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Cosa è successo nella folle finale playoff tra Pisa e Monza
31 mag 2022
La squadra brianzola ha guadagnato la promozione dopo una partita assurda.
(articolo)
9 min
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Negli ultimi anni la Serie B si è spesso risolta con verdetti sorprendenti e drammatici, che hanno portato al coronamento di vere e proprie favole sportive e altrettanti fallimenti. La scorsa stagione siamo stati testimoni della promozione diretta della Salernitana e della vittoria ai playoff del Venezia, due squadre che sulla carta partivano per non retrocedere, e sono riuscite a sfilare la promozione a realtà più solide e quotate di loro. Quest’anno la sorpresa è stata la Cremonese, che dopo aver chiuso la scorsa stagione al 13esimo posto è riuscita a guadagnarsi con merito la promozione diretta, arrivando seconda alle spalle del Lecce. Eppure, anche in un campionato come questo, era difficile aspettarsi una finale playoff esaltante e piena di colpi di scena come quella tra Monza e Pisa.

Le due squadre avevano chiuso il campionato con gli stessi punti in classifica, ma con un percorso e stati d’animo completamente differenti. Il Pisa di D’Angelo aveva alle sue spalle un grande inizio di stagione, che aveva permesso loro di accarezzare a lungo il sogno del primo posto, abbandonato definitivamente solo nel tratto finale del campionato. Il Monza di Stroppa, invece, aveva avuto una partenza tutt’altro che esaltante, ed era riuscita a guadagnarsi la zona playoff solo a dicembre, dopo una lunga risalita.

Nella parte finale della stagione l’inerzia delle due squadre sembrava essersi rovesciata: da una parte i nerazzurri, che dopo aver perso contatto con le prime due posizioni sembravano destinati a una chiusura mediocre; dall’altra i brianzoli, che nel momento decisivo – a marzo, con le 5 partite in 17 giorni – avevano trovato la spinta per avvicinarsi ai primissimi posti in classifica. Nell’ultima giornata al Monza bastava una vittoria per la promozione diretta, ma la sconfitta al Curi contro il Perugia ha segnato il sorpasso della Cremonese e l'affiancamento del Pisa, che in questo modo aveva guadagnato un vantaggio importante in ottica playoff.

Il risultato nella regular season ha certamente influenzato la gara di andata, in cui il Pisa ha giocato una partita più attendista del solito, nel tentativo di limitare i danni e giocarsi tutto al ritorno. D’Angelo aveva confermato il solito 4-3-1-2 con Lucca al posto del diffidato Torregrossa, mentre nella squadra di Stroppa la novità era la posizione di Ciurria, che da mezzala passava nel reparto offensivo, al fianco di Dany Mota nel 3-5-2. La mossa si rivela subito vincente, perché dopo neanche 10 minuti i due attaccanti sono protagonisti del gol del vantaggio, siglato dal portoghese. Da lì in poi il Monza ha fatto la gara, e a 15 minuti dalla fine era riuscito a segnare il raddoppio grazie a Gytkjær. Il raddoppio nel finale poteva rappresentare una seria ipoteca sulla promozione, ma al Pisa è bastata la rete di Berra nel recupero per rimettere tutto in discussione.

Lo scarto minimo dell’andata e il vantaggio del Pisa in caso di parità hanno trasformato la sfida del Romeo Anconetani in una gara secca. La squadra di D’Angelo non ci ha messo molto a spostare l’inerzia dalla sua parte, perché dopo 45 secondi i nerazzurri erano già avanti grazie al gol di Torregrossa, su assist di Beruatto. Una rete che per molti versi racconta quello che è stato il primo tempo del Pisa, sul piano dell’intensità e dell’aggressività senza palla, che ha permesso alla squadra toscana di recuperare molti palloni sulla trequarti e creare qualche occasione da gol.

Sul primo possesso del Monza i padroni di casa hanno sei giocatori nella trequarti avversaria: i due attaccanti (Torregrossa e Pușcaș) sono in pressione sui centrali lato palla (Pirola e Marrone), il trequartista (Sibilli) marca il mediano avversario (Barberis), le due mezzali sono alte e pronte a uscire. Sul retropassaggio di Pirola, Torregrossa continua la pressione e costringe al lancio di Gregorio, che va alla ricerca di Molina, il quinto a destra, che si era alzato per dare spazio al centrale di destra Caldirola, salito sulla trequarti per dare una soluzione in ampiezza.

Molina riceve sotto la pressione del terzino avversario, Beruatto, mentre Caldirola è coperto dalla mezzala Marin; senza soluzioni, il laterale biancorosso è costretto ad appoggiare una palla complicata per Barberis, che si fa sfilare il pallone da Sibilli. Sulla palla il primo ad arrivare è Beruatto, che scende sulla fascia sinistra e mette dentro l’assist vincente per Torregrossa, che 15 secondi prima aveva fatto partire tutto con la pressione al portiere.

Il vantaggio non fa che accendere ancora di più la partita del Pisa, che nei minuti successivi mantiene un’altissima intensità, togliendo il fiato a un Monza frastornato e incapace di abbassare i ritmi. Il piano tattico dei padroni di casa sembra funzionare alla perfezione: gli uomini di D'Angelo mettono molta pressione in zona centrale per costringere i biancorossi ad alzare la palla o giocare sulla fascia, dove le due coppie mezzala-terzino sono molto aggressive. Una volta recuperata palla i nerazzurri vanno subito in verticale, cercando immediatamente gli smarcamenti in ampiezza dei tre davanti o le conduzioni dei terzini.

Quello dei nerazzurri è un atteggiamento a tratti spregiudicato, ad alto ritmo e ad alto rischio, ma la squadra di D'Angelo prende le giuste contromisure nelle marcature preventive, in particolare nella linea difensiva, che in fase di possesso passa a tre (con un terzino, solitamente Birindelli, vicino ai centrali) per avere sempre superiorità numerica sui due attaccanti del Monza. L’inizio del Pisa è travolgente: nei primi 15 minuti i padroni di casa non lasciano alcuno spazio agli avversari, e già al nono minuto – dopo aver collezionato una mezza dozzina di calci piazzati – raddoppiano su corner con Hermannsson, ancora su assist di Beruatto.

Dal canto suo il Monza ha avuto la forza di non disunirsi, e dopo il quarto d’ora iniziale è riuscito trovare un po’ più di ordine e soprattutto respiro. Nella fase difensiva del Pisa c’erano due possibili crepe: la posizione alta di Caldirola, che poteva dilatare le distanze tra centrocampo e attacco avversario, spingendo la mezzala molto indietro; l’atteggio della linea difensiva, che stringendosi molto poteva concedere spazio in ampiezza, soprattutto in transizione.

Un po’ per necessità e un po’ per scelta il Monza ha iniziato a sfruttare proprio questi canali di gioco, con i lanci di Di Gregorio per Caldirola, e gli smarcamenti in profondità di attaccanti e mezzali, in particolare con Dany Mota e Mazzitelli sulla destra, alle spalle di Beruatto. Inizialmente la difesa del Pisa regge, ma quando i brianzoli riescono a liberare un giocatore sull’esterno arrivano grandi pericoli. Alla prima vera occasione della gara il Monza accorcia le distanze proprio su una di queste situazioni, con Machin che riceve largo a sinistra, entra in area e batte Nicolas in uscita.

Dopo l’1-2 di Machin il Monza sfiora la rete con Dany Mota, su una situazione molto simile a quella del primo gol.

Il gol rimette in carreggiata i brianzoli, ma non cambia il flusso della partita: il Pisa continua ad attaccare, alla ricerca di un gol della sicurezza, mentre il Monza cerca di giocare soprattutto in transizione, per non scoprire troppo il fianco agli avversari. Ne viene fuori una partita molto tesa e spezzettata, con continui cambi di fronte che però si rivelano inconcludenti. Tolta l’occasione di Dany Mota al 47esimo, lo squillo più grande arriva solo a metà secondo tempo, quando Pușcaș approfitta dell’errore in anticipo di Marrone per andare in uno contro uno con Di Gregorio, colpendo la traversa.

Il rischio dà una spinta ulteriore alla squadra di Stroppa, che nel finale aumenta la pressione sugli avversari, approfittando di un Pisa che dopo un’ora ad alto ritmo stava iniziando ad amministrare il risultato. Col passare dei minuti la crescente aggressività del Monza e la progressiva stanchezza del Pisa arrivano ad alimentarsi a vicenda: i padroni di casa iniziano a ripartire meno e con meno pericolosità, mentre la squadra di Stroppa prende coraggio e inizia ad alzare il baricentro. A fare esplodere la finale è un episodio: al 78esimo minuto il Monza batte lunga una punizione da metà campo, che sbatte sul volto di Carlos Augusto e finisce sui piedi di Leverbe. Il difensore è solo, ma il suo controllo è impreciso: la palla si allunga e quasi sbatte contro Nagy, che in quel momento è di spalle al pallone e non riesce spostarsi in tempo; il difensore è costretto ad andare a contrasto con Machin, e finisce per servire involontariamente Barberis, che intercetta innescando il pareggio di Gytkjaer.

Nonostante tutto il Pisa ha comunque la forza di reagire, e per la terza volta in due settimane – dopo la vittoria all’ultima giornata col Frosinone e il gol nel recupero della partita di andata – i nerazzurri riescono a riaprire ancora una volta il discorso promozione: stavolta l’aiuto viene da un gran gol di Mastinu, che al 90esimo minuto riesce a trasformare l’ennesimo lancio disperato nella saetta che vale il gol del 3 a 2.

Nei supplementari, nonostante tutto sembrasse andare dalla parte del Pisa, a dare il primo colpo è stata la squadra di Stroppa, che si è dimostrata la squadra più lucida nel momento decisivo. Al sesto minuto del primo tempo supplementare il Monza va avanti con Marrone, liberato in area da uno schema su corner, cinque minuti dopo – ancora con Gytkjaer – approfitta dell’errore di un Pisa ormai stremato per chiudere definitivamente la partita.

Lo schema per Marrone su corner: nel primo tempo il gol era stato sventato da una grande parata di Nicolas, nella ripresa porta al gol promozione

Nell’intervista post-partita entrambi gli allenatori hanno risposto sull’orlo della commozione, a dimostrazione di una partita – e di una stagione – dal forte impatto emotivo, sia in positivo che in negativo. Luca D'Angelo ha fatto sue le parole di Mancini dopo l'eliminazione dai prossimi Mondiali per mano della Macedonia, affermando di volere più bene ai suoi giocatori nella sconfitta che nella vittoria. Nonostante la sconfitta, per il Pisa rimane comunque un percorso incredibile, partito solo quattro anni fa dalla terza serie.

Stroppa, invece, ha voluto dedicare la vittoria alla proprietà e alla piazza, che si aspettavano questa promozione dopo i grandi investimenti. Le grandi aspettative sono state l'arma a doppio taglio di questa stagione del Monza, sempre a metà tra esaltazione e depressione per una stagione in chiaroscuro. Come in Serie C, l’obiettivo promozione del Monza è arrivato al secondo tentativo, stavolta in modo certamente più sofferto e rocambolesco, ma anche per questo più sentito. In queste due stagioni di B la società brianzola ha dimostrato una potenza economica e di appeal fuori scala per la categoria: adesso che la società è arrivata al primo livello del calcio italiano inizia il lavoro più difficile.

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