• Per abbonati
Dario Pergolizzi

Come è andata la prima di Marcus Thuram con l’Inter

Contro il Monza abbiamo già visto il suo impatto tattico.

Al 65’ di Inter-Monza, Barella e Dumfries stanno combinando sulla fascia destra. Marcus Thuram, in posizione centrale sul cerchio di centrocampo, appena letta la triangolazione tra i due compagni e la corsa in profondità di Dumfries, scatta a sua volta in verticale verso l’area, alle spalle di Pablo Marì e davanti a Samuele Birindelli, che non riesce ad assorbirne l’accelerazione. La palla in mezzo di Dumfries supera il difensore spagnolo e Thuram, a due passi da Di Gregorio, nonostante il tentativo di colpirla in allungo con l’esterno del piede destro, per pochissimi centimetri manca l’impatto, e scivolando finisce oltre la riga di fondo.

 

Pochi attimi dopo la sua più chiara occasione da gol della partita, Thuram lascerà il posto ad Arnautovic che ci metterà appena 9 minuti a mettere a referto il primo assist della stagione. Sintetizzato così, il debutto di Thuram a San Siro potrebbe sembrare un po’ amaro, dal suo punto di vista; in realtà, però, l’ex attaccante del Borussia Moenchengladbach ha giocato bene. Una prestazione magari non straordinaria, ma che ci ha dato sufficienti prospettive sull’inserimento (e l’influenza) delle sue qualità nel contesto offensivo dell’Inter di Inzaghi. 

 

___STEADY_PAYWALL___

 

Gioco di raccordo

La prima azione di Thuram, al secondo minuto di gioco, aveva subito galvanizzato il pubblico. Ricevendo sul lato sinistro del campo da Mkhitaryan, stoppa di sinistro, subendo la pressione di Pessina, portandosi poi rapidamente avanti il pallone di destro e sventolando con lo stesso piede un lungo cambio gioco verso Dumfries, completamente solo sulla destra.

 

 

 

 

Le capacità di Thuram di associarsi con i compagni, a diverse altezze, con ritmi e lunghezze di passaggio variabili, sono uno degli aspetti più evidenti dalla sua prima partita in Serie A. Nell’elaborato gioco di possesso di Inzaghi, un attaccante associativo come Dzeko aveva potuto dire la sua nonostante il fisiologico calo di performance. Thuram ha le carte in regola, in questo senso, per essere un sostituto all’altezza, perlomeno per quanto riguarda la capacità di risalire il campo con la squadra attraverso il fraseggio. 

 

 

Qui tre azioni abbastanza esemplificative dell’intenzionalità associativa di Thuram. Nella prima asseconda il movimento di Lautaro, triangolandoci con un tocco di esterno di prima. Nella seconda, il suo passaggio dopo la ricezione e proiezione offensiva di Barella sembra essere un pelo lungo per il centrocampista, ma diventa perfetto per l’avanzata di Dumfries; difficile dire se fosse proprio questo l’intento di Thuram, ma in ogni caso si tratta di una dinamica nata grazie all’inclinazione associativa del francese.

 

Infine, una bella combinazione con Lautaro che può essere un preludio per un’intesa crescente nel corso della stagione. Disposti su due altezze diverse, con l’argentino che attacca la profondità, Thuram riceve il passaggio di Mkhitaryan sul piede più lontano, il sinistro, e anche stavolta, come nella sua prima azione, ricevuta la pressione del difensore alle spalle prosegue rapidamente la giocata utilizzando il piede opposto, servendo Lautaro in verticale e creando i presupposti per un pericoloso attacco all’area avversaria.

 

Gioco in campo aperto

Un aspetto in cui Thuram potrebbe potenzialmente dare qualcosa più di Dzeko, e per certi versi forse anche più dell’ultimo Lukaku, è l’apporto dinamico a tutte quelle azioni che si sviluppano velocemente in campo aperto, sia con che senza palla. Oltre all’accelerazione citata all’inizio che lo ha portato a un passo dal primo gol, la sua migliore azione della partita in questo senso è arrivata in questo contropiede al trentesimo.

 

 

 

 

Anche qui Thuram riceve col piede lontano, il sinistro, e, riconoscendo prontamente lo spazio alle sue spalle, si gira armoniosamente portando avanti subito il pallone col destro. Questa capacità di accorciare i tempi tra controllo e giocata successiva è di per sé un valore aggiunto per quanto riguarda la possibilità di alzare i ritmi delle azioni. In questo caso, possiamo apprezzarne anche la conduzione in velocità e la sterzata improvvisa di esterno dopo aver portato verso l’interno Caldirola (scelta forse influenzata anche dalla traiettoria di corsa di Barella). 

 

Corse in pressione

Un altro aspetto in cui può essere abbastanza influente l’impatto di Thuram è l’intensità delle sue pressioni sul pallone. Thuram è un giocatore rapido oltre che di stazza, esplosivo nel breve e veloce anche in allungo, e questo gli consente di temporeggiare il più possibile prima di avviare le sue corse in aggressione diretta sull’avversario di riferimento. Avere una punta capace di influenzare le scelte degli avversari col pallone attraverso questa intensità può essere una nuova arma per l’Inter.

 

 

In questa azione Thuram è il giocatore più avanzato della squadra e occupa uno spazio centrale. Quando Pessina si muove per scaricare su Caldirola, Thuram parte in accelerazione e arriva addosso al difensore, coprendo con la traiettoria della sua corsa la possibilità di riciclare il pallone su Di Gregorio, e costringendolo al lancio.

 

 

In questa azione invece Thuram è andato addirittura a un passo dall’avviare una ripartenza in solitaria, sempre approfittando del timing giusto di inizio della pressione. Lo ha fatto arrivando addosso a Pablo Marì quasi in contemporanea con la ricezione di quest’ultimo, che poi è stato molto bravo ad approfittare dell’attimo di vantaggio per allargare verso sinistra. Anche in questo caso, Thuram aveva atteso l’ultimo istante utile, leggendo bene l’intenzione di Gagliardini e la distanza con il difensore. Certo, l’azione non si è trasformata in un’opportunità offensiva per l’Inter, né questo tipo di pressioni, per quanto effettuate con grande efficacia individuale, possono essere determinanti se non accompagnate da un atteggiamento collettivo funzionale.

 

 

Opportunità diretta che invece era arrivata in questo caso, con Thuram abile non solo a coprire il pallone, ma anche a ingaggiare un duello corpo a corpo con Kyriakopoulos e resistere alla trattenuta, avviando rapidamente la ripartenza con una verticalizzazione di sinistro.

 

Studiando le interpretazioni individuali al di là dell’esito dell’azione, possiamo renderci conto dello stile di gioco e delle qualità di un singolo che possono portare una squadra, in maniera più o meno continuativa nell’arco di partite e stagioni, a modellare sulle stesse interpretazioni i principi per sfruttarne ulteriormente le caratteristiche. E l’applicazione di Thuram in questo senso può essere un elemento determinante. 

 

Oltretutto, il francese non si è limitato alle pressioni in avanti, ma ha dato anche il suo contributo raddoppiando all’indietro in qualche occasione.

 

L’ingresso di Arnautovic al posto di Thuram è stato decisivo per chiudere la partita – grazie all’assist dell’austriaco per il secondo gol di Lautaro, arrivato dopo un bel doppio passo e una palla messa in mezzo di sinistro. Curiosamente, in pieno recupero del primo tempo, Thuram aveva ricevuto il pallone sulla sinistra e tentato anche lui un dribbling con doppio passo, che però è stato assorbito bene da D’Ambrosio, che lo ha scortato sulla linea di fondo. Inzaghi non può che essere soddisfatto per le prestazioni di entrambi i suoi nuovi attaccanti, che per caratteristiche e attitudine gli aprono nuove possibilità di gioco, e che magari potrebbero trovarsi anche molto bene insieme in caso di necessità. In attesa di vedere chi tra i due collezionerà più minuti, intanto, guardando la partita di Thuram abbiamo potuto farci un’idea sulle varietà di possibilità di gioco con lui in campo. Certo, molto dipenderà anche dal tipo di partita che l’Inter dovrà affrontare: utilizzare Thuram in un contesto di estremo isolamento centrale, magari con l’uomo sempre addosso, e alla ricerca del duello aereo non sarebbe l’ideale: questo sembra più un contesto ideale per Arnautovic. Ma per tutto il resto, il francese potrebbe avere una marcia in più.

 

Tags :

Dario Pergolizzi, Allenatore UEFA B e video analista, vive e studia il calcio con un approccio sistemico ed ecologico, attraverso le lenti della complessità.