Prima della partita contro il Torino, Gian Piero Gasperini è apparso preoccupato per l’inizio di stagione dell’Atalanta: «Non siamo ancora gli stessi dello scorso anno, abbiamo meno solidità e tocca a me trovare soluzioni». La partita contro i granata è poi finita 0-0, un risultato che ha confermato il brutto momento a livello offensivo - i nerazzurri non hanno segnato in sette delle ultime nove partite tra tutte le competizioni -, ma che ha almeno mantenuto la porta inviolata, e in campionato non capitava dalla prima giornata contro il Frosinone. Alla fine Gasperini si è comunque detto soddisfatto della prestazione: «Forse per la prima volta in questa stagione abbiamo giocato come vorrei. L’unico rammarico è il risultato, tutto il resto va bene».
Dopo il pareggio col Toro sono però arrivate le sconfitte contro la Fiorentina (2-0) e la Sampdoria (1-0), e così dopo otto giornate e soli 6 punti conquistati l’Atalanta si ritrova a un solo punto dalla zona retrocessione. Per la “Dea” si tratta del peggior inizio di campionato dalla stagione 2009/10, quella dell’ultima retrocessione in Serie B.
Non è la prima volta che Gasperini comincia male la stagione. Al suo primo anno sulla panchina nerazzurra aveva perso quattro delle prime cinque partite in campionato, poi aveva svoltato alla sesta giornata battendo il Crotone e iniziando la risalita che avrebbe portato l’Atalanta al quarto posto con il record di punti nella storia del club (72).
Oggi l’assimilazione dei suoi principi di gioco non è più in discussione come in quel delicato avvio di campionato e il legame tra Gasperini e il club è molto più solido. Il tecnico a Bergamo ha creato un vero e proprio modello. In estate, però, si era aperta una piccola crepa. Deluso dalla campagna acquisti, Gasperini si era sfogato minacciando addirittura l’addio: «Il mercato è stato triste ed esiguo. La rosa non è competitiva su più fronti, forse ci vuole un allenatore più bravo».
Al momento dello sfogo l’Atalanta si stava giocando la qualificazione ai gironi di Europa League, persa poi ai rigori nell’ultimo turno preliminare contro il Copenhagen dopo due sfide dominate a lungo. Gasperini aveva intuito l’importanza di quel traguardo - «La qualificazione è fondamentale, importantissima per il prosieguo della stagione», aveva dichiarato il tecnico nerazzurro, e averlo mancato ha probabilmente contribuito a rendere più complicato del previsto l’inizio di campionato.
Nonostante i contrasti sul mercato e la delusione aver perso i gironi di Europa League, il legame tra il tecnico e il club sembra ancora forte. Poco dopo lo sfogo di Gasperini, la società ha annunciato l’acquisto di Emiliano Rigoni e una decina di giorni fa ha rinnovato il contratto del tecnico fino al 2021. «Dobbiamo ripartire da zero», ha detto il presidente Antonio Percassi dopo l’annuncio del rinnovo, un’idea condivisa anche da Gasperini, che ha dichiarato di essere «molto carico per ricominciare. Mi metto alle spalle questi due anni, riparto con l’entusiasmo e la voglia del primo giorno».
Alla terza stagione con Gasperini, le basi dell’Atalanta sono comunque troppo solide per poter davvero ripartire da zero. I principi di gioco del tecnico sono ormai stati assorbiti e anche il gruppo è stato rinnovato ma non stravolto, ed è in buona parte composto da giocatori che ormai conoscono il sistema.
In questo inizio di stagione Gasperini ha dovuto innanzitutto riequilibrare la fase offensiva per facilitare l’inserimento dei tre nuovi acquisti più importanti: Duván Zapata, Emiliano Rigoni e Mario Pasalic. È risaputo che il principio chiave della fase offensiva di Gasperini è lo sviluppo della manovra sulle fasce sfruttando le naturali connessioni create dal 3-4-3, l’ingresso in squadra dei tre nuovi acquisti ha però spinto il gioco un po’ di più verso il centro.
Il centro è svuotato e l’azione si sviluppa sulle catene laterali. Pasalic è sul centro-destra, quasi schiacciato sulla posizione di de Roon, e completa il tridente che marca i tre difensori centrali del Frosinone.
A differenza di Petagna e di Cornelius, i centravanti che si sono alternati la scorsa stagione prima della sorprendente ascesa di Barrow, Zapata non è abituato ad allargarsi per chiudere le catene laterali e facilitare la risalita del campo ricevendo spalle alla porta. L’ex attaccante della Sampdoria resta infatti in zona centrale avvicinandosi alla palla solo per dare un riferimento a cui appoggiarsi con passaggi in diagonale dalle fasce, utilizzando la sua abilità nella protezione della palla per far arrivare la squadra nei pressi dell’area a concludere l’azione. E quando si muove verso l’esterno va in profondità invece che abbassarsi a facilitare lo sviluppo della manovra. I suoi movimenti, insomma, allungano la squadra e la sua fisicità aiuta a spostare il gioco al centro, anche alzando la palla da dietro.
In campionato Zapata non ha ancora segnato, alternando grandi partite, come quelle contro la Roma e il Milan, a brutte prestazioni che hanno inciso sulla sterilità offensiva dell’Atalanta. I suoi tiri hanno finora generato 2,2 xG ma non si sono ancora mai convertiti in un gol. Va però sottolineato l’ottimo contributo in rifinitura, con 2 assist e una media di 1,4 occasioni create per 90 minuti.
Contro il Milan Zapata ha cambiato la partita entrando dalla panchina. Nell’azione dell’1-1 si allarga a destra su una ripartenza e serve l’assist a Gómez.
Rigoni ha invece sfruttato l’infezione che ha costretto Ilicic a saltare la preparazione per accumulare minuti da subito. L’argentino ex Zenit è stato impiegato sia da seconda punta che da esterno su entrambe le fasce. Giocando al centro ha stupito all’esordio segnando una doppietta alla Roma, contro il Milan ha invece firmato il 2-2 dopo essere stato schierato da esterno sinistro, lasciando la fascia destra a Ilicic.
Con tre gol segnati, Rigoni è il capocannoniere della squadra insieme a Gómez, ma il suo inserimento va ancora definito. Prima della partita contro il Torino, Gasperini ha detto che sta cercando la posizione migliore per sfruttare le sue capacità di tiro. L’ex Zenit sembra soffrire a livello fisico nei contrasti e nella protezione della palla e sotto pressione non è un’opzione sicura come Gómez e Ilicic, più bravi a conservare il possesso anche se marcati. Anche per questo la sua influenza nella manovra è ancora limitata, sia quando si associa ai compagni sulla fascia che quando cerca l’iniziativa personale.
L’anno scorso l’Atalanta era la squadra che in media completava più dribbling a partita (11,6) dopo la Juventus e la Lazio, e gran parte del contributo era fornito da Gómez e Ilicic. In questo inizio di stagione i suoi esterni non si stanno rivelando altrettanto efficaci: sia Gómez che Rigoni completano circa un dribbling per 90 minuti, riuscendo a saltare l’avversario solo una volta su tre. Ilicic compensa in parte con i 4 dribbling riusciti su 4 tentativi, un altro indizio di quanto sia importante per Gasperini portarlo presto a una condizione fisica accettabile.
Pasalic ha infine preso il posto di Cristante come centrocampista in grado sia di organizzare la manovra che di inserirsi giocando da trequartista. Gasperini ha prevalentemente schierato il croato ex Milan sulla trequarti per sfruttare il suo senso per gli inserimenti, ma contro la Fiorentina lo ha abbassato a centrocampo alzando Freuler sulla trequarti. Sia da interno che da trequartista l’interpretazione di Pasalic è sembrata troppo statica per il gioco di Gasperini, più attenta al mantenimento della posizione che a facilitare l’avanzamento della manovra sulla fascia allargandosi.
Nelle stagioni passate l’Atalanta era abituata a chiudere le combinazioni laterali con l’abbassamento di una punta (soprattutto Petagna a destra) o l’allargamento del trequartista (prima Kurtic e poi Cristante). Le caratteristiche di Pasalic e Zapata costringono invece a trovare nuove soluzioni per avanzare sul lato non occupato da Gómez.
Pasalic resta al centro e a destra manca un giocatore che chiuda la catena laterale come Gómez sulla fascia opposta.
Anche il “Papu”, comunque, si accentra spesso, soprattutto quando l’azione si sviluppa sul lato opposto. Contro la Fiorentina e la Sampdoria ha anche abbandonato l’amata fascia sinistra per giocare a destra, un altro segnale degli sforzi di Gasperini per ricalibrare la fase offensiva. Giocando a destra contro i viola, Gómez poteva sfruttare lo spazio alle spalle di Biraghi, mentre Freuler da trequartista poteva ristabilire i classici meccanismi sulle fasce allargandosi a sinistra. Contro la Samp il “Papu” si è invece spostato su entrambe le fasce, mentre Pasalic giocava in maniera tradizionale da trequartista.
La superiorità garantita in costruzione dai tre difensori centrali, la loro intraprendenza palla al piede e i movimenti pensati per avere almeno un giocatore libero continuano ad assicurare all’Atalanta un inizio azione pulito anche contro squadre che pressano alto, senza contare poi che la presenza di Zapata fornisce una scorciatoia con i lanci lunghi. I necessari aggiustamenti per inserire i nuovi acquisti hanno però reso meno fluida la risalita del campo dalle fasce e, anche se quella di Gasperini è tra le squadre che giocano di più nell’ultimo terzo di campo, a volte la manovra diventa prevedibile.
L’occupazione degli spazi centrali con Pasalic e l’accentramento di Gómez può forse leggersi come il tentativo di ampliare i modi con cui entrare nella zona di rifinitura - ad esempio cercando subito un filtrante dietro il centrocampo avversario o tornando al centro dopo essere usciti sulla fascia - e avere così alternative al cross, che resta comunque la soluzione preferita per rifinire la manovra.
Rispetto alle due stagioni precedenti, in questo inizio di campionato l’Atalanta tira meno in percentuale dall’area piccola, a conferma delle difficoltà a costruire chiare occasioni da gol. La squadra di Gasperini è comunque la sesta squadra del campionato per xG creati (11,6), un dato in contrasto con i soli 9 gol segnati, concentrati oltretutto in appena tre partite, contro Frosinone (4-0), Roma (3-3) e Milan (2-2).
La situazione sembra insomma migliore di quanto lascia intendere il dato dei gol fatti e la coincidenza delle sette partite sulle ultime nove senza segnare. Il gioco di Gasperini continua a regalare momenti di grande brillantezza come all’esordio col Frosinone e nel primo tempo contro la Roma, e nelle ultime giornate sembra aver ritrovato la solidità difensiva. Giocare contro l’Atalanta resta molto complicato, anche in un periodo come questo, in cui sta cercando nuovi equilibri in fase offensiva.
Il Torino, ad esempio, ha preparato una partita quasi esclusivamente difensiva cambiando anche il sistema per agevolare le marcature a inizio azione. Mazzarri ha schierato due trequartisti di fianco a Belotti per pressare i tre difensori centrali, mentre i due interni, Meité e Rincón, si confrontavano con gli interni nerazzurri, Freuler e de Roon. Quando non si alzavano sui difensori centrali, la posizione bassa dei due trequartisti liberava inoltre Meité e Rincón, permettendo loro di scalare lateralmente per ostruire i tentativi nerazzurri di manovrare sulle fasce. Il Toro si è preoccupato quasi solo di contenere l’Atalanta, senza avere meccanismi altrettanto complessi per attaccare.
Ogni giocatore dell’Atalanta ha una marcatura dedicata e sul passaggio laterale verso Hateboer si alza Ola Aina.
Anche la Fiorentina ha avuto molti problemi a organizzare la manovra, per la tipica aggressività dell’Atalanta e l’accorgimento trovato da Gasperini per pressare la costruzione viola. Come d’abitudine quando gioca contro le difese a 4, il tecnico nerazzurro ha schierato due punte e un trequartista, in modo da marcare i due difensori centrali e il mediano. Lasciata l’uscita sulle fasce, sul terzino destro della Fiorentina, Milenkovic, si alzava Pasalic partendo dalla sua posizione a centrocampo, generando la scalata in avanti di Mancini, che si alzava dalla linea difensiva per marcare Benassi. I viola hanno tirato appena 7 volte e creato 0,3 xG, vincendo la partita grazie a due calci piazzati, uno dei quali è il contestato rigore guadagnato da Chiesa.
L’Atalanta avrebbe insomma meritato di raccogliere di più dalle ultime partite e le sue prestazioni, specie per le pochissime occasioni concesse, possono dare gli spunti per uscire dalla crisi e impostare la risalita in classifica. Gasperini ha già dimostrato di sapersi tirare fuori dalle brutte situazioni senza cedere sui suoi principi di gioco: in questo momento deve ancora trovare l’equilibrio in attacco e recuperare Ilicic, probabilmente il miglior giocatore la scorsa stagione, che potrebbe aggiungere il contributo che adesso manca all’Atalanta per tornare a brillare come nelle due scorse stagioni.