Cambiato senza successo l’allenatore, recuperati senza particolari effetti Kvarakstkhelia e Osimhen, il Napoli guarda al mercato di gennaio con crescente disperazione per raddrizzare una stagione che ha preso una brutta piega. La squadra di Walter Mazzarri è già a cinque punti di distanza dal quarto posto, che prima dell’inizio di questa stagione forse non avremmo nemmeno definito obiettivo minimo, e sta per perdere due cardini del suo gioco come Anguissa e Osimhen, in procinto di partire per partecipare alla Coppa d’Africa. Il Napoli è la squadra che ha perso più punti rispetto alla scorsa stagione (addirittura 19) e fa quasi impressione vedere oggi il suo gioco sbrindellato nella ricerca della giocata individuale, nella palla in profondità già dalla linea di difesa. Con Mazzarri si è accentuata ancora di più una tendenza che sembrava già chiara con Rudi Garcia: i giocatori sono più soli dentro la partita, più lontani sul campo, e questo aumenta il peso delle singole giocate sulla capacità del Napoli di inclinare la partita dalla propria parte.
Da questo punto di vista, il calciomercato di gennaio assume per il Napoli un’importanza maggiore rispetto alle altre grandi squadre che cercano di qualificarsi in Champions League. In assenza di una crescita della sua dimensione collettiva, che al momento sembra lontanissima, aggiungere consistenza tecnica alla rosa sembra essere l’unico modo per imprimere una svolta a una stagione da cui non si vede luce prima dell’estate. In questa valle di lacrime c’è però una buona notizia: con la certezza ormai acquisita che Mazzarri non resterà sulla panchina del Napoli oltre la fine di questa stagione, la società può utilizzare questa sessione di mercato non solo per riparare ma anche per iniziare a programmare la successiva.
Il lavoro già fatto
Che questa sia anche l’effettiva intenzione della dirigenza De Laurentiis appare chiaro dai molti movimenti che il Napoli ha già concluso o che si appresta a concludere. Ancora prima che finisse dicembre, il Napoli aveva già venduto Eljif Elmas al Red Bull Lipsia per la ragguardevole cifra di 25 milioni di euro, e soprattutto aveva ormai dato per naufragate le trattative per il rinnovo di Piotr Zielinski, che secondo i più informati la prossima stagione dovrebbe vestire la maglia dell’Inter.
Il centrocampista polacco è forse il giocatore della rosa del Napoli che più ha risentito del degrado nel gioco della squadra azzurra. Artefice oscuro della fluidità del centrocampo di Spalletti, Zielinski si è ritrovato in difficoltà nell’acqua alta in cui l’hanno lasciato prima Rudi Garcia e poi Walter Mazzarri. Senza colpi ad effetto e con medie realizzative rimaste sostanzialmente costanti per tutta la sua carriera, il trequartista polacco è sembrato in questa stagione un giocatore normale - uno di cui è facile privarsi, insomma.
È interessante in questo senso che il Napoli al suo posto stia puntando su un giocatore per certi versi opposto, quel Lazar Samardzic che ha fatto partire il domino quest’estate rifiutando a sorpresa l’offerta proprio dell’Inter. Il trequartista tedesco è meno polivalente di Zielinski, che ha un sottovalutato talento nella lettura degli spazi, ma più spettacolare, più in grado di attirare l’attenzione pettinando il pallone con la suola o tirando di esterno collo da fuori area. Se arriverà, sarà interessante vedere come si inserirà nel 4-3-3 azzurro, se riuscirà a reggere fin da subito il lavoro senza palla che una mezzala deve sobbarcarsi in un sistema simile. Chissà, forse sarà proprio Samardzic a convincere Mazzarri a fare i suoi primi ritocchi al modello pensato da Spalletti, magari cucendogli addosso un ruolo da trequartista più ortodosso.
Un altro giocatore a un passo dal Napoli è Pasquale Mazzocchi, che proprio oggi farà le visite mediche per il club azzurro. I più romantici dicono che De Laurentiis sia stato convinto dalla sua storia di gavetta, che lo avvicina al capitano Di Lorenzo, e dalle sue radici nella periferia napoletana. In campo, però, la mossa potrebbe avere conseguenze a lungo termine che vanno al di là della sua dimensione simbolica. Mazzocchi può infatti giocare sia a destra che a sinistra, da una parte liberando Zanoli per un altro giro di giostra in qualche medio-piccola della Serie A, e dall’altra aprendo una nuova possibilità sul lato di Oliveira e Mario Rui, le cui qualità da regista occulto sembrano ormai passate di moda in una squadra che cerca la verticalità non appena è possibile.
A sinistra, Mazzocchi potrebbe rientrare dentro al campo con il destro, dando una nuova nota allo spartito offensivo del Napoli. L’esterno della Salernitana rimane uno dei difensori della Serie A a cui riescono più dribbling (1.04 per 90 minuti, dietro solo a Parisi) e la sua creatività con la palla potrebbe tornare utile da subito per una squadra che ha sempre più bisogno che i suoi giocatori si inventino qualcosa.
Il lavoro da fare
L’opera di ricostruzione della rosa potrebbe non fermarsi ai soli Samardzic e Mazzocchi, d’altra parte a centrocampo Anguissa non ci sarà almeno fino alla metà di febbraio mentre dietro Natan starà fuori per infortunio per almeno un mese. Forse è proprio per questo che i due ruoli per cui si sono fatti più nomi sono quelli del centrale e del mediano, su cui il Napoli potrebbe però ancora una volta fare ragionamenti più di lungo termine.
Per il centrocampo si sono fatti i nomi di profili molto diversi. C’è per esempio quello di Sasa Lukic, protagonista sottovalutato del Torino di Juric, che per adesso nel Fulham tredicesimo in Premier ha giocato poco più di 400 minuti in tutte le competizioni. Lukic si era trasferito a Londra un anno fa ma non è mai sembrato a suo agio con i ritmi frenetici del campionato inglese, e al Napoli potrebbe tornare a mettere in luce la sua intelligenza calma e riflessiva. Soprattutto: non sembra impossibile arrivare a un prestito con diritto di riscatto, opzione che darebbe al Napoli la possibilità di andarci con i piedi di piombo (proprio con questa modalità e proprio dal Fulham, d’altra parte, arrivò Zambo Anguissa).
Un’operazione simile, almeno finanziariamente, potrebbe essere imbastita per un altro giocatore caduto in disgrazia a Londra, Pablo Fornals. Schiacciato tra l’influenza di Paquetà e gli arrivi di Ward-Prowse e Kudus, il centrocampista spagnolo dopo quattro stagioni da protagonista con il West Ham sta giocando sempre meno, soprattutto in Premier, e potrebbe essere convinto che il suo tempo in Inghilterra è finito. Giocatore più offensivo rispetto a Lukic, Fornals ha il vantaggio di poter giocare anche sull’esterno sinistro, dove darebbe un’alternativa interessante a Kvarakstkhelia. Se la sua duttilità è invitante, meno è la sua influenza nell’ultimo quarto di campo, dove difficilmente potrebbe garantire numeri così diversi da quelli di Zielinski.
Per il centrocampo del Napoli sono stati fatti nomi anche più impegnativi, sia da un punto di vista dell’investimento da fare che da quello delle aspettative da riporre. Tra questi spicca per esempio quello di Pierre-Emile Hojbjerg, ai margini del Tottenham di Postecoglou ma ancora nel suo prime psicofisico e con una consistenza tecnica che potrebbe cambiare le gerarchie all’interno dello spogliatoio del Napoli. Certo, sarebbe sorprendente se arrivasse dopo l’acquisto di Samardzic, che ormai sembra vicino, ma sarebbe un segnale di ambizione rassicurante per i tifosi in un momento difficile.
Discorso leggermente diverso va fatto per Emre Can, anche lui non più protagonista centrale del Borussia Dortmund. Il centrocampista tedesco sarebbe di difficile collocazione, e al contrario di Hojbjerg dovrebbe guadagnarsi il posto nell’undici titolare, ma avrebbe il grosso vantaggio di poter giocare anche al centro della difesa, dove il Napoli sembra corto e con poca qualità. Anche in questo caso l’investimento su cartellino e ingaggio sarebbe significativo, ma per lo meno la società di De Laurentiis prenderebbe due piccioni con una fava, come si dice.
Le lacune in difesa e sugli esterni
Il mercato di gennaio potrebbe tornare utile al Napoli anche per alzare la qualità in altri reparti, anticipando anche in questo caso il lavoro che per forza di cose andrà fatto in estate. Si è parlato molto del possibile innesto di un difensore centrale. Natan, al di là dell’infortunio, non ha convinto del tutto e sembra aver bisogno ancora di un periodo di crescita, mentre Juan Jesus e Rrahmani, senza Spalletti, non sembrano più essere all’altezza delle aspettative della squadra, e Ostigard continua a risultare un soggetto estraneo.
I nomi che sono circolati per questo ruolo sono quasi tutti giocatori già svezzati dal campionato italiano, forse indice di una mancanza di creatività che sembra aver afflitto la società azzurra dopo l’addio di Cristiano Giuntoli. Si è parlato del ritorno in Italia di Takehiro Tomiyasu, che però secondo Fabrizio Romano sarebbe ormai in procinto di rinnovare con l’Arsenal, o anche di Jakub Kiwior, che d’altra parte piaceva al Napoli anche prima che si trasferisse ai “Gunners”. Altre piste portano ai nomi molto evocati per questo mercato di gennaio di Radu Dragusin, che però sembra ormai destinato alla Premier League, e di Eric Dier, per cui andrebbe fatto lo stesso discorso di Emre Can, ma con un investimento ancora maggiore.
Un nome più da Napoli per come l’abbiamo conosciuto in questi ultimi anni è Martin Vitik, centrale ceco classe 2003 che da questa stagione si è installato definitivamente tra i titolari dello Sparta Praga. Alto più di un metro e 90, Vitik sembra pagare la sua stazza quando ha troppo campo alle spalle, e nell’uno contro uno sembra ancora piuttosto acerbo, ma ha un destro interessante in costruzione che potrebbe aprire prospettive interessanti se il Napoli tornasse a essere quella squadra di possesso che era anche solo un anno fa. L’eventuale acquisto di Vitik confermerebbe la volontà della società di De Laurentiis di utilizzare questa sessione per guardare lontano (e magari anticipare qualche concorrente sul mercato), perché difficilmente il centrale ceco potrebbe fare la differenza da subito nella disastrata difesa azzurra.
Un altro reparto su cui il Napoli potrebbe pensare di fare qualche investimento è quello degli esterni, per cui però le voci di mercato scarseggiano. Eppure dopo la cessione di Elmas, dietro a Kvarakstkhelia e Politano la squadra di Mazzarri non ha praticamente alternative a parte Alessio Zerbin, su cui i tifosi del Napoli ciclicamente proiettano la propria frustrazione per l’andamento di questa stagione, e Jesper Lindstrom, che però in campo non si è praticamente mai visto. Quante volte abbiamo visto il Napoli in questa prima metà di stagione senza la possibilità di cambiare le cose quando i suoi esterni titolari non riuscivano a incidere? Sarebbe strano se una squadra che teoricamente vuole continuare a giocare con il 4-3-3 non si rifornisse di almeno un’ala di ricambio su cui poter far davvero affidamento.