Fiorentina-Roma doveva indicare la squadra capolista al termine della nona giornata di campionato: dopo il pareggio dell’Inter a Palermo, per le due formazioni era l’occasione perfetta per lasciarsi alle spalle l’amarezza dei recenti risultati in coppa, che rischiano di aver compromesso il rispettivo cammino europeo.
L’unico dubbio di Paulo Sousa, risolto solo poche ore prima della partita, riguardava le condizioni fisiche di Alonso. Il forfait dell’esterno spagnolo ha dirottato Bernardeschi sull’out di sinistra. Per il resto si è vista in campo la formazione tipo dei viola: Tatarusanu tra i pali; Roncaglia, Rodríguez e Astori in difesa; centrocampo a 4 formato da Blaszczykowski, Badelj, Vecino e Bernardeschi; Ilicic e Borja Valero alle spalle di Kalinic.
Rispetto a Leverkusen, Garcia ha recuperato Edin Dzeko e l’impiego di un centravanti vero ha permesso a Gervinho di giocare nuovamente largo nel 4-3-3, con Florenzi arretrato a terzino destro e il fischiatissimo Salah da esterno sinistro d’attacco. Rüdiger ha vinto il ballottaggio con Castán e mantenuto il proprio posto in difesa, reparto completato da Manolas e Digne. De Rossi, in forse per un problema all’adduttore, ha stretto i denti, ma dopo 37 minuti ha dovuto lasciare il suo posto in mezzo a Pjanic e Nainggolan al francese Vainqueur.
Bernardeschi, che nell’Under-21 gioca da esterno d’attacco, ha dovuto calarsi nel non semplice ruolo di pendolo dei Viola, agendo da centrocampista esterno nel 3-4-2-1 proposto in fase offensiva e da terzino sinistro in fase difensiva: una scelta molto rischiosa.
La linea difensiva a 4 della Fiorentina, con Bernardeschi terzino sinistro. Nell’occasione, il suo buon posizionamento impedisce a Gervinho di ricevere il filtrante di Florenzi.
Nonostante una prova globalmente discreta, il gol del vantaggio della Roma ha avuto origine proprio dal suo lato di competenza. Bernardeschi si è ritrovato in una situazione di uno contro uno con Salah, scambiatosi momentaneamente con Gervinho. L’esterno viola non si è lasciato superare, ma si è poi fatto anticipare da Nainggolan, che ha nuovamente liberato l’egiziano lungo la fascia, concedendogli la possibilità di combinare con Pjanic e segnare il temuto gol dell’ex.
Togliere lo spazio, prendersi lo spazio
Il vantaggio giallorosso, sopraggiunto dopo appena 6 minuti di gioco, ha facilitato non poco le cose agli uomini di Garcia, che hanno potuto riproporre, con risultati notevolmente migliori, un’impostazione difensiva molto simile a quella vista contro il Bayer. La Roma, schierata con il 4-3-3, era priva nella contrapposizione con il 3-4-2-1 della Fiorentina, di marcatori naturali che potessero prendere in consegna con continuità gli esterni di centrocampo Blaszczykowski e Bernardeschi.
Garcia ha deciso di rimediarvi mutando il modulo in fase difensiva: da 4-3-3 a 6-3-1. Solitamente Dzeko rimaneva uomo più avanzato, mentre gli interni Nainggolan e Pjanic gravitavano alle spalle del bosniaco, mentre De Rossi e poi Vainqueur rimanevano davanti alla difesa. Toccava a Gervinho e Salah abbassarsi e occuparsi dei due laterali dei padroni di casa, proponendosi come terzini aggiunti, accorgimento tattico già proposto a più riprese da Rudi Garcia. Ciò permetteva anche di mantenere i terzini più stretti, evitando che i movimenti dei due trequartisti viola attirassero fuori posizione i centrali Manolas e Rüdiger, che potevano concentrarsi sul centravanti Kalinic.
Il 6-3-1 che la Roma adottava in fase difensiva. Pjanic e Nainggolan si alzano e si posizionano alle spalle di Dzeko, mentre gli esterni d’attacco Salah e Gervinho si abbassano praticamente sulla linea di difesa per occuparsi degli esterni del centrocampo viola. I terzini possono quindi stringersi e prendere in consegna Borja Valero e Ilicic, lasciando Kalinic ai due centrali. La squadra si mantiene alta e compatta verticalmente per togliere spazio agli avversari.
Quando la Fiorentina costruiva il gioco all’altezza del centrocampo, la Roma cercava di mantenersi corta e compatta, oltre che alta sul campo, comprimendo lo spazio tra le linee in modo da minimizzare il numero di linee di passaggio a disposizione degli avversari e aumentare la stabilità del blocco difensivo, poiché, beneficiando delle brevi distanze tra le linee, più uomini potevano simultaneamente cercare di recuperare la palla.
Viste le difficoltà nel penetrare le linee della Roma con il fraseggio, la Fiorentina ha anche provato soluzioni differenti, come il lancio dalla difesa con cui Roncaglia, Rodríguez e Astori (rispettivamente 5,7 e 4 lanci positivi) hanno cercato più volte di approfittare dello spazio alle spalle dei difensori ospiti, approfittando del continuo movimento e dell’abilità nel liberarsi dalle marcature di Nikola Kalinic. L’occasione più grande che i viola hanno avuto nel primo tempo è scaturita proprio da un lancio a scavalcare la difesa di Rodríguez.
Rodríguez alza la testa e vede il movimento a elastico di Kalinic, che finta di venire incontro e poi si lancia nello spazio tra Florenzi e Manolas, cogliendo alla sprovvista la difesa della Roma. Il pallonetto del croato manca non di molto la porta difesa da Szczesny. Né Manolas né Rüdiger sono ineccepibili nell’occasione, ma in particolare il tedesco è doppiamente colpevole di aver guardato solo il pallone e di non aver ripiegato con convinzione.
L’altra opzione che la Roma lasciava spesso alla Fiorentina era quella del tiro da fuori. Per salvaguardare la compattezza delle linee, i giocatori della Roma erano reticenti nel lasciare la propria posizione anche all’altezza della trequarti e di conseguenza gli uomini più bassi dei Viola hanno avuto più di una possibilità di calciare da fuori, una soluzione che i giallorossi concedevano volentieri, viste le infime percentuali con cui i tiri dalla distanza vengono convertiti in gol.
Vecino non è in alcun modo pressato dagli avversari e ha tutto il tempo di coordinarsi e calciare dalla distanza. Tentativo velleitario.
L’1-0 manteneva la Fiorentina ancora in partita, ma il raddoppio di Gervinho, per come è maturato, è stato a livello psicologico un colpo più duro anche del gol di Salah. Durante i calci d’angolo la Roma è solita lasciare come uomini più avanzati i propri esterni offensivi, potenzialmente gli uomini più pericolosi durante un contropiede. Su un corner battuto dalla sinistra, Roncaglia ha completamente perso Gervinho, cercando di pressare Florenzi, che nel frattempo aveva recuperato il pallone. Il passaggio del terzino ha scavalcato il difensore argentino e lanciato in contropiede l’ivoriano, ormai imprendibile per i difensori di Sousa. Giunto davanti a Tatarusanu, Gervinho ha segnato con freddezza il gol del 2-0.
Roncaglia si dimentica di Gervinho e si lancia verso Florenzi, che lo scavalca e lancia l’ivoriano verso il raddoppio. Nell’immagine si nota come Gervinho e Salah siano gli uomini più avanzati durante il corner e anche come sia Borja Valero che Sousa sottolineino in maniera eloquente il madornale errore del difensore argentino.
Ripiegare!
Il doppio vantaggio ha permesso alla Roma di adottare un atteggiamento ancora più attendista. Se già il pressing offensivo della Roma era stato sporadico, il 2-0 ha visto Dzeko e compagni rinunciare ad aggredire la costruzione del gioco viola, in nome del mantenimento dell’organizzazione difensiva. Solo quando la Fiorentina era nei pressi della propria area di rigore la Roma pressava i difensori viola, ma sempre con un occhio ai ripiegamenti. Nel secondo tempo, con lo scorrere del tempo, il baricentro degli ospiti si è gradualmente abbassato: la media finale sarà di 40,8 metri (un dato molto basso).
Tutti si sono sacrificati in fase difensiva, tanto che persino Dzeko si è episodicamente riciclato da terzino sinistro per far rifiatare Salah. In ogni caso la mole di lavoro difensivo richiesta a due giocatori come Salah e Gervinho, che non brillano particolarmente nelle letture o nel senso tattico, ha inevitabilmente creato alcune situazioni di potenziale pericolo, non adeguatamente sfruttate dai padroni di casa. In particolare, i due tendevano a perdere l’uomo con relatività facilità quando il gioco della Fiorentina si sviluppava sul lato opposto. Ma gli uomini di Sousa non hanno operato il cambio di gioco con continuità e anche quando lo hanno fatto non sono riusciti a imprimere al pallone un forza e un’altezza tale da disorganizzare lo schieramento difensivo degli ospiti.
La Fiorentina costruisce sulla fascia sinistra e poi cambia lato passando dai piedi di Badelj. Gervinho ha lasciato libero Bernardeschi, ma la parabola alta e lenta del passaggio del croato concede all’ivoriano tutto il tempo di ripiegare sull’uomo.
Inizialmente, Gervinho fronteggia Bernardeschi costringendolo a scaricare palla su Vecino, ma poi se lo fa sfuggire alle spalle. L’uruguaiano passa a Rossi, che vede il compagno libero e lo serve in area. Bernardeschi non riesce a tradurre la grande occasione in gol, concludendo troppo centralmente.
Intorno al 60', Sousa si è giocato le carte Rossi e Mati Fernández, ma nemmeno il passaggio al 3-4-3 ha spostato di molto gli equilibri in campo. L’esterno cileno è stato sicuramente più pericoloso di Blaszczykowski (2 le occasioni create nella mezz’ora in campo), approfittando anche di un Salah stanco, ma la Fiorentina non è riuscita a colpire.
Fernández approfitta dello spazio concessogli dal mancato ripiegamento di Salah e serve Ilicic in mezzo all’area, lasciato libero da Rüdiger, che ancora una volta guarda solo la palla. Lo sloveno calibra male il tiro e calcio alto e a lato.
A 15 secondi dal termine, con la Roma in dieci dopo l’espulsione di Salah, la squadra di Sousa ha segnato il gol della bandiera, grazie a Babacar, entrato all’82.esimo minuto di gioco, con Torosidis, anch’egli subentrato, troppo lento nel chiudere sul senegalese.
Questioni di individualità
La Fiorentina non è riuscita a sfruttare l’enorme mole di possesso palla (70,8% contro 29,2%) e passaggi effettuati (650 contro 265), pur creando ben 17 occasioni. La sensazione è che manchi un uomo in grado di scardinare con la giocata individuale difese chiuse e organizzate come quella proposta dalla Roma per puntare con decisione al campionato. In quest’ottica è fondamentale il recupero di Giuseppe Rossi o l’impiego di Bernardeschi (4 dribbling positivi) in un ruolo che gli richieda meno sacrifico e lo veda più libero di sfruttare le proprie doti offensive.
La Roma, grazie all’invenzione di Salah in apertura e all’errore di Roncaglia, ha potuto pensare a difendersi e ripartire in velocità, con un gioco molto diretto (appena il 66,4% di passaggi riusciti) che ha consentito ai giallorossi di sottrarsi al pressing della Fiorentina. L’impiego di un centravanti fisico come Dzeko ha permesso anche di giocare il pallone lungo, confidando nelle abilità aeree del bosniaco, che è riuscito a vincere 8 duelli aerei su 11. La Roma è ora sola in testa alla classifica, 699 giorni dopo l’ultima volta.
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