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Come è andato l'esordio di Vlahovic con la Juventus
07 feb 2022
Ma anche come è cambiata tatticamente la Juventus con il serbo.
(articolo)
10 min
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Dusan Vlahovic è stato il terzo acquisto più costoso della storia nel mercato di riparazione invernale, dopo quello di Coutinho, passato dal Liverpool al Barcellona e quello di Virgil Van Dijk passato dal Southampton allo stesso Liverpool, entrambi nel gennaio del 2018. Basterebbe solo questo a giustificare l’attesa e la curiosità per il suo esordio in bianconero, ma il clamore per il passaggio di Vlahovic alla Juventus non si esaurisce con l’enorme cifra spesa per il suo acquisto. Il trasferimento dalla Fiorentina alla squadra più odiata dai tifosi viola fa sempre scalpore e per la Juve grigia della prima parte della stagione l’acquisto di Vlahovic rappresenta una dose di entusiasmo di cui tutto l’ambiente pare aver bisogno. Infine, ovviamente, c’è il campo. Il semplice fatto che Dusan Vlahovic sia considerato tra i più forti centravanti giovani del panorama mondiale; nella conferenza stampa pre-partita Allegri lo ha paragonato ad Haaland e Mbappé.

Come sono andati quindi i primi 90 minuti di Vlahovic in maglia bianconera?

Per la partita contro il Verona Massimiliano Allegri ha scelto di mettere subito in campo Vlahovic e l’altro nuovo acquisto di gennaio, Denis Zakaria, e ha schierato la sua squadra con il 4-3-3 con Morata e Dybala ai fianchi del centravanti e l’ex Borussia Mönchengladbach come mezzala destra con Arthur mediano e Rabiot mezzala sinistra.

La partita di Vlahovic

Il primo pallone Vlahovic lo tocca di petto, dopo 32 secondi di gioco, ricevendo un passaggio di testa di Rabiot, ma non riesce ad addomesticare la palla. Il suo marcatore, Koray Gunter, gliela sottrae, nel primo dei tantissimi duelli tra i due giocatori nella partita.

Il 4-3-3 della Juventus e il 3-4-1-2 del Verona si incastrano perfettamente tra loro e la filosofia difensiva degli uomini di Tudor dissemina il campo di tanti duelli individuali. In particolare i tre difensori del Verona – Ceccherini, Gunter e Casale – marcano individualmente i loro riferimenti offensivi – rispettivamente Morata, Vlahovic e Dybala – accettando continuamente l’assenza di una copertura preventiva.

Al terzo minuto Vlahovic viene cercato con due lanci lunghissimi da Szczesny e De Ligt, ma in entrambi i casi il duello è vinto da Gunter. La prima palla pulita toccata da Vlahovic non proviene da un passaggio, ma da un ripiegamento difensivo del serbo che nei pressi della propria area recupera un pallone vagante e lo serve più avanti a Paulo Dybala. Più avanti nell’azione Vlahovic viene ancora cercato con un lancio lungo, stavolta da Chiellini, e ancora una volta è Gunter a vincere il duello per il pallone.

Il numero 7 della Juventus non ha ancora ricevuto un pallone pulito dai compagni di squadra quando, al sesto minuto, in occasione di una ripartenza lunga portata avanti da una conduzione di Rabiot, taglia dalla zona di centro destra verso quella di centro sinistra, ricevendo il passaggio del francese cinque metri fuori dall’area. Gunter gli lascia qualche centimetro di libertà e Vlahovic ne approfitta per calciare in porta un diagonale di sinistro che mette in difficoltà Montipò. Il primo vero passaggio ricevuto si è quindi tramutato in un bel tiro da posizione difficile.

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Dopo avere perso ancora una volta il duello con Gunter su una palla addosso giocata rasoterra da Chiellini, finalmente, al nono minuto di gioco, Vlahovic riesce a ripulire il suo primo pallone della partita servitogli sul corpo e ad aprire il gioco a sinistra verso Rabiot. Il pallone successivo è, ancora una volta, un passaggio rasoterra sulla figura servitogli da Danilo. Con Gunter alle spalle Vlahovic protegge bene la palla e, facendo perno sul corpo del suo marcatore, riesce a girarsi verso la porta del Verona, ma viene affossato dal difensore. L’arbitro non fischia il fallo considerando il corpo a corpo come reciproco, rude, ma nei limiti del regolamento.

Al secondo passaggio non indirizzato sulla sua figura e spalle alla porta, Vlahovic realizza, dopo soli 12 minuti dal suo esordio, il primo gol in maglia bianconera. L’azione parte ancora da Szczesny che cerca dalla sua area con un lancio lungo Vlahovic che riesce a deviare il pallone e, dopo avere colpito di testa, attacca la profondità. La palla, dopo un tocco corto di Casale giunge a Dybala, che serve di prima il movimento di Vlahovic. Il serbo anticipa con un tocco di esterno sinistro l’uscita di Montipò e fa spegnere il pallone vicino al palo destro.

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I primi due palloni toccati da Vlahovic guardando la porta avversaria si sono trasformati subito in due tiri e hanno fruttato un gol. In 12 minuti abbiamo visto un compendio delle migliori qualità del serbo.

Dopo una serie di palloni ricevuti spalle alla porta persi per imprecisioni di controllo e per la pressione alle spalle di Gunter, Vlahovic tocca la prima palla dentro l’area al minuto 25. In occasione di un cross dalla destra di Danilo, sfila alle spalle di Gunter e riceve di petto provando ad aggiustarsi la palla per il tiro. Lo stop però è un po' arretrato e costringe Vlahovic a un ulteriore controllo del pallone, che regala il tempo a Gunter e Ceccherini di chiudere sul serbo.

Al minuto 27 Vlahovic combina con Morata costruendo la più bella azione offensiva della partita della Juventus. Morata si muove internamente e viene a giocare sotto Vlahovic; il serbo riceve una verticalizzazione da Chiellini e appoggia a Morata per poi sganciarsi in profondità. Dopo una breve conduzione, lo spagnolo serve il compagno, libero al limite dell'area. Vlahovic a quel punto viene chiuso dall’intervento congiunto di Gunter e Ceccherini.

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Al minuto 37 Vlahovic sfiora ancora il gol al termine di un’ottima ripartenza della Juventus, affidata al proprio tridente offensivo. Lancio basso di Chiellini per Vlahovic, che regge l’urto del duello con Gunter. La palla giunge a Dybala, che di prima lancia il movimento in profondità a sinistra di Morata. Cross di sinistro di Morata e Vlahovic, arrivando in corsa, apre troppo il piede destro concludendo fuori, alla sinistra di Montipò. Nell’azione c’è forse tutto quello che Allegri spera di trovare nel tridente Dybala-Morata-Allegri: la qualità della rifinitura dell’argentino, la corsa in campo aperto dello spagnolo e la finalizzazione in area del serbo.

L’ultimo pallone toccato nel primo tempo è un tentativo di cross rasoterra dentro l’area dopo avere ricevuto il pallone da Dybala a seguito di un taglio interno-esterno verso sinistra.

Nei primi 8 minuti della ripresa l’ex viola non tocca il pallone finché non riesce ad addomesticare in volo di petto un lancio di Zakaria, per poi tentare, sbagliando, un ambizioso passaggio di tacco al volo per Dybala. Un minuto dopo tenta ancora un colpo di tacco, stavolta rasoterra, dopo avere ricevuto profondamente dentro l’area. Con Gunter attaccato alle spalle, Vlahovic prova di tacco a servire l’inserimento profondo di Rabiot, con una giocata intelligente che se eseguita in maniera più precisa avrebbe messo il compagno di squadra davanti a Montipò.

Dopo che la Juventus ha raddoppiato con Zakaria, e dopo avere vinto qualche duello con Gunter, ormai affaticato, i movimenti senza palla di Vlahovic creano i presupposti per un tiro da limite di Rabiot, dopo una lunga conduzione palla del francese. Quando Rabiot cambia direzione di corsa, tagliando da destra verso il centro del campo, Vlahovic, opera un taglio interno-esterno verso destra, spostando Gunter e aprendo lo specchio di tiro al compagno di squadra.

Al 78' Vlahovic pulisce un altro pallone e attacca la profondità, per sfiorare in tuffo la deviazione in area piccola di un cross dalla sinistra di Cuadrado, entrato in campo al posto di Dybala. A cinque minuti dalla fine Vlahovic prova il suo primo tiro della ripresa, strozzando un complicato sinistro al volo dal limite dell’area su una palla che scende in verticale dall’alto sopra la sua testa. Due minuti dopo, il serbo completa la sua serie di tiri nel match, calciando di destro da fuori area dopo avere ricevuto in campo aperto e non avere trovato le energie per puntare in maniera più decisa Gunter. Nell’ultimo pallone del match, in maniera piuttosto paradigmatica dell’intera partita, subisce un fallo dal suo marcatore mentre prova a proteggere la palla spalle alla porta.

Vlahovic termina quindi la sua prima partita in bianconero con un bilancio di 13 passaggi riusciti su 21 tentati, 33 duelli di cui ben 22 con Gunter, un solo dribbling riuscito, ma soprattutto 5 tiri di cui 4 nello specchio della porta e un gol realizzato.

Come cambia la squadra con lui e Zakaria

La prima Juventus disegnata da Allegri con Vlahovic è scesa in campo con un 4-3-3 che, in fase difensiva, non ha chiesto sacrifici eccessivi a Dybala e Morata, accettando in molte fasi della partita di difendere in 7 uomini contro gli insistiti attacchi del Verona. La scelta di difendere con un baricentro basso e di attaccare velocemente in transizione offensiva è stata supportata dalla presenza quasi costante di tre uomini sopra la linea del pallone pronti a fungere da base per la ripartenza.

Dybala, Vlahovic e Morata si sono mossi bene in campo aperto, assecondando le loro caratteristiche e dividendosi bene gli spazi: l’argentino è stato più dedito alla rifinitura, Morata all’aggressione degli spazi e Vlahovic ad attaccare la porta e a impegnare l’ultimo uomo della difesa avversaria. Attaccando in campo grande e difendendo spesso in soli 7 uomini, è stata fondamentale la presenza di due mezzali capaci di coprire tanto campo come Rabiot e l’esordiente Zakaria, importanti in fase di non possesso e preziosi a rimorchio in campo grande in fase offensiva, come perfettamente rappresentato dal gol del raddoppio del centrocampista svizzero.

La caratteristica fase difensiva del Verona, sempre molto aggressiva, orientata sull’uomo e coraggiosa nel lasciare il proprio ultimo difensore – Gunter – solo contro Vlahovic ha suggerito a Massimiliano Allegri di superare il pressing avversario utilizzando spesso il lancio lungo, o, comunque, la palla diretta verso il proprio centravanti, forzando frequentissimi duelli corpo a corpo con Gunter e ricezioni spalle alla porta. Vlahovic non è sempre stato impeccabile nell’utilizzo del proprio corpo per proteggere la palla, perdendo la maggior parte dei duelli, e non è sempre stato preciso a livello tecnico col proprio sinistro nella gestione sotto pressione e spalle alla porta del pallone. Questo particolare è stato sottolineato anche da Massimiliano Allegri al termine della partita. È comunque noto che il gioco spalle alla porta di Vlahovic è la parte del suo gioco con più margini di miglioramento, su cui ha già iniziato a lavorare con Vincenzo Italiano. L’ex centravanti della Fiorentina ha fatto meglio nelle ricezioni fronte alla porta e nei movimenti in profondità e di attacco dell’area, in buon accordo con quelli dei compagni. In fase di finalizzazione ha mostrato il meglio di sé, centrando la porta 4 volte su 5, realizzando un bel gol e sfiorandone altri 2.

Contro il Verona, una squadra peculiare, Allegri ha fatto scelte tattiche precise, privilegiando in particolare gli attacchi rapidi in campo grande e l’elusione del pressing avversario utilizzando Vlahovic come bersaglio di palloni lunghi diretti dalla difesa. Il tecnico ha schierato una formazione molto fisica che è riuscita a reggere atleticamente il colpo contro una squadra particolarmente aggressiva come quella di Tudor.

Per gli amanti dei ricorsi storici, il 4-3-3 con il tridente cosiddetto pesante, con Vlahovic e Morata e un giocatore tecnico come Paulo Dybala, supportati da un centrocampo dalle ottime doti di corsa e un gioco verticale, ha ricordato la versione dei primi due anni della Juventus di Marcello Lippi negli anni novanta. C’è da chiedersi se le prime indicazioni per la nuova Juventus rappresentino una svolta tattico o una semplice risposta alle particolari caratteristiche del Verona.

Probabilmente nemmeno Massimiliano Allegri sarebbe in grado di rispondere a questa domanda. Di certo l’ingresso in squadra di Vlahovic ha portato entusiasmo, tanto in campo quanto fuori, dando la sensazione di un diverso peso specifico.

Il serbo dovrà migliorare nel gioco spalle alla porta e, al contempo, la squadra dovrà provare a raggiungerlo di più in altre situazioni e fronte alla porta, non adagiandosi sui suoi 194 cm come una garanzia di autosufficienza nel gioco e non cedendo alla tentazione di usare Vlahovic solo come una scorciatoia per superare il pressing avversario. In ogni caso, al di là di ogni considerazione tecnica e tattica, la dirigenza e i tifosi bianconeri non potevano augurarsi un inizio migliore. I gol di Zakaria e Vlahovic hanno dato una sferzata di energia e talento alla Juve un po' grigia vista nella prima parte della stagione.

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