Le convocazioni della Nazionale sono un argomento che ha sempre grande risonanza: se ne parla sui social, ne scrivono testate e siti web, ne discutono le persone. Anche l’ultima tornata di convocazioni di Luciano Spalletti non ha fatto eccezione, nonostante quelle della tournée negli Stati Uniti fossero solo amichevoli, anche se tra gli ultimi test disponibili prima dei prossimi Europei. Le maggiori perplessità - eufemismo - hanno riguardato gli attaccanti, e non è una novità: d'altra parte proprio la situazione non facile vissuta dall'Italia dopo la vittoria degli Europei del 2021 è stata da molti spiegata con la scarsità di talento offensivo e sulla mancanza di opzioni valide in attacco.
Anche nel ciclo di Roberto Mancini, sia durante gli Europei che dopo, le punte - e in particolare Ciro Immobile - sono stati costantemente oggetto di critica e discussione. Proprio questa diffusa sensazione di scarsa fiducia è stata forse una delle cause dell'allontanamento di Immobile dalla Nazionale, con Spalletti che inizialmente sembrava voler fare ancora affidamento su di lui, salvo poi non convocarlo nelle ultime due occasioni. La ricerca di un’alternativa credibile è apparsa fin da subito difficile, con diversi giocatori su cui negli anni si sono create aspettative a volte infondate, e che di certo non sono riusciti a imporsi in Nazionale, spesso anche per problemi fisici. Lo stesso Mancini si era lamentato più volte della carenza di attaccanti italiani, con convocazioni che a volte sono sembrate provocatorie come quelle di Pafundi, Gnonto, Grifo e Retegui.
Oggi mancano poco più di due mesi all'inizio degli Europei ma i dubbi non si sono ancora diradati. La Nazionale è ancora alla ricerca di un attaccante titolare e quando la realtà sembra inintelligibile vale sempre la pena dare un'occhiata ai numeri per chiarirsi le idee. Cosa raccontano le statistiche - in particolare quelle avanzate - sulla situazione degli attaccanti attuali? Quelli convocati da Spalletti per la tournée americana sono i migliori giocatori possibili, e quali sono le prospettive in vista di giugno? Proviamo a rispondere ad alcune di queste domande attraverso i dati che StatsBomb ci fornisce sui 5 maggiori campionati europei.
Ovviamente indicatori semplici e generici come non-penalty gol ed expected goals non sono sufficienti a rappresentare tutte le sfumature tecniche e tattiche che devono essere tenute in considerazione nella costruzione di una rosa per un torneo come gli Europei, ma possono essere uno strumento utile per capire quali sono le opzioni possibili e quale livello di performance stanno tenendo i giocatori in questa stagione, almeno dal punto di vista realizzativo. Un primo aspetto interessante è che il bacino di giocatori a cui Spalletti può attingere per gli attaccati, che siano centravanti, seconde punte o esterni offensivi, è quasi totalmente limitato alla Serie A, a eccezione di Grifo e Gnonto che, giocando in Championship, non è incluso in questa analisi.
Come primo passo ho limitato la ricerca ai giocatori italiani che StatsBomb classifica come “attaccanti centrali” - definizione che comprende anche chi nel club gioca in una coppia, ad esempio Chiesa - e che abbiano giocato almeno 600 minuti in questa stagione. Il gruppo che ne esce non è particolarmente ampio, con solo 15 giocatori, ma si restringe ulteriormente visto che alcuni di questi nomi non sono mai stati tenuti in considerazione, anche per motivi anagrafici, come Pavoletti e Caputo.
In questa stagione il miglior attaccante italiano finora, sia per gol rigori esclusi che npxG per 90 minuti è Gianluca Scamacca, che però non è stato convocato per le partite con Venezuela ed Ecuador. L’attaccante dell’Atalanta è il centravanti italiano con più potenziale già da diversi anni, ma dopo il passo falso in Premier League anche in questa stagione ha alternato momenti di grande brillantezza ad altri piuttosto opachi, ed è stato ulteriormente limitato dai consueti problemi fisici. A una precisa domanda in conferenza stampa sulla sua mancata convocazione, Spalletti ha dato diverse motivazioni. Il CT della Nazionale si è giustificato dicendo che per un certo periodo ha giocato poco, che nelle precedenti occasioni in cui è stato chiamato in Nazionale non ha reso quanto ci si aspettava, e che aveva bisogno di provare nuove soluzioni, citando espressamente Lorenzo Lucca. Secondo alcuni, è proprio a Scamacca che Spalletti si riferiva nella sua invettiva contro la PlayStation.
Tornando ai dati, il centravanti dell’Udinese è il terzo miglior attaccante centrale del lotto per npxG a partita, e nella sua breve carriera ha già sperimentato alti e bassi molto accentuati, passando dall’invocazione popolare della convocazione dopo i primi gol in Serie B alle bocciature dopo le iniziali difficoltà in Serie A. Certo, se Spalletti voleva valutarlo più da vicino si è limitato a farlo in allenamento, visto che nelle due amichevoli negli Stati Uniti non lo ha fatto scendere in campo.
Tra gli attaccanti centrali quello che Spalletti sembra considerare il più affidabile e probabilmente il più certo della convocazione è Mateo Retegui, che ha cementato ulteriormente la sua posizione in Nazionale con la doppietta al Venezuela. Dal punto di vista prettamente statistico - in una squadra che crea poco - Retegui non sta avendo una stagione scintillante, con 6 gol segnati in campionato, overperformando leggermente da un punto di vista realizzativo.
Al di là dei nomi, comunque, dato che il CT della Nazionale sembra orientato su un sistema con una sola punta centrale, sostenuta da due esterni offensivi o da una coppia di trequartisti a occupare i mezzi spazi, ha senso allargare la ricerca anche alle ali, agli attaccanti esterni e ai trequartisti schierabili come seconde punte.
Tra le ali quella che sta segnando di più - overperformando un bel po’ - è Riccardo Orsolini che, complice anche l’infortunio di Berardi, potrebbe ritagliarsi per la prima volta un suo spazio in Nazionale. Potrebbe, per l'appunto, perché in realtà negli Stati Uniti è sceso in campo solo per pochi minuti contro l’Ecuador. Nella posizione di trequartista di destra in entrambe le partite è stato impiegato Nicolò Zaniolo, che in termini di xG sui 90 minuti avrebbe numeri migliori di Orsolini e di tutti gli altri esterni italiani, ma che in Premier League sta giocando poco - solo 7 presenze da titolare - e finora ha segnato solo 2 reti. Anche nelle due amichevoli l'esterno dell'Aston Villa non è sembrato in una condizione brillante.
Certo, è difficile trarre conclusioni definitive da statistiche così generiche, e per aggiungere un po’ di contesto può avere senso confrontare questi dati con quelli degli attaccanti che hanno partecipato alla spedizione vincente del 2021. Di nuovo, si tratta di due indicatori semplici, ma il confronto può essere utile per contestualizzare meglio la percezione che abbiamo tra il livello dei giocatori attuali e di quelli convocati tre anni fa. Nella stagione 2020/21 i vari Immobile, Belotti, Insigne e Berardi - oggetto di forti critiche anche durante gli Europei - avevano numeri migliori degli attaccanti attuali? La risposta breve sarebbe: sì.
Praticamente tutto il pacchetto di attaccanti in rosa a Euro2020, comprese le ali Berardi, Insigne e Chiesa, nella stagione 2020/21 statisticamente avevano avuto un rendimento superiore ai convocabili attuali, a eccezione di Scamacca, che effettivamente in termini di volume di occasioni sui 90 minuti ha numeri paragonabili all’Immobile del passato, anche se con un minutaggio e continuità inferiori. Tra i probabili convocati che erano presenti anche tre stagioni fa, Raspadori è quello che ha avuto la flessione maggiore in termini di xG e gol, anche se il confronto diretto perde di significato vista la differenza tra lo spazio che aveva al Sassuolo e quello nel Napoli, mentre Chiesa statisticamente si attesta su un livello simile, ma oggi è un giocatore diverso anche tatticamente rispetto a tre anni fa. L'esterno della Juventus era stato il giocatore che ci aveva fatto fare lo scatto decisivo nella parte finale del torneo, caricandosi la fase offensiva della Nazionale con la sua elettricità. È realistico sperare che in Germania torni quel giocatore?
In ogni caso, Spalletti difficilmente si priverà di Chiesa, mentre per i posti rimanenti i principali candidati dovrebbero essere Zaniolo, Orsolini, Zaccagni, con Politano e Gnonto che sperano di occupare gli ultimi slot disponibili. Sul numero di quest'ultimi molto dipenderà anche dalle convocazioni dei centrocampisti, dato che per il ruolo di trequartista dietro la punta Spalletti tiene in considerazione anche diverse mezzali offensive, come ad esempio Lorenzo Pellegrini, che è stato provato nelle due amichevoli ed è uno dei giocatori più in forma della seconda parte di stagione. Nei grafici precedenti erano inclusi i dati di tutti i giocatori italiani dei cinque principali campionati europei che StatsBomb classifica come “attaccanti”, che non sono necessariamente quelli ad aver accumulato più occasioni o segnato di più.
In questa stagione, in effetti, il primo e il terzo giocatore italiano per npxG per 90 minuti (nonché il secondo e il quarto per non-penalty gol) sono proprio due centrocampisti: ovvero Davide Frattesi e Giovanni Fabbian. E se l’Italia cercasse i suoi gol in altri ruoli?
Ovviamente è difficile sostituire completamente l'apporto di un attaccante - soprattutto quello di un attaccante prolifico - e va considerato che i numeri sui 90 minuti di Frattesi e Fabbian sono in parte gonfiati dal fatto che vengono spesso impiegati da subentranti in squadre molto in forma, o comunque offensivamente molto produttive. Inoltre in Nazionale affinare i meccanismi tattici in grado di compensare l'assenza di un attaccante forte è più difficile, per via del poco tempo che si ha a disposizione per allenarsi rispetto a una squadra di club. Se c’è un allenatore che ha la flessibilità per trovare soluzioni non banali e controintuitive, anche in poco tempo, quello però è proprio Luciano Spalletti. L'allenatore toscano è tra gli italiani più innovativi del calcio contemporaneo e, a conferma di quanto detto, nell’ultimo anno ha puntato molto su Frattesi, che ha giocato sulla trequarti in entrambe le amichevoli statunitensi.
Nella sua storia recente - e soprattutto in questo secolo - la Nazionale ha sempre faticato a trovare attaccanti a cui affidarsi con continuità per più di un ciclo o comunque ha avuto difficoltà a integrare le migliori opzioni disponibili. Ce lo racconta la storia di Immobile e ancora prima quella di Balotelli. Questo però non ha impedito all'Italia di trovare alcuni successi, diversificando i suoi marcatori e mandando a rete giocatori diversi. Volendo essere irrimediabilmente ottimisti, magari da un problema reale nascerà un’opportunità: d'altra parte il pragmatismo e l'arte di arrangiarsi con ciò che si ha sono da sempre nel DNA della scuola tattica italiana.