Poco più di un mese fa, avevamo approfittato della sosta per le nazionali per provare a rendere evidenti i primi trend del nuovo campionato. Avevamo visto come il Napoli avesse segnato una distanza statistica che pareva già incolmabile: la differenza tra Expected Goals prodotti e concessi dagli azzurri era più che doppia rispetto alla prima inseguitrice, la Lazio. Un dato che rendeva più che mai solide le aspirazioni della squadra di Sarri in chiave Scudetto. L'altro aspetto che era emerso, e su cui valeva la pena interrogarsi, era stata l'inedita fragilità difensiva della Juventus.
Da una sosta all’altra, a quelle prime 7 giornate se ne sono aggiunte altre 5, in un lasso di tempo breve e ulteriormente congestionato da un turno infrasettimanale e due turni di Champions League ed Europa League. I trend che si osservano oggi sono quindi già differenti rispetto a quelli di qualche settimana fa. Prima di iniziare ad esplicitarli, il solito disclaimer: ovunque si parli di gol nel resto dell’articolo, si escludono dal computo i calci di rigore.
Nel grafico l’area in verde rappresenta l’andamento della media degli xG prodotti, ricalcolata ogni 3 partite. La media mobile è utile per delineare un andamento di breve periodo, che vada al di là delle fluttuazioni della singola partita. L’area in grigio rappresenta invece l’andamento della media mobile per gli xG concessi. Le rette che tagliano i grafici figurano il trend complessivo delle due grandezze graficate. Quest’ultimo trend, calcolato sulle 12 giornate giocate (11 nel caso di Lazio e Roma), restituisce un’idea circa l’andamento complessivo delle 5 squadre in questo avvio di stagione.
Il calo offensivo del Napoli
Se il Napoli si è confermato anche in quest'ultime partite un'eccellezza difensiva, ha però registrato un calo della prestazione offensiva piuttosto netto. La squadra di Sarri viaggiava nelle prime 7 giornate ad una media di 2 xG e 2,9 gol segnati a partita, mentre nelle successive 5 ha fatto registrare una media di 1,4 xG e 1,2 gol segnati a partita.
I primi numeri testimoniano quindi una piccola perdita di efficacia da parte della macchina di Sarri. Il volume di tiri ad esempio è diminuito e la causa di questo calo è da imputare esclusivamente ai tiri effettuati all’interno dell’area di rigore, passati da una media a partita di 11,4 nelle prime 7 giornate, a 10 tiri a partita nelle seconde 5. I tiri da fuori area sono aumentati solo leggermente, passando da 8,4 a 8,6 tiri a partita.
Il Napoli quindi è riuscito a penetrare in area avversaria con meno facilità, com'è testimoniato anche dal calo del numero di passaggi completati negli ultimi 16 metri: nelle prime 7 gli azzurri giocavano in media 18,4 passaggi riusciti in area a partita, nelle seconde 5 questi sono scesi a 14,4. La qualità media delle occasioni anche è calata: nelle prime 7 partite, il Napoli si è procurato 15 occasioni ad alto potenziale (cioè tiri direttamente assistiti con probabilità statistica di diventare un gol superiori al 30%); nelle seconde 5, il Napoli ha creato una sola occasione di questo tipo, ovvero quella trasformata da Mertens di coscia nel secondo tempo di Napoli-Sassuolo.
Il calo della produzione offensiva del Napoli ha però anche ragioni di calendario che non possono essere ignorate. In 7 giorni la squadra di Sarri ha affrontato Roma, Manchester City e Inter una dietro l’altra, e in questo periodo ha fatto registrare un calo in quasi tutte le statistiche notevoli: baricentro medio, recuperi nella metà campo avversaria, intercetti e tackles. In parte spiegabile per il valore degli avversari che aveva davanti, ma anche per le energie complessive che partite del genere portano via.
La Juventus ha dei numeri simili allo scorso anno (ma non tutti)
Da questo inizio di stagione la Juventus ha problemi difensivi che ancora non ha trovato il modo di risolvere. Nelle prime 7 partite i bianconeri avevano raccolto dalla rete meno palloni (0,4 gol a partita subiti) di quelli attesi dalla statistica (0,9 xG a partita concessi). Nelle successive 5 giornate, i gol si sono praticamente allineati al trend dettato dalla statistica: la Juventus ha subito 1 gol a partita di media, con la statistica stabile sul valore precedente.
La tabella mette a confronto le statistiche difensive della Juventus di quest’anno con quelle delle prime 12 giornate della scorsa stagione. Alcuni numeri registrano un calo, altri sono rimasti più o meno sugli stessi livelli, ma in generale si può dire che le prestazioni della Juventus mantengono comunque un buon passo rispetto al resto del campionato. Ad elevarsi è stato il livello della competizione tra le grandi, in particolare la performance difensiva del Napoli che oggi non ha eguali in Europa, con 0,4 xG a partita concessi dopo 12 partite. La Juventus invece da un anno all’altro concede qualche occasione in più (i tiri sono aumentati del 14%), e spesso molto più pericolose rispetto al passato (gli xG sono più che raddoppiati).
Un dato allarmante è la percentuale delle conclusioni concesse all’interno dell’area di porta. In Serie A solo Cagliari e Crotone hanno un dato peggiore della Juventus (8% dei bianconeri contro l’11% delle altre due) circa la loro capacità di tenere lontani gli avversari dalla propria porta. La difesa della Juventus è invece eccellente quando si tratta di respingere dei tentativi su palla inattiva (solo 19 conclusioni, nessuno fa di meglio) e ha una buona performance anche nelle azioni in cui gli avversari arrivano al tiro dopo un assist (con 62 tiri assistiti subiti è seconda dietro al Napoli). La Juventus subisce un numero molto alto di conclusioni che nascono da azioni individuali (25): il maltrattato Benevento ne ha subiti 28, solo 3 in più.
I numeri sembrerebbero suggerire un scarsa concentrazione individuale, piuttosto che un problema di sistema. Allegri può consolarsi con un incremento deciso della performance offensiva, ma è quasi inutile ricordarlo: i campionati li vincono le difese, almeno qui in Italia.
L'Inter sta trovando la quadra
La nuova Inter di Spalletti ha goduto di una serie di risultati positivi oltre le attese all’inizio del campionato, ma poi gli aggiustamenti di Spalletti hanno alzato la performance complessiva dei nerazzurri sul livello dei risultati. Il grafico mostra in nero la media mobile della differenza delle reti attese (xG prodotti meno xG concessi), in verde la media della differenza delle reti segnate e subite. Nelle ultime giornate l’andamento del grafico sembra aver incontrato un punto di resistenza, ci si deve chiedere se l’Inter riuscirà ad innalzare ulteriormente la qualità del proprio gioco per riportarsi sui livelli raggiunti dalla squadra di Pioli, nel periodo centrale della sua esperienza in nerazzurro. Uno dei migliori di sempre a livello di produzione statistica.
Complessivamente la prestazione difensiva dell’Inter è su ottimi livelli: ha subito 7 reti, tante quante il Napoli; ha concesso 10,6 xG, più o meno gli stessi concessi dalla Juventus. Dal punto di vista offensivo, le ultime prestazioni registrano il segno “più”: se nelle prime 7 l’Inter aveva prodotto 1,2 xG a partita, nelle ultime 5 è riuscita a salire fino a 1,6 xG di media a partita.
L’Inter arriva facilmente in area di rigore 14,7 passaggi a partita, superata solo dal solito Napoli e dalla sempre sorprendente Atalanta. La media dei passaggi riusciti a partita giocati in area di rigore si è abbassata nelle ultime 5 giornate, cioè nelle 5 partite in cui Spalletti ha schierato con continuità Vecino e Gagliardini in mediana e Borja Valero sulla trequarti. Ciò nonostante sono aumentati i passaggi filtranti in area, ovvero quei passaggi taglia-linee che creano occasioni al tiro più semplici da convertire rispetto ad altre: l’Inter è passata da 0,8 a 1 passaggio filtrante di media a partita.
In ogni caso la fonte d’assistenza principale verso gli attaccanti nerazzurri resta il cross, un fondamentale che l’Inter sfrutta a proprio vantaggio da diverse stagioni: su 20,7 tentativi di cross a partita solo 4,8 risultano precisi, ma da questi sono scaturite ben 8 reti, un primato in Serie A che non può essere indifferente alla connessione speciale tra Candreva e Icardi.
La Lazio è la terza forza del campionato secondo gli xG
La terza forza del campionato, almeno stando agli Expected Goals, è però la Lazio. La squadra di Inzaghi ha una differenza reti attese di 6,7 ed è preceduta solo dal Napoli (15,2) e dalla Juventus (8,5). L’attacco della Lazio ha caratteristiche estremamente peculiari: è in questo momento la squadra più precisa del campionato, con il 43% delle conclusioni finite nello specchio (il Napoli ha il 41%); è la squadra che ha segnato di più su palla inattiva (7 reti, contro le 6 di Juventus e Napoli); è anche la squadra che ha il più alto rapporto tra Expected Goals e tiri, cioè la pericolosità media delle occasioni costruite dai biancocelesti è la più alta in Serie A.
La Lazio è una squadra che può far male in molti modi e che ha in Immobile l’attaccante più prolifico del campionato con 9 gol da 6,4 xG: il napoletano in pratica concretizza il 36% delle azioni offensive della sua squadra. I risultati che sta raccogliendo in campionato stupiscono anche alla luce di quanto di buono la Lazio sta facendo in Europa League: la profondità e la qualità della rosa, per lo più inattese, sono un fattore che Inzaghi sta sfruttando a proprio vantaggio.
La Roma rinuncia alla pericolosità per diventare più solida
Eusebio Di Francesco fa però un uso migliore degli uomini a sua disposizione: fatto un rapido conteggio circa i minutaggi degli 11 uomini più impiegati tra campionato e coppe europee, la Roma e la Juventus sono le squadre con una rotazione più ampia. Un titolare giallorosso o bianconero è stato impiegato in media per 69 minuti, contro i 72 minuti di un laziale e i 75 minuti di un napoletano.
Guardando di nuovo al grafico in cui si confrontano attacchi e difese, sembra quasi che la Roma sia stata costretta a barattare quota parte della sua efficacia offensiva, per recuperare in competitività difensiva. In tutto il mese di ottobre la Roma ha subito solo 1 gol, quello che ha deciso la sfida casalinga al Napoli di Sarri. La squadra capitolina e l’Inter sono le uniche due squadre che non hanno ancora subito gol su situazioni di palla inattiva.
La Roma che fu di Spalletti, un anno fa, dopo un avvio di stagione che vedeva i giallorossi, da un lato, svettare sul Barcellona in termini di Expected Goals prodotti e, dall’altro, pareggiare il modesto Watford in termini di Expected Goals subiti, fu costretta ad un’operazione simile, a contenere cioè l’esuberanza offensiva a vantaggio di una difesa più oculata. Oggi come allora, Edin Dzeko resta il giocatore su cui la Roma concentra la propria pericolosità in attacco dell’attacco. La sua capacità di convertire gli xG (6,4 finora) in gol (7) è praticamente invariata dalla scorsa stagione, cioè da quando ha compiuto il salto di qualità in questa fase della sua carriera.
La rincorsa del Milan
Il Milan del nuovo corso ha vissuto un inizio di stagione tribolato. Montella ha abbandonato il 4-3-3 dopo 3 giornate per passare al 3-5-2, e nelle ultime 4 giornate ha sperimentato il 3-4-3 con Suso e Calhanoglu ai lati di Kalinic. Di per sé questa frammentazione tattica rende difficile un’analisi unitaria. Però, se usiamo le statistiche per fare una valutazione di sintesi della prestazione, e che questa valutazione vada oltre i risultati di breve periodo, dobbiamo concludere che difensivamente il Milan ha lavorato bene. I rossoneri di Montella ha concesso 9 xG, dopo 12 partite solo il Napoli fa meglio. Le squadre che hanno affrontato il Milan hanno giocato 337 passaggi di media a partita, e ancora il Napoli è l’unica squadra che fa meglio dei rossoneri (332). È una statistica che assume ancora più valore se si considera che il Milan concede più tempo di possesso agli avversari di quanto fa il Napoli. Il 23% dei passaggi concessi, il Milan li subisce nella propria trequarti campo: è il miglior risultato della Serie A, se escludiamo ancora una volta la squadra di Sarri.
Cosa ha portato il Milan a subire così tanti gol? Una media di 1,2 gol a partita è solo l’ottava prestazione in Serie A. Per volumi di tiro subiti, il Milan è sui livelli della Juventus. Delle 113 conclusioni concesse fin qui, però, il 61% di queste provengono dall’interno dell’area di rigore: è la stessa proporzione che caratterizza la shot location delle squadre che affrontano il Verona.
Ricapitolando: il Milan concede poco tempo palla agli avversari (ha il terzo possesso palla medio del campionato), impedisce agli avversari di fare gioco nella propria trequarti, concede pochi tentativi ma gran parte dei quali vicino alla propria porta.
L’ultima domanda da porsi è se il 3-4-3 sia la strada giusta da intraprendere anche dal punto di vista offensivo. Rispetto alle 7 partite giocate col 3-5-2, il Milan ha segnato di più nelle ultime 4 uscite (1,3 gol di media a partita contro lo 0,6), ma il numero di conclusioni è addirittura sceso dai precedenti 16,6 tiri a partita agli attuali 15,3. L’unica costante nella stagione milanista ad oggi è che la pericolosità offensiva non è mutata al variare dei moduli ed è stabile a 1,1 xG a partita dall’inizio del campionato. È questo il muro che il Milan dovrà cercare di abbattere per ridurre il gap dalle prime.
L'insieme di questi dati conferma la sensazione comune che, come successo raramente nel recente passato, i destini del campionato sono più che mai incerti e le prossime partite saranno decisive per chiarirci di più le idee e diradare, magari, il gruppo di testa.