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Cosa aspettarsi dalla fase finale della Serie A femminile
17 mar 2023
Iniziano le poule che decideranno la corsa Scudetto e la corsa salvezza.
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14 min
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Foto di Lisa Guglielmi / Imago
(copertina) Foto di Lisa Guglielmi / Imago
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Da quest’anno in Serie A femminile sono cambiate un po’ di cose. La prima, più evidente, è che da 12 squadre si sia passati a 10. La seconda, che invece forse non conoscete se non seguite abitualmente la Serie A femminile, riguarda invece un nuovo format a due fasi.

Nella prima fase, conclusa da appena due settimane, tutte le squadre si scontrano in gare andata e ritorno. Nella seconda fase, che inizierà questo weekend, si scontreranno tra loro le prime cinque della classifica e le ultime cinque della classifica in quelle che sono state definite poule scudetto e poule salvezza. In questo secondo round è bene ricordare che ciascuna squadra manterrà gli stessi punti acquisiti nel corso della prima fase, dunque ogni club ripartirà da ciò che ha seminato da fine agosto ad oggi. Nella poule scudetto i posti che contano sono la prima e la seconda posizione - al di là dei trofei, entrambe garantiscono l’accesso alla Women’s Champions League - nella poule salvezza conta concludere la stagione lontani da ultimo e penultimo posto. Mentre l’ultima classificata retrocederà immediatamente, infatti, la seconda si giocherà la permanenza in Serie A contro la seconda classificata del campionato di Serie B.

Dando un’occhiata alla classifica conclusiva della regular season, ciò che salta all’occhio è anzitutto il divario di punti che separa l’ultima squadra della poule scudetto e la prima della poule salvezza. Sono 17 quelli tra Sassuolo e Fiorentina, punti che in qualche modo ci danno la misura di un campionato ancora molto eterogeneo, dove a poter competere per i piani alti sono solo una manciata di squadre.

Questo non significa che la Serie A di quest'anno sia stato un campionato prevedibile. E se dovessimo riassumere in un unico commento le sensazioni restituite da questo campionato direi che ogni squadra sembra combattere prima con sé stessa e poi con le avversarie. Un esempio è il Parma, che è rientrata all'ultimo momento sull’onda di un progetto ambizioso nato solo a luglio; o la Sampdoria, anch'essa, come la squadra maschile, influenzata da un periodo societario complicato; oppure la Juventus, alle prese con un ricambio generazionale studiato approssimativamente e una stagione sfortunata; oppure il Sassuolo, che sta attraversando una stagione sotto le aspettative a causa di qualche valutazione sbagliata; o la Roma, che cerca di mantenere sempre alta l’asticella della concentrazione in una stagione in cui per adesso molto raramente ha avuto cali.

La verità è che la fase a poule metterà le squadre di fronte a prove psicologiche molto diverse rispetto a quelle affrontate finora nella loro permanenza in questo campionato. Giocare un numero così alto di scontri diretti significa non poter mai abbassare la guardia ma significa soprattutto capire che inciampare, in questo contesto, significa potenzialmente compromettere un’intera stagione. Vediamo quindi come arriva ogni squadra di entrambe le poule, partendo da quella scudetto.

Poule scudetto

Roma

A Roma quest’anno c’è un clima incredibile. Una squadra sicura e forte delle proprie capacità, giocatrici sinceramente innamorate dell’ambiente e un pubblico sempre molto numeroso, caldo e contagioso. Una formula che spiega una stagione che conta ad oggi una Supercoppa, una qualificazione ai quarti di Champions, una finale di Coppa Italia e il momentaneo +8 sulla seconda in classifica.

Nel riscaldamento pre partita delle undici titolari prima della semifinale di ritorno contro il Milan, le telecamere inquadravano Elisa Bartoli, capitano della squadra, fare ciò che abbiamo iniziato ad osservare ormai un po’. Durante gli ultimi istanti del riscaldamento, tra un allungo e l’altro prima di entrare negli spogliatoi, Bartoli raduna qualche compagna vicino a sé, corruccia la fronte, gesticola e parla animatamente. Da casa capire ciò che dice è quasi impossibile ma il suo ruolo in quel momento è molto chiaro.

Lo stato di grazia che sta vivendo questa squadra è frutto di tanti fattori perfettamente concatenati tra loro e uno di questi è l’enorme lavoro della dirigenza che in cinque anni ha fondato e cresciuto questa realtà. Bisogna pensare che solo tre anni fa le giallorosse occupavano stabilmente il quinto posto in classifica. Oggi sono la miglior difesa del campionato, con l'impressionante score di appena 12 gol subiti in 18 partite - 5 meno della Juventus.

Invece quest'anno la Roma può puntare allo scudetto, anche se ci sono due potenziali ostacoli al titolo: il primo si chiama Barcellona e il secondo si chiama Juventus. Partiamo dal primo. Le due partite di Champions contro il Barcellona saranno impegni fisici importanti per le giallorosse e non è il caso di sottovalutare nemmeno l’eventuale contraccolpo psicologico in caso di disfatta davanti ai tifosi all’Olimpico (per la prima volta) e al Camp Nou, in uno stadio sempre molto partecipe quando gioca la squadra femminile.

L’ostacolo Juve invece è la naturale conseguenza di una rivalità accesa che ha portato nel corso della stagione a continui colpi di scena. Nonostante le dimostrazioni di forza un po’ contro tutte le squadre, sembra quasi che la Roma viva momenti di tensione, quasi di timore reverenziale, nei confronti della Juventus. Le due squadre si sono incontrate tre volte nell'arco della stagione e la Juventus ha vinto due volte su tre (cioè gli scontri di andata e ritorno in campionato). Certo, c'è da dire che la Roma ha vinto la partita più importante, quella che ha assegnato la Supercoppa italiana, ma ai rigori (era finita 1-1 nei 90 minuti regolamentari).

Juventus

Nell’arco di questa stagione la Juventus sembra rimanere sempre sul limite che divide il successo dal fallimento. In campionato è a otto punti di distanza dalla Roma, una distanza che al momento sembra molto difficile da colmare, e su cui i membri della squadra bianconera hanno idee diverse.

Mentre Arianna Caruso sostiene di essere “alla Juve da sei anni” e di “non poter non credere allo scudetto”, seguita a ruota da Sofie Pedersen che a Tuttosport dice di credere allo scudetto fino a quando la matematica non le dirà il contrario, il DS Braghin rilascia dichiarazioni molto più diplomatiche: «Dobbiamo difendere la posizione in Champions League che è cruciale per il futuro del nostro progetto, visto che la UEFA rappresenta una delle nostre massimi fonti di ricavo. Oggi siamo molto più vicini a Fiorentina, Inter e Milan che non alla Roma, che al momento è una delle squadre più forti d’Europa».

Questo tipo di frasi di circostanza per abbassare la pressione intorno a un gruppo le conosciamo bene, ma le parole di Braghin sembrano comunque suggerire che la Juve è già preparata a cedere il suo scettro. Questo deriva dalla consapevolezza che «il nostro divario con le squadre italiane si è molto assottigliato. Merito senza dubbio del lavoro delle altre squadre, ma ci sono anche frenate ed errori di valutazione da parte nostra, di cui io ovviamente sono il primo responsabile. Perché, se ci hanno recuperato così tanto terreno, significa che abbiamo sbagliato delle qualcosa».

La stagione della Juventus è stata sfortunata e ricca di alti e bassi. Nelle ultime partite, comunque, le bianconere hanno dimostrato di essere una squadra tosta e non è escluso che nel momento della verità possa dare molto fastidio a tutte le sue avversarie. Resta chiedersi se questo basterà per difendere il titolo di Campionesse d’Italia, e soprattutto un posto in Women’s Champions League.

Inter

L’Inter è forse la squadra che più può riservare sorprese in questa seconda fase. La squadra di Guarino è riuscita ad arrivare terza grazie a un mix perfettamente bilanciato di giovani talenti e giocatrici più esperte, e soprattutto ha quella che è di fatto la migliore giocatrice del campionato, cioè Tabitha Chawinga. Oltre a lei, i talenti che potrebbero continuare a brillare sono diversi: da Francesca Durante a Stephanie Van Der Gragt, per arrivare a Gouthia Karchouni. Insomma, è una squadra da tenere d'occhio e lo ha già dimostrato diverse volte durante la stagione. La più importante forse sono state le semifinali di Coppa Italia contro la Juventus dove, grazie adun pareggio all’andata, le ragazze di Guarino si sono giocate il tutto per tutto al ritorno, costringendo le padrone di casa ai tempi supplementari rischiando addirittura il colpaccio. È una squadra presente, in crescendo e che potrebbe limare già da subito qualche vizio di gioventù: non è escluso che la sua rincorsa al secondo posto alla fine vada a buon fine (calcolando che è a 5 punti dalla Juventus, una distanza ampia ma non incolmabile).

Milan

Il Milan nel corso della prima fase è diventata una squadra concreta. Inizialmente si faticava ad attribuire un’identità e un potenziale collocamento alla squadra di Maurizio Ganz e tutt’ora ci si chiede a cosa possa realmente aspirare. Le rossonere sono però a un solo punto di distanza dall'Inter e possono crederci. Il bilancio negli scontri diretti è di due vittorie contro la Juventus, due sconfitte pesanti nel derby della Madonnina, due sconfitte contro la Roma, una sconfitta e una vittoria contro la Fiorentina. Ganz in questo momento può contare sullo splendido stato di forma di Martina Piemonte, la solidità difensiva della coppia centrale Mesjasz-Nouwen (quest’ultima arrivata a gennaio in prestito dal Chelsea), e un gruppo che sembra finalmente più sereno dopo alcune vicende che hanno rotto l’equilibrio interno dello spogliatoio. Negli scontri diretti forse paga un po' di qualità in meno rispetto alle dirette concorrenti, ma sappiamo che nelle fasi finali lo stato di forma finisce per pesare più dei valori assoluti.

Fiorentina

Started from the bottom now we’re here cantava Drake, un po’ quello che avranno pensato i tifosi viola vedendo la propria squadra tra le migliori cinque del campionato dopo aver rischiato la retrocessione nella stagione precedente. La prima fase della Fiorentina è iniziata bene e finita in calando. Dopo il rischio retrocessione il club si è riorganizzato sotto la guida della stessa coach, Patrizia Panico, acquistato buone giocatrici e resettato il progetto. Forse aver avuto una lunga striscia iniziale di risultati positivi ha adagiato sugli allori l’umore della squadra a contribuito alla fase calante finale. Gli scontri diretti con le altre quattro della futura poule scudetto sono stati persi malamente, con risultati spesso pesanti e demoralizzanti. La qualità alla Fiorentina non manca, ma gli errori individuali e l’attitudine a mollare la presa nei momenti più tesi delle partite non la candida al momento alla probabile corsa per il secondo posto. Squadre come Milan e Inter sembrano più preparate, in primo luogo da un punto di vista dell'esperienza, nonostante siano praticamente appaiate in classifica. Patrizia Panico dice che l’obiettivo della sua squadra è riagganciare l’Inter al terzo posto e sostiene di voler dimostrare il valore delle sue ragazze con un “gioco paziente e lucido”.

Poule salvezza

Sassuolo

Alla vigilia di un Milan-Sassuolo giocato l’1 ottobre 2021, il tecnico del Sassuolo Gianpiero Piovani dichiarò che l’obiettivo del Sassuolo sarebbe stata la salvezza. Questo commentò suscitò una certa ilarità tra tifosi e appassionati, che si aspettavano obiettivi ben diversi rispetto alla salvezza. Il Sassuolo vinse quella partita per 2-0, ma Piovani rinnovò l’obiettivo salvezza nelle interviste post-partita. Otto mesi più tardi il Sassuolo ha concluso la stagione al terzo posto dietro a Juventus e Roma, eppure i commenti di Piovani suonano oggi stranamente sinistri. Quest’anno infatti le cose sono cambiate, e ora le ragazze di Piovani devono realmente combattere per allontanare l’incubo Serie B. Rispetto all’anno scorso la rosa è stata stravolta e la sensazione è che alcune giocatrici non siano state sostituite adeguatamente. La squadra c’ha messo un po’ per accettare la sua nuova natura e abbracciare una sorta di ridimensionamento ma con piccoli aggiustamenti apportati nella sessione di mercato invernale e un motivatore come Piovani al timone, la salvezza sembra un traguardo possibile. Cosa più importante: nonostante gli stravolgimenti portati dal mercato, la rosa rimane, insieme a quella del Parma, quella con maggiore qualità all'interno della poule.

Pomigliano

Tra le 5 della Poule, il Pomigliano è l’unica squadra che ha già affrontato una lotta salvezza. Il Parma, come detto, prima non esisteva, il Como era in Serie B, Il Sassuolo sostava nella parte alta della classifica e la Sampdoria ha archiviato la pratica con 5 giornate d’anticipo. In questo contesto conoscere la pressione che deriva da partite da dentro o fuori può essere un vantaggio rispetto alle avversarie. Il Pomigliano, d'altra parte, non ha mai avuto obiettivi molto più ambiziosi. Nel girone d’andata abbiamo dovuto aspettare sette giornate prima di vedere le campane portare a casa una vittoria, e lo hanno fatto prima contro la neonata Parma e successivamente contro il Milan. Il girone di ritorno è andato meglio, ma è stato segnato da discontinuità nei risultati e una fatica generale nel riuscire a svoltare partite in bilico. In generale comunque, dando uno sguardo ai risultati, il Pomigliano non ha mai concesso risultati troppo pesanti o subito in modo eccessivo la supremazia di squadre più forti. In un campionato sempre più competitivo la semplice voglia di strappare punti con le unghie e con i denti sembra non essere più sufficiente.

Parma

Il Parma è la seconda squadra neonata nel giro di due anni che si affaccia alla Serie A. L’anno prima si trattava della Sampdoria, nata grazie all’acquisto del titolo sportivo del Florentia San Gimignano, e quest’anno è toccato alle gialloblù, nate grazie alla cessione del titolo da parte dell’Empoli.

Dopo aver visto la Sampdoria nascere a giugno e salvarsi con diverse giornate d’anticipo ci si aspettava di assistere più o meno allo stesso scenario anche per il Parma, specie per il progetto ambizioso dichiarato a monte. La stagione ha però iniziato a ingranare solo alla fine della prima parte del campionato e far funzionare una squadra nata da pochi mesi si è rivelata un’impresa più ardua del previsto. Il Parma è tra le squadre della poule salvezza ad aver speso più soldi nel mercato invernale rispetto a tutte le altre, segno di quanto sia forte l’impegno della società nei confronti di questo progetto e di quanto sia forte la volontà di spingere per ottenere la salvezza. L’acquisto di maggior spicco è stato quello di Paloma Lázaro dalla Roma, attaccante con un forte senso del gol che dal suo arrivo a Parma ha già iniziato a lavorare per la squadra contribuendo anche con gol, assist e grandi prestazioni.

Nella lotta alla salvezza Lázaro sarà una delle giocatrici chiave insieme ad altre colleghe già più collaudate nell’ambiente come Erika Santoro, Niamh Farrelly, Marija Banusic e Alessia Cappelletti, quest’ultima protagonista di una stagione importantissima tra i pali del Tardini. Tutte insieme dovranno dimostrare di essere diventate una squadra nel momento più delicato della stagione.

Como

Sì è vero, 11 punti e penultimo posto in classifica non sono un grandissimo risultato eppure non si può non volere bene al Como. Per il suo primo anno in Serie A il Como ha puntato sulla gioventù. Non solo in senso anagrafico, cioè, ma anche temperamentale, dato che il Como è una di quelle squadre che non scende a compromessi nemmeno contro le squadre più forti del campionato. E a volte la cosa ha funzionato. Il Como infatti è riuscito a mettere in difficoltà un po’ tutte le big, costringendo al pareggio Juventus, Milan e Inter e facendo sudare la Roma per un 1-0 in casa.

Il Como a differenza delle altre non ha nomi di medio-alta fascia e non è ricorso ad acquisti di riparazione del mercato invernale. Il rischio assunto dalla società in questo contesto è molto alto, segno anche della fiducia nelle capacità della squadra e dell'allenatore De La Fuente. Nonostante i buoni risultati ottenuti con le big resta il fatto che il Como ha spesso vacillato contro le squadre con cui si contendeva un posto nella lotta salvezza e in casa è riuscita a vincere solo due volte, una contro il Parma e una contro la Sampdoria.

Sampdoria

È strano pensare che a inizio stagione la Sampdoria era stata individuata come una delle squadre che avrebbe potuto impensierire le grandi squadre del campionato. Questa convinzione si è sbriciolata nel corso della stagione, e non appena la società ha iniziato ad accusare problemi, la squadra ha seguito a ruota. Una costellazione infinita di infortuni, una sfiducia crescente e, in ultimo, la rescissione consensuale del contratto con l'allenatore, Antonio Cincotta, che aveva guidato la squadra nella grande stagione 21/22 (alla fine della quale la Sampdoria arrivò sesta). Quattordici sconfitte, nove gol fatti e trentotto subiti sono dati pesantissimi che ammazzerebbero il morale a chiunque e dedicare parole di speranza a questa squadra è oggi molto difficile. C'è da dire, però, che la classifica non è drammatica come la stagione direbbe. La Sampdoria, per dire, è appena quattro punti di distanza dal Pomigliano. La sua poule salvezza, insomma, potrebbe girare in maniera più semplice di quanto adesso non sembri.

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