Al momento di cedere la propria stella al Barcellona, Arsene Wenger decise di imporre una clausola che rende l’idea dell’importanza del giocatore nel suo cuore: nel caso in cui in futuro il Barcellona avesse deciso di vendere Cesc Fàbregas l’Arsenal avrebbe avuto il diritto di pareggiare l'offerta e far tornare automaticamente a Londra il talento catalano. Dopo tre anni in chiaro scuro a Barcellona, nell’estate 2014 Cesc Fàbregas è tornato a Londra, ma per vestire la maglia blu del Chelsea. Quando sembrava che il ritorno del figliol prodigo fosse scontato, Wenger ha deciso di non attivare la clausola precedentemente voluta.
La decisione di rifiutare di attivare la clausola buy-back da parte di Wenger ha diviso la tifoseria dell’Arsenal tra chi ha ritenuto giusta la scelta del tecnico, pensando non necessario il ritorno di Fàbregas nella squadra di Özil, Wilshere e Ramsey (soprattutto dopo il modo in cui Fàbregas ha premuto per lasciare l’Arsenal e i soldi investiti su Özil) e chi invece ha visto nella rinuncia al ritorno di Cesc un regalo all’odiato Mourinho. Il portoghese ha aggiunto, così, il pezzo che mancava al centro del campo la scorsa stagione.
La coppia da sogno Fabregas-Diego Costa in questo inizio di stagione comanda la classifica degli assist (7 in 7 partite per Cesc) e quella dei gol (9 in 7 partite per il “bufalo” Costa), con il Chelsea primo in classifica. La prima domenica di ottobre però vede Fàbregas per la prima volta nella sua vita a giocare contro la squadra che l’ha fatto diventare grande e che lui professa di tifare ancora. Nessuno si è ancora abituato a vedere Fàbregas in maglia blu (che, a mio parere, gli dona molto meno del rosso) e per l'occasione ho deciso di utilizzare X immagini che mi aiutino a descrivere una partita dal forte impatto emotivo (per il giocatore catalano, per l’allenatore francese e per i tifosi dell’Arsenal in giro per il mondo)
La partita è appena iniziata e si può leggere la tensione sul viso di Cesc. Viene schierato da Mourinho alla base del solito 4-2-3-1 in coppia con il gigante Matic. I primi minuti servono al catalano per trotterellare a centrocampo cercando la posizione giusta, occupandosi solo di offrire linee di passaggio ai compagni. Ancora non è entrato in partita.
Con il passare dei minuti si assume più responsabilità scendendo a prendersi il pallone anche sulla linea dei centrali. Il movimento non sfugge a Wilshere che lo segue ogni volta andando in pressione uscendo anche dalla sua zona di competenza. Non si può certo parlare di marcatura a uomo, diciamo che la natura aggressiva di Wilshere lo porta automaticamente a seguire il pallone ed è l’unico nella zona di Cesc visto che Welbeck segue i centrali e Alexis e Özil gli esterni bassi (nel caso di Özil con “seguire” si intende con lo sguardo…) .
Dopo un primo pressing, se non va a buon fine il recupero del pallone, il Chelsea è felice di aspettare l’Arsenal al limite della propria area occupando il centro e lasciando le fasce all’Arsenal ben consapevole del vantaggio nei centimetri in caso di cross avversari.
Nonostante l’ampia libertà di movimento in fase di non possesso Cesc non è risparmiato quando la palla è dell’Arsenal. Non sono pochi i contrasti cercati dal regista catalano contro i suoi ex compagni.
In occasione del rigore che ha portato in vantaggio la squadra di Mourinho, Fàbregas passa la palla ad Hazard che affronta palla al piede un Arsenal incapace in questo inizio di stagione di bloccare sul nascere le progressioni avversarie per il centro. Solo il fallo di Koscielny in area ferma la progressione di Hazard e il Chelsea va in vantaggio.
Il gol però non cambia i piani di Mourinho che continua a chiedere a Cesc anche impegno in fase di non possesso e alla squadra di lasciare l’ampiezza del campo all’Arsenal per occupare loro invece il centro. Appena Fàbregas recupera la palla alza la testa per cercare Diego Costa.
Nel secondo tempo l’Arsenal pressa ad intermittenza e Cesc ha tutto lo spazio che vuole per pensare. Questa è la prima parte della lectio magistralis che Cesc Fabregas impartisce al suo ex pubblico. Titolo della prima parte: “Mai lasciare spazio al regista”. Qui sopra, alza la testa e lancia per Costa, il passaggio è preciso ed arriva a destinazione, ma i due centrali dell’Arsenal questa volta controllano la punta.
Prima o poi sarebbe dovuto anche arrivare il calcio d’angolo sotto lo spicchio dei tifosi dell’Arsenal. I cori non sono di incitamento. Cesc, va detto, non ha girato neanche una volta lo sguardo verso i suoi vecchi tifosi pensando solo a raccogliere la palla e chiamare lo schema.
Nella fase centrale della partita, con l’Arsenal che aspetta nella propria trequarti e con i soli Wilshere e Cazorla in pressione sui centrocampisti del Chelsea, Cesc e Matic possono avanzare con facilità palla al piede. Cesc è talmente libero che decide di chiamare il pallone come neanche a claciotto con gli amici.
Quando le squadre iniziano a stancarsi Mourinho opta per abbassare gli esterni in fase di non possesso formando due linee compatte in un 4-4-1-1. L’Arsenal può passare la palla solo per vie orizzontali. Diego Costa non inquadrato è l’unico riferimento offensivo. Come viene spesso fatto notare il lancio lungo per Diego Costa vale quanto un attacco ragionato. Mourinho può quindi far concentrare la propria squadra nella fase di non possesso.
Notando una tendenza dell’Arsenal a cercare il fraseggio alle spalle di Cesc, Mourinho inserisce Mikel al posto di Schürrle, avanzando così Cesc sulla trequarti del 4-2-3-1. Adesso la coppia può giocare più vicino e Cesc può preoccuparsi meno della parte difensiva del suo gioco. Con Mikel e Matic il centro del campo può essere sfondato solo con incursioni palla al piede da parte di Wilshere, facilmente controllate dalla difesa del Chelsea.
Titolo della seconda parte della lectio magistralis di Cesc: “Che vi avevo detto? Mai lasciare spazio al regista”. L’azione che Mourinho aspettava dall’inizio della partita arriva al minuto 77 con la difesa dell’Arsenal troppo alta Cesc con spazio per alzare la testa calibra un perfetto lancio per Diego Costa. In progressione con solo la porta davanti c’è solo un risultato per il bufalo del Chelsea. Con il 2-0 la partita si spegne piano piano fino al fischio finale.
La Premier 2014/15, al momento, è nel segno della coppia Fabregas-Costa. La partita finisce 2-0, non è il massacro della scorsa stagione (un 6-0 sarebbe comunque difficile da replicare), è una vittoria nel segno del talento (Hazard e Cesc) e dell’efficienza (Diego Costa e la difesa).
Fàbregas a fine partita viene nominato migliore in campo (in realtà viene nominato Hazard dal telecronista inglese, ma diciamo che il copione della partita prevedeva altro finale e quindi la decisione è stata modificata) e oltre al maggior numero di passaggi effettuati e riusciti è il giocatore con il maggior numero di palloni recuperati (13). Una prestazione a tutto tondo da parte del figliol prodigo respinto che davanti ai microfoni a fine partita, ancora una volta, si confessa tifoso dell’Arsenal.