Le partite di marzo hanno segnato un nuovo inizio per la Nazionale Italiana. Erano le prime tre gare di qualificazione alla Coppa del Mondo che si giocherà in Qatar nel 2022. È curioso che questa fase sia iniziata mentre quella precedente deve ancora concludersi, con Euro 2020 spostato all’estate del 2021. Gli avversari, tre in una settimana, non erano irresistibili. L’Irlanda del Nord e la Bulgaria erano reduci dalla retrocessione nella serie C della Nations League mentre la Lituania si era classificata solo terza nel girone, dietro Albania e Bielorussa. Tuttavia le tre vittorie sono arrivate dopo prestazioni convincenti, che hanno confermato sia la bontà del lavoro di Mancini che le direttrici fondamentali del gioco della squadra.
Nelle prime due partite, contro Irlanda del Nord e Bulgaria, l’Italia ha affrontato due squadre schierate con il 3-5-2, ma l’interpretazione della fase di non possesso era diversa. L’Irlanda del Nord ha provato, almeno fin quando non è andata sotto di due reti, a mantenere compatta la propria struttura difensiva, abbassandosi nella sua metà campo e muovendo in maniera coordinata e finalizzata a proteggere il centro i suoi due attaccanti e i tre centrocampisti. La Bulgaria ha invece provato a utilizzare in maniera discontinua alcune fasi di pressing offensivo ed è stata meno attenta alla compattezza del proprio schieramento difensivo, marcando in maniera individuale i tre centrocampisti azzurri coi propri tre giocatori di metà campo. Infine, la Lituania si è schierata con un 4-3-3 dal baricentro basso e molto stretto orizzontalmente che ha provato a lasciare alla costruzione del gioco italiano solo lo sfogo esterno.
In fase offensiva invece sia l’Irlanda del Nord che la Bulgaria hanno prediletto il gioco lungo, appoggiandosi sulla coppia di punte Magennis e White i britannici e su Galabinov i balcanici. In alternativa, le due squadre hanno provato a risalire il campo velocemente utilizzando le catene laterali del proprio 3-5-2. In entrambi i casi l’Italia è stata solo raramente costretta a difendere con continuità il palleggio avversario e, in quest’ottica, le partite non hanno fornito indicazioni significative per la fase di non possesso statica degli azzurri. Delle tre squadre la più votata alla manovra palleggiata è sembrata la Lituania, il cui livello tecnico è però inferiore a quello delle altre avversarie dell’Italia.
Con il 63% medio di possesso palla nelle tre partite e un dominio territoriale piuttosto pronunciato, i match sono stati un buon test per vedere all’opera la fase offensiva contro le difese schierate, l’efficacia della transizione difensiva e la qualità complessiva della rosa di Roberto Mancini. Con tre partite ravvicinate e due viaggi da affrontare, e in considerazione di una stagione lunga e complessa, ha usato tutti i giocatori a disposizione, variando anche in maniera radicale la propria formazione tra un match e il successivo.
Il centrocampo azzurro
Il centrocampo italiano è sembrato, finora, il reparto con la fisionomia più definita, con Jorginho, Verratti e Barella titolari. Come noto, in fase di possesso il 4-3-3 difensivo dell’Italia vira in maniera fluida verso una sorta di 3-2-4-1, con l’avanzata di uno dei terzini, in generale quello di sinistra, e il movimento in verticale della mezzala del lato opposto che va a giocare alle spalle del centrocampo avversario. Nel centrocampo azzurro le funzioni degli interpreti sono state sempre chiare. Verratti, partendo da una teorica posizione di mezzala sinistra, supporta il mediano Jorginho nella fase di costruzione del gioco, alzandosi, eventualmente, in una seconda fase della manovra offensiva. Barella, invece, si muove in verticale, occupando prevalentemente l’half-space di destra sulla linea dei giocatori offensivi.
Nelle tre partite disputate il CT Mancini non ha avuto a disposizione l’infortunato Jorginho, ha impiegato Verratti per due match e ha schierato Barella tra i titolari solo nella partita contro la Bulgaria.
Le difficoltà maggiori sono emerse nel primo tempo del match contro la Lituania in cui l’Italia ha schierato in mezzo al campo Pessina, Locatelli e Pellegrini. L’idea iniziale di Mancini è stata quella di utilizzare Pessina, nella zona di centro-destra, per i movimenti in verticale verso la zona alle spalle del centrocampo avversario e far muovere Pellegrini orizzontalmente affiancando Locatelli nella costruzione del gioco. La combinazione scelta dal CT azzurro ha però funzionato poco. Pellegrini non è riuscito a trovare gli spazi giusti in cui ricevere sul corto dai tre difensori e ha isolato Locatelli, non leggendo bene le situazioni in cui avvicinarsi e quelle in cui allontanarsi dal centrocampista del Sassuolo.
Individuate immediatamente le difficoltà, dopo soli 15 minuti l’allenatore azzurro ha invertito le posizioni e le funzioni di Pellegrini e Pessina, ma nemmeno il giocatore atalantino, particolarmente bravo a smarcarsi sopra la linea del pallone, ma meno a suo agio in una posizione più arretrata e con movimenti più orizzontali, è riuscito a supportare Locatelli. L’eccesso di lanci lunghi da parte del centrocampista del Sassuolo contro una difesa schierata nella propria metà campo – ben 9 in 45 minuti - è una testimonianza indiretta delle difficoltà dell’Italia a raggiungere con passaggi corti la zona di rifinitura.
Locatelli è in possesso di palla, Pessina non trova uno spazio utile per ricevere e fare progredire sul corto la manovra.
Per una volta la squadra azzurra è apparsa un po’ slegata e il passaggio della fase di costruzione a quella di rifinitura e finalizzazione poco fluido, complice anche, oltre alle difficoltà del centrocampo, le maggiori difficoltà di El Shaarawy rispetto a Insigne, di trovare gli spazi giusti per ricevere nell’half-space di sinistra.
Nell’intervallo Roberto Mancini ha quindi sostituito Pellegrini con Sensi, riportando Pessina al suo ruolo di incursore sul centro-destra e spostando Locatelli in posizione di mezzala sinistra con Sensi in quella di mediano. Il centrocampo ha cominciato ha cominciato immediatamente a far circolare il pallone con maggiore qualità, muovendo la struttura difensiva avversaria grazie al gioco sul corto di Sensi e Locatelli e ai successivi inserimenti del giocatore del Sassuolo alle spalle del centrocampo avversario. Pur giocando soli 45 minuti Sensi è stato il giocatore a cui Locatelli ha passato più volte il pallone (12) in tutta la partita e, viceversa, Locatelli è stato il ricevitore (14) preferito del centrocampista dell’Inter.
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Locatelli viene incontro a Sensi, scambia due volte il pallone e inverte la propria posizione con il suo mediano.
Il doppio play
Il primo tempo giocato con la Lituania ha evidenziato l’importanza nel sistema offensivo disegnato da Mancini di una mezzala di possesso in grado di interpretare con acume il ruolo, scegliendo di volta in volta la posizione per far progredire la manovra sul corto, muovendosi verso il mediano o aprendosi lateralmente e scegliendo il momento opportuno per andare a giocare tra le linee avversarie. Interessanti quindi le due partite giocate da mezzala sinistra da Verratti, accompagnato nella partita contro l’Irlanda del Nord da Locatelli e in quella contro la Bulgaria da Sensi. Rispetto alle precedenti partite in azzurro, Verratti si è mosso di più verso l’esterno del campo, offrendo una soluzione di passaggio sicura al proprio mediano o ai difensori. La catena di sinistra era completata dal terzino alto in ampiezza e da Insigne posizionato decisamente dentro il campo nell’half-space di sinistra.
Verratti si apre a sinistra e riceve da Chiellini. Davanti a sé Emerson Palmieri largo e Insigne in mezzo.
I frequenti movimenti di Verratti verso sinistra hanno creato un lato forte, quello sinistro, dove l’Italia ha manovrato in impostazione e costruito, di riflesso, un’opzione offensiva con il successivo attacco del lato debole, servendo l’inserimento profondo della mezzala dal lato opposto o l’esterno offensivo in isolamento. In questo la maggiore abilità nel gioco lungo di Locatelli rispetto a Sensi (e allo stesso Jorginho) si è rivelata utile per cercare velocemente sul lato debole, aggiungendo a Insigne un altro giocatore in grado di servire i compagni muovendo il pallone in maniera diretta da sinistra verso destra.
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L’Italia sovraccarica in palleggio il lato sinistro e con il lancio di Locatelli raggiunge Berardi isolato sulla sinistra contro il proprio marcatore.
Con caratteristiche diverse, sia Berardi che Chiesa potrebbero diventare una pericolosa arma offensiva degli azzurri se isolati con continuità sulla fascia destra. Nella partita contro l’Irlanda del Nord Berardi ha giocato una partita davvero convincente, segnando il gol del vantaggio dopo un movimento “corto-lungo” premiato dal lancio di Florenzi e realizzando due key pass in 75 minuti.
Come nel secondo tempo contro la Lituania, l’estrema mobilità di Sensi ha influenzato i movimenti della mezzala di possesso. In concreto, se contro l’Irlanda del Nord Verratti e Locatelli hanno mantenuto le loro posizioni, contro la Bulgaria Sensi e Verratti hanno più volte scambiato in maniera fluida la loro zona d’azione.
Il ruolo di Bonucci
Come già detto, la Bulgaria ha affrontato l’Italia marcando in maniera individuale i centrocampisti azzurri, provando così a togliere spazio vitale al palleggio azzurro. I frequenti scambi di posizione tra Sensi e Verratti possono essere interpretati anche alla luce della necessità di portare fuori posizione i rispettivi marcatori, ma, con i centrocampisti controllati da vicino dagli avversari, spesso la fase di costruzione azzurra si è avvalsa del contributo dei tre difensori, in superiorità numerica contro i due attaccanti bulgari. Particolarmente importante è stato l’apporto di Leonardo Bonucci che, nella partita contro la Bulgaria si è caricato, con successo, di parecchie responsabilità nell’impostazione della manovra d’attacco. Il centrale della Juventus ha giocato 14 lanci lunghi, raggiungendo un compagno in 10 occasioni.
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Bonucci serve con un lancio lungo Spinazzola che giunge a crossare da posizione estremamente pericolosa.
Bonucci non si è limitato a giocare il pallone verso la zona offensiva dalla propria posizione, ma si è anche inserito nella zona di centrocampo, sostituendo nella posizione e nella funzione Sensi per lanciare i compagni d’attacco. In tale maniera è riuscito a servire uno splendido key pass per Immobile.
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Bonucci si muove in avanti nello spazio liberato dal mediano Locatelli che si allontana dal pallone per creare spazio per la manovra portando via con sé il proprio marcatore. Bonucci serve con un bel filtrante il movimento profondo di Immobile.
Dopo aver giocato le partite contro Irlanda del Nord e Bulgaria, Bonucci è stato tenuto a riposo nel match contro la Lituania, sostituito da Gianluca Mancini, affiancato nell’occasione da Alessandro Bastoni. La sostituzione di Bonucci è una delle più delicate per la nazionale italiana, vista l’importanza dello juventino nel supporto ai centrocampisti alla costruzione della manovra. Nella rotazione dal 4-3-3 al 3-2-4-1 in fase d’attacco, l’avanzata del terzino sinistro regala al centrale di destra la posizione centrale nel terzetto arretrato. I migliori difensori in fase di impostazione, escluso Bonucci, sono però Acerbi e Bastoni, entrambi mancini e l’unico centrale destro a disposizione del CT azzurro è Gianluca Mancini, che ha caratteristiche tecniche parecchio distanti da quelle di Bonucci.
Cosa ci dicono queste tre partite
Sebbene contro avversari inferiori, gli azzurri hanno ottenuto con discreta sicurezza tre vittorie. Le tre partite ravvicinate hanno fornito a Roberto Mancini l’occasione di vedere all’opera diversi giocatori e di verificare le possibili variazioni della propria formazione base, specie in mezzo al campo dove, con maggiore costanza, erano stati impiegati con maggiore frequenza gli stessi giocatori. Il CT azzurro ha per la prima volta utilizzato Manuel Locatelli in posizione di mediano dopo che, nelle altre occasioni in cui era stato impiegato, aveva occupato il ruolo di mezzala sinistra. Locatelli ha giocato bene sia da mediano contro l’Irlanda del Nord e nella frazione di partita disputata contro la Bulgaria, ma si è distinto per acume nell’interpretazione del ruolo e brillantezza tecnica anche nel secondo tempo contro la Lituania, disputato in posizione di mezzala sinistra. La crescita di Locatelli rimane particolarmente preziosa per il destino del centrocampo azzurro, che sembra avere la necessità di schierare sempre due giocatori in grado di muoversi in maniera coordinata in fase di impostazione della manovra, e che potrà schierare il giocatore del Sassuolo sia in posizione di mediano che in quella di mezzala di possesso. Particolarmente brillante è stata anche la partita giocata da Berardi contro l’Irlanda del Nord. La conferma della bontà delle prestazioni, anche in Nazionale, dell’esterno del Sassuolo, può regalare sulla fascia destra un’altra arma offensiva alla nazionale azzurra.
In continuità con tutta la sua gestione, Roberto Mancini ha alternato in posizione di centravanti Immobile e Belotti e sembra probabile che, anche in vista della fase finale degli Europei a giugno, l’idea sia quella di continuare a schierare a turno i due giocatori. Immobile garantisce maggiore attacco alla profondità e capacità di giocare in campo aperto, come visto ad esempio nel gol segnato all’Irlanda del Nord, mentre Belotti può giocare in maniera più proficua come perno offensivo impegnando fisicamente la linea difensiva avversaria. La scelta dell’uno o dell’altro potrà tenere contro delle caratteristiche dei due in funzione di quelle degli avversari. Nelle tre partite giocate non è stato a disposizione di Mancini Moise Kean, che in Nazionale è stato quasi sempre impiegato da esterno, ma che al Paris Saint Germain sta giocando prevalentemente da centravanti e la cui crescita non può passare inosservata (15 gol stagionali col PSG).
I prossimi impegni ufficiali saranno quelli del girone eliminatorio della fase finale degli Europei con Turchia, Svizzera e Galles. L’ottimo lavoro e l’incredibile striscia di risultati utili di Roberto Mancini saranno finalmente messi alla prova dalla prima grossa competizione da affrontare. Le premesse per fare bene ci sono tutte.