Quando a metà giugno il Sevilla F.C. ha ufficializzato l’ingaggio di Jorge Sampaoli come nuovo allenatore un brivido di eccitazione ha percorso la schiena degli appassionati di calcio. Si materializzava la possibilità di vedere da vicino e a confronto di un contesto a noi familiare, un allenatore culto. Prima con l’Universidad de Chile e poi con il Cile, dove aveva sostituito il maestro Marcelo Bielsa, Sampaoli aveva mostrato un calcio offensivo, verticale e ricco di pressione sugli avversari.
Per il Siviglia è stata una vera rivoluzione. La squadra è passata da un allenatore ricco di pragmatismo come Emery a una sorta di visionario del gioco. Come era prevedibile, alla rivoluzione in panchina è seguita una rivoluzione della rosa. Il D.S. Monchi in estate ha concluso 13 cessioni e 11 acquisti. È stato ceduto il cuore del centrocampo: Krychowiak ha seguito Emery al PSG e Banega si è accasato all’Inter. Monchi si è anche liberato di tutti i centravanti in rosa: Gameiro è passato all’Atletico Madrid, Fernando Llorente allo Swansea e Immobile alla Lazio. Gli esterni Reyes e Konplyanka sono passati, rispettivamente, all’Espanyol e allo Schalke 04.
In entrata il Siviglia ha fatto il pieno di centrocampisti offensivi: Franco Vázquez acquistato dal Palermo, Joaquín Correa dalla Sampdoria, Hiroshi Kiyotake dall’Hannover 96, Pablo Sarabia dal Getafe e le scommesse Nasri, liberato da Guardiola a Manchester, e Ganso, finalmente in Europa, dal San Paolo. In attacco Monchi ha preso Wissam Ben Yedder dal Tolosa, 15 gol di media a stagione negli ultimi quattro anni in Ligue 1, e ha ottenuto il prestito di Luciano Vietto, reduce da una stagione deludente all’Atlético Madrid. Gli altri acquisti sono stati Sirigu e gli argentini Kranevitter, centrocampista di rottura, e Mercado, difensore.
L’ormai abituale vittoria in Europa League e la finale raggiunta in Coppa del Re nella passata stagione hanno riempito l’estate di Sampaoli di impegni ufficiali contro avversari di alto livello. Il Siviglia ha perso ai supplementari contro il Real Madrid la Supercoppa Europea che pareva già vinta fino al gol del pareggio al 92°minuto di Sergio Ramos. Poi è stato sconfitto nettamente nel doppio confronto per la Supercoppa di Spagna contro il Barcellona.
La costruzione del calcio di Sampaoli è proseguita nelle prime tre giornate di campionato che hanno premiato il Siviglia con 7 punti, frutto della pirotecnica vittoria casalinga per 6-4 contro l’Espanyol, lo 0-0 in trasferta contro il Villareal e la soffertissima vittoria al Sanchez Pizjuan contro il Las Palmas, rimontando negli ultimi 5 minuti il vantaggio dei canari. Il Siviglia, però, sembra ancora un cantiere aperto.
La rivoluzione sul campo
Sampaoli è un allenatore di princìpi. Schemi e moduli di gioco possono cambiare ed evolvere anche all’interno della stessa partita, ma è indispensabile la ricerca di un calcio verticale in fase di possesso palla, dell’aggressione in pressing degli avversari in fase di non possesso, di transizioni difensive volte al recupero immediato della palla. Un calcio fortemente proattivo, dove la squadra ha l’obbligo di piegare l’andamento del gioco, in tutte le sue fasi, alla propria volontà. È un calcio che ha inevitabilmente bisogno di ritmi alti, aggressività e velocità d’esecuzione.
In fase di possesso Sampaoli utilizza un possesso basso da cui verticalizzare verso la zona offensiva. Nelle partite di campionato lo schieramento del Siviglia si è consolidato su una difesa a 4 con davanti un singolo giocatore. Ha abbandonato, almeno temporaneamente, sia la difesa a 3 intravista contro il Real Madrid e schierata al Camp Nou, che l’esperimento del “doble-pivote”, Iborra-N’Zonzi, messo in mostra nella Supercoppa Europea.
La costruzione bassa è affidata ai due difensori centrali, al mediano e al portiere, con i terzini che si alzano presto, andando a occupare l’ampiezza del campo in posizione avanzata. Alla salida lavolpiana del mediano N’Zonzi viene preferito il coinvolgimento attivo di Sergio Rico per creare una situazione di 3 vs 2 e un rombo di costruzione con il portiere vertice basso e N’Zonzi vertice basso.
I due centrali molto aperti e Sergio Rico parte attiva: il rombo di costruzione del Siviglia all’opera.
Nessuno di questi giocatori è però dotato di grandi letture offensive e per questo l’inizio della manovra non è sempre fluido. Spesso si finisce a cercare l’uomo largo sulla fascia, cioè la soluzione preferita dagli avversari per cominciare la pressione sul pallone, approfittando della linea laterale.
La circolazione bassa del pallone deve ancora migliorare: N’Zonzi invece di fare girare pazientemente il pallone si infila in un imbuto di avversari perdendo pericolosamente il possesso
Dall’inizio della stagione Sampaoli ha variato molto i giocatori davanti al mediano. Ha alternato uno schieramento con due mezzali e un trequartista a un 4-1-4-1 con un’unica punta, Vietto o Ben Yedder, e quattro giocatori alle sue spalle. Nei ruoli di centrocampo si sono alternati Vitolo, Kiyotake, Vázquez, Correa, Ganso, Nasri e Sarabia. L’idea rimane quella di occupare l’ampiezza con i terzini e schierare tanti uomini alle spalle del centrocampo avversario, provando a occupare gli half-space. Con il 4-3-1-2, le due mezzali si affiancano al trequartista in posizione interna; con il 4-1-4-1 i due esterni lasciano spazio ai terzini e stringono in mezzo.
Il 4-3-1-2 del Siviglia schierato. I due terzini solo alti e con i piedi sulla linea laterale. Le due mezzali e il trequartista si posizionano alle spalle del centrocampo avversario. Le due punte occupano lo spazio tra terzino e centrale della difesa a 4 dell’Espanyol.
Sebbene talvolta un giocatore della linea formata alle spalle dell’attacco si abbassi a facilitare il possesso palla, la prima opzione è quella di ricevere il pallone tra gli spazi delle linee avversarie.
Il 4-1-4-1 del Siviglia in fase di possesso. N'Zonzi si abbassa a costruire insieme ai centrali, i terzini sono alti e ampi. Gli esterni offensivi, Correa e Nasri tagliano ad occupare gli half-spaces tra terzino e centrale, Ganso e Vázquez giocano alle spalle del centrocampo avversario
Più spesso però, la manovra del Siviglia è costretta a prendere vie periferiche e ad appoggiarsi sul terzino in fascia. Da lì l’azione può tornare indietro verso il mediano o i centrali difensivi o evolversi in avanti. Con la squadra schierata con il 4-3-1-2, è stato particolarmente efficace il movimento interno-esterno in profondità delle mezzali sulla ricezione dei terzini. Il taglio offriva una soluzione verticale di passaggio e liberava spazio interno per la ricezione di una punta o del trequartista.
Il terzino Vitolo riceve il pallone e Sarabia, partendo da posizione interna, attacca la profondità alle spalle del terzino avversario offrendo una soluzione di passaggio e liberando il centro.
Se il gioco esterno riesce a generare un cross da posizione vantaggiosa, l'elevato numero di giocatori schierati sin dall'inizio dell'azione in posizione avanzata, rende agevole per il Siviglia attaccare l'area con tanti uomini, rendendosi così pericoloso anche in assenza di giocatori particolarmente abili nel gioco aereo.
Sul cross di Mariano il Siviglia attacca l'area di rigore con ben 5 uomini e Vázquez appena fuori area. Sul secondo palo è libero Sarabia che, libero, segnerà pur non essendo uno specialista dei colpi di testa.
Le imprecisioni nella costruzione bassa penalizzano però il gioco offensivo del Siviglia, consentendo agli avversari di ordinarsi difensivamente e abbassando il ritmo della manovra d'attacco. Quando però il Siviglia riesce a giocare in velocità o a giocare in verticale ricevendo negli half-spaces, la qualità e la densità di uomini in zona d'attacco rendono il Siviglia una squadra estremamente pericolosa.
Il Siviglia al suo meglio, quando, in velocità, riesce a sfruttare la tecnica e il dinamismo dei suoi giocatori.
La struttura posizionale in fase di possesso palla condiziona il gioco del Siviglia nelle fasi successive. È vitale giocare una fase di transizione difensiva volta al recupero immediato della palla: ogni imprecisione in questa fase può essere pagata a caro prezzo. Eppure è proprio questa delicata fase del gioco degli andalusi a mostrare le maggiori approssimazioni. La squadra appare troppo spesso spezzata in due tronconi e, sorpassata la prima pressione, la linea arretrata, ridotta numericamente all'osso dalla precedente fase offensiva, è troppo distante, poco aggressiva nelle marcature preventive e in balìa delle ripartenze avversarie.
Gli sbilanciamenti della squadra sono aggravati da errori frequenti in costruzione bassa che espongono la squadra agli attacchi in campo aperto degli avversari.
Seguendo i princìpi di Sampaoli la fase di non possesso palla è giocata in modo aggressivo. La pressione è orientata principalmente sull'uomo e, in risposta a determinati trigger, il pressing ha inizio e la disposizione della squadra si adatta a quella avversaria pressando i possibili ricevitori.
Ecco un esempio di pressing ben riuscito. Il trigger è dato dal passaggio dal centrale del Barcellona (Mascherano) al terzino (Sergi Roberto).
Come si affronta il Siviglia
Il calcio di Sampaoli è intrinsecamente rischioso e il fatto che i meccanismi siano ancora da consolidare espone la squadra alle proprie vulnerabilità. Eppure, indipendentemente dal modulo che sceglierà contro la Juventus, Sampaoli non abdicherà di certo ai suoi princìpi.
La squadra di Allegri ha le armi giuste per disinnescare i punti forti del Siviglia e approfittare dei punti deboli. In fase di non possesso il 3-5-2 di Allegri occupa perfettamente gli half-space, la zona d’elezione delle ricezioni offensive del Siviglia e lo schieramento a 3 dietro garantisce sufficiente flessibilità per permettere ai difensori di uscire alti in pressione sui tanti giocatori avversari posizionati nella tre-quarti. In fase di transizione offensiva la Juventus ha già mostrato di potere essere letale, sia per la sua organizzazione che grazie a giocatori in grado di spezzare il pressing ancora poco preciso degli andalusi.
Per portare via dallo Juventus Stadium qualche punto, Sampaoli deve augurarsi che i propri giocatori giochino una partita quasi perfetta, minimizzando gli errori e aggredendo con precisione la costruzione del gioco bianconero. In ogni caso, quella di stasera promette di essere una partita divertente e tatticamente interessante.