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C'Mon England!
21 giu 2016
O l'Inghilterra si dà una svegliata o questo Europeo non durerà molto.
(articolo)
11 min
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Prima dell’inizio degli Europei le aspettative per l’Inghilterra e anche per le scelte di Roy Hodgson erano piuttosto elevate. A dispetto delle tante volte in cui il talento a disposizione della Nazionale inglese è stato sopravvalutato, stavolta i giocatori a disposizione sembrano davvero di alto livello, sebbene non perfettamente distribuiti per tutti i ruoli a disposizione. Proprio per questo era interessante osservare come il Commissario Tecnico dei “Tre Leoni” avrebbe cercato di massimizzare l’efficacia del gioco rispettando la qualità dei propri uomini.

Il risultato finale nel girone è stato abbastanza deludente: due pareggi, una sola vittoria e un secondo posto contro avversari che non sono sembrati irresistibili. Davanti agli inglesi sono arrivati i cugini del Galles, unica squadra battuta con il gol all’ultimo minuto di Sturridge.

I dati complessivi delle tre partite indicano che in questo Europeo l’Inghilterra è, dopo il Portogallo, la squadra che ha calciato più verso la porta avversaria, tirando in media 21.3 volte a partita, e anche quella che ha subito meno tiri (6 per partita), dominando il possesso palla con il 58% complessivo nelle tre partite.

https://twitter.com/11tegen11/status/744274352020021248

Gli expected goal alla fine del secondo turno di partite piazzano l’Inghilterra nella parte altissima del torneo.

Il dato più significativo è pero quello dei dribbling tentati per gara. In questa classifica l’Inghilterra domina, con una media di 28.3 dribbling a partita tentati (di cui il 70% andati a buon fine), più di 9 in più di Germania e Francia, seconde in questa graduatoria, e 23 in più di Italia e Islanda, fanalini di coda.

Un numero così elevato di dribbling è indice della scelta di Roy Hodgson di lasciare molta libertà al talento offensivo. Il tecnico ha proposto una struttura tattica leggera e ha puntato le proprie fiches sulle qualità e la versatilità dei propri giocatori.

La fluidità del gioco offensivo

La formazione scesa in campo nella partita d’esordio contro la Russia è sintomatica di questa idea.

Risolti i ballottaggi per i ruoli di terzino in favore dei due Spurs, Kyle Walker a destra e Danny Rose a sinistra, in mezzo al campo Hodgson ha optato per il terzetto formato da Eric Dier, Dele Alli e Wayne Rooney, con Adam Lallana e Raheem Sterling larghi ed Harry Kane punta centrale. Accantonata in origine la possibilità di far convivere il centravanti del Tottenham con Jamie Vardy in un ipotetico 4-3-1-2, l’Inghilterra era schierata con quello che in partenza appariva come un 4-3-3.

In accordo con la fama di assemblatore di calciatori, il gioco della Nazionale di Hodgson ha assecondato le caratteristiche dei giocatori scelti. L’Inghilterra ha mostrato un calcio offensivo e propositivo, basato, in fase d’attacco, su posizione flessibili e ruoli fluidi.

La partita con la Russia, a dispetto del risultato finale, ha fornito indicazioni positive per Roy Hodgson che ha pertanto riproposto la stessa formazione e strategia nel successivo impegno contro il Galles. Nel secondo match disputato sono però emerse le incongruenze e molti dei punti di forza visti nella partita contro la Russia si sono rivelati più fragili di quanto si potesse prevedere.

Nella partita contro la Russia, e nel primo tempo contro il Galles, l'Inghilterra ha mostrato una certa asimmetria nella struttura posizionale e nei movimenti dei suoi interpreti. A destra Lallana si muoveva dall'esterno verso la zona intermedia, liberando l'ampiezza per Walker, che già in fase iniziale dell'azione si alzava, occupando così la posizione ed escludendosi dalla costruzione bassa. Sul lato sinistro invece Sterling rimaneva aperto durante la circolazione della palla in zona arretrata. Rose restava quindi basso a supportare la costruzione e le sue avanzate avvenivano in un tempo successivo a quelle di Walker.

Lo schieramento dell’Inghilterra in fase di attacco.

L’inizio dell’azione era garantito dalla circolazione della palla tra i due centrali, Cahill e Smalling, aiutati a sinistra da Rose e dal sostegno di Dier. Wayne Rooney, partendo dalla posizione di intermedio di sinistra, in maniera piuttosto libera da vincoli tattici, aveva il compito di fornire qualità all’avanzamento del pallone dalla zona arretrata verso l’ultimo terzo di campo.

La direttrice primaria del gioco offensivo inglese era la ricerca tra le linee dei movimenti di Alli e Lallana, in uno spazio ampliato dai movimenti di Kane ad allungare la difesa avversaria. La manovra d’attacco si strutturava quindi a partire da una base arretrata, in cui grande importanza aveva il lavoro di Dier, e provava a svilupparsi verticalmente verso i giocatori offensivi a supporto del centravanti e alle spalle del centrocampo avversario. Fondamentale per lo sviluppo del gioco offensivo le tracce di Lallana, sempre molto preciso nei tempi e nello spazio dei suoi movimenti.

Dele Alli riceve tra le linee.

Lo schieramento in fase di possesso palla, con tanti uomini sopra la linea del pallone, rendeva quasi inevitabile l’applicazione quasi sistematica del gegenpressing, mentre il possesso palla consolidato degli avversari veniva affrontato compattando il 4-3-3 nella propria metà campo e attuando fasi di pressing innescate dalla pressione dagli esterni Lallana e Sterling.

Il 4-3-3 schierato in fase di non possesso palla.

La partita contro la Russia ha messo in mostra le qualità della Nazionale inglese. Il rigido e troppo passivo 4-4-2 in fase di non possesso della squadra di Sluckij ha permesso facili ricezioni ad Alli e Lallana negli half-spaces, consentendo all’Inghilterra un continuo e qualitativo avanzamento del pallone nell’ultimo terzo di campo avversario. In questo contesto sono state esaltate le qualità tecniche di Dele Alli, le capacità di spinta di Walker, cui le ricezioni interne aprivano varchi sull'esterno, le doti tecniche di Rooney, poco pressato dai centrocampisti avversari, e quelle di equilibratore di centrocampo di Dier.

Il gioco si sviluppava preferenzialmente e con maggiore efficacia sul lato destro del campo, grazie ai movimenti di Lallana e al diverso comportamento adottato dai due terzini sui due lati del campo.

Un’azione ben congegnata: Lallana riceve alle spalle del centrocampo avversario e riapre su Walker che occupa lo spazio esterno. Parte quindi una combinazione della catena di destra che coinvolge anche l’intermedio Alli e porta al tiro Lallana.

Punti deboli

Tuttavia, nonostante la Russia non facesse praticamente nulla per mettere in difficoltà gli inglesi, la partita ha seminato alcuni dubbi sul gioco della Nazionale di Hodgson.

La struttura posizionale in fase di possesso non era sempre corretta e soffriva talvolta di un eccessivo intasamento di uomini, oltre che delle mediocri capacità in costruzione della coppia di centrali Cahill - Smalling. Le posizioni da assumere risultavano confuse. Rose rimaneva quasi sempre basso a supporto della circolazione della palla e, nonostante questo, Dier spesso si abbassava tra i centrali a giocare una salida lavolpiana senza la necessità di creare una superiorità numerica, già effettiva, contro la pressione avversaria. L’anarchico Rooney si abbassava frequentemente per ricevere palloni in uno spazio libero di avversari, spingendosi in una zona troppo arretrata e riducendo così le connessioni tra la zona di costruzione e quella di rifinitura e finalizzazione.

Smalling ha la possibilità sicura di giocare il pallone su Rose. In quella zona di campo l’Inghilterra è già 2 vs 1. Tuttavia Dier si abbassa lo stesso intasando inutilmente lo spazio arretrato. Rooney si allarga in una zona che, con l’abbassamento di Dier, potrebbe essere occupata da Rose.

Il gol subito in pieno recupero da Berezutski ha invece mostrato la debolezza della difesa schierata inglese nella protezione del lato debole contro i cross. I terzini Walker e Rose si sono dimostrati inadatti, per statura e capacità in marcatura, a difendere nel cuore della propria area di rigore.

Infine il pupillo di Hodgson, Sterling, appariva come un corpo estraneo alla squadra. In possesso di scadenti qualità associative e di doti tecniche nello stretto non eccelse, l’attaccante del Manchester City, come evidenziato da Dario Saltari, è stato costretto dalla struttura asimmetrica dell’attacco posizionale inglese a giocare in isolamento contro la difesa schierata, ricevendo palla da fermo e senza la possibilità di attaccare la profondità. Il risultato è stato prevedibilmente pessimo e Sterling è stato il primo giocatore sostituito dopo lo svantaggio seguente al gol di Gareth Bale nella partita con il Galles.

Proprio il match contro i cugini britannici ha mostrato le possibili contromisure contro l’attacco inglese e l’assenza di un piano B della squadra di Hodgson. Lo schieramento in fase di non possesso, con una linea a 5 difensori, un doppio pivot e Ramsey e Bale a schermare le linee di passaggio intermedie, toglieva le ricezioni interne all’Inghilterra che rimaneva impotente contro la difesa gallese. La sostituzione di Sterling con Sturridge aumentava le capacità associative della squadra, ma il vero piano di Hodgson per ribaltare la partita è stato quello di accumulare attaccanti e sperare nei colpi dei propri talenti, arrivati proprio all’ultimo minuto con la combinazione in spazi ridottissimi tra Alli e Sturridge.

Le sperimentazioni contro la Slovacchia

L’ultima partita contro la Slovacchia è stata affrontata con la qualificazione in tasca e operando un discreto turnover nell’XI titolare. L’Inghilterra ha iniziato la partita difendendo con un 4-4-2 abbastanza proattivo, con Jordan Henderson e Lallana rispettivamente sull’esterno destro e sinistro di centrocampo; Dier e Jack Wilshere in mezzo e Sturridge e Vardy in attacco. In fase di possesso lo schieramento virava verso un 4-3-3 con Henderson e Wilshere in posizione di mezzali e Sturridge e Lallana ai fianchi di Vardy.

L’interpretazione del 4-3-3 era piuttosto canonica nei movimenti contrapposti sul lungo-corto e interno-esterno delle coppie mezzali-esterni offensivi. Prevedeva ancora la ricerca della ricezione tra le linee con gli inserimenti degli intermedi e l’occupazione degli half-spaces grazie ai tagli interni degli esterni offensivi. La tattica passiva della Slovacchia ha consentito all’Inghilterra di sviluppare con buona brillantezza il proprio gioco offensivo senza essere seriamente impegnata nella fase difensiva.

Il 4-3-3 in azione. Movimenti coordinati della catena di destra: l’esterno offensivo, Sturridge, si abbassa internamente, Il terzino Clyne garantisce l’ampiezza e la mezzala Henderson si inserisce in profondità.

Il precoce e ampio vantaggio gallese nella contemporanea sfida contro la Russia ha costretto Hodgson a cercare con più insistenza la vittoria mettendo mano a uomini e modulo di gioco con le sostituzioni. L’ingresso di Alli e Rooney per Wilshere e Lallana ha riproposto il 4-3-3 con Rooney impiegato come esterno di sinistra e Alli ed Henderson intermedi; il primo pronto a occupare gli spazi tra le linee avversarie, il secondo a lavorare con inserimenti coordinati con la catena di destra assieme a Sturridge e il terzino destro Clyne. L’ingresso di Kane al posto di Sturridge regalava invece 20 minuti di 4-3-1-2 con Rooney alle spalle della coppia di bomber Vardy-Kane.

Il rombo di centrocampo alle spalle della coppia Vardy-Kane.

Le prospettive

Il bottino in termini di punti e posizione in classifica nel girone è piuttosto magro, specie se si tiene conto del livello non certo eccelso degli avversari. Oltretutto il mancato raggiungimento del primo posto ha condotto l’Inghilterra verso la parte di tabellone più complessa e un ipotetico quarto di finale contro i padroni di casa. Le squadre affrontate hanno tutte adottato una tattica particolarmente attendista e la Nazionale inglese ha giocato quasi esclusivamente in fase offensiva, mentre la fase difensiva è stata poco sollecitata.

La fase di possesso ha mostrato una discreta fluidità basata sull’interscambio dei ruoli e le iniziative individuali, come dimostra l’elevato numero di dribbling dell’intera squadra. La partita con il Galles, paradossalmente l’unica vinta, ha però evidenziato che un’attenta fase difensiva orientata a negare il gioco negli spazi di mezzo, è stata capace di mandare in tilt i meccanismi dell’Inghilterra. Questo perché Roy Hodgson ha fornito alla sua squadra una struttura tattica leggera, basata sulle capacità e tendenze individuali.

L’asse centrale del Tottenham, Dier-Alli-Kane, ripropone in Nazionale parte delle linee di gioco verticali di Pochettino, così come la posizione in campo di Kyle Walker; Rooney mostra un’elevata anarchia tattica e in assenza di indicazioni rigide finisce spesso per congestionare spazi di gioco, privando della sua presenza zone di campo in cui potrebbe essere più efficace. Infine l’utilizzo tattico di Sterling limita enormemente il possibile apporto del giocatore del City. Al di là della pur lodevole fluidità di posizione e dell’alto talento offensivo individuale, sembra mancare un piano di riserva più strutturato per sviluppare il gioco, come mostrano i tanti esperimenti tattici fatti nella partita contro la Slovacchia. In quest’ultima partita si è messo particolarmente in mostra Jordan Henderson e chissà che il prossimo match non veda il capitano del Liverpool in campo e magari Wayne Rooney spostato in posizione più avanzata.

Manca inoltre un vero e proprio banco di prova della tenuta difensiva: il livello qualitativo dei due centrali non sembra all’altezza del resto della squadra e i due terzini mostrano lacune in fase di difesa bassa. Dagli ottavi si potrà davvero pesare il vero valore dell’Inghilterra, la sua reale forza in fase di non possesso e la sua effettiva capacità di riprodurre, contro avversari di livello più elevato, il gioco tra le linee che, in maniera brillante, ma discontinua, ha messo in mostra nelle prime tre partite.

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