Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Contro il Napoli la migliore Juventus della stagione
23 set 2024
23 set 2024
Fermata da un ottimo Napoli in fase difensiva.
(copertina)
Foto di IMAGO / Nicolo Campo
(copertina) Foto di IMAGO / Nicolo Campo
Dark mode
(ON)

Non sempre i numeri restituiscono in maniera immediata lo sviluppo di una partita, ma nel caso di Juventus-Napoli, a dire il vero, bastano pochi indicatori.

Secondo i dati Wyscout la Juventus ha avuto il 66% di possesso palla – il 73% nel secondo tempo – con un’incredibile precisione del 93% dei passaggi effettuati. Per ben 12 volte il possesso del pallone dei bianconeri è durato più di 45 secondi e la durata media di un possesso è stata di 31 secondi. Due giocatori della Juventus hanno giocato più di 100 passaggi – Kalulu 116, Locatelli 103 – con una precisione rispettivamente del 94% e del 96%. Da tutto questo volume di gioco la Juventus ha però generato solo 9 tiri, contro gli 8 del Napoli. Giocando 300 passaggi in più degli avversari, i bianconeri hanno tentato lo stesso numero di passaggi progressivi del Napoli, 58.

Leggendo questi numeri viene da pensare a una partita in cui la Juventus ha tenuto tanto il pallone, forzando però raramente soluzioni più rischiose. Motta ha dato la priorità al controllo rispetto alla pericolosità. In effetti è stato così, ma c'è molto altro di cui parlare in questa partita, che racconta bene pregi e limiti di due squadre che hanno iniziato da poco un nuovo ciclo tecnico.

Diciamo subito una cosa: sia Juventus che Napoli escono bene dal loro confronto.

Di Juventus-Napoli ne abbiamo parlato anche in "Che Partita Hai Visto", un podcast riservato agli abbonati che esce poco dopo le partite. Abbonati a Ultimo Uomo qui.

McTominay entra nell’undici titolare e il Napoli cambia pelle

Antonio Conte si è mosso dal suo 3-4-3 con cui aveva affrontato tutti i match della stagione, inserendo Scott McTominay al posto di Mazzocchi e passando così al 4-3-3. Senza il pallone lo scozzese ha occupato la posizione di mezzala sinistra al fianco di Lobotka e Anguissa, mentre in fase offensiva aveva compiti, diciamo, non scontati.

Il 4-3-3 difensivo del Napoli con McTominay in posizione di mezzala sinistra.

Lasciando a Lobotka e Anguissa la posizione davanti alla difesa, in fase di possesso palla McTominay si alzava sulla linea difensiva avversaria andando, di fatto, ad affiancare Romelu Lukaku. L’idea di Conte, probabilmente, era di togliere alla Juventus la superiorità numerica sulla linea difensiva contro Lukaku. Tenendo impegnati i centrali bianconeri, voleva aprire spazi nella zona tra il centrocampo e la difesa avversaria. A corredo della posizione avanzata di McTominay, il Napoli stringeva le posizioni di Kvaratskhelia e, soprattutto, di Politano. Voleva approfittare degli spazi liberati dalla posizione molto avanzata dello scozzese e di Lukaku.

La disposizione che il Napoli ha più spesso adottato in fase di attacco: McTominay profondo sulla stessa linea di Lukaku, Kvaratskhelia e Politano stretti alle loro spalle.

In alternativa, la posizione stretta degli esterni poteva servire, approfittando dell’orientamento sull’uomo della difesa della Juventus, ad attirare internamente i terzini bianconeri costringendo così gli esterni, in special modo Yildiz, a profondi ripiegamenti sulla fascia.

Dall’altro lato del campo la Juventus, fatta forse eccezione per i primi minuti di assestamento, ha provato a sempre a sporcare la prima costruzione del Napoli, pressando i difensori centrali e i due interni azzurri. Vlahovic si orientava sul centrale di destra Rrahmani e Nico Gonzalez si muoveva da Olivera al centrale di sinistra Buongiorno, mentre Savona – la scelta forte di Thiago Motta che per sostituire Gatti, non al meglio della condizione fisica, ha spostato Kalulu in mezzo inserendo il giovane numero 37 sulla destra – scalava sul terzino azzurro. In mezzo, Koopmeiners e McKennie prendevano a uomo Lobotka ed Anguissa.

Il sistema di pressing orientato sull’uomo della Juventus. Vlahovic su Rrahmani, Nico Gonzalez su Buongiorno, mentre alle sue spalle Savona si alza su Olivera. Koopmeiners e McKennie sono su Anguissa e Lobotka.

A sostenere la pressione avanzata della Juventus, che accettava inevitabilmente la parità numerica, era il lavoro di Locatelli, che si abbassava sulla linea di Kalulu e Bremer; bisogna menzionare anche il sacrificio di Yildiz su Di Lorenzo, con Cambiaso spesso portato dentro al campo da Politano.

Nella prima immagine si vede Locatelli arrivare a proteggere il centro della difesa giocando su McTominay, mentre seguendo le scalate più avanzate, Kalulu si sposta sul centro destra nella zona di Kvaratskhelia. Nella seconda immagine, sul possesso palla consolidato del Napoli, Savona ricompone la linea e la Juventus si garantisce la superiorità numerica con Locatelli. L'orientamento fortemente a uomo della difesa della Juventus porta a invertire le posizioni di Bremer, che segue il movimento largo di Lukaku, e di Cambiaso, in marcatura su Politano, interno.

Conte voleva muovere i difensori della Juventus sfruttando a proprio vantaggio il forte orientamento sull’uomo dei bianconeri per creare spazi da utilizzare. Progressivamente, però, è stata una strategia sempre meno efficace. La Juventus riusciva a sporcare sempre le giocate verso la zona offensiva del Napoli sia per il dominio della Juventus nei duelli individuali contro gli attaccanti azzurri.

Lukaku è stato annullato nel duello fisico da Bremer e anche Kvaratskhelia non ha brillato tra Savona e Kalulu. Più efficaci sono state le partite di McTominay e Politano. Il primo è riuscito un paio di volte, staccandosi dalla linea difensiva bianconera, a ricevere e a girarsi fronte alla porta avversaria; mentre la vivacità di Politano ha talvolta disordinato la difesa bianconera. In ogni caso, l'ottima prova difensiva della Juventus ha ridotto al minimo le potenziali occasioni da gol per il Napoli, arrivato a un tiro pericoloso solo in un paio di transizioni.

Nel primo tempo, uno scarico sbagliato di Vlahovic ha aperto la strada a McTominay il cui tiro dal limite è stato parato da Di Gregorio; nel secondo tempo, nell’unica occasione in cui il pressing della Juventus è andato a vuoto, Politano è riuscito ad attaccare alle spalle della pressione fuori tempo di Cambiaso e a calciare. La conclusione è finita sopra la traversa, forse c'era anche la possibilità di servire la sovrapposizione di Di Lorenzo.

La partita della Juventus

La Juventus, come d’abitudine in questo inizio di stagione, ha giocato un’eccellente fase di non possesso. In questa occasione è stata una partita molto orientata sull’uomo e incline al pressing. I bianconeri sono riusciti a soffocare più o meno tutti gli attacchi avversari, rischiando poco. Progressivamente la Juventus ha preso il controllo del pallone, eludendo i tentativi di pressing del Napoli con una circolazione bassa, fluida e ricca di rotazioni. La squadra di Conte si è assestata su un blocco medio-basso per difendersi. Ad aiutare la circolazione del pallone della Juventus, oltre al solito incessante movimento di Cambiaso, è stata la nuova posizione occupata da Kalulu che, al centro della difesa, ha aumentato la pulizia tecnica e la lettura degli spazi nell’uscita dal basso.

Come visto contro il PSV, Thiago Motta ha avvicinato Koopmeiners a Yildiz, per offrire al turco un supporto tecnico al dialogo e consentire scambi di posizione che permettessero al numero 10 bianconero di alternare ricezione esterne a tagli interni. Di fatto la Juventus ha costruito un lato forte sulla fascia sinistra, mentre, sul lato opposto, McKennie e Nico Gonzales avrebbero dovuto attaccare l'area e finalizzare.

Le due migliori occasioni da gol della Juventus nel primo tempo nascono entrambe dallo sviluppo sul centro-sinistra. Nelle prime due immagini si può osservare la ricezione di Koopmeiners alle spalle del centrocampo del Napoli e il suo passaggio chiave per l’inserimento profondo di McKennie, il cui tiro viene ribattuto da Buongiorno. Nella terza immagine l’inserimento di Koopmeiners è premiato dal cross di Yildiz. Il colpo di testa non perfettamente centrato di Koopmeiners sarà intercettato da Olivera.

Il Napoli ha difeso a un'altezza sempre inferiore, con una linea arretrata da 4 e una linea di centrocampo da 5 che ha richiesto grossi ripiegamenti in raddoppio. Bisogna dire però che la superiorità territoriale della Juventus si è rivelata abbastanza sterile.

Il possesso palla della Juventus è stato sicuro ma prudente, e questo ha favorito la difesa del Napoli, che ha sempre protetto bene il centro del campo e l'area di rigore, dove sono piovuti molti cross.

Il Napoli però ha giocato una partita quasi soltanto difensiva, escluse quelle due transizioni. Bisogna sottolineare la prestazione molto aggressiva nelle marcature preventive di Bremer, Lukaku e Locatelli.

Il cambio tra Vlahovic e Weah è stato motivato nel post-partita da Thiago Motta: voleva avere un giocatore più adatto del serbo nel venire incontro al pallone, attirando fuori così i difensori centrali del Napoli, per poi attaccare la profondità dopo avere mosso la difesa. Non ha funzionato. L'ingresso di Weah non ha cambiato molto.

Due squadre in costruzione

Quest’estate Napoli e Juventus hanno cambiato allenatore. Antonio Conte è stato chiamato a ricostruire dalle macerie della passata stagione e, dopo il disastroso esordio contro il Verona, sembra avere già dato una certa solidità alla sua squadra. Contro la Juventus ha abbandonato il 3-4-3 visto nei primi match della stagione per passare al 4-3-3 con McTominay in campo.

Conte ha fatto chiaramente intendere che, con l’arrivo alla fine del mercato di Gilmour e di McTominay, il passaggio al 4-3-3 è da intendersi strutturale e non legato alle specifiche esigenze della partita contro la Juventus. Conte ha anche ammesso che in fase offensiva la partita non è stata soddisfacente, ma c'era di fronte la migliore difesa del campionato.

Thiago Motta sta ricostruendo la Juventus su principi di gioco e intenzioni tattiche completamente diverse da quelle di Massimiliano Allegri. La fase difensiva appare già efficientissima e anche al Napoli ha concesso, come alle altre squadre, davvero poco.

La circolazione del pallone è apparsa fluida e capace di eludere il pressing avversario nella propria metà campo, ma ha avuto difficoltà a penetrare il blocco basso del Napoli e a rendersi pericolosa. Nel calcio di Thiago Motta il controllo del match e anche la prevenzione dei rischi passano attraverso il dominio del pallone e, forse in maniera controintuitiva, quella con il Napoli, considerando anche il livello degli avversari, è stata, in quest’ottica, la migliore partita fin qui disputata dalla Juventus.

Il terzo 0-0 di fila in campionato, pone però dei dubbi sulla capacità dei bianconeri di tradurre in pericolosità il volume di gioco sviluppato. Ci sono due fattori che limitano la possibilità della Juventus di creare occasioni da gol.

Il primo fattore ha a che fare con la prudenza nella circolazione del pallone. I giocatori bianconeri sembrano preferire soluzioni sicure che garantiscano il mantenimento del possesso a soluzione più rischiose, ma capaci di far avanzare in maniera più pericolosa la squadra.

Per creare un nuovo modello di gioco, che pone tra i suoi cardini il controllo della partita per mezzo del pallone, un iniziale focus sulla necessità di non perdere il possesso e di riordinarsi a scapito di soluzioni meno sicure è quasi fisiologico e potrebbe sparire con l’interiorizzazione da parte dei calciatori dei nuovi principi di gioco.

Il secondo fattore ha a che fare con la pulizia tecnica, l’imprevedibilità e l’assunzione di rischi nell’ultimo terzo di campo. In quest’ottica la Juventus è finora sembrata concentrare tutte le fiches offensive contro le difese chiuse su Yildiz, che in campo sembra cantare e portare la croce per il volume di lavoro offensivo e difensivo svolto. Nelle ultime tre partite a lui si è aggiunto Koopmeiners. In quest’ambito Thiago Motta dovrà chiaramente lavorare per diversificare le fonti di pericolo e per trovare le connessioni giuste per rendere più fluido e brillante nell’ultimo terzo di campo.

Siamo ancora a settembre e, come prevedibile, Juventus e Napoli non hanno ancora assunto la loro forma definitiva. Il lavoro di Thiago Motta e Antonio Conte però sembra promettere bene.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura