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Chi merita di vincere il Puskas Award?
10 ott 2017
Oscarine Masuluke, Deyna Castellanos o Olivier Giroud?
(articolo)
14 min
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Ogni anno la FIFA assegna il “Puskas Award”, che l’organizzazione auto-definisce “il miglior award”, al gol più bello dell’anno. Una commissione della FIFA decide una lista di dieci gol candidati al premio, che poi viene viene assegnato tramite delle votazioni che si svolgono sul sito della FIFA, a questo indirizzo. Quest’anno sono stati eleggibili i gol segnati fra il primo ottobre del 2016 e il 2 luglio del 2017. La prima votazione del pubblico screma i gol fino a far rimanere solo 3 candidati, fra cui poi si svolge la seconda votazioni.

È un premio relativamente giovane, nato nel 2009 per volere di Blatter ed ha premiato nella sua prima edizione Cristiano Ronaldo per questa bomba ridicola tirata contro lo Sporting Lisbona in Champions League. A differenza di altri premi individuali assegnati nel calcio, giudicare un gol, chiuso nei suoi pochi secondi, può essere più semplice che giudicare l’intera stagione di un calciatore. Eppure poche categorie sono vaghe come quella delle bellezza. Prendiamo Kant, secondo cui il bello non è una qualità oggettiva, e cioè propria delle cose, ma una qualità che attribuisce un uomo agli oggetti. Questo sentimento del bello dovrebbe rispecchiare la nostra idea di bello, e deve farlo in modo non utilitaristico. Nel bello, cioè, non devono mischiarsi né l’utile né il buono. Secondo i criteri della FIFA, invece, un buon candidato per il Puskas Award:

  • Dovrebbe essere un bellissimo gol (soggettivo - il tipo di gol può includere tiri dalla distanza, gol di squadra, acrobazie, giocate individuali, etc.).

  • Dovrebbe essere premiato senza distinzione di campionato, genere e nazionalità.

  • Non dovrebbe essere risultato di fortuna o errori.

  • Dovrebbe essere in linea col fair play, il giocatore non dovrebbe essersi comportato male o accusato di doping.

Guardando agli anni passati, si trova un catalogo di gol piuttosto eterogeneo, che sembra più che altro rispecchiare il desiderio di premiare un gol molto diverso ogni anno. La scorsa edizione è stata vinta dal gol alla Shaolin Soccer di Subri, che ha tirato una punizione con una parabola da fumetto; due anni fa l’azione da spiaggia con cui è arrivato al gol Wendell Lira. Tornando indietro troviamo colpi di genio irripetibile come la rovesciata di Ibrahimovic contro l’Inghilterra, ma anche anonime bordate al volo come quella di Miroslav Stoch, azioni in dribbling prestigiose come quella di Neymar o l’estemporaneo tiro al volo di Hamit Altintop. Ciascuno di questi gol racchiude un’idea estetica particolare, che restituisce il riflesso prismatico della quantità di modi con cui si può realizzare un bel gol.

Anche quest’anno i tre gol finalisti sono estremamente diversi fra loro. Lo scorpione volante di Olivier Giroud - un uomo barbuto che si muove da ballerina; il gol in rovesciata del portiere sudafricano Oscarine Masuluke, che sottolinea la capacità di una persona di risolvere problemi che in teoria non gli competono; e poi il gol da centrocampo di Deyna Castellanos, la migliore calciatrice dei mondiali femminili U-17.

Per lasciare spazio a questi tre gol sono stati esclusi altri impossibili da considerare meno belli. C’era l’azione da 30 passaggi e 4 colpi di tacco con cui il Celtic ha umiliato il St. Johnston, se amate la brutalità di una squadra che sevizia tecnicamente un’altra. Se preferite le azioni solitarie da FIFA c’era la discesa libera di Jordi Mboula in Youth League. La rovesciata di Aviles Hurtado, il gol alla Stankovic di Camargo, la bastonata sotto l’incrocio dei pali di Matic. Davvero per tutti i gusti. Era candidata anche la rovesciata di Mandzukic in finale di Champions League, impossibile da eguagliare nel rapporto tra bellezza del gol e la sua importanza. Ma il senso del Puskas Award, che volendo è anche il suo fascino, è che viene premiata la forma estetica del gol nella sua purezza, indipendente dal peso del contesto in cui è stato realizzato. Bisogna dire, però, che se si voleva premiare una bellezza pura e priva di scopi, poche cose ci restituiscono il divertimento di giocare a calcio come il gol del Las Palmas di Kevin Prince Boateng. Un’azione circense, così cervellotica da somigliare a una simulazione provata e riprovata: una rovesciata eseguita dopo un assist di tacco al volo.

Non vogliamo però contraddire il corretto voto democratico, e quindi parleremo ora dei tre gol ancora candidati alla vittoria del premio, offrendovi per ciascuno dei buoni motivi per votarlo da qui al 23 ottobre, giorno dell’assegnazione.

Oscarine Masuluke, Baroka - Orlando Pirates, Premiership sudafricana

di Daniele Manusia

Via FIFA.

Il primo argomento a favore del gol di Oscarine Masuluke è la rarità dell’evento che si è prodotto. Tanto per cominciare Masuluke è il primo giocatore africano ad entrare nella terzina finale del Puksas Award. Più importante ancora, Masuluke è il primo portiere ad essere in gara. E se è più o meno prevedibile che un portiere abbia segnato un gol allo scadere, lo è meno che abbia segnato in rovesciata. Quando ricapita una cosa del genere? È un buon motivo per votarlo?

Breve storia dei giocatori africani entrati nelle liste del Puksas Award:

  • Michael Essien in Chelsea-Barcellona (2009): un missile da fuori area di sinistro, al volo, una palla colpita di collo pieno che la traversa schiaccia a terra.

  • Emmanuel Adebayor in Arsenal-Villareal (2009): stop di petto e rovesciata di precisione all’angolino basso, una rovesciata che sta alla nostra idea platonica di rovesciata come una smorzata a ping-pong sta a una volée di Federer.

  • Katlego Mphela in Sudafrica-Spagna (2009): una bomba su punizione da lontano e per di più sul palo di Casillas, una bomba di quelle che parte forte e sembra accellerare in aria.

  • Siphiwe Tshabalala in Sudafrica-Messico (2010): me lo ricordo bene questo, il primo gol del Mondiale sudafricano, che non si capiva quanto fosse merito di Jabulani (il pallone del torneo, su cui c’erano state polemiche da parte dei portieri - tipo Buffon - per le traiettorie imprevedibili e la leggerezza).

  • Moussa Sow in Fenerbahce-Galatasaray (2012): una rovesciata su cross teso, bel gesto atletico e bella idea.

  • Marcel Ndjeng in Padeborn-Bolton (2015): volé fortissima e tesa da centrocampo, il classico tiro del pazzo che 9 volte su dieci va in tribuna, e invece.

Nessuno di questi è entrato nella terzina finale. Così come non ci è entrato José Luis Chilavert, leggendario portiere goleador di Paraguay, San Lorenzo e Velez e con un passaggio anche in Europa, che ha smesso di giocare nel 2004. Per cui, se volete far vincere a un giocatore africano oppure a un portiere, credo vi convenga approfittare dell’occasione e votare Masuluke.

Ecco un altro po’ di informazioni su Oscarine Masuluke e sul suo gol, che potrebbero invogliarvi ulteriormente a votarlo.

Di Oscarine Masuluke non si sa molto a parte questo gol. Se ho capito bene ha 23 anni e al momento del goal era alla sua seconda stagione da professionista. Una volta, prima di segnare questo gol, ha parato due rigori in una stessa partita (in una serie da 5 vinta 3-0 contro i Kaizer Chiefs).

Questo gol è stato segnato nella stessa settimana del tragico incidente aereo della Chapecoense, forse per questo a me era sfuggito e l’ho scoperto solo ora, perché in quella settimana le mie timeline avevano meno voglia di ridere del solito. Possiamo ridere adesso, conservando il ricordo triste della Chapecoense. Quella stessa settimana, sempre in Sudafrica, un arbitro ha espulso un povero raccattapalle reo di aver messo in campo un secondo pallone prima che quello di gara fosse del tutto uscito. È vero che la squadra in attacco per poco non ha segnato mentre il portiere avversario era distratto dalla seconda palla, ma è stato un errore in buona fede e la partita era praticamente finita, l’espulsione sembra proprio crudele. Oggi possiamo ridere anche di questo.

Oscarine si è detto più volte scioccato per il gol segnato contro gli Orlando Pirates (che non è la squadra di Orlando, Florida - quella si chiama Orlando City Soccer Club): “Non ci ho dormito la notte. Anzi, non ha dormito nessuno visto che ne abbiamo parlato all’infinito. Ancora adesso, quando lo riguardo, non posso crederci. Sono scioccato per aver fatto una cosa del genere. Terrò caro questo momento per il resto della mia vita”.

Oscarine ha un passato da attaccante e forse il suo shock non è evidente guardando il video del gol per la naturalezza del gesto tecnico che compie, anche se lui dice che questo è il gol più bello che abbia mai segnato.

Oscarine è su YouTube anche per un altro video. Quello in cui liscia un retropassaggio e la palla entra in rete.

Oscarine non sembra mai sotto shock in nessuno dei due video, a dir la verità. Forse in quello del gol l’impressione di freddezza è dovuta anche all’esultanza. Il balletto - mi espongo - è davvero un valido motivo per premiarlo. Oscarine dice che la moglie gli aveva mandato un video di quello stesso ballo il giorno del suo compleanno, del compleanno della moglie, che Oscarine non ha festeggiato insieme a lei perché non c’era. Esultare in quel modo era un modo per farsi perdonare.

Forse però la parte del racconto di questo gol che preferisco è quella che spiega le ragioni per cui Oscarine si trovava in area di rigore. A quanto pare l’allenatore Kgoloko Thobejane gli aveva detto di buttarsi in area già nella partita precedente ma Oscarine non ne ha avuto il “coraggio”. Questa volta invece è salito perché era arrabbiato contro l’arbitro che non gli aveva fischiato un fallo sul primo gol dei Pirates e quindi Oscarine è salito in cerca di “giustizia”.

Un’ultima osservazione. La rovesciata di Oscarine non sarà la rovesciata più bella che abbiate mai visto, ma non è neanche delle peggiori. Anzi: il fatto che lui si coordini completamente spalle alla porta; che la sua sia una vera bicicletta (con la sinistra alzata per dare equilibrio e la destra che si stacca da terra e colpisce la palla); che la parabola testa sotto l’incrocio sia l’unica con cui la palla sarebbe potuta entrare con il portiere avversario che si era rialzato e almeno altri due giocatori sulla traiettoria; secondo me rende il gesto tecnico in sé abbastanza bello da essere preso in considerazione anche senza l’aneddotica fornita.

Insomma in questo gol, come dietro ogni gol, c’è un piccolo mondo. Il gesto tecnico. L’orgoglio africano, l’esultanza buffa, il coraggio e la frustrazione di un portiere in cerca di gloria. Mi sembrano tutti buoni motivi per avere il vostro voto.

Deyna Castellanos; Venezuela - Camerun, Mondiali U-17

di Emanuele Atturo

Via FIFA.

Deyna Castellanos ha 18 anni, è venezuelana ed è il più luminoso giovane talento del calcio femminile. La sua carriera nel calcio giovanile è una distesa sterminata di riconoscimenti individuali: miglior realizzatrice nel Mondiale U-17 del 2014 (aveva 15 anni…), Palla di Bronzo e Scarpa d’Oro nel 2016 e premio di miglior gol del torneo, cioè proprio questo di cui stiamo parlando. Il dominio di Castellanos sulle sue pari età è tale da aver trascinato una Nazionale modesta come quella del Venezuela - praticamente senza tradizione per quanto riguarda il calcio femminile - a due quarti posti ai Mondiali di categoria.

Per capire questo gol di Deyna Castellanos bisogna dare un po’ di contesto. È la seconda partita del girone eliminatorio, il Venezuela ha perso all’esordio contro la Germania e ha bisogno di una vittoria sul Camerun. Castellanos porta in vantaggio la “Vinotinto” con un calcio di punizione in cui possiamo leggere tutta la sua sensibilità tecnica: da destro, circa 20 metri, scavalcando la barriera. Il Camerun però riesce a pareggiare al 93esimo, complicando la situazione di classifica.

Il Venezuela rimette il pallone al centro del campo, le giocatrici del Camerun devono ancora sistemarsi mentre vediamo Castellanos smaniare per risolvere la faccenda, farsi dare la palla, fare tre passi e calciarla direttamente in porta con una parabola più tesa e veloce di quelle a cui ci hanno abituato questi gol da centrocampo. Una specie di mega buzzer beater -il canestro che nel basket si realizza durante il suono della sirena finale - che è eccezionale proprio perché in totale contraddizione con il calcio, un gioco a bassi punteggi, ritmi lenti e tempi lunghi. Il gol di Castellanos rispecchia bene l’estetica un po’ da Holly e Benji del Puskas Award, che ogni anno sembra voler testimoniare la possibilità di spostare i limiti di ciò che si può fare su un campo da calcio. In modo così estremo, a volte, da sembrare grottesco.

Eppure in questo gol è impossibile ignorare l’errore del portiere. Innanzitutto: perché una ragazza così bassa è stata mettere a difendere una porta da calcio? Quanti gol le è toccato subire semplicemente perché non ci arriva? Il problema, però, è che neanche salta, fa un piccolo saltello goffo con cui arriva a sfiorare la palla con le dita senza riuscire a respingerla. Un’immagine un po’ deprimente, che peraltro sembra negare uno dei princìpi stessi del Puskas Award, quello secondo cui il gol non deve essere causato da errori.

Probabilmente ci si è voluti concedere un piccolo strappo per il calcio femminile, e non senza ragioni. Quello della qualità dei portieri è uno dei principali problemi del calcio femminile, sia per ragioni atletiche che tecniche. Tanto che un buon portiere come Hope Solo diventa immediatamente uno dei migliori calciatori al mondo. Il gol di Deyna Castellanos mette in risalto in maniera drammatica questa discrepanza tra certi attaccanti e certi portieri, e più in generale la differenza abissale di livello tecnico che esiste nel calcio femminile fra giocatrici che condividono lo stesso terreno di gioco.

Però Deyna Castellanos è davvero una giocatrice eccezionale, con una sensibilità tecnica e un istinto per la porta avversaria che non sarebbe comune neanche del calcio maschile. Provate a guardare uno dei tributi YouTube che ci sono su di lei in giro, poi leggete questo pezzo che le ha dedicato Jacopo Piotto. Conoscendo meglio Castellanos potreste apprezzare davvero la sua capacità di fare col pallone cose straordinarie, persino più pregiate del gol selezionato per il Puskas Award (che, per via dell'errore del portiere avversario, non le rende giustizia e potrebbe addirittura avere l’effetto boomerang di alimentare i pregiudizi sul calcio femminile).

Nonostante questo il mio mandato è di dirvi perché dovreste votare questo gol al Puskas Award. Innanzitutto per celebrare la grandezza di questo nuovo talento del calcio femminile; secondo, poi, per celebrare la grandezza universale di quest’atto superomistico: una donna che decide di vincere una partita da sola, facendo valere il proprio indiscutibile dominio tecnico sul contesto.

Olivier Giroud, Arsenal - Crystal Palace, Premier League

di Daniele V. Morrone

Via FIFA.

Il gol di Giroud tocca un’idea di perfezione abbastanza assoluta. La parabola che bacia la traversa prima d’entrare, la genialità del gesto, la sua necessità (Giroud non poteva colpire il pallone in altro modo) e la forma di un’acrobazia così artistica da non contenere quasi nessun vero sforzo muscolare, nessuna tensione.

Il gol può essere racchiuso in un singolo bellissimo gesto: Giroud che rallenta prima di alzare il tacco sinistro per mandarlo in porta. Dovreste votare questo gol non solo perché è spettacolo, ma anche perché è iconico, e ha un bel nome, come tutti i nomi che contengono riferimenti animali: lo scorpione. Il calcio di tacco eseguito ricadendo di tacco: un colpo assurdo e anti-intuitivo. Anche fra vent’anni ci ricorderemo questo gol di Giroud come l’esemplare quasi imperfettibile di gol con lo scorpione. Ed è giusto che vinca il gol che ogni ragazzino al campetto proverà a replicare.

Finora abbiamo parlato solo del gesto di Giroud. Ma questo gol è bello anche perché è il coronamento di qualcosa di più grande che lo ingloba: un’azione corale che porta il pallone dalla propria area fino al piede di Giroud in un crescendo entusiasmante che culmina con la palla che tocca il tacco del francese. Questo gol, insomma, può essere scomposto in ogni suo piccolo dettaglio e risultare comunque di altissima fattura. Riguardandolo più volte ci si può accorgere, ad esempio, che durante l’azione Giroud tocca il pallone due volte, e sempre di tacco; la prima per passarlo al lato all’inizio della transizione e l’ultima ovviamente per tirare in porta. Un’altra cosa: prima di provare l’acrobazia Giroud fa segno ad Alexis di crossare davanti a lui perché ha lo spazio per ricevere e concludere col destro. Il cileno però non ha eseguito bene il cross e ha costretto Giroud a risolvere il problema nella maniera più impensabile.

A pensarci, è proprio questa lettura improvvisa a rendere il gol bellissimo, si tratta di un guizzo di pura creatività per sbrogliare una situazione impossibile.

Volendo si può andare oltre con le interpretazioni. Si può leggere, ad esempio, l’azione che precede il cross di Sanchez come la materializzazione sul campo dell’idea stessa di calcio di Wenger, che in questo gol può gioire di un momento di compiutezza effimero e transitorio.

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