
Era dall'Australian Open del 2012, quello vinto da Djokovic nella finale contro Nadal durata quasi 6 ore, che in un torneo dello Slam non si allineavano in semifinale tutte le prime 4 teste di serie. Era ancora l'epoca dei Fab Four, ormai conclusa dopo i gravi problemi all'anca di Andy Murray che inizialmente lo avevano portato ad annunciare il ritiro. Oggi invece, al Roland Garros, si mescolano i tre grandi favoriti sulla terra (Nadal, Djokovic e Thiem) più la "sorpresa" (con molte virgolette) Federer. Ovvero, i tre grandi campioni del tennis degli ultimi 15 anni più il miglior giocatore possibile sulla terra, esclusi ovviamente loro tre.
Tutti i quattro giocatori arrivano all'appuntamento senza eccessivi intoppi nei loro percorsi, senza aver mai perso più di un set in una singola partita, mentre dei quattro Djokovic è stato l'unico a non aver concesso neanche un set finora. Tutto sommato si può dire che il torneo abbia davvero riservato pochissime sorprese rispetto alle attese della vigilia e se questo aspetto può legittimamente aver annoiato soprattutto gli appassionati meno specializzati, forse dall'altro lato può rivelarsi garanzia di altissima qualità in queste ultime tre partite che mancano per completare il singolare maschile.
Cosa aspettarsi dal “Fedal”
La prima delle due semifinali rappresenta il grande classico del tennis. E come al solito Roger Federer e Rafael Nadal non ci hanno pensato due volte a esternare pubblicamente, prima della partita, la stima reciproca e sincera che li lega. «Sapevo fin da quando ho deciso di giocare sulla terra quest’anno che prima o poi avrei incontrato Rafa», ha detto Federer dopo la partita contro Wawrinka. «Se vuoi arrivare in fondo nei tornei su terra, prima o poi devi affrontarlo. Se volessi evitarlo, dovrei decidere di non giocare su questa superficie. È una questione di atteggiamento mentale che credo mi abbia aiutato ad arrivare fino a qui in questo torneo».
La stratosferica condizione atletica di Federer - in relazione ai suoi ormai quasi raggiunti 38 anni di età - e la consueta solidità granitica di Nadal sulla terra battuta hanno permesso che i due si allineassero insieme fino alla semifinale del Roland Garros, 14 anni dopo l’altro precedente allo stesso livello del torneo. Sarà la sesta volta che i due si sfideranno nello Slam francese: in mezzo ci sono state le finali del 2006, 2007, 2008 e 2011. In ciascuna di queste partite Federer non ha mai messo a referto più di un set vinto, mentre il bilancio complessivo sulla terra tra i due è piuttosto eloquente: Nadal è in vantaggio per 13-2, uno score che contribuisce a sbilanciare il loro head to head generale a 23-15 in favore dello spagnolo.
Non è stata però soltanto la maggiore frequenza di partite giocate sulla terra battuta ad aver alimentato questa superiorità statistica di Nadal negli scontri diretti. Pur avendo uno score inferiore sia sull'erba (2-1 Federer) che indoor (5-1 Federer), quindi sulle superfici più veloci, lo spagnolo prevale per 8-6 nel cemento outdoor (8-2 prima del restyling del rovescio di Federer nel 2017) e più in generale, negli anni, Nadal ha più volte mostrato come l'incrocio tra le rispettive caratteristiche tecniche, al di là del livello complessivo, gli sia maggiormente favorevole. Per questo motivo, a maggior ragione in una sfida sulla terra battuta al meglio dei 5 set che ha visto lo spagnolo sempre vincente, vale la pena ragionare di più su quali siano le armi che può avere Federer a disposizione per far saltare il banco e generare un risultato che - in caso di vittoria dello svizzero - rappresenterebbe una sorpresa clamorosa.
Una soluzione molto utilizzata da Federer in questa stagione sulla terra è stato il serve and volley, soprattutto sulla seconda palla. Lo svizzero ha confermato a Eurosport come soprattutto su una terra secca e veloce la palla di servizio salti molto di più rispetto alle altre superfici e per questo motivo diventa molto difficile avere un buon impatto per chi risponde. Federer utilizza questa soluzione soprattutto contro i giocatori che arretrano per caricare la risposta sulla seconda, prevenendo in questo modo uno scambio in cui partirebbe probabilmente svantaggiato in virtù di una risposta molto profonda, arrotata e pesante dell’avversario.
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Da queste statistiche si vede perfettamente la disamina di Federer. Il suo servizio kick a Madrid (sulla terra) è saltato in media 24 centimetri più alto rispetto a Miami (cemento). Questo gli ha consentito di ottenere risposte più corte e di conseguenza di colpire il primo colpo in uscita dal servizio più avanti (seconda immagine). Nella media di circa 70 centimetri guadagnati sul primo colpo all'uscita dal servizio a Madrid c'è anche un numero maggiore di serve and volley giocati rispetto al Master 1000 vinto sul cemento.
Nadal senza dubbio appartiene a questa sfera di giocatori che rispondono carico da dietro, ma a differenza degli altri incontrati da Federer lungo tutta la sua stagione su terra è mancino. Questo fattore cambia probabilmente le prospettive delle scelte sulla seconda di servizio per lo svizzero: giocando il kick esterno la palla finirebbe sul dritto di Nadal, che sicuramente genera più pesantezza sul lato sinistro rispetto a tutti i rovesci dei destrorsi fin qui incontrati da Federer. Lo svizzero potrebbe quindi variare le direzioni del servizio sulla seconda palla, giocando anche delle traiettorie interne, ma salterebbero meno rispetto ai kick esterni e potrebbero dare meno fastidio al rovescio di Nadal. Forse allora, rispetto alle precedenti partite, Federer potrebbe giocare più spesso il serve and volley sulla prima di servizio rispetto a quanto fatto finora.
I miglioramenti di rovescio del 2017 e l’attuale condizione atletica potrebbero consentire a Federer di giocare bene un altro colpo chiave per sfuggire al mismatch da evitare a tutti i costi sulla diagonale sinistra, cioè il rovescio lungolinea. Federer ha preparato proprio in questo modo la partita contro Wawrinka, cercando di sfuggire al rovescio del campione del Roland Garros 2015, molto più pesante del suo, e ci è riuscito molte volte nel primo set grazie alla sua attuale brillantezza. Dal secondo set in poi, tuttavia, è stato proprio con il rovescio che Federer ha mostrato le maggiori crepe di continuità, proprio come era accaduto nel terzo set sia contro Sonego che contro Ruud.

I rovesci giocati da Federer nel primo set contro Wawrinka. Stesso numero di incrociati e lungolinea, chiaro segnale di voler sfuggire al duello sulla diagonale sinistra. Da notare anche un'ottima profondità nei lungolinea, che sarà fondamentale per far giocare il rovescio da dietro a Nadal.
Per questo per Federer sembra indispensabile effettuare una delle sue partenze sprint a cui ci ha abituato anche ultimamente, cercando il più possibile di eludere l'effetto della maggiore lunghezza del match al meglio dei 5 set che senza dubbio dà a Nadal molto più margine di sicurezza alla distanza. Anche il fattore meteorologico potrebbe giocare a favore della causa di Federer: le previsioni danno pioggia leggera o comunque cielo coperto, venendo così a crearsi una possibile situazione di terra umida e compatta, che fa saltare molto di meno il top spin di Nadal come avviene invece in giornate soleggiate con la terra secca. Va detto, però, che la terra più umida e meno rapida potrebbe anche far saltare di meno il servizio in kick, uno dei capisaldi del gioco di Federer sulla terra quest'anno, ma forse il clima variabile potrebbe dare più vantaggi che svantaggi allo svizzero.
La partita di Nadal, invece, è più semplice da interpretare. Lo spagnolo dovrebbe aver impostato il suo match allo stesso modo in cui ha affrontato recentemente un altro giocatore con il rovescio a una mano, Tsitsipas a Roma. Nelle partite a Parigi contro Goffin e Nishikori, due giocatori che anticipano piuttosto bene il rovescio bimane sulla diagonale sinistra, Nadal ha provato a giocare tantissimi dritti lungolinea, risultando più efficace contro il belga - soprattutto nel primo set - che contro il giapponese, con il quale non ha mostrato una grandissima continuità in questo tipo di soluzioni. Anche per questo motivo Nadal probabilmente insisterà all'infinito con il dritto in diagonale, giocando il lungolinea praticamente solo per concludere.
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Forse questa è la loro sfida al Roland Garros dove Federer avrà meno pressione e sarà più sciolto, meno preoccupato delle conseguenze ogni volta che sarà in procinto di scagliare un colpo offensivo. Ma le sue chance, al meglio dei 5 set, non sembrano molte. Come sempre, però, potremmo goderci fino in fondo l'intensità della rivalità, con il solito timore che sia giunta all'ultimo episodio.
Cosa aspettarsi da Djokovic-Thiem
Ecco allora che la semifinale più dura e incerta potrebbe rivelarsi la seconda, vera e propria rivincita della semifinale di Madrid di qualche settimana fa. Allora vinse Djokovic 7-6 7-6, dopo due sconfitte consecutive sulla terra negli scontri diretti contro Thiem - seppur disputati in periodi difficili per il serbo - che avevano in parte ridimensionato la netta superiorità proprio di Djokovic nel confronto tra i due. Ne parlò proprio l'austriaco dopo il 6-1 6-0 incassato a Roma nel 2017, in un periodo di flessione del serbo, sostenendo le sue difficoltà a giocarci contro perché gli ruba il tempo e non gli permette di manovrare tramite le ampie aperture.
Nel frattempo Dominic Thiem sembra essersi completato come giocatore. Prima dell'addio di Bresnik come coach ha fatto in tempo a migliorare la sua capacità di anticipo con il rovescio e anche con la risposta, che ora sembra decisamente più solida e con più soluzioni. Se Thiem sulla terra può scongiurare la rapidità e l'anticipo del tennis di Djokovic nei game di servizio grazie al suo straordinario kick - nonostante il serbo sia forse il miglior giocatore possibile per contrastare questo tipo di servizio - è anche vero che l'anticipo e la profondità della risposta di Thiem, anche con il back per rallentare il ritmo, possono consentirgli di non fargli perdere subito campo e di ricominciare a caricare da dietro con il primo colpo dopo la risposta.

La profondità della risposta di Thiem nei quarti di finale contro Khachanov. Ribattute estremamente profonde anche sulla prima di servizio, nonostante un ottimo battitore di fronte.
Giocare profondo può essere una chiave molto importante contro Djokovic sulla terra. Per prima cosa il serbo, soprattutto nei primi due set dell'ultima partita di ieri contro Zverev, sta facendo fatica a caricare il dritto di pesantezza e questo può permettere a Thiem di guadagnare ulteriore campo. Secondariamente, Djokovic sta forse facendo leggermente più fatica rispetto ai suoi periodi migliori anche a contrastare con l'anticipo di rovescio le palle arrotate che gli arrivano sulla terra, e in questo senso può restare vittima dell'impressionante capacità di Thiem di manovrare con il dritto, migliorato anch'esso nella ricerca degli angoli e anche in solidità.
Se ci fermassimo alle due sfide di ieri in quarti di finale - contro Khachanov per Thiem e contro Zverev per Djokovic - soprattutto per l'impressionante martellamento con il dritto l'austriaco sembrerebbe favorito sul serbo, considerando oltretutto che le condizioni saranno diverse da quelle di Madrid - più lente perché ad altitudine inferiore, oltre che per lo stadio più "aperto" - dove Thiem perse per pochi punti. Ovviamente, però, il loro incastro di caratteristiche va analizzato in un quadro più ampio. Soprattutto anche perché, se Thiem sulla terra può essere considerato più forte di Djokovic con il dritto, il serbo può ribaltare il discorso sul lato del rovescio e senza dubbio creerà molte più difficoltà all'austriaco di quante gliene abbia presentate Khachanov, specialmente con quel colpo.
È anche soprattutto grazie all'anticipo del proprio rovescio, seppur al momento leggermente meno straordinario rispetto ai tempi d'oro, che Djokovic ha creato quella sensazione di soffocamento di cui aveva parlato Thiem dopo Roma 2017. Il serbo potrebbe costringere anche spesso il suo avversario a difendersi in back e proverà in tutti i modi a giocare il più possibile vicino al campo per non permettere a Thiem di caricare il rovescio da dietro. Ecco allora che il fattore meteorologico sembra essere più determinante in questa sfida piuttosto che nel "Fedal": il campo umido senza dubbio aiuterebbe Djokovic ad alleggerire il top spin di Thiem da entrambi i lati, così come la traiettoria in kick del servizio dell'austriaco, disarmandolo di una grande percentuale del proprio tennis.
In questo punto, dalla loro sfida a Madrid, si vede però subito quanto Thiem sia migliorato nella ricerca del rovescio in avanti, sul primo colpo dopo il servizio, e questo gli permette subito di guadagnare campo e aprirselo. Il punto si chiude con un errore di rovescio di Djokovic su una palla carica, sintomo che il serbo è leggermente più vulnerabile che in passato in queste situazioni.
Non è semplice capire quale dei due giocatori avrà più pressione addosso. Djokovic sa di essere forse alla sua ultima chance di aggiudicarsi il Grande Slam e forse parte anche leggermente favorito. Thiem viene però da due semifinali nelle stagioni 2016 e 2017 e dalla finale del 2018, per cui all'età di 26 anni sta forse cominciando a sentire la pressione di dover finalmente portare a casa un trofeo del Grande Slam prima che arrivino anche i giovanissimi. Dal punto di vista fisico non sembrano esserci problemi per entrambi e anche dal punto di vista mentale sembrano essere tante le certezze accumulate dai due. Segno che probabilmente, anche per un discorso di possibile maggiore incertezza del risultato, la semifinale più spettacolare potrebbe rivelarsi forse la meno attesa.