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Come cambia il Milan con Santiago Gimenez
03 feb 2025
Un confronto statistico con Alvaro Morata.
(articolo)
7 min
(copertina)
IMAGO / Box to Box Pictures
(copertina) IMAGO / Box to Box Pictures
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A Zagabria è appena finito il primo tempo. Il Milan sta difendendo la sua posizione tra le prime otto della Champions League sul campo della Dinamo. Significherebbe evitare i playoff e accedere direttamente agli ottavi di finale. È una partita decisiva ma la squadra di Conceicao sembra molle. Il primo tempo dei rossoneri è stato però scialbo e sconclusionato (non la prima volta) e il parziale recita svantaggio nel punteggio (1-0) e negli uomini, con l’espulsione di Musah al 39’ che rende più difficile una partita che già sembrava complicata.

All’intervallo il tecnico portoghese prova a dare una svolta alla partita sostituendo la sua punta, Alvaro Morata. Non è la prima volta che accade: con il Parma nel weekend era stato tolto poco prima dell’ora di gioco, ma questa volta lo spagnolo sembra prendere male il cambio. Non si sa bene esattamente cosa sia successo, se n'è parlato molto senza che sia filtrato granché. Fatto sta che passano due giorni e il Milan chiude la trattativa lampo con il Galatasaray per la sua cessione. Si era rotto qualcosa tra lui e Conceicao?

È un’operazione strana per tempistiche: si concretizza a ridosso della chiusura del mercato, e pochi giorni prima di un derby - una partita già importante di per sé ma che per i rossoneri rappresentava anche un treno per risollevare una classifica un po' grigia.

Il ritorno in Italia di Morata si conclude quindi dopo soli sei mesi. Era arrivato in estate dopo l’Europeo vinto con la Spagna da titolare e da capitano; era stato selezionato per prendere le redini tecniche ed emotive di un gruppo che dopo l’addio di Giroud (e di Kjaer) a giugno si era trovato senza leader d’esperienza. Dopo il pareggio per 2-2 all’esordio contro il Torino si era assunto subito il ruolo di mentore di un gruppo giocane. «Non è un esordio bellissimo perché abbiamo pareggiato», aveva dichiarato «Serve un cambio di mentalità».

Morata aveva segnato il gol che aveva avviato la clamorosa rimonta del Milan (poi completata da Okafor addirittura al 95esimo). Da quel momento, però, l'attaccante spagnolo in Serie A ne ha fatti solo altri 4, che con quello al Bernabeu fanno 6 reti in 21 presenze: troppo pochi per quello che era stato pensato come il principale terminale offensivo del Milan.

Al suo posto il mercato di gennaio dovrebbe portare dal Feyenoord il messicano Santiago Giménez. La punta 23enne dopo due stagioni e mezzo a Rotterdam è chiamato a diverse sfide: non solo fare da subito il titolare in una squadra di primo livello in Europa ma anche risollevare con i suoi gol la stagione dei rossoneri. Non sappiamo come funzionerà il suo adattamento alla Serie A. Il dato interessante che possiamo già conoscere, però, è che l'attaccante messicano interpreta il ruolo in maniera opposta a quella del suo predecessore. Per capire come, ho provato ad aiutarmi con i dati di Statsbomb.

Grafico StatsBomb.

Partiamo con una premessa. Giménez arriva da un campionato in cui si fanno più gol (3,04 reti per partita contro i 2,72 della Serie A) e da una squadra che segna di più (dai 2,15 fatti dal Feyenoord agli 1,5 del Milan). Alla luce di questi numeri, e del tempo di cui ogni giocatore ha bisogno quando va inserirsi in una nuova squadra e in un nuovo campionato, è naturale aspettarsi una leggera correzione al ribasso dei suoi numeri.

Detto questo, al momento il divario dal punto di vista realizzativo è netto: il messicano calcia di più (2,84 tiri per 90 minuti) e riesce a farlo in maniera più pericolosa, permettendogli di avere un dato sugli Expected Goals a partita che è quasi il doppio di quello di Morata (0,52 a 0,29). Giménez, insomma, almeno potenzialmente potrebbe portare più pericolosità e presenza in area di rigore, caratteristica in totale controtendenza rispetto a chi lo ha preceduto, che invece tendeva (anche su richiesta dei propri allenatori) a svuotare l'area per cucire il gioco sulla trequarti.

Da questo punto di vista, un dato interessante è quello riguardante i tocchi in area. Morata è stato anche criticato per la sua attitudine a scendere verso il centrocampo per essere coinvolto nelle manovre offensive, togliendo al Milan un riferimento in area, e da questo punto di vista Giménez è decisamente un attaccante molto diverso. Il messicano tocca oltre 3 palloni in più negli ultimi sedici metri ed è forse anche più lucido nel selezionare le occasioni da capitalizzare.

Il contributo di un centravanti, però, non si riduce all'area di rigore. Dal punto di vista del pressing, per esempio, Morata rappresentava una risorsa e spesso era molto generoso nelle rincorse all'indietro. Tra le punte lo spagnolo è nel 98esimo percentile nelle pressioni, nell’89esimo per contrasti e intercetti (metriche corrette per il possesso della squadra) e nel 98esimo in azioni difensive. Dati che confermano l’impressione di un giocatore molto intenso in fase di non possesso. Giménez, però, ha dimostrato di essere all'altezza da questo punto di vista. Come si può vedere dalle immagini qui sotto, interviene magari meno da un punto di vista difensivo, ma rimane un ottimo pressatore anche se in zone più alte di campo (tendenza forse prodotta da un pressing più organizzato).

Grafici StatsBomb.

L'attaccante messicano, in generale, sembra meno conservativo nelle scelte con il pallone. Gli piace ricevere spalle alla porta, sa creare per i compagni (0,14 xG assistiti si collocano nel 97esimo percentile) ma perde anche 4,37 palloni a partita, forse indice di un gioco ambizioso ma ancora grezzo.

Un’altra grande differenza tra i due sono i duelli aerei. Nonostante non sia altissimo (un metro e 82), Gimenez è molto efficace di testa: vince 1,42 duelli per 90 minuti con il 54% di efficienza (92esimo percentile), mentre Morata resta a uno per 90 minuti con il 42%. Il messicano in questa Eredivisie ha accumulato 1,87 xG con i soli colpi di testa; da questi, distribuiti tra 8 tiri, è riuscito a segnare due gol. Un dato significativo che porta pericolosità aerea in una formazione con pochi grandi saltatori.

Grafico StatsBomb.

Giménez sarà il sesto attaccante a ricoprire il ruolo di prima punta nel Milan in questa stagione. Prima di lui, comprendendo Morata, si sono susseguiti Abraham, Jovic, Okafor e Camarda (che non ancora 17enne è da includere con tutti gli asterischi del caso). Tra tutti parliamo di un totale di 8 gol in Serie A in oltre 2600 minuti giocati: obiettivamente troppo pochi.

La cosa che più ci si attende da Giménez, inevitabilmente, è quindi la continuità realizzativa. Nella prima parte di stagione il messicano ha segnato 16 gol - un numero già alto di per sé, ma ancora più alto se rapportato al minutaggio ridotto avuto a disposizione per via dell'infortunio alla coscia che lo ha tenuto fuori quasi due mesi tra ottobre e novembre. Cinque di questi, tra l'altro, sono arrivati in Champions League, dove è il miglior marcatore in rapporto ai minuti giocati (un gol ogni 59 minuti: un dato semplicemente fuori scala).

Al di là di quale sarà il suo rendimento, comunque, rimangono degli interrogativi sulle strategie del Milan. Zlatan Ibrahimović, ad agosto, aveva dichiarato che gli acquisti estivi, tra cui Morata, «erano già obiettivi prima della scelta dell'allenatore» e che «al Milan l'allenatore deve fare l'allenatore, la società fa il resto». Sembravano l'inizio di un nuovo corso in cui la società rossonera avrebbe avuto un peso maggiore in sede di mercato. Forse è anche per questo che invece di profili come Conte e De Zerbi, forse troppo esigenti e “manager” da questo punto di vista, alla fine aveva optato per Fonseca, più "aziendalista" da questo punto di vista.

In questo contesto, Morata era stato acquistato dall’Atletico Madrid pagando la clausola rescissoria di 13 milioni di euro e, anche alla luce delle parole del dirigente svedese, forse era da considerare un'opportunità che il Milan ha colto più per ragioni economiche che di reale programmazione all’interno di un preciso progetto tecnico.

Con l’ingaggio di Conceição in panchina, però, forse le cose sono cambiate. Certo, non abbiamo la certezza che l’allenatore abbia spinto per il cambio di attaccante, ma diciamo che è plausibile, vista la fermezza con cui l’allenatore portoghese è arrivato a Milano.

In ogni caso, sarà un bel banco di prova per Santiago Giménez, che dovrà dimostrare di essere all'altezza di un campionato più competitivo. Il messicano è un profilo con caratteristiche completamente diverse dagli altri a disposizione del Milan e il contesto tattico e ambientale non è facile viste le pressioni e le difficoltà di campo della squadra.

Il messicano sembra avere le qualità per dire la sua ma il Milan non ha tanto tempo e lo metterà sotto pressione da subito. Una buona o una cattiva notizia? L'unica certezza, con Giménez che potrebbe fare il suo esordio già contro la Roma in Coppa Italia, è che non si dovrà aspettare molto per avere le prime risposte.

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