Per quanto possa sembrare assurdo, l’Uruguay ha segnato contro il Portogallo il primo gol su azione del suo Mondiale, con Cavani, in una perfetta rappresentazione delle idee di fondo su cui è costruita la “Celeste”. La preparazione facilitata dalle posizioni del rombo di centrocampo, innanzitutto, con la palla che, dopo il colpo di testa a pulire l’area di Giménez, viene trasmessa in avanti, sempre di testa, da Vecino a Bentancur. Il centrocampista della Juventus è stato avanzato a trequartista e, libero di girarsi, ha dato prima il tempo ai compagni di salire, e poi ha allargato il pallone a destra verso Nández, autore del passaggio finale verso Cavani, dietro la linea di pressione del Portogallo.
Tre dei quattro centrocampisti che formano il rombo intervengono nella preparazione, poi a completare l’azione ci pensano i due giocatori cui spetta fare la differenza: Cavani e Suárez. I due attaccanti completano un triangolo lunghissimo scambiandosi per due volte la palla da un lato all’altro del campo: prima Cavani cambia il gioco da destra a sinistra trovando Suárez alle spalle del terzino destro portoghese, Ricardo Pereira, poi Suárez ricambia con un cross molto forte dietro il terzino sinistro portoghese, Raphael Guerreiro, nella zona attaccata da Cavani, che colpisce la palla in maniera poco chiara (forse con la faccia, forse con la spalla) ma riesce comunque a girarla in porta.
Sembra un gol segnato recitando un copione: i centrocampisti che, aiutati dallo schieramento a rombo, fanno arrivare la palla agli attaccanti, Cavani e Suárez che si cercano e inventano una delle giocate di coppia più belle e difficili del Mondiale. L’azione basterebbe a sintetizzare il gioco dell’Uruguay, dal modo in cui ha difeso la propria area e ha risalito il campo fino a Cavani dopo la respinta di testa di Giménez, alle grandi responsabilità date a Cavani e Suárez nel ripulire e trasformare in oro i palloni che arrivano da dietro.
Certamente è un gol unico, lo scambio tra Cavani e Suárez è complesso ed è improbabile che possa essere replicato con lo stesso esito. Oltretutto il gioco dell’Uruguay non offre ai due le condizioni ideali per dialogare ed è soprattutto la loro qualità e l’intesa costruita negli anni a dar loro la possibilità di costruire combinazioni così elaborate: il cross di Suárez trasformato in gol da Cavani è l’unico passaggio che l’attaccante del Barcellona ha offerto al compagno in tutta la partita.
Più di un quarto dei gol di Cavani in Nazionale (12 su 44) sono arrivati su assist di Suárez.
Il modo trovato da Cavani e Suárez per scambiarsi la palla in occasione del gol dell’1-0 è la rappresentazione simbolica della complessità e dell’importanza del loro contributo nel gioco dell’Uruguay, ed è scontato dire che le loro prestazioni siano state fondamentali per battere il Portogallo. Dopo il pareggio di Pepe sugli sviluppi di un calcio d’angolo, è stato ancora Cavani a decidere la partita con un’altra giocata molto difficile. In questo caso è stata fondamentale la scelta di Tabárez di giocare col centrocampo a rombo avvicinando un giocatore, il trequartista Bentancur, ai due attaccanti. I tre, infatti, erano vicini sul lancio lungo di Muslera ed è stato proprio lo juventino a fornire l’assist a Cavani dopo il tocco con la testa di Pepe. La palla è arrivata lenta a Cavani, che di prima è comunque riuscito a dare forza e precisione al suo tiro d’interno mirando il palo più lontano.
Contro il Portogallo, l’intera produzione offensiva dell’Uruguay è ricaduta sulle spalle dei suoi due attaccanti: la “Celeste” ha tirato in tutto 5 volte, 3 con Cavani e 2 con Suárez. Il loro contributo alla vittoria, comunque, è stato determinante anche oltre l’aspetto più evidente, i pericoli creati e la doppietta di Cavani.
Il passaggio al centrocampo a rombo, deciso da Tabárez nell’ultima partita del girone contro la Russia e confermato contro il Portogallo, non è servito a far passare il gioco con maggiore continuità dai centrocampisti, e anche la posizione avanzata da trequartista di Bentancur, che idealmente poteva servire per avere un punto d’appoggio intermedio prima di arrivare a Cavani e Suárez, è servita più che altro a riempire gli spazi lasciati dai due attaccanti. Bentancur ha giocato pochi palloni (appena 18, solo i due subentrati Sánchez e Stuani ne hanno giocati di meno), ha completato soltanto due passaggi verso Cavani e nessuno verso Suárez.
La manovra uruguaiana è rimasta molto diretta, nonostante l’aggiunta di un centrocampista di qualità come Torreira e lo schieramento a rombo che in teoria avrebbe potuto facilitare uno sviluppo verticale ma ordinato e palla a terra, grazie alle linee di passaggio disegnate da mezzali e trequartista. Cavani e Suárez hanno assorbito anche le responsabilità di far avanzare l’azione, sia proteggendo la palla nei duelli con i difensori centrali che aprendosi sulle fasce come in occasione del gol dell’1-0, lasciando a Vecino e Bentancur gli spazi in cui inserirsi. Anche se la disposizione a rombo del centrocampo garantiva in teoria l’occupazione degli spazi centrali, a inizio azione l’Uruguay faceva girare la palla in orizzontale e, una volta arrivata sulla fascia, spesso la trasmetteva direttamente agli attaccanti.
La disposizione dell’Uruguay è sbilanciata verso destra, perché Nández si apriva per facilitare la risalita del campo, mentre Vecino restava più centrale per occupare gli spazi lasciati dagli attaccanti.
È stato soprattutto Suárez a porsi come riferimento per far salire la squadra e garantire le minime combinazioni nella metà campo avversaria per non farsi schiacciare dal Portogallo. Suárez è stato l’uruguaiano ad aver giocato più palloni (54), è stato piuttosto impreciso, sbagliando circa la metà dei passaggi tentati e perdendo 24 palloni (record della partita), ma tenendo impegnati i difensori portoghesi e provando a ripulire quasi tutti i palloni che uscivano dalla difesa ha tolto pressione ai compagni in fase difensiva, specie nei minuti finali, dopo che Cavani era uscito per infortunio e il Portogallo si era spinto in avanti con l’obiettivo di schiacciare l’Uruguay nella sua area.
In pratica Suárez, l’unico uruguaiano a cui era consentito restare oltre la linea della palla quando era in possesso del Portogallo, ha contribuito in maniera indiretta alla fase difensiva della sua squadra, allontanando il pallone dall’area uruguaiana. Il contributo di Cavani è invece stato più visibile e concreto: 4 palloni recuperati, solo Muslera, Nández e Laxalt ne hanno recuperati di più per l’Uruguay. L’attaccante del PSG, oltre ai ripiegamenti in cui si spende abitualmente per coprire i compagni rimasti fuori posizione, si abbassava sotto la linea della palla rimanendo decentrato sul centro-sinistra, coordinandosi con Bentancur, che restava più avanzato rispetto a Torreira, per coprire il centro e non far allontanare il mediano della Samp da Godín e Giménez.
Torreira ha schermato la difesa con grande efficacia, respingendo ben 4 tiri, un record superato solo da Salcedo in questo Mondiale.
Cavani e Suárez non si sono insomma limitati a finalizzare quanto prodotto dai compagni alle loro spalle, sono stati punti di riferimento fondamentali per la manovra e hanno contribuito in maniera più o meno diretta alla fase difensiva dell’Uruguay, che finora, anche grazie al livello modesto delle avversarie affrontate nella fase a gironi, ha subito un solo gol, quello concesso a Pepe sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
Le prestazioni dei due attaccanti, dopo alcune difficoltà iniziali, sono migliorate dopo ogni partita e parallelamente il rendimento dell’Uruguay è salito di livello, rafforzando l’idea per cui saranno soprattutto le prestazioni di Cavani e Suárez a determinare il percorso della “Celeste”. L'infortunio dell’ex centravanti del Napoli potrebbe quindi cambiare in maniera decisiva gli equilibri del quarto di finale contro la Francia.
Contro l’Argentina, i “Bleus” hanno dato dimostrazione del loro potenziale offensivo e messo in mostra soprattutto il talento di Mbappé, ma hanno anche evidenziato limiti piuttosto chiari. L’Uruguay difficilmente garantirà alla Francia gli spazi che ha avuto contro l’Argentina e la squadra di Deschamps dovrà quindi essere in grado di manovrare in maniera più elaborata per aprire lo schieramento avversario. La disposizione a rombo a centrocampo e i movimenti dei due attaccanti uruguaiani, poi, potrebbero fornire dei riferimenti tra le linee semplici da trovare se la fase difensiva francese continuerà a mostrarsi troppo passiva. L’organizzazione dell’Uruguay potrebbe rendere più sottile la superiorità tecnica della Francia ma a determinare gli equilibri della partita saranno soprattutto le condizioni di Cavani e Suárez.