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Cosa aspettarsi dall'attacco della Samp
21 ott 2016
Perché segna così poco?
(articolo)
10 min
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Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con NOW TV.

Prima dell’inizio della stagione la Sampdoria era senza dubbio una delle squadre su cui si era maggiormente concentrato l’hype. Le aspettative si erano via via ingrossate durante l’estate con l’ingaggio di Giampaolo, proveniente da una stagione sorprendente a Empoli, e con un calciomercato che si potrebbe definire “eccentrico”: tantissimi giovani di belle speranze da tutta Europa, a formare una squadra che sembrava partorita dalla più utopistica sessione di Football Manager. Dopo le vittorie nelle prime due giornate il presidente Ferrero era arrivato già a a parlare di possibili risultati eclatanti contro Roma e Milan. Nelle successive sei giornate, però, la Samp ha raccolto appena due pareggi e quattro sconfitte, subendo dieci gol e segnandone appena cinque (di cui un autogol).

L’entusiasmo, in ogni caso, sembrava ben riposto visto quello che si era visto in campo: nelle prime due giornate, ma anche nella surreale sconfitta all’Olimpico contro la Roma, la Sampdoria aveva mostrato gli aspetti migliori del gioco che Giampaolo aveva proposto a Empoli la scorsa stagione. E cioè un grande controllo del possesso, fatto di fraseggio corto tra rombo di centrocampo e difesa, alternato a verticalizzazioni veloci dalla trequarti.

E però la sterilità offensiva, a fronte della mole di gioco creato, ha via via influenzato negativamente la squadra blucerchiata, infilandola in un brutto periodo da cui deve ancora uscire. La Samp non solo ha avuto problemi ad arrivare in area avversaria in maniera lineare, ma soprattutto non è riuscita a trasformare in gol le occasioni create. I quattro gol della Sampdoria nelle ultime sei giornate (non contando quindi l’autogol di Campagnaro contro il Pescara) sono arrivati a fronte di 7,22 Expected Goals prodotti: una prestazione realizzativa che definire “sottoperformante” è un eufemismo.

Molto semplicemente, con le occasioni prodotte dalla squadra di Giampaolo in queste sei partite in media si sarebbero dovuti segnare quasi il doppio dei gol che ha effettivamente segnato la Sampdoria.

Non è facile capire le ragioni di una situazione come questa, perché spesso il confine che separa la semplice occasione dal gol vero e proprio viene determinato da variabili su cui un allenatore o un giocatore possono influire poco. Ma per affrontare la difesa del Genoa nel derby di sicuro servirà un cambiamento di rotta immediato.

Quello che possiamo dire subito è che il dato statistico è talmente netto da non poter essere casuale: l’inefficacia offensiva della Sampdoria dipende anche da variabili tecniche e tattiche, del tutto peculiari del sistema di gioco di Giampaolo.

L’attacco giusto?

Troppe volte ci si dimentica che l’assetto tattico di una squadra è in parte determinato anche dalle caratteristiche tecniche e fisiche dei giocatori che lo abitano. La coppia d’attacco dell’Empoli di Giampaolo, composta da Pucciarelli e Maccarone, era molto dinamica senza il pallone e riusciva a interpretare alla perfezione i movimenti richiesti dal sistema: una delle due punte tagliava verso l’esterno per aprire la difesa avversaria agli inserimenti di trequartista e mezzali, l’altra cercava di occupare l’area e minacciare la profondità.

Questo tipo di movimenti, che avevano già dato problemi di isolamento sull’esterno delle punte (sia all’Empoli di Giampaolo che a quello di Sarri, da cui Giampaolo ha mutuato modulo e movimenti), vengono interpretati in maniera molto diversa da una coppia come quella composta da Muriel e Quagliarella, quasi opposta a Pucciarelli-Maccarone per caratteristiche tecniche.

I due attaccanti blucerchiati hanno un dinamismo decisamente inferiore e amano molto più giocare con il pallone che senza. Questo porta le due punte della Sampdoria a non fare i movimenti ad allargarsi richiesti dal sistema, ma a chiedere sempre la palla sui piedi in modo statico, con una posizione determinata dalle diverse caratteristiche individuali: Muriel resta largo sull'esterno per ricevere e tagliare verso l'interno col pallone, mentre Quagliarella si posiziona al centro, spalle alla porta, per giocare di sponda e far risalire il campo. Un compito che nell'Empoli veniva svolto dal trequartista e che fa perdere alla Samp una soluzione.

Questo piccolo glitch produce quindi un effetto domino che complica tutti gli altri meccanismi offensivi della Samp. Innanzitutto per la difesa avversaria diventa più semplice difendere al centro contro un attacco statico, anche grazie alla poca intraprendenza dei terzini della Samp che, così come quelli dell’Empoli l’anno scorso, salgono molto di rado per dare ampiezza, permettendo alla difesa avversaria di rimanere corta orizzontalmente. La risultante finale è lo scollegamento degli attaccanti blucerchiati, sempre distanti tra loro, spesso costretti a giocate complesse come tiri dalla distanza e dribbling forzati.

Per via della staticità centrale, inoltre, il trequartista e le mezzali blucerchiate non hanno spazio per inserirsi centralmente e devono quindi andare a cercare aria e palloni sull’esterno.

L’assetto tattico di Giampaolo, insomma, sostanzialmente “invita” due attaccanti già di per sé tendenti all’individualismo come Muriel e Quagliarella a tentare la soluzione personale, producendo azioni molto complesse e difficili da trasformare.

Certo, la qualità tecnica di giocatori come Muriel può comunque dar vita a gol molto belli. Tipo questo:

Ma il più delle volte lo sforzo offensivo della Sampdoria finisce in qualcosa di quest’altro tipo:

Per questo non sarebbe così assurdo se attaccanti più dinamici ed associativi come Schick e Budimir possano trovare gradualmente più spazio. Budimir ha giocato tutti i 90 minuti dell’ultima giornata contro il Pescara (anche perché Muriel era tornato da poco dalla trasferta con la Nazionale), ed è rimasto stretto e vicino a Quagliarella attaccando la profondità quando questo veniva incontro.

Naturalmente non vanno sottovalutati anche i momenti realizzativi degli attaccanti in rosa. Quagliarella, ad esempio, è attualmente sottoperformante, con un gol realizzato a fronte di 2,16 Expected Goals avuti a disposizione. Non è una sorpresa, in realtà, visto che il tasso di conversione dell’attaccante campano è diminuito costantemente dal 2014 ad oggi, passando da 0,98 all’attuale 0,46 (cioè sostanzialmente da una situazione media in cui convertiva in gol ogni Expected Goal avuto a disposizione, ad una negativa in cui gli servono due Expected Goal per realizzare una segnatura).

Molto diversa la situazione di Muriel, che con un tasso di conversione di 1,84 è attualmente overperfomante al di là di ogni aspettativa, visto che la sua media negli ultimi due anni si aggirava intorno allo 0,9. La sfortuna, per la Samp, è che l’attaccante che parte dall’esterno e tenta le azioni più difficili sta realizzando di più di quello che rimane dentro l’area e che ha avuto le occasioni più semplici.

In questo contesto, è anche interessante sottolineare la curiosa situazione di Skriniar, che con i suoi colpi di testa da palla inattiva non è ancora riuscito a trovare la rete nonostante abbia già raccolto 0,94 Expected Goals (è il quarto in questa graduatoria, dopo Quagliarella, Muriel e Bruno Fernandes).

Tirare da fuori

In base alla situazione descritta, è normale che la Sampdoria sia una delle squadre in Serie A che fa più affidamento al tiro dalla distanza come arma offensiva: di tutti gli Expected Goals prodotti, ben il 21,8% arriva da tiro da fuori area. La squadra di Giampaolo attualmente è terza per numero totale di tiri da fuori area (58, dietro a Napoli e Torino) e quarta per percentuale di tiri da fuori area sul totale (48%, dietro a Bologna, Napoli e Milan). Tra i primi dieci giocatori che tentano più tiri dalla distanza con più di 100 minuti giocati ci sono ben due blucerchiati: Bruno Fernandes (5 ogni novanta minuti, primo in assoluto in Serie A) e Ricky Alvarez (2,49 ogni novanta minuti).

Il tiro dalla distanza per la Sampdoria, oltre che una necessità, è anche una soluzione tattica. Gli uomini di Giampaolo forzano molto spesso la verticalizzazione dalla propria trequarti a quella avversaria, provando a riconquistare immediatamente l’eventuale seconda palla (una cosa che la Samp fa molto bene) e andare così velocemente al tiro.

Il problema con i tiri da fuori area è che ovviamente sono più difficili da trasformare in gol (anzi, secondo alcune teorie statistiche è quasi inutile tentarli). Anche in questo caso la sensibilità di piede di alcuni giocatori può cambiare le carte in tavola (come successo con l’incredibile gol di Bruno Fernandes contro il Palermo), ma in generale fare affidamento così pesantemente sul tiro dalla distanza significa riporre le proprie speranze in una soluzione statisticamente non ottimale.

Trequartisti giusti?

Ma non abbiamo parlato dell’elemento che rendeva unico il rombo empolese, il trequartista, che in quel caso era Riccardo Saponara, un giocatore dalle caratteristiche tecniche quasi irripetibili al momento in Serie A. Saponara sa contemporaneamente difendere palla spalle alla porta e girarsi al suo avversario diretto, ha una grande progressione palla al piede, è intelligente nei movimenti senza il pallone ed è anche una fonte di gioco molto creativa. Saponara è sia un rifinitore che un finalizzatore, e questo donava all’Empoli una complessità offensiva che altrimenti non avrebbe avuto.

Giampaolo deve aver avuto la preoccupazione di non averlo più a disposizione già da quest’estate, dato che la Samp ha provveduto a comprare ben quattro giocatori diversi per quella posizione: Ricky Alvarez, Bruno Fernandes, Praet e Djuricic (quest’ultimo poi finito ai margini della rosa dopo che sembrava essere stato scartato da Giampaolo).

Eppure Giampaolo sembra non aver trovato ancora il trequartista ideale per il suo rombo, dato che dei quattro giocatori acquistati ne ha provati ben tre, tutti con un minutaggio superiore a 100. Alvarez, Bruno Fernandes e Praet, infatti, non hanno la completezza tecnica di Saponara e possono garantire solo un vantaggio alla volta.

Alvarez ha una discreta capacità di creare nella trequarti avversaria, ma non ha la forza fisica per resistere agli avversari spalle alla porta, né l’intelligenza tattica per occupare lo spazio in maniera ottimale. Bruno Fernandes può agire come fonte di gioco tra le linee, senza però avere la corsa e il dinamismo verticale di Saponara. Praet, infine, pur essendo discretamente dinamico, è un giocatore prettamente associativo nel gioco corto, e la sua visione di gioco e la capacità di giocare filtranti non viene esaltata da un attacco, come detto, a cui mancano movimenti in profondità.

I numeri confermano l’impressione che nessuno dei tre possa avere un peso equivalente a quello di Saponara offensivamente, non essendo nemmeno eccessivamente sotto le aspettative, al contrario degli attaccanti. Tutti e tre complessivamente sono infatti arrivati al tiro da dentro l’area appena dodici volte, segnando solo due gol e due assist a fronte di 2,24 Expected Goals e 2,58 Expected Assist prodotti.

Come cambiare?

Nelle ultime tre partite, contro Cagliari, Palermo e Pescara, la Sampdoria è tornata a produrre occasioni di un certo peso, crescendo costantemente negli Expected Goals (rispettivamente 1,23, 1,54 e 1,57) e facendo segnare il proprio record stagionale per due volte di fila nelle ultime due uscite. Ma è difficile trarre considerazioni definitive da questi numeri, perché Cagliari, Palermo e Pescara sono anche tre delle peggiori difese del campionato (sono rispettivamente 19esima, 15esima e 16esima per Expected Goals subiti).

Giampaolo non sembra ancora aver trovato soluzioni stabili per i problemi offensivi della Sampdoria e sembra ancora troppo fedele al sistema di gioco che lo ha reso famoso a Empoli per tradirlo in favore delle caratteristiche tecniche dei suoi giocatori.

Recentemente il tecnico blucerchiato ha dichiarato: «Se cambiassi, mi snaturerei, e soprattutto perderei credibilità con la squadra, oltre a togliere convinzioni su ciò che stiamo facendo. E questo non posso permettermelo».

Il derby della Lanterna ci dirà se invece la Sampdoria potrà continuare a permettersi di segnare così poco.

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