente come vive, ma questo non è sempre un complimento. Più che correre sbarella, anche nei contesti più amichevoli sembra dover dimostrare di essere più forte e intenso degli altri. Lukashenko gioca a hockey, ma non si è mai vista una persona con i baffi avere successo nello sport negli ultimi 30 anni, inoltre è la brutta copia di Putin e a questo punto ci teniamo solo il presidente russo. Emmanuel Macron invece è proprio scarso. Recentemente in una partitella di calcio con alcuni ragazzi su un campo brullo, dopo aver dimostrato qualche difficoltà nel passare il pallone, ha tirato diritto in faccia a un avversario, che è caduto a terra.
Macron ha continuato a giocare - il che comunque dimostra una buona dose di competitività - ma non ha sfruttato il vantaggio acquisito calciando malamente verso una porta anche troppo grande. In generale Macron sembra una persona troppo aristocratica per essere uno sportivo.
Per il quarto e ultimo posto disponibile non potevo che scegliere Boyko Borisov, l’unico capo di stato europeo con una pagina su Transfermarkt e un video di skill and goals su YouTube.
Passano il turno: 1. Vladimir Putin (Russia) 2. Juri Ratas (Estonia) 3. Giuseppe Conte (Italia) 4. Boyko Borisov (Bulgaria)
PS: Da questo girone mi aspettavo almeno una donna da inserire, ma è stato più difficile del previsto, oltre a essere poche forse non ha lo stesso valore simbolico mostrarsi mentre fanno sport.
PSS: Ho tenuto fuori i reali europei perché è arrivato il momento di abbattere almeno metaforicamente il privilegio del sangue.
Girone Mezzaluna Fertile
Recep Tayyip Erdogan (Presidente, Turchia); George Weah (Presidente, Liberia); Gurbanguly Berdimuhamedow (Presidente, Turkmenistan); Edgar Lungu (Presidente, Zambia); Salva Kiir Mayardit (Presidente, Sudan del Sud); Benjamin Netanyahu (Primo Ministro, Israele);
George Weah, l’unico Capo di Stato e Pallone d’Oro, ovviamente primo in classifica, favorito numero uno alla vittoria finale, forse avrei dovuto fare una regola per tenerlo fuori, ma ormai è tardi.
Appena dietro all’ex attaccante di Milan e Paris Saint Germain - molto dietro in realtà, ma non è davvero una classifica che rispecchia i valori - si piazza Recep Tayyip Erdogan che gioca a calcio allo stesso modo in cui guida la Turchia. Volete vedere come segna un leader autoritario? Così (comunque si vede che sa giocare).
Da questo momento in poi la faccenda per il girone Mezzaluna Fertile si fa complicata. Questo non è un pezzo di geopolitica e non saprei dire perché è stato così difficile trovare leader dei paesi africani o mediorientali che si dilettano nello sport, ma la realtà è questa.
C’èEdgar Lungu, presidente dello Zambia, che corre per alcuni secondi lungo una pista piena di persone che deve schivare, ma lo fa come una persona che si sta impegnando davvero troppo e deve essere eliminato. Stessa cosa possiamo dire di Netanyahu che gioca a pallone sulla spiaggia di Copacabana senza neanche fare un palleggio, cosa che ti identifica subito come persona che odia lo sport.
Non avendo altre prove documentarie, mi sono affidato al mio istinto per il terzo posto. Può una persona che gira regolarmente con questo cappello non essere portata per gli sport? Salva Kiir Mayardit ha guidato l’ala armata del Movimento di Liberazione del Popolo del Sudan e insomma come diceva Winston Churchill “Lo sport è solo una guerra con qualche regola” (no, non è vero, controllate sempre le citazioni).
Per il quarto posto ho fatto ancora peggio: il Turkmenistan avrebbe dovuto formalmente fare parte del girone con le ex Repubbliche Sovietiche, ma alla fine la sua posizione non la conosce davvero nessuno, per cui l’ho spostato in questo girone, comunque la zona è quella. Gurbanguly Berdimuhamedow è un personaggio peculiare che magari non volevate scoprire su L’Ultimo Uomo, ma tant’è: ex dentista, ha un'estetica molto particolare che passa anche dal fare un sacco di cose sportive. Berdimuhamedow gioca a bowling, fa palestra, va a pescare, fa rally alla Porta dell’inferno. Passaggio del turno meritato.
Passano il turno: 1. George Weah, 2. Recep Tayyip Erdogan, 3. Salva Kiir Mayardit 4. Gurbanguly Berdimuhamedow
Girone Oceasia
Imran Khan (Pakistan); Jigme Khesar Namgyel Wangchuck (V Re del Drago del Bhutan); Kim Jong-un (Leader Supremo, Corea del Nord); Frank Bainimarama (Primo Ministro, Figi); Khaltmaagiin Battulga (Presidente, Mongolia)
Imran Khan è una persona nata per fare tutto bene, figurati fare sport. È Primo Ministro del Pakistan, laureato ad Oxford, rettore dell'Università di Bradford, filantropo, ma soprattutto per vent'anni è stato tra i migliori giocatori di cricket al mondo, famoso per la velocità del suo lancio: primo posto.
Ora per il secondo e il terzo posto bisogna ricordare che in alcune zone della terra la concezione di “fare sport” è un po’ diversa dalla nostra. In Mongolia ad esempio uno degli sport più amati è il buzkashi che significa letteralmente "acchiappa la capra". Il Presidente della Mongolia, Khaltmaagiin Battulga è un ex campione di arti marziali, specializzato nel sambo e nel judo. Inoltre ha un petto gigante, davvero grosso. Su YouTube è chiamato Il presidente più pericoloso del mondo.
Il terzo posto di Jigme Khesar Namgyel Wangchuck invece è più d’istinto. A vederlo sembra una persona che deve essere per forza capace nello sport, con quella faccia aperta e i capelli sempre ordinati. Il giorno del suo matrimonio si è dilettato in una gara di tiro con l’arco, sport dal quoziente di difficoltà altissimo. Guardate che bella questa foto.
Secondo i media nordcoreani, il padre di Kim Jong-un realizzò un pieno 300 nel bowling, chiuse la prima partita nel primo campo da golf del paese andando 38 colpi sotto il par (con 5 buche in uno). Qualcosa avrà passato al figlio? Il leader supremo della Nord Corea è un grandissimo appassionato di basket, amico di Rodman. Quando frequentava un collegio svizzero sotto falso nome pare fosse possibile trovarlo spesso sui campi da basket. Non è tanto ma è comunque più di quanto possiamo dire di Frank Bainimarama che dice di essere appassionato e giocatore di rugby, ma di cui è possibile trovare più colpi di stato realizzati che video mentre gioca.
Passano il turno: 1. Imran Khan, 2. Khaltmaagiin Battulga, 3. Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, 4. Kim Jong-un.
Ottavi
Keith Mitchell - Gurbanguly Berdimuhamedow
Un ex Nazionale di cricket contro un dentista despota. Sulla carta dovrebbe vincere facilmente Keith Mitchell, ma nella società dell’immagine possiamo accettare che non esistano online video di lui che gioca? Al contrario di Berdimuhamedow abbiamo tantissimo materiale tra cui spicca il suo amore per i cavalli. Nel 2013 il presidente del Turkmenistan ha vinto una corsa per cavalli, cadendo in maniera spettacolare dopo il traguardo, un video diventato virale.
Comunque la corsa l’aveva vinta, per cui credo possa essere dichiarato vincitore anche del primo ottavo.
Recep Tayyip Erdogan - Nayib Bukele
Erdogan ha 66 anni, è alto 185 centimetri e tocca il pallone come se Zidane non avesse mai toccato un pallone prima e un giorno di punto in bianco qualcuno gliene tirasse uno tra i piedi, dimostrando un talento appesantito ma presente. Nayib Bukelepur essendo giovane e populista non si è mai fatto immortalare mentre praticava uno sport che prevede l’uso di palle, palloni o palline. Questo che vuol dire? Sicuramente che è scarso.
George Weah - Donald Trump
Uno ha segnato 46 gol in Serie A, l’altro potrebbe aver recentemente fallito un test cognitivo.
Khaltmaagiin Battulga - Giuseppe Conte
Il presidente più pericoloso al mondo contro un avvocato civilista, insomma uno scontro particolarmente violento. Se Battulga potrebbe spezzare in due un elenco del telefono con le mani, Giuseppe Conte può palleggiare con grazia mentre indossa un vestito di sartoria e delle scarpe eleganti in vernice. A chi fareste passare il turno?
Vladimir Putin - Kim Jong-un
Secondo un compagno di scuola, sul campo da basket Kim Jong-un «Era molto esplosivo. Poteva far accadere le cose. Era un playmaker», una descrizione molto diversa del leader paffuto e impacciato che è oggi. Al contrario Putin se da giovane sembrava un po’ un nerd, oggi è una bestia: judo, nuoto, badminton, il presidente russo riesce in tutti gli sport. Il suo picco emotivo lo raggiunge nell’hockey, sport spesso sottovalutato. Se sai pattinare, probabilmente riuscirai in tutti gli sport.
Justin Trudeau - Salva Kiir Mayardit
E se Justin Trudeau fosse un bluff, almeno sportivamente parlando? Guardate come corre, come boxa, come si fa intervistare indossando una casacca da hockey, ma non sui pattini. Trudeau è sicuramente una persona in forma, che fa attività fisica e cura il proprio corpo, ma è una persona che è naturalmente portata per lo sport? Al contrario Salva Kiir Mayardit sembra una persona che potrebbe fare qualunque cosa in maniera, se non perfetta, quantomeno molto appariscente. Guardate ad esempio la posa con cui si appresta a calciare un pallone indossando una tuta bianca con sul petto un’aquila.
Juri Ratas - Jigme Khesar Namgyel Wangchuck
Il titolo di Jigme Khesar Namgyel Wangchuck è V Re Drago del Bhutan e se ti chiami così probabilmente brilli nello sport. Juri Ratas però una volta ha fatto canestro da centrocampo, una pratica che richiede abilità reali e non magiche.
Passa il turno il primo ministro estone, ma è stata una scelta difficile.
Imran Khan - Boyko Borisov
Boyko Borisov ha debuttato come calciatore professionista a 54 anni, il più vecchio nella storia della Bulgaria. Titolare al centro dell’attacco del Vitosha Bistritsa, squadra di Serie B conosciuta con il soprannome "le Tigri". Il fisico è da centravanti statico, abile nel gioco aereo e nel giocare spalle alla porta. Borisov però è troppo statico, fuori forma, obiettivamente ridicolo. Su un campo da calcio non sembra farne una giusta, neanche quando provano a farlo segnare.
Imran Khan invece potrebbe probabilmente essere decisivo in una partita di cricket anche oggi, anche giocando con giacca e cravatta, anche mentre discute una tesi di dottorato in economia.
Quarti
Vladimir Putin - Recep Tayyip Erdogan
Da giovane Erdogan ha giocato in diverse squadre amatoriali della Turchia: nell’Erokspor, nel Camtli e nello Iett Istanbul. Era un attaccante con un grande senso del gol, si dice anche il Fenerbahce fosse interessato a lui, ma non se ne fece nulla. Lo stesso Erdogan rivendica di aver vinto 5 campionati in sette anni con lo Iett, squadra di cui era capitano.
Putin detiene l'8º dan (cintura rossa/bianca) del Judo e la sua Harai Goshi è considerata leggendaria. Per chi non fosse esperto di arti marziali, l’Harai Goshi (letteralmente spazzata d'anca) è la tecnica numero 15 del Gokyo e prevede di afferrare l’avversario e farlo ruotare sull’anca per sbatterlo schiena a terra. All’apparenza può sembrare una cosa semplice, ma richiede una rapidità di esecuzione incredibile, che Putin ha.
Non è facile scegliere tra talento in zona gol e talento nel buttare a terra le persone, vince Putin perché ha un anno in più di Erdogan ma nessuno lo avrebbe detto.
Giuseppe Conte - Imran Khan
Con spirito patriottico ho spinto il nostro primo ministro fino ai quarti di finale, ma il duello con il suo corrispettivo pakistano è davvero impari. Giuseppe Conte è un burocrate, gioca a biliardo con Teresa May. Imran Khan è una specie di leggenda del cricket, uno dei migliori giocatori della storia del Pakistan. Tra gli anni ‘70 e ‘80 i suoi lanci agili e veloci hanno aiutato la popolarità di questo sport nel passaggio alla televisione. Anche nell’atto di lanciare una palla, Khan è composto, elegante, bellissimo nella sua divisa verde acceso.
Gurbanguly Berdimuhamedow - Salva Kiir Mayardit
Berdimuhamedow sta in fissa con l’esercizio fisico. Ci sono foto di lui con una palla medica, mentre fa ginnastica attorniato da militari, addirittura mentre alza una bilanciere tutto d’oro davanti al suo Gabinetto di governo, tuttavia le persone che amano troppo stare in palestra non sono mai davvero naturali nello sport e infatti quando deve cimentarsi con un vero sport, l’illusione creata con i rally, la pesca e la ginnastica scompare.
Salva Kiir Mayardit invece è solo una persona molto grossa che indossa un cappello da cowboy in ogni momento. Come può non essere fortissimo negli sport?
Foto di ALBERTO PIZZOLI/AFP.
Juri Ratas - George Weah
In un post su Facebook Juri Ratas ha ricordato quanto fosse importante per lui il basket, citando Michael Jordan e il suo ritorno in campo, qui fa un bel passaggio dietro la schiena nella finale dell’Adidas Tournament, ma insomma George Weah nel 1994/95 è stato capocannoniere della Champions League con sette reti. La capacità che aveva di unire potenza e agilità era unica e immagino gli avrebbe permesso di cavarsela in tutti gli sport.
Semifinali
George Weah - Vladimir Putin
Putin tratta lo sport come la sopraffazione di un uomo su un altro uomo. Pratica spesso sport in cui si compete da soli contro un avversario, che va distrutto, annichilito, annientato. Volendo davvero metterla su questo piano dovremmo ricordare che George Weah un giorno di settembre del 1996 a San Siro ha trasformato il calcio in uno sport per uno, partendo dalla propria area di rigore e saltando tutto il Verona prima di fare gol e andare dritto in finale di questa competizione.
Imran Khan - Salva Kiir Mayardit
Imran Khan e Salva Kiir Mayardit sembrano riuscire nelle cose che fanno senza sforzo. Per il Presidente del Sud Sudan è indossare quel cappello pazzesco - scusate se mi ripeto - mentre per Imran Khan è tutto il resto. Se fosse una competizione tra chi indossa meglio un capello vincerebbe Mayardit (anche se pure Khan non scherza), ma è gara a chi è più forte nello sport.
Khan non è solo uno dei più grandi giocatori di cricket nella storia, è anche uno dei più cool. Quando correva sembrava planare sull’acqua, i suoi lanci unici e veloci li scagliava con la delicatezza di chi raccoglie un fiore. Khan è stato un campione e un'icona di stile e nello sport lo stile conta.
Finale
George Weah - Imran Khan
Scontato, forse banale, ma giusto. In finale arrivano i due Capi di Stato o di Governo che più hanno brillato nella loro carriera sportiva. George Weah e Imran Khan non sono solo stati professionisti, sono stati tra i migliori nella loro epoca. Uno è stato Pallone d’Oro nel 1995, l’altro giocatore internazionale di cricket nell’anno 1989-90; uno è stato scelto come calciatore africano del secolo, uno fa parte della Hall of Fame del cricket; uno ha segnato oltre 250 gol in carriera, l’altro ha un record di 3.807 corse e 362 wicket in Test Cricket.
Come scegliere allora? Potremmo valutare le vittorie di squadra: per quanto è stato dominante, Weah non ha vinto tantissimo, un campionato francese, due italiani, una coppa d’Inghilterra. Imran Khan ha giocato principalmente partite internazionali con il Pakistan, guidando da capitano la Nazionale all’incredibile vittoria della Coppa del Mondo del 1992. Khan aveva 39 anni e quel torneo lo consacrò come “un dio vivente” nel suo paese.
Eppure essere “forti nello sport” esclude il contesto, chi ti sta accanto. Come dirimere allora la questione? Un paio di anni fa George Weah è tornato in campo: aveva 51 anni e il 14 sulla schiena, la maglia attillata metteva in evidenza una pancia notevole, da chi ha smesso di fare sport per occuparsi di un paese difficile. Al contrario Imran Khan ancora oggi sembra lo stesso uomo che volava sul campo da cricket, pronto a togliersi gli abiti tradizionali del Pakistan per indossare quelli freschi ed eleganti da giocatore di cricket.
L’idea di Weah non più scattante e tirato come nella famosa pubblicità del deodorante è difficile da accettare in una competizione che premia della capacità sportive universali. Il primo posto va quindi al primo ministro del Pakistan.