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Classici: Germania - Francia '82
29 lug 2015
Nuova puntata di Classici, rubrica nella quale analizziamo grandi partite del passato. Stavolta abbiamo riguardato la spettacolare semifinale vinta dai tedeschi nei Mondiali spagnoli.
(articolo)
19 min
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Per gli italiani il ricordo della semifinale della Coppa del Mondo 1982 contro la Polonia è un po’ sbiadito, stretto tra quello delle grandi imprese contro Argentina e Brasile e quello della finale al Bernabéu contro la Germania Ovest. La partita oltretutto non fu memorabile nel suo svolgimento: troppo superiore la lanciatissima Italia contro una Polonia priva del suo fuoriclasse Zibì Boniek, squalificato.

Tutto il mondo, però, ricorda l’altra semifinale, giocata tra Germania Ovest e Francia al Sánchez Pizjuán di Siviglia. Una partita che ha avuto tutti gli ingredienti per diventare leggendaria: l’importanza della posta in palio, tanti gol, molti ribaltamenti di risultato, un finale drammatico, episodi indimenticabili, rivalità storica tra le due contendenti.

Il nuovo ciclo tedesco

La Germania Ovest giunge alla Coppa del Mondo in Spagna dopo aver vinto l'Europeo giocato in Italia due anni prima. Rispetto al Mondiale precedente, in cui i tedeschi erano stati eliminati nel girone a 4 precedente le finali (da campioni in carica), ci sono solamente quattro giocatori sui ventidue convocati: Rummenigge, Kaltz, Fischer e Hansi Müller. Il rinnovamento era avvenuto proprio in occasione degli Europei vinti in finale sul Belgio: più della metà dei giocatori presenti in Spagna per il Mondiale era anche campione d’Europa.

La Germania Ovest si è qualificata vincendo 8 partite su 8 e segnando 33 gol e subendone solo 3 nel proprio girone eliminatorio: uno schiacciasassi. Eppure, nella partita di esordio, i tedeschi perdono clamorosamente per 2-1 contro l’Algeria, dopo avere espresso pronostici poco prudenti sull’esito del match. Solamente grazie alla "vergogna di Gijón" i tedeschi riescono a passare il turno: nella partita finale del girone eliminatorio, giocata il giorno dopo l’ultima partita dell’Algeria, una vittoria con un gol di scarto dei tedeschi sull’Austria qualificherebbe sia quest’ultima che la Germania Ovest, ai danni della squadra magrebina. Dopo il gol di Hrubesch al 10° minuto le squadre smettono platealmente di giocare, mostrando al mondo intero 80 minuti di melina. Dalla successiva edizione della Coppa del Mondo le partite dell’ultima giornata dei giorni di qualificazione cominciarono a essere disputate in contemporanea.

Nel successivo girone a 3, bastano un non entusiasmante pareggio contro gli inglesi e una vittoria di misura contro i modesti padroni di casa della Spagna per giungere alla semifinale di Siviglia.

La nuovissima Francia di Platini & co.

La Francia aveva bene impressionato ai Mondiali di Argentina, venendo però eliminata al primo turno in un girone di ferro con Argentina e Italia. Pur fallendo la qualificazione agli Europei del 1980, la squadra è costituita da una generazione di giocatori piuttosto talentuosa, guidata da Michel Platini. Dal 1976 è allenata da Michel Hidalgo, che ha ringiovanito la squadra ed è fautore di un gioco offensivo battezzato “calcio-champagne”.

Nel 1982 ben 10 dei convocati del CT Hidalgo facevano parte della rosa della Francia 1978. Nel girone eliminatorio la Francia si qualifica con il minimo sforzo: sconfitta con l’Inghilterra, vittoria contro il Kuwait e pareggio qualificazione all’ultimo turno contro la Cecoslovacchia. Capitata poi in un girone di seconda fase non trascendentale, con la sorprendente Irlanda del Nord e l’Austria, eleva la qualità delle proprie prestazioni, vincendo entrambi i match e impressionando in quello conclusivo e decisivo, contro i britannici, vinto per 4-1.

Nella travolgente vittoria contro l’Irlanda del Nord, il gol dei britannici (minuto 1:57) evidenzia i problemi di Ettori in uscita alta, problemi che si manifesteranno anche nella partita di semifinale contro la Germania Ovest.

Uomo contro uomo

Prima della partita, per l'allenatore tedesco Jupp Derwall, il dubbio principale è costituito dalle condizioni fisiche di Kalle Rummenigge, che si trascina sin dal primo match un problema muscolare alla coscia. La scelta è quella di portare il fuoriclasse del Bayern Monaco in panchina, schierando al suo posto Felix Magath dell’Amburgo. Una scelta che si rivelerà vincente.

Hidalgo non ha infortunati da gestire: in mezzo al campo il quadrato magico costituito da Bernard Genghini del Sochaux, Alain Giresse e Jean Tigana del Bordeuax e Michel Platini del Saint-Étienne, ma già acquistato dalla Juventus per la stagione successiva. In attacco l’escluso è Gérard Soler del Bordeaux, sempre titolare fino ad allora. Giocano Dominique Rocheteau del PSG e Didier Six dello Stoccarda, unico giocatore tra le rose delle due squadre a giocare all’estero.

Una bellissima partita, per capire cosa era il calcio dell’inizio degli anni Ottanta.

I primi 7-8 minuti del match sono appannaggio della Germania, che parte forte e schiaccia la Francia nella propria metà campo, recuperando il pallone in posizione avanzata. I primi minuti servono anche a capire i sistemi di gioco e la disposizione in campo dei calciatori.

Entrambe le squadre adottano la marcatura a uomo, il sistema difensivo più diffuso all’epoca. La Germania lascia Uli Stielike a fungere da libero, mentre si formano le seguenti coppie: Bernd Förster–Rocheteau (centravanti francese), Karlheinz Förster–Six (ala sinistra), Dremmler–Platini (libero di trovare la posizione sulla trequarti), Briegel–Giresse (ala destra).

Sul lato opposto Marius Trésor è il libero, Janvion prende il centravanti Fischer, Bossis marca Magath (ala sinistra) e il terzino Amoros si occupa di Littbarski (ala destra).

Attacchi fluidi

In mezzo al campo la Francia non prevede marcature individuali, ma un abbozzo di linea a 4 costituita da destra a sinistra da Giresse, Tigana, Genghini e Six, con Platini abbastanza libero da compiti difensivi. Giresse e Tigana sono pronti a inserirsi nella zona di centrodestra, coprendosi vicendevolmente, mentre Genghini è il mediano di posizione e regia. Sulle fasce attaccano Bossis a destra e, soprattutto, Amoros a sinistra.

Dietro a una specie di tridente Magath-Fischer-Littbarski, il cervello della Germania Ovest è Breitner: si abbassa a iniziare l’azione e funge sempre da appoggio sicuro per i compagni di squadra in mezzo al campo. Capelli lunghi, barba incolta, Paul Breitner era soprannominato il “Maoista” per la sua militanza politica che lo portò a rifiutare la convocazione al Mondiale argentino come forma di protesta contro la dittatura di Videla. Terzino della Germania Ovest campione del mondo 1974, Breitner si era negli anni trasformato in centrocampista e interpretava il ruolo in maniera molto moderna. Grandissimo calciatore, era probabilmente quanto di più simile ci fosse in campo a un tuttocampista di oggi. Alla fine della partita Breitner sarà il giocatore con più passaggi chiave (7) di tutto il match.

In realtà la disposizione in fase offensiva di entrambe le squadre è parecchio fluida, risentendo pesantemente della loro strategia difensiva. La marcatura a uomo costringe i difendenti a seguire i movimenti dell’attaccante marcato, e non consente di avere i calciatori nelle posizioni desiderabili per lo sviluppo della fase offensiva. Ad esempio, quello che nominalmente sarebbe il terzino sinistro francese, Amoros, si trova talvolta ad effettuare delle avanzate sulla fascia destra, perché portato nella zona di campo opposta nella precedente fase di non possesso dai movimenti del diretto avversario Littbarski.

Ed ecco perché, marcando Six che gioca coi piedi sulla linea laterale sinistra, K.H. Förster si trova spesso a fluidificare in posizione di terzino destro al posto dello specialista Kaltz.

In genere, invece, l’adozione di un sistema difensivo a zona posiziona correttamente e in maniera equilibrata i calciatori subito dopo la riconquista del pallone. Tale vantaggio in transizione positiva ha rappresentato storicamente uno dei principali motivi della diffusione della zona.

Tecnica contro atletismo

Dopo i primi minuti di predominio tedesco la partita diventa più equilibrata e si disegnano le caratteristiche tecnico-tattiche delle due squadre. La Germania Ovest esprime un calcio più atletico e le armi che mette in campo per creare difficoltà alla Francia sono la pressione sul possesso palla avversario e rapidi break che spezzano le rete difensiva.

Protagonisti principali Briegel e Breitner, che, partendo palla al piede, superano il diretto avversario per trovare poi spazio da attaccare. Briegel con 8 dribbling, di cui 7 riusciti, domina questa speciale classifica nella partita.

La traversa su punizione di Littbarski al minuto 14 nasce da un fallo di Platini proprio su Briegel. Tre minuti dopo, il gol di Littbarski ha origine proprio da un’accelerazione palla al piede di Breitner, che in mezzo al campo evita l’intervento di Six, porta palla indisturbato fino al limite dell’area e serve l’assist per Fischer da cui nasce il gol.

Il cambio di passo e l’assist di Breitner sono da vedere e rivedere.

In un calcio caratterizzato da marcature a uomo praticamente in ogni zona di campo e senza squadre particolarmente corte, avevano grande importanza i dribbling e gli attacchi uno contro uno. La funzione ricoperta dalla ricerca dell’uomo alle spalle delle linee per generare superiorità posizionale nel “juego de posición” dei giorni odierni, era allora deputata al dribbling e al superamento del proprio diretto avversario.

Con gli altri avversari a marcare gli uomini a essi assegnati, e con distanze maggiori tra un giocatore e un altro, chi marcava era generalmente privo di copertura e, superandolo in dribbling, l’attaccante aveva spazio a disposizione, generava superiorità numerica e, a cascata, squilibri nella difesa avversaria, che poteva essere costretta a lasciare libero un altro calciatore per andare a chiudere sul portatore di palla.

Nell’ultimo terzo di campo il compito di copertura era assegnato al libero, che doveva “leggere” le situazioni tattiche in campo e posizionarsi in maniera il più possibile efficace per tamponare le falle del sistema a uomo.

L’importanza delle iniziative individuali nel gioco è testimoniata dal numero elevato di dribbling tentati dalle due squadre: 25 per la Germania (di cui ben 22 riusciti) e 17 (di cui 11 con esito positivo) per la Francia. I 42 dribbling totali sono un numero davvero considerevole.

La Francia sfrutta essenzialmente le qualità dei propri centrocampisti. Il mancino Genghini gioca davanti ai propri difensori e mette ordine alla manovra. Giresse e Tigana forniscono dinamismo e qualità al centrocampo, offrendo soluzioni di passaggio in movimento e inserendosi senza palla nella parte destra del fronte d’attacco transalpino. E poi c’è Platini, che gioca principalmente a supporto di Rocheteau, ma è libero di muoversi assecondando il proprio estro.

Il vantaggio tedesco e il pareggio francese

All'inizio la Francia, pressata dalla Germania Ovest, gioca essenzialmente in ripartenza manovrata. Dopo il vantaggio tedesco, la Francia guadagna il possesso palla e metri sul terreno di gioco. Il pareggio giunge al minuto 26 su rigore, originato da un calcio piazzato ben giocato dalla squadra francese: Platini con un movimento a ricciolo beffa il proprio marcatore e riesce a servire di testa Rocheteau, atterrato in area da B. Förster.

L’abilità di testa di Michel Platini è stata storicamente sottovalutata.

Per il resto del primo tempo la partita si mantiene equilibrata senza che nessuna della due squadre riesca ad avere il predominio sull’altra.

Il secondo tempo mostra una partita diversa. È la Francia che gestisce il possesso palla e manovra principalmente nella metà campo tedesca, con la squadra di Derwall pronta a ripartire. La differenza tra i due stili di gioco è evidente: quando nel primo tempo il predominio era della Germania Ovest si osservava un calcio fatto principalmente di strappi e accelerazioni (da qui il maggior numero di dribbling tentati), mentre la manovra francese è basata sul palleggio e la tecnica dei propri calciatori.

La prima vera variazione tattica al match è apportata da Michel Hidalgo, che sostituisce Genghini con Patrick Battiston, difensore venticinquenne del Saint-Étienne. Il neo entrato viene piazzato però a centrocampo, nominalmente nella stessa posizione di Genghini, ma con il compito preciso di controllare Breitner, evidentemente un pericolo per la Francia. Fuori quindi un palleggiatore e dentro un difensore per marcare la principale fonte di gioco dei tedeschi.

Una delle azioni più famose della storia del calcio

Paradossalmente, nei 10 minuti che rimane in campo, Battiston gioca bene soprattutto in fase offensiva, giungendo 2 volte al tiro, una delle quali in un’azione rimasta famosa nella storia del calcio: Bossis recupera un pallone nei pressi del centrocampo con un tackle vincente su Dremmler e consegna la palla nei piedi di Platini. "Le Roi" alza la testa mentre Battiston vede un enorme varco centrale da attaccare prendendo alle spalle Breitner. Il lancio di mezzo esterno di Platini è di quelli che lo hanno reso il fuoriclasse che è stato e raggiunge Battiston, che prova a superare Schumacher in uscita con un pallonetto che finisce a lato.

La sviluppo tattico dell’azione descrive bene il calcio più giocato nel 1982. L’azione inizialmente si sviluppa nel settore sinistro della difesa tedesca. Il centravanti Rocheteau effettua un taglio interno-esterno per ricevere il pallone: Bernd Förster lo segue e il libero Stielike si orienta in campo a dare copertura al proprio stopper. Con Six larghissimo sulla fascia opposta, il sistema di marcature a uomo genera un buco centrale nella difesa tedesca. Battiston lo vede e lo attacca: la responsabilità della sua marcatura è di Breitner, che lo perde regalando al francese una facile occasione da gol.

Battiston scappa alle spalle di Breitner, Platini lo serve magnificamente. L’uscita di Schumacher ha l’unico scopo di spaventare l’avversario e con questo fargli sbagliare il tiro.

L’azione è rimasta indimenticabile per quello che succede subito dopo il tocco di Battiston. Già in precedenza Schumacher non aveva esitato a concludere le proprie uscite scontrandosi gratuitamente con gli avversari per intimidirli. Stavolta il portiere tedesco non ha alcuna possibilità di giungere sul pallone, ma decide di puntare dritto sull’avversario. L’impatto tra il corpo lanciato a tutta velocità di Schumacher e la testa di Battiston è tremendo: il francese perde conoscenza per circa 2 minuti e nello scontro perde tre denti. Di contrasto, rimane impresso l’atteggiamento di Schumacher, che durante i lunghi soccorsi portati a Battiston rimane apparentemente disinteressato al destino del collega francese.

Oltre a rimanere nella storia del calcio, l’azione incide profondamente nei destini della partita. Hidalgo è costretto a giocarsi dopo soli 60 minuti il secondo e ultimo cambio di un match destinato a durarne 120. Proprio le sostituzioni e le energie fresche messe in campo dalla Germania Ovest risulteranno decisive nel finale di partita.

Fine dei tempi regolamentari

Il primo cambio di Derwall avviene al minuto 72. La Francia è padrona del match e l’allenatore tedesco cerca forze nuove e una maniera veloce di alleggerire la pressione sulla propria squadra: dentro Hrubesch, centravanti alto e possente e fuori Magath, per avere la possibilità di risalire il campo lanciando lungo verso il neo entrato. Fischer lascia la posizione di centravanti a Hrubesch, posizionandosi a sinistra al posto di Magath. Bossis marca il nuovo centravanti, venendo così costretto a giocare in posizione centrale con Janvion, ancora su Fischer, spostato a destra.

Nell’ultimo quarto d’ora la squadre si allungano ulteriormente, affaticate dalla partita e dal caldo della notte di Siviglia. Con spazi più larghi le iniziative individuali aumentano ancora. Da sottolineare le avanzate palla al piede di Trésor, anch’esse tipiche del calcio dell’epoca, in cui il libero, esente da marcature, avanzava a creare superiorità numerica e a scardinare il sistema di marcature individuali degli avversari.

In questa fase della partita si rende protagonista il giovane terzino Manuel Amoros, ventenne del Monaco, estremamente pericoloso con le sue avanzate. Al minuto 77 parte palla al piede dalla propria metà campo, supera con un tunnel Kaltz al limite dell’area e serve Didier Six con un assist che mette l’ala sinistra solo davanti a Schumacher.

Il tiro debolissimo di Six riflette l’intera partita dei Bleus al tiro: la Francia tira in porta più della Germania (21 conclusioni contro 18), ma solo 5 tiri giungono nello specchio contro gli 11 di quelli tedeschi.

All’ultimo secondo dei 90 minuti regolamentari Amoros colpisce la traversa con un bolide da fuori area che avrebbe cancellato i successivi supplementari e calci di rigore. La partita ha ancora il tempo di regalare un’altra occasione da rete, con Breitner che ruba palla alto a Tigana in uscita e conclude a rete, con Ettori che riesce ad anticipare di un soffio Fischer sulla palla non trattenuta.

Supllementari e vantaggio francese

All’inizio del primo tempo supplementare la Francia occupa la metà campo avversaria procurandosi un calcio d’angolo e subito dopo un calcio di punizione che Giresse mette in mezzo trovando la splendida girata al volo di Trésor, lasciato colpevolmente libero dalla difesa tedesca: 1-2.

La Germania prova a reagire e fin dai minuti immediatamente successivi al gol e la Francia mostra una certa incapacità nel gestire il vantaggio acquisito. Dopo due minuti dal gol di Tresor, Ettori serve dentro l’area Amoros, con l’obiettivo di andare a riprendere la palla dai piedi del terzino (allora era possibile, come era possibile per il portiere con la palla in mano metterla a terra e poi riprenderla). Ma c’è Littbarski tra i due che ruba palla e si procura, a causa dell’ingenuità francese, una clamorosa occasione da gol.

La prima e non l’ultima delle ingenuità francesi nei tempi supplementari.

Il gol del vantaggio della Francia rende la partita simile a un match di boxe disputato con le guardie abbassate: la Germania Ovest attacca a testa bassa, la Francia, pagando forse un po’ di inesperienza ad altissimi livelli, si fa ingolosire dagli spazi lasciati dai tedeschi e più che gestire il pallone, contrattacca sbilanciandosi a sua volta, perdendo con leggerezza troppi palloni. La partita diventa bellissima.

Rummenigge

Al sesto minuto del primo tempo supplementare Jupp Derwall rompe gli indugi e mette in campo Rummenigge al posto di Briegel. All’epoca Rummenigge era considerato il più forte giocatore europeo, avendo vinto consecutivamente le due edizioni del Pallone d’oro precedenti la Coppa del Mondo. Attaccante di potenza rara, grande tecnica e fenomenale in acrobazia, viene schierato alle spalle del trio d’attacco, in una posizione occupata a inizio carriera. La marcatura di Rummenigge diviene un problema insolubile per i francesi.

Intanto, in una delle tante ripartenze, la Francia segna il gol del doppio vantaggio di Giresse, che festeggia alla Tardelli.

Quattro minuti dopo Rummenigge accorcia le distanze con un’azione emblematica dell’andamento della partita nei supplementari. Con Giresse a terra per infortunio, Platini prova a superare in tunnel Dremmler, probabilmente subisce un fallo, di certo perde palla. Sulla ripartenza, Rummenigge arriva in area da dietro non marcato e con una mirabile spaccata in acrobazia riesce ad anticipare il recupero di Janvion e il recupero di Ettori e a mettere in rete il gol del 2-3.

Platini e Giresse sono a terra, la Francia è lunghissima e in inferiorità numerica. Per tutta l’azione è in ritardo sul portatore di palla tedesco. L’acrobazia di Rummenigge è da grandissimo bomber.

Dopo il gol di Rummenigge la partita non cambia canovaccio tattico, ma diventa sempre più complicato per i francesi reggere la pressione tedesca. Alla Francia mancano energie, centimetri e chili per contrastare la fisicità della Germania Ovest, che continua a mettere la palla nell’area di rigore francese. I soli Bossis e Trésor non riescono a equilibrare il gap atletico con gli attaccanti tedeschi.

Il 3-3 e i rigori

Non a caso il terzo gol della Germania nasce da un cross dall’esterno di Littbarski (ben 8 cross totali per l’ala tedesca) e una sponda aerea di Hrubesch, per una volta non marcato da Bossis, ribadita in rete da un’acrobazia di Fischer.

La Germania mette tre palloni in area in un minuto. Al terzo fa gol.

Il gol del pareggio sembra placare il furore agonistico mostrato dai tedeschi nei supplementari dopo avere subito il gol di Trésor. Gran parte del vantaggio nell’Indice di Pericolosità Offensiva elaborato da SICS (IPO) acquisito dai tedeschi nel corso della partita (alla fine del match l’IPO della Germania Ovest sarà di 110, quello della Francia 78) è accumulato nel periodo compreso tra il 2-1 della Francia e il pareggio di Fischer, dopo un sostanziale equilibrio alla fine dei 90 minuti.

Finisce ai calci di rigore, ed è la prima volta nella Coppa del Mondo. Segnano, nell’ordine: Giresse, Kaltz, Amoros, Breitner e Rocheteau: tutti spiazzano il portiere. Breitner segna con un mezzo cucchiaio. Il terzo rigore tedesco è per Uli Stielike; il tiro è centrale e a mezz’altezza e viene parato da Ettori. Stielike crolla in ginocchio con le mani sul viso nei pressi del dischetto del rigore.

La Francia è a due rigori dalla finale mondiale. Tocca a Six, che si fa parare il rigore da Schumacher. Si ricomincia daccapo. Littbarski, Platini e Rummenigge non sbagliano e concludono la serie dei 5 rigori. La serie supplementare è iniziata da Maxime Bossis, elegante difensore e autore di una grande prestazione.

Bossis incrocia il suo rasoterra di destro, ma Schumacher intuisce l’angolo e respinge il rigore. Hrubesch ha nei piedi la finale di Madrid e, dopo avere segnato una doppietta nella finale dell’Europeo di due anni prima contro il Belgio, porta la Germania Ovest a sfidare l’Italia per il titolo di campione del mondo, spiazzando freddamente Ettori.

Destini opposti

La Germania Ovest perse nettamente la finale contro l’Italia di Bearzot. Rummenigge, che con il suo ingresso aveva ribaltato i destini della semifinale contro la Francia, fu marcato dal diciottenne Bergomi e non incise sulle sorti della partita. Agli Europei successivi la Germania, qualificatasi per la fase finale a 8 squadre, si fermò al girone eliminatorio.

Quegli Europei li vinse la Francia padrona di casa, al primo trionfo internazionale, giusto premio per una generazione di campioni e, in particolare, per Michel Platini. L’Europeo 1984 fu letteralmente dominato dal numero 10 della Francia, che mise a segno 9 gol in 5 partite e fornì probabilmente la prestazione individuale più impressionante di un singolo calciatore nel corso di un intero torneo internazionale. Tra il 1983 e il 1985 Platini vinse tre Palloni d’oro consecutivi, record ineguagliato nel trofeo fino al 2010, anno in cui il Pallone d’Oro fu unito con il Fifa World Player of The Year.

Una delle due triplette realizzate da Platini all’Europeo 1984. L’altra, contro il Belgio.

In Messico, per il Mondiale '86, Francia e Germania Ovest si incontrarono nuovamente in semifinale, e vinsero i tedeschi per 2-0. Il ciclo francese si esaurì di lì a poco, Platini si ritirò dal calcio giocato solo un anno dopo il Mondiale in Messico. Per partecipare a una fase finale della Coppa del Mondo la Francia dovette aspettare 12 anni, un Mondiale in casa e un’altra generazione d’oro che portò il titolo di campione del mondo ai Bleus.

I cicli tedeschi, invece, e la storia lo insegna, continuarono imperterriti e la Germania Ovest, alla vigilia della caduta del Muro di Berlino, vinse il titolo mondiale in Italia nel 1990.

Ringraziamo per i dati SICS (che potete anche seguire su Facebook e Twitter).

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