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Come il Torino ha fermato l'Inter
20 mar 2017
3 aspetti che hanno messo in difficoltà una delle squadre più in forma del campionato.
(articolo)
6 min
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Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con NOW TV.

L’anticipo delle 18 della ventinovesima giornata della Serie A ha messo di fronte il quarto e il quinto attacco del campionato. Si fronteggiavano le 53 reti segnate dall’Inter e le 52 dei padroni di casa del Torino. Ma non erano solo i numeri a far presagire una gara divertente. I granata, virtualmente senza obiettivi, non avevano nulla da perdere: i giovani schierati da Mihajlovic avevano tutte le motivazioni per impressionare il proprio allenatore. L’Inter invece non poteva che provarle tutte per vincere, considerato quanto fosse già complicata la rincorsa Champions, nonostante gli ultimi buoni risultati.

Pioli ha confermato il suo 4-2-3-1 tipo, con Banega stabilmente trequartista centrale. Neanche Mihajlovic ha cambiato sistema di gioco: ha riproposto il 4-3-3 ma ha cambiato un po’ gli interpreti. In difesa si è rivisto Molinaro da titolare, a centrocampo Acquah, che era in naftalina dalla fine della Coppa D’Africa. In avanti Ljajic a sinistra e Iturbe a destra hanno supportato il capocannoniere del campionato Belotti.

Le due squadre arrivavano con momenti di forma opposti: il Torino ha vinto appena 3 partite nel 2017, sgonfiando le grandi aspettative create a inizio stagione; l’Inter 13 delle ultime 16 partite giocate, perdendo solo contro avversari di livello come Roma e Juventus. Era insomma difficile pronosticare un esito equilibrato, eppure il Torino è riuscito a fermare una delle squadre più in forma del campionato. Ecco tre aspetti che hanno funzionato nella prestazione di sabato dei granata.

I problemi tra le linee e il contributo di Lukic

Le scelte a centrocampo del tecnico serbo si sono rivelate particolarmente azzeccate. Rispetto a Valdifiori, comunque ostacolato da problemi fisici, Lukic nasce come mezzala ed è di conseguenza un giocatore decisamente più dinamico dell’ex Empoli. Come sottolineato da Francesco Lisanti, la protezione dello spazio tra le linee di centrocampo e difesa del Toro, non è sempre ottimale, ma in questo senso Lukic ha offerto un ottimo contributo: ha vinto 3 contrasti su 4, realizzato 2 anticipi e recuperato 12 palloni.

Non sono mancate comunque situazioni in cui il Torino è rimasto esposto tra le linee, un difetto strutturale che per ora non è stato risolto e probabilmente non lo sarà da qui a fine stagione. Come al solito la difesa di Mihajlovic tende a mantenersi bloccata, mentre i centrocampisti si alzavano a prendere uomo a uomo i centrocampisti dell’Inter. Considerando che Belotti era spesso isolato nel portare pressione sui centrali dell’Inter, Medel e Miranda avevano la possibilità di verticalizzare alle spalle di Lukic.

La difesa del Toro non si alza in modo armonico con i centrocampisti che si alzano in pressione e le linee perdono di compattezza. Miranda ha la possibilità di pescare Perisic tra le linee. A quel punto, con palla scoperta, la difesa può solo scappare all’indietro e solo il fuorigioco nega ad Icardi il gol dell’1-0.

La grande partita delle mezzali

Decisamente positiva anche la prestazione delle due mezzali, Acquah e Baselli. La costante pressione che i due hanno portato su Kondogbia e Gagliardini ha complicato lo sviluppo del gioco dell’Inter, che ha commesso diversi errori nella circolazione di palla. Kondogbia in particolare è parso molto poco a suo agio, completando solo il 78% dei passaggi, una delle peggiori prestazioni dell’ultimo periodo di rinascita.

I due si sono rivelati altrettanto importanti in fase offensiva. Sulla sinistra, vista l’attitudine di Ljajic a muoversi verso la fascia opposta rispetto a quella di partenza, Baselli ha compiuto movimenti verso l’esterno che hanno creato qualche problema nel reagire all’Inter orientata sull’uomo. Ancora più pericolose le progressioni di Acquah, bravo in più di un’occasione ad infilarsi nello spazio tra Miranda ed Ansaldi, che marcava Iturbe anche quando si manteneva piuttosto largo.

Iturbe, molto vicino alla linea laterale, allarga lo spazio tra Ansaldi e Miranda, in cui Acquah si infila di prepotenza in attesa del suggerimento di Zappacosta.

Letteralmente devastante la progressione del ghanese in occasione del gol del 2-1.

Lo spazio aperto dai tagli delle punte

I tagli da destra verso il centro di Iturbe, lasciavano spazio a Zappacosta, instancabile nel percorrere la corsia per tutti i 90 più recupero. Gli ancor più estremi movimenti di Ljajic poi, sono stati utili anche per liberare la fascia sinistra, visto che spesso il serbo si portava dietro D’Ambrosio, lasciando campo libero a Molinaro.

Ljajic si è accentrato e D’Ambrosio ha deciso di seguirlo. La fascia sinistra è completamente sguarnita e il diagonale di Acquah fa correre Molinaro.

Prima di dello scambio di opinioni con Mihajlovic, che ne ha poi determinato la sostituzione durante il secondo tempo, il numero 10 granata si era reso particolarmente utile nel risalire il campo, sottraendosi alla marcatura di D’Ambrosio per fornire un opzione di passaggio diretta di difensori centrali e scompaginare così l’intera struttura difensiva orientata sull’uomo di Pioli.

Il posizionamento di Ljajic permette al Toro di guadagnare campo, costringendo i centrocampisti dell’Inter a retrocedere e di conseguenza a ritrovare il proprio punto di riferimento difensivo.

L’atteggiamento decisamente propositivo dei padroni di casa, insieme all’intensità di gioco e ai soliti squilibri tattici che emergono quando entrambe le squadre tendono ad orientarsi sull’uomo, hanno prodotto una gara divertente, con tanti ribaltamenti di fronte e che entrambe le squadre hanno cercato di vincere fino alla fine.

Nei minuti finali, con gli ingressi di Eder e Maxi Lopez, entrambe le squadre sono passate al 4-2-4 nell’estremo tentativo di portare a casa i tre punti. Pur avendo concesso forse le occasioni più pericolose della partita all’Inter, con il centro del campo che, con un centrocampista in meno, è risultato decisamente più accessibile ai giocatori offensivi nerazzurri, anche i granata hanno “rischiato” di fare il colpaccio.

Con il 4-2-4, il Torino si è reso più vulnerabile al centro, anche se l’Inter ha continuato a prediligere le fasce come canale preferenziale di attacco.

Pareggio giusto ma con significati diversi

In fin dei conti il risultato finale di 2-2 pare essere quello giusto. Lo stesso Hart ha compensato gli errori su entrambi i gol con diverse grandi parate nel finale di gara. Il Torino ha confermato di essere tra le squadre più difficili da affrontare in casa, dove non a caso ha perso solo con la Juventus, e potrà concludere il campionato senza grosse pressioni, sperimentando in funzione della prossima stagione. Per l’Inter questo è un pareggio che non ci voleva: le vittorie di Napoli e Roma hanno allontanato la zona Champions, che obiettivamente, a 9 giornate dalla fine, sembra molto difficile da raggiungere.

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