Il calcio, come la vita, è lì per destarci lo stupore per le cose belle e per le cose brutte. Le cose belle del calcio riempiono i giornali e le gallery: alla loro fenomenologia dedichiamo rubriche, trasmissioni TV, interi libri. Le cose brutte, invece, dai tempi della Gialappa’s Band, si trattano sbrigativamente e sempre con il solito tono, quello dell’ironia slapstick, da Paperissima. La drum machine con i suoni della scivolata o dei piatti che si rompono fragorosamente ad accompagnare gli errori sotto porta, le goffe cadute, le mani di burro di qualche portiere.
In queste interpretazioni il brutto è come è stato sempre descritto nell’antichità: il contrario del bello, la sua negazione. Karl Rosenkranz, allievo di Hegel, è stato il primo a teorizzare un’estetica del brutto, ma non andò lontano da quanto abbiamo già detto: per lui il brutto era al massimo un momento del bello, e il comico un suo rovesciamento. Solo in seguito, specie con le avanguardie, il brutto ha assunto una propria autonomia e oggi il “brutto” è parte integrante dell’estetica contemporanea, specie nella moda, dove marchi come Vetements realizzano capi in aperta contraddizione con i codici dell’eleganza - e persino del corpo umano.
Ho fatto tutto questo preambolo per parlare dell’errore di Eric Maxim Choupo-Moting domenica contro lo Strasburgo. Uno degli errori sotto porta più incredibili che mi sia capitato di vedere. Forse il più incredibile in assoluto, che dimostra quanto il brutto - nelle sue forme più eccezionali - abbia un fascino persino superiore al bello. I toni con cui i giornali hanno rilanciato la notizia fanno giustizia a modo loro di questa eccezionalità: “Il peggior gol sbagliato di sempre” lo ha definito Gazzetta; “Errore del secolo!” grida il Corriere, “Incredibile!” dice Le Figaro. “Il gol sbagliato più incredibile della storia del calcio” scrive Fox.
Non saprei neanche se quello di Choupo-Moting andrebbe davvero categorizzato come errore: in fondo neanche tira, anzi, il suo corpo sembra agire solo per evitare il gol della sua squadra. Un gesto tecnico talmente contrario a tutto quello che siamo abituati a vedere in campo che ho dovuto rivederlo più e più volte per capire come era stato possibile. Un’attenzione che di solito si dedica ai grandi gesti tecnici, a cui questo di Choupo-Moting a suo modo appartiene: nessun grande gol o nessuna grande giocata mi ha fatto emozionare e riflettere negli ultimi tempi come l’errore di Choupo-Moting, lo dico senza ironia, e per questo gli abbiamo dedicato questo articolo.
E anche per rispondere alla domanda che tutti ci siamo chiesti: come ha fatto? Come è stato possibile? Ho sviluppato alcune possibili teorie.
Choupo-Moting è, semplicemente, scarso
Lo hanno scritto in molti: questo è quello che il PSG si merita e cosa doveva aspettarsi ad aver messo sotto contratto un attaccante considerato mediocre come Choupo-Moting. Quando è stato acquistato ad agosto dal PSG è stato uno shock: perché la squadra più ricca del pianeta, che può comprare più o meno qualsiasi giocatore voglia, decide di comprare questo attaccante tedesco-camerunese di 30 anni che nella sua migliore stagione ha segnato 10 gol in Germania?
Ormai ci stiamo abituando a questi acquisti random da parte di squadre potentissime. In un mercato sempre più sfarzoso, è come se una famiglia di aristocratici si comprasse una Panda 4x4 e poi dicesse: “Mi serve per andare ad annaffiare le piante in giardino”. Kevin Prince Boateng al Barcellona, Lassana Diarra al PSG, Davide Zappacosta al Chelsea, Sandro Wagner al Bayern Monaco. Eppure questo di Eric Choupo-Moting, proveniente da una stagione da 5 gol allo Stoke, sembrava ancora più incomprensibile. Per tastare il polso della sua credibilità basterebbe guardare i tweet dei tifosi dello Stoke alla notizia del suo trasferimento: “Grazie a Dio!”; “Voglio sapere che divinità prega la madre di Choupo-Moting”.
È stato complicato da capire, ma alla fine ci siamo arresi alla motivazione più semplice: Tuchel lo aveva già allenato con il Mainz nel 2013/14, stagione in cui ha segnato 10 gol. Parlando di lui il tecnico ha detto: «È un giocatore che sa essere decisivo, partendo dalla panchina». Lui ha messo le mani avanti, comprendendo lo scetticismo: «È normale avere dei dubbi. Il PSG è un grande club ed è normale che la gente si aspetti grandi nomi».
Per questo in molti hanno interpretato il suo errore come la conseguenza della sua scarsa credibilità tecnica. Ma è ovvio che siamo oltre e che una spiegazione così semplicistica non riesce a restituire la complessità dell’errore di Choupo-Moting. È impossibile da dire parlando di qualsiasi errore tecnico del calcio, ma qui è quasi impossibile affermare il contrario: lo ha fatto apposta.
È stato un atto mancato
Il PSG battendo lo Strasburgo avrebbe matematicamente vinto il campionato, e una parte del cervello di Choupo-Moting non voleva che accadesse. In questo senso il suo errore sarebbe il più classico degli atti mancati freudiani: il soggetto vive una dissociazione nevrotica tra fare una certa azione e non farla, quindi se il suo corpo è arrivato fino al punto di spingere quasi il pallone in rete, un’altra parte lo ha spinto fuori. L’inconscio di Choupo-Moting lo ha spinto a intervenire su quel pallone, rivelandosi.
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Ora, perché Choupo-Moting non dovrebbe volere la vittoria del campionato del PSG? Forse perché è in disaccordo con la politica del club in apparente violazione del Fair Play Finanziario; forse perché non sopporta la geopolitica espansionista del Qatar; forse perché, semplicemente, non ama Parigi. Specie dopo che lo scorso novembre gli hanno svaligiato casa mentre era in trasferta a Liverpool: un bottino di 400mila euro di gioielli e 200mila euro di borse. E poi lo hanno rapinato di nuovo a dicembre. Eppure Choupo Moting, pur guadagnando uno stipendio da 3,8 milioni di euro a stagione, è fra quelli che guadagna meno a Parigi. Così sembra accanimento.
Choupo-Moting ha un grande senso dell’umorismo
Oggi si fa un gran numero di cose per il puro gusto del “lol”, l’ironia di internet fine a sé stessa. Magari Choupo-Moting non ce l’ha fatta a trattenersi e ha colto l’occasione per diventare virale con uno dei gesti più controintuivi della storia del calcio. Del resto Choupo-Moting è un cazzone. Lo sappiamo dai video che circolano su di lui, come quello in cui canta Juicy di Notorious B.I.G, oppure quello in cui ha convinto Mbappé a salutare una donna a caso nel pubblico facendogli credere che era sua mamma. Poi, insomma, il suo nome su Instagram è @MrChoupo.
Choupo-Moting è un artista
Oltre che un cazzone Choupo-Moting è anche un appassionate di arte: «Mi interessa l’arte. Non sono un artista ma mi piace disegnare. Sono particolarmente interessato alla street art. Banksy mi piace molto. Alcune persone amano dedicare tutto il proprio tempo al calcio - guardano tutte le partite, di tutte le divisioni - ma io non sono quel tipo di persone. Mi piacciono altre cose. Mi piace far prendere aria allo spirito».
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Il suo errore contro lo Strasburgo è effettivamente un’opera d’arte concettuale. Come Fontana con i suoi tagli ha mostrato la materialità della tela, Choupo-Moting ci ha mostrato uno spettacolo inedito: un attaccante che impedisce alla sua squadra di segnare. In una cultura che celebra l’efficienza, la produttività, il successo, compie un gesto in assoluta controtendenza: anti-efficiente, contro-producente, in grado a tutti gli effetti di impedire il successo, e cioè la vittoria in campionato del Paris Saint Germain.
L'errore di Choupo Moting è un glitch nel sistema, come se la realtà andasse per un attimo in panne per rivelarci, nel contrasto i codici che la governano.
Non voleva che Nkunku segnasse
Nkunku ha 8 anni meno di Choupo-Moting: è giovane, forte e non è detto che a Choupo-Moting questa cosa stia bene. Magari non gli stava bene che Nkunku mettesse la ciliegina sulla torta della stagione del PSG, con quel pallonetto così dolce, così ben eseguito. Voleva che il PSG vincesse il campionato con un suo gol, e che rimanesse lui l’unico a firmare quella vittoria simbolica: il giocatore più comico, più criticato, decisivo nella partita del titolo.
L’errore di Choupo-Moting è solo il frutto di una lotta interiore
Ora proviamo a fare un’ipotesi realistica. Mettiamola così: Nkunku arriva davanti al portiere, lo supera con il pallonetto e Choupo-Moting ha continuato la sua corsa normalmente verso la porta, come dovrebbe fare qualsiasi buon attaccante su una palla così incerta. Avrebbe potuto proteggerlo dal recupero di un difensore, o nel caso la palla non avesse più la forza necessaria ad entrare. Il problema è che a un certo punto Choupo-Moting si ritrova addosso al pallone prima che questo abbia varcato la linea di porta, appena prima, dopo che questo ha superato la scivolata di un difensore. Va per toccarlo ma qualcosa gli dice che poteva essere in fuorigioco (e anche questo si aggiunge alla pira di errori dell’azione), e allora vorrebbe scansarsi ma a quel punto il suo corpo va in crash, come se fosse sovraccarico di informazioni e andasse in blocco motorio. E gli esce quella cosa brutta.
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Mettiamoci nei panni di un atleta che gioca poco - appena 700 minuti - e che è nel secondo tempo di una partita di alto livello, con un’alta tensione addosso, e le pressioni, e l’azione concitata. No, buona parte di quest’azione rimane inspiegabile. Guardate questo video: non so decidermi se è più significativo lo sgomento di Mbappé in panchina o il momentaneo silenzio del telecronista che non trova le parole per descrivere cosa ha appena visto.
L’errore di Choupo-Moting secondo Choupo-Moting
Forse l’unico modo per provare a capire l’errore di Choupo-Moting è chiederlo a Choupo-Moting stesso. Se non fosse che anche lui a fine partita era in grossa crisi a spiegare a parole quello che era successo: «Anche per me è un errore difficile da spiegare» ha detto. Poi è sceso più nel dettaglio: «All'inizio ho pensato mi stesse passando la palla, poi che tirasse [Nkunku nda]. E credevo che il difensore lo chiudesse, per questo ho aspettato. Volevo andare sulla palla e metterla in rete, ma è passata velocemente. Lo so, è difficile da capire ma la palla era veloce e mi sono chiesto se fosse fuorigioco e se quindi fosse meglio toccarla o no. Ho avuto un cattivo riflesso, la palla ha toccato il palo ed è rimasta sulla linea. Ho sprecato un’occasione».
Poi ha usato una formula di circostanza che però si rivela comica per quanto poco riesce a restituire i confini di eccezionalità di quello che è successo: «Cerco di dare sempre il 100%. Sfortunatamente, ci sono azioni come quella che ho mancato, ma chi conosce il calcio sa che può succedere».
Il punto è che no: non può succedere, e per questo l’errore di Choupo-Moting è uno dei gesti tecnici più incredibili mai visti su un campo da calcio. Come certe opere d’arte, o come alcuni fenomeni naturali, l’errore di Choupo-Moting ci fa arrendere di fronte al fatto che non tutti i fenomeni della realtà possono essere davvero spiegati.