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Come il Milan è cambiato nelle ultime partite
12 mar 2021
12 mar 2021
È stato soprattutto il pressing a migliorare le prestazioni della squadra di Pioli.
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Foto LaPresse / Spada
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Non è ovviamente una regola sempre valida, ma lo stato di forma del Milan, il livello delle sue prestazioni, si può misurare con una certa affidabilità in base alla qualità e all’efficacia del suo pressing. Quando pressa male, di solito il Milan soffre e gioca male, perché non è abituato a reagire alle difficoltà abbassando le linee e difendendo in maniera posizionale. Nel brutto periodo passato qualche settimane fa, il declino nella qualità del pressing era stato evidente. Gli esempi più chiari sono le sconfitte contro Inter e Spezia, due squadre che in modo diverso hanno mandato a vuoto il pressing rossonero, in particolare creando zone di superiorità numerica sulle fasce e trovando così ampi spazi per manovrare dietro le linee.



A partire dalla sfida contro la Roma, però, il livello del pressing è tornato ad alzarsi, con qualche aggiustamento nelle uscite, un po’ più prudenti rispetto a qualche settimana prima. Le linee si sono schierate un po’ più in basso ed è aumentata l'attenzione a mantenere la superiorità numerica al centro, tenendo a presidio dello spazio davanti a difensori almeno un centrocampista, che non esce in avanti ma copre il compagno e resta senza avversari nella sua zona. La buona riuscita del pressing ricade così ancora di più sui trequartisti, che hanno più campo da coprire e devono scegliere bene gli angoli di corsa e l’avversario da pressare, visto che i riferimenti cambiano a seconda dell’azione e della zona della palla.



Ovviamente le uscite in pressione sono sempre diverse e si adattano allo schieramento avversario, e va detto che ultimamente il Milan ha affrontato squadre con sistemi scomodi per il suo 4-2-3-1. La Roma e il Verona, ad esempio, potevano creare problemi nelle uscite soprattutto per la presenza teorica di quattro giocatori al centro (i due centrocampisti centrali e i due trequartisti), che metteva in inferiorità numerica il triangolo centrale del Milan formato dai due centrocampisti e dal trequartista. In realtà in entrambe le partite il pressing ha dato ottimi risultati, ed è riuscito a evitare l’inferiorità in mezzo al campo stringendo un esterno e liberando un centrocampista, che non aveva un riferimento su cui uscire e rimaneva in posizione a coprire gli spazi centrali.



Qui sotto c’è un caso particolare dalla partita contro il Verona, in cui restano liberi entrambi i centrocampisti, Meité e Kessié. Castillejo infatti da sinistra stringe verso Barak, che di solito era controllato da Kessié; Krunic invece può gestire sia Veloso che Ceccherini, che restano vicini e non approfittano della superiorità numerica, finendo per impegnare un solo avversario; Saelemaekers, infine, è più aperto a destra e copre Lazovic. Il Milan insomma ribalta la possibile inferiorità numerica e sullo scambio si trova in superiorità nella zona della palla, forzando una giocata veloce di Barak e recuperando il possesso su un errore di del trequartista del Verona, che dosa male il passaggio.



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Il buon momento del Milan è proseguito anche in Europa League contro il Manchester United, un’altra partita in cui il pressing si è mantenuto ad alti livelli e ha creato le basi per una grande prestazione. Ad agevolare la pressione stavolta era anche il sistema dello United che, schierato con il solito 4-2-3-1, dava comodi riferimenti per le scalate. Il Milan lo ha affrontato in modo un po’ diverso dal solito, con il 4-4-2 (Brahim Díaz partiva di fianco a Leão) e le linee più basse, per non dare subito velocità alla circolazione dello United e rischiare di farsi attaccare in campo aperto, uno scenario in cui la squadra di Solskjaer è tra le più pericolose in Europa. Il problema principale era rappresentato dalle ricezioni tra le linee di Bruno Fernandes, a cui però il Milan ha trovato un rimedio stringendo a turno un esterno, in base alla zona della palla, e liberando così un centrocampista, che poteva coprire il trequartista portoghese o seguirlo nei suoi movimenti verso le fasce.



Al decimo minuto, ad esempio, lo United manovra a sinistra ed è quindi Krunic a stringersi su McTominay, mentre Kessié resta più in basso vicino a Fernandes. Le altre uscite sono lineari: Díaz si alza sul difensore centrale sinistro (Maguire), Meité pressa su Matic, Saelemaekers marca il terzino sinistro (Telles), Calabria segue il movimento in appoggio dell’ala (James).





Matic si trova in una situazione scomoda, è pressato da Meité e rivolto alla sua porta senza avere un compagno vicino a cui appoggiarsi. Riesce comunque a girarsi e a lanciare su Martial, che però viene puntualmente marcato da Kjaer. L’attaccante francese sbaglia il passaggio e il Milan recupera la palla.





Il possesso rossonero dura comunque poco, perché Saelemaekers sbaglia a sua volta un passaggio diretto a Brahim Díaz. Il Milan è però in una situazione favorevole per aggredire subito il nuovo possesso dello United, avendo molti giocatori nella zona della palla, anche se i riferimenti sono solo leggermente diversi rispetto a qualche secondo prima. Matic non è pressato ma non ha appoggi vicini e sceglie un passaggio difficile per Bruno Fernandes, che nel frattempo si era abbassato, seguito sempre da Kessié. Il portoghese riesce a girarsi verso la fascia, ma in quella zona lo aspetta Meité, che gli toglie la palla e dà inizio a un nuovo possesso del Milan.



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L’azione dura poco anche dopo il secondo recupero. Meité da destra prova a servire l’inserimento di Krunic sul lato corto dell’area, ma la palla rimbalza su Telles e finisce in fallo laterale. Qualche secondo più tardi comunque, sugli sviluppi di quella stessa rimessa laterale, Kessié segnerà un gol stupendo, calciando al volo dopo un controllo poco chiaro tra fianco e braccio sinistro.



Non è stata l’unica rimessa laterale che ha creato dei problemi allo United. Al minuto 64 infatti il Milan si trova a pressare una rimessa dal fondo battuta corta da Henderson, che ha recentemente sostituito l'indisponibile de Gea. I “Red Devils” sono in chiara superiorità numerica, perché il Milan schiera solo tre giocatori tra i cinque avversari coinvolti nella costruzione bassa tra il limite e l’interno dell’area, ma in posizioni intermedie così da poter scivolare sull’avversario più vicino in base allo sviluppo del possesso.





Henderson appoggia alla sua sinistra su Maguire, e quindi i rossoneri scivolano alla loro destra, ma sul passaggio di ritorno del capitano dello United verso il portiere, che si apre per raggiungere McTominay fuori area alla sua destra, riescono comodamente a tornare indietro e a scivolare con più decisione verso sinistra.





Kessié va a pressare McTominay, che si allarga verso la fascia e si appoggia a Wan-Bissaka, uscendo proprio dove la pressione del Milan voleva indirizzare la palla. Krunic infatti si alza subito a pressare, il terzino destro dello United è limitato dalla linea laterale, sbaglia il passaggio e concede la rimessa.





In teoria non sarebbe una situazione difficile da difendere per lo United, eppure ancora una volta dalla rimessa laterale il Milan trova facilmente un uomo libero, in questo caso Meité, e sullo sviluppo dell’azione crea forse la migliore occasione della sua partita. Calabria infatti arriva al cross da destra e trova Krunic sul secondo palo, ma il colpo di testa del bosniaco, che si era inserito in area con un taglio da sinistra che aveva sorpreso Wan-Bissaka, finisce fuori.





Krunic avrà modo di rifarsi battendo il calcio d’angolo che al minuto 92 permetterà al Milan di pareggiare, con il colpo di testa di Kjaer, ma così come a Verona la sua partita a livello difensivo è stata davvero eccezionale, e ha reso più semplici quelle dei centrocampisti e del terzino alle sue spalle (Dalot). Il Milan ha però gestito bene anche le pressioni più aggressive che portavano entrambi i centrocampisti fuori posizione, perché alle loro spalle sia Kjaer sia Tomori hanno sempre accorciato il campo in avanti e garantito recuperi veloci del possesso, anche in zone molto alte.



Qui sotto c'è ad esempio un'azione al minuto 26 in cui innanzitutto va sottolineata la corsa di Saelemaekers, che quando il Milan perde la palla sulla fascia sinistra è nel corridoio interno vicino a McTominay, e quindi lascia libero sul lato opposto il suo avversario di riferimento, Telles.





Il belga se ne accorge subito e con uno scatto copre quasi tutto il campo in orizzontale per mettersi davanti al terzino sinistro dello United e impedirgli di avanzare. Telles ha comunque il tempo per passare la palla, ma la pressione di Saelemaekers lo rallenta e soprattutto gli impedisce di risalire il campo indisturbato.





A quel punto anche i compagni alle spalle del belga possono gestire con più tranquillità la situazione, mentre Telles passa il pallone in avanti a James, che a sua volta lo fa scorrere verso Martial. Kjaer però lo ha seguito e lo anticipa.





Sulla ripartenza dopo il recupero del difensore danese il Milan crea una buona opportunità ma non riesce a tirare. Calabria trova infatti Brahim Díaz nel mezzo spazio sulla destra, il trequartista spagnolo aspetta l’inserimento del terzino e lo serve al momento giusto, quando Calabria è solo sul lato destro dell’area. Il suo controllo non è però orientato per calciare in porta ma per un appoggio in orizzontale verso Leão, Bailly legge la giocata e spostandosi verso sinistra intercetta il passaggio.





A pochi minuti dalla fine un altro recupero di Kjaer nella trequarti dello United ha dato inizio a un’altra azione che ancora una volta non si è conclusa con un tiro per un’imprecisione tecnica, stavolta di Leão. Stefano Pioli nel frattempo aveva inserito Tonali, Castillejo e Kalulu (per un piccolo infortunio subito da Calabria, un’altra cattiva notizia in un momento critico a livello di assenze), e aveva spostato in avanti Kessié a giocare da trequartista. Così al minuto 89 è proprio l’ivoriano che va a pressare Maguire, mentre Tonali si alza su Matic, e Kjaer segue invece Fred (subentrato a Bruno Fernandes), togliendogli la palla.





A creare i presupposti per un’occasione a quel punto sono due giocate simili di Kessié, che da trequartista si trova a gestire la palla in zone più avanzate rispetto alle abitudini. Nel primo caso, subito dopo il recupero di Kjaer, l’ivoriano è vicino allo spigolo destro dell’area, attira la pressione di tre giocatori e poi si appoggia alla sua destra su Castillejo.





Qualche secondo più tardi, dopo che l’azione si è sviluppata a sinistra, e sul cross di Dalot la palla è rimasta in area, Kessié attira le attenzioni di ben cinque avversari e riesce comunque a trovare una grande giocata alzando la palla verso Leão. Il portoghese è defilato sulla destra ma calciando al volo potrebbe comunque centrare la porta, e invece non si coordina bene e svirgola il pallone.





È vero che alla fine è stato lo United ad avere le occasioni migliori, quella di Maguire sugli sviluppi di un calcio d’angolo in cui il difensore inglese è incredibilmente riuscito a centrare il palo a un passo dalla riga di porta, e quella di James al minuto 72, un tiro a porta spalancata finito fuori. Sono state però due eccezioni all’interno di una partita in cui è stato il Milan a imporre il contesto.



Alla squadra di Pioli è mancata solo un po’ di qualità negli ultimi metri per raggiungere una meritata vittoria. In ogni caso, l’1-1 resta un risultato positivo in vista della gara di ritorno, dove il Milan è chiamato a un'altra grande prestazione per raggiungere la qualificazione ai quarti di finale. Sarebbe un primo, piccolo coronamento di una stagione eccezionale.


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