Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Le strade per la Serie A
19 gen 2016
Crotone e Cagliari rappresentano due modi opposti di tentare di salire di categoria. Ieri si sono affrontate in quello che nessuno, a inizio stagione, avrebbe immaginato come lo scontro al vertice.
(articolo)
13 min
Dark mode
(ON)

Ieri sera, nel posticipo del primo turno del girone di ritorno della Serie B, si sono affrontate le prime due della classe, Crotone e Cagliari, distanziate solamente di un punto (45 i calabresi, 46 i sardi). Alla vigilia il tecnico dei calabresi, Ivan Juric, aveva detto: «Se vinciamo, offro la cena ai ragazzi perché avremmo praticamente raggiunto la salvezza». Ebbene, il Crotone ha vinto (3-1), ma forse sarebbe meglio dire che ha stravinto. Il risultato finale sarebbe potuto essere persino più largo e la prestazione degli Squali è stata eccellente sotto ogni punto di vista: tattico, tecnico, atletico e mentale. Le parole di Juric, con ogni evidenza, volevano soltanto essere un richiamo alla calma e un invito a mantenere alta la soglia di attenzione, perché oramai è chiaro a tutti (anche al tecnico croato) che questa squadra può e deve puntare alla promozione diretta in Serie A, senza nemmeno passare dai playoff.

Nello scontro diretto contro il Cagliari, il Crotone ha messo in mostra il meglio del proprio repertorio, una sorta di best of di quello che già aveva fatto vedere nel corso del girone di andata: idee di gioco chiarissime, intensità e ritmi frenetici, pressing a tutto campo, ricerca continua delle corsie esterne e, a sostegno di tutto questo, una condizione fisica eccezionale.

I calabresi sono passati in vantaggio dopo poco più di un minuto di gioco: cross dalla sinistra di Stoian, uscita non proprio impeccabile di Storari e colpo di testa di Ante Budimir, che sigla il suo decimo gol in campionato.

Stoian è stato ingaggiato a stagione in corso: non aveva squadra.

Questo episodio ha indirizzato la partita, garantendo l’apertura di maggiori spazi e, quindi, maggiore spettacolo. Il primo tempo è stato divertente, combattuto e ben giocato da parte di entrambe le squadre: il Cagliari ha reagito con personalità e ha trovato il pareggio al 21' grazie a una combinazione splendida tra João Pedro e Diego Farias.

In spazi stretti i giocatori del Cagliari hanno una capacità di palleggio che sarebbe un lusso anche in Serie A. Stupendo il tocco d’esterno anticipato di Farias.

A questo punto era lecito aspettarsi un rallentamento, invece Crotone e Cagliari hanno continuato a giocare a viso aperto. Così, appena prima dell’intervallo, i calabresi son tornati in vantaggio grazie a un'azione testarda dell’esterno mancino Bruno Martella, uno dei punti di forza dei calabresi.

L’esterno sinistro "alla brasiliana" di Bruno Martella.

Nella ripresa il Crotone ha preso il sopravvento sull'avversario, anche a causa dell'espulsione dopo pochi minuti di Balzano, difensore del Cagliari. Gli uomini di Juric hanno saputo sfruttare al meglio la superiorità numerica, gestendo il gioco senza rinunciare a rendersi pericolosi in avanti. Al 74' Federico Ricci ha chiuso la partita mettendo in rete una respinta corta di Storari su un tiro di Budimir. Poco dopo il Cagliari (rimasto in 9 per l’espulsione di Krajnc) ha evitato il tracollo grazie al suo portiere, stavolta abile a respingere il rigore calciato da Salzano.

Grazie a questo successo, il Crotone si è così riportato in vetta alla classifica con 48 punti, a +2 sul Cagliari e soprattutto a +8 sul Pescara terzo: per chi non lo sapesse, le prime due classificate al termine della regular season ottengono la promozione diretta in Serie A (dal terzo all'ottavo posto, invece, ci si gioca ai playoff l'ultimo posto libero in paradiso). Insomma, l’attuale situazione di classifica di Crotone e Cagliari le vede correre quasi in un campionato a parte e, a meno di crolli improvvisi, sono le favorite indiscusse per la promozione diretta in Serie A.

Ma come sono arrivate Cagliari e Crotone a imporre questo duopolio in Serie B? Se partiamo dal principio, cioè dalla sfida di andata tra Cagliari e Crotone giocata come primo posticipo di questa Serie B, capiamo subito come le due squadre partissero da punti diametralmente opposti. I sardi venivano dalla retrocessione dalla Serie A mentre i calabresi, al termine della stagione precedente, avevano conquistato soltanto all’ultimo respiro la permanenza in B. E nessuno si stupì del netto 4-0 a favore del Cagliari (Farias, Deiola, Sau e Giannetti).

Anche l’espulsione di Salzano, sull'1 a 0 nel primo tempo, aveva inciso nel rilassamento del Crotone.

Che il Cagliari sarebbe stata la squadra da battere di questo campionato lo avevano previsto in tanti. Quello che era più difficile immaginare era che nelle 21 gare del girone di andata gli "Squali" del Crotone sarebbero arrivati a collezionare 45 punti, solo 1 in meno del Cagliari. Per rendere meglio l’idea di quel che Crotone e Cagliari sono sin qui riuscite a fare, si consideri che, da quando la B si disputa a 22 squadre, soltanto il Mantova 2005/06 si è laureato Campione d'Inverno senza poi riuscire a centrare la promozione, mentre solo la Juventus 2006/07 e il Sassuolo 2012/13 avevano raccolto più punti al termine del girone di andata. Insomma, anche se la seconda metà del torneo è appena cominciata, per i tifosi di entrambe le squadre c’è di che essere ottimisti.

Nobile decaduta pronta a rialzarsi

Le basi su cui sono state costruite queste due realtà sono parecchio differenti, finendo per rappresentare, in modo quasi archetipico, i due modi con cui è possibile ottenere una promozione in Serie A.

Il Cagliari, caduto sorprendentemente in B al termine di una stagione travagliata, si è reso protagonista di un calciomercato sontuoso per la categoria. Allenati da Massimo Rastelli, i sardi hanno comunque incontrato qualche difficoltà in più del previsto: se il rendimento casalingo al Sant'Elia è stato quasi perfetto (10 vittorie e un pareggio, peraltro agguantato in pieno recupero contro il Como fanalino di coda), in 11 gare lontano dalla Sardegna sono arrivati 3 pareggi e 4 sconfitte. Un problema che in ogni caso non sembra poter compromettere il lavoro compiuto fin qui da Massimo Rastelli (da alcuni paragonato ad Antonio Conte per lo spirito e le motivazioni che è in grado di trasmettere alla propria squadra) con una rosa che, anche in caso di promozione in A, non sarebbe certo da rivoluzionare.

Il Cagliari gioca di solito con il 4-3-1-2, o in alcuni casi col 4-3-3, a seconda delle caratteristiche dei giocatori schierati in avanti. Per la Serie B è eufemistico definire lussuosa la batteria di attaccanti a disposizione del tecnico cagliaritano: Sau, Melchiorri, Farias, Giannetti, João Pedro e Cerri e non è un caso che, con 43 gol segnati in 22 gare, i sardi detengano il miglior attacco del campionato. Lo stesso Rastelli in passato ha affermato di non essere un integralista della tattica (nella scorsa stagione il suo Avellino ha raggiunto la finale playoff variando molte volte abito tattico e utilizzando spesso la difesa a 3), ma preferisce sfruttare al meglio le caratteristiche e le potenzialità della rosa a disposizione.

Guardando il Cagliari giocare saltano all'occhio da una parte l'alta qualità del fraseggio in fase offensiva, dall'altra il ruolo determinante che si sono ritagliati alcuni giocatori. Uno di questi è Davide Di Gennaro, che viene dalle giovanili del Milan e sembra aver finalmente trovato la propria collocazione nel ruolo di playmaker già dalla scorsa stagione a Vicenza, sotto la guida di Pasquale Marino. È il punto di riferimento, il cervello pensante della squadra: dotato di un mancino molto preciso, ha realizzato anche 2 reti, ma soprattutto è stato fondamentale in fase di costruzione del gioco e nel servire diversi assist ai compagni sui calci da fermo.

Davanti ci sono: Federico Melchiorri (16 presenze e 5 gol) che a certi livelli, con un po' più di fortuna, ci sarebbe arrivato molto prima, e Marco Sau (11 partite, 5 gol) che in Serie B è un fuoriclasse, frenato (purtroppo non è una novità) da qualche problema fisico di troppo. Ma la vera differenza l'hanno fatta i brasiliani João Pedro (21 partite, 6 gol) e Diego Farias (19 presenze, 9 gol) due giocatori che già l'anno scorso avevano fatto vedere buone cose in Sardegna, ai quali questo anno di “purgatorio“ in B sta facendo molto bene. Ma anche Niccolò Giannetti si è fatto sempre trovare prontissimo (12 presenze e 6 gol) quando è stato chiamato in causa.

Lo strapotere tecnico e fisico del Cagliari in Serie B risulta piuttosto evidente osservando la varietà di modi attraverso cui i sardi arrivano al gol: cross dal fondo, azioni manovrate, ripartenze improvvise, conclusioni dalla distanza, giocate individuali, calci piazzati.

La qualità superiore degli attaccanti cagliaritani.

L’identità forte del Crotone

Se Rastelli ha dovuto gestire una rosa superiore a quella delle altre squadre del campionato e, al limite, non farsi schiacciare dalle aspettative, il discorso per il Crotone di Ivan Juric è completamente diverso. Nel corso degli ultimi anni i proprietari del club (i fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna) e il ds Giuseppe Ursino sono riusciti a valorizzare al meglio i talenti di tante grandi squadre del calcio italiano (da Crotone sono passati Bernardeschi, Florenzi, Cataldi, Pellè, Nicola Sansone, Nocerino e Ogbonna), ma quest'anno sembra arrivato il momento di un ulteriore salto di qualità. Certo, i giovani in prestito non mancano: l'esterno offensivo classe '94 Federico Ricci e l'esterno difensivo rumeno classe '95 Mihai Balasa (entrambi di proprietà della Roma), Leonardo Capezzi (centrocampista classe '95 della Fiorentina), Guy Yao (difensore ivoriano '96 dell'Inter) sono i principali talenti in vetrina.

Juric è stato giocatore di Gasperini con le maglie di Crotone e Genoa dal 2003 al 2010, prima di diventare suo assistente in panchina all'Inter e al Palermo. Normale, quindi, che il suo Crotone sia l'unica squadra a utilizzare in Italia 3-4-3 oltre, appunto, al Genoa di Gian Piero Gasperini.

I giocatori si muovono a memoria e le loro qualità vengono esaltate dal funzionamento del collettivo. Quasi tutte le reti del Crotone, comprese le tre rifilate ieri al Cagliari, sono il prodotto di un’azione corale, spesso sviluppata sulle corsie esterne.

Semplicità, armonia e concretezza.

A inizio stagione il Crotone non era affatto accreditato tra le pretendenti alla promozione e, come si è detto, l'impatto col campionato non era stato dei più semplici (0-4 proprio a Cagliari). Tuttavia, settimana dopo settimana, la squadra di Juric è letteralmente esplosa e ha travolto in serie Bari (4-1), Salernitana (4-0), Livorno (3-0), Avellino (3-1), Cesena (2-0). Considerando il girone di andata e il netto successo di ieri contro il Cagliari, i calabresi hanno collezionato 2 sole sconfitte (nessuna delle quali casalinga), appena 5 reti subite tra le mura amiche, 14 giocatori differenti andati a segno, 5 vittorie in trasferta (più di qualsiasi altra squadra).

Al di là delle dichiarazioni di Juric, la partecipazione ai playoff sembra un obiettivo raggiunto, ma anche aspirare alla promozione diretta è a questo punto legittimo: come detto, al momento sono 8 i punti di vantaggio sul Pescara di Massimo Oddo, che occupa la terza posizione. Da qui in poi, questa è la difficoltà maggiore che dovrà affrontare Juric: la sua squadra non è più una sorpresa e nel corso del girone di ritorno verrà trattata come una "grande" da tutti gli avversari. Sarà dunque interessante capire se nei prossimi mesi il Crotone sarà in grado di mantenere lo stesso livello di prestazioni e di rivestire il ruolo di nuovo Carpi/Frosinone.

Al pari di Ivan Juric (alla prima esperienza su una panchina in Serie B dopo la salvezza ottenuta in Lega Pro col Mantova), l'uomo copertina di questa strepitosa prima parte di stagione del Crotone è stato senza dubbio Ante Budimir.

Croato classe '91, mancino, è una prima punta dotata di un gran fisico (è alto 190 cm), di una discreta tecnica e di spirito di sacrificio. A Crotone lo hanno soprannominato il Cigno di Zenica provando a rievocare van Basten, nella struttura fisica e nelle movenze, mentre in Croazia, con un po' più di realismo, viene da qualcuno accostato a Mario Mandzukic.

Budimir vanta discrete statistiche in patria e un paio di presenze con l'Under-21 croata, mentre il suo primo trasferimento all'estero è stato un flop clamoroso: 19 presenze e 0 gol nella Zweite Liga tedesca con la maglia del Sankt Pauli. Ciononostante, lo scorso 31 agosto la dirigenza del Crotone ha scelto in extremis di puntare su questo attaccante, che ha già ampiamente ripagato la fiducia segnando 10 reti e togliendosi pure lo sfizio di realizzare un gol (bellissimo) a San Siro contro il Milan in Coppa Italia.

Stupendo il movimento a rientrare sul piede forte.

Budimir è perfetto per il gioco di Juric: predisposto al pressing e al sacrificio, punto di riferimento in area di rigore, capace di giocare coi piedi, abile nel gioco aereo, in grado di capitalizzare al meglio i numerosissimi cross provenienti dalle corsie esterne. Il Crotone vanta un diritto di riscatto di circa un milione di euro sul croato. Nelle scorse settimane si era parlato di un interessamento dell’Arsenal nei suoi confronti, mentre ieri il d.s. dell’Inter Piero Ausilio era presente sugli spalti dello "Scida".

Il Crotone, dunque, ha un'identità tattica chiarissima, e anche gli undici interpreti in campo sono quasi sempre gli stessi: Cordaz in porta; Yao, Claiton e Ferrari in difesa; Zampano o Balasa a destra, con Martella a sinistra; Capezzi a centrocampo affiancato da uno tra Barberis e Salzano; Budimir centravanti, con Ricci e Stoian ai suoi lati (talvolta sostituiti da Torromino, Palladino, Tounkara o De Giorgio). Come si accennava in precedenza, è inutile negare le somiglianze di questo impianto di gioco con le versioni migliori del Genoa di Gasperini (d'altra parte entrambi i tecnici non fanno mistero dello stretto rapporto che li lega): aggressività, pressing, grande ritmo e forza fisica, ricerca delle corsie esterne, partecipazione dei difensori alla fase offensiva, esaltazione delle qualità dei singoli.

I due gol realizzati dal Crotone in questa partita sono esempi interessanti delle idee di Juric. In occasione della prima rete, si può notare la presenza di ben nove giocatori nella metà campo avversaria, l'avanzata del difensore centrale di destra, Yao, la ricerca insistita del cross da quella stessa corsia e l'inserimento con gol sul secondo palo da parte di Martella, esterno opposto. Il secondo gol invece nasce dal grande lavoro "sporco" del centravanti Budimir sulla bandierina del corner: l'area avversaria è comunque ben presidiata dagli altri giocatori del Crotone e l'esterno offensivo Palladino può servire l'inserimento del centrocampista centrale Capezzi.

Le vedremo in Serie A?

In definitiva, Crotone e Cagliari rappresentano due realtà molto diverse (sotto ogni punto di vista: impostazione tattica, potenziale economico, ambizioni di partenza, storia calcistica...), ma oggi ugualmente funzionanti.

La qualità tecnica complessiva e il valore della rosa del Cagliari è certamente superiore, ma il Crotone ha dalla sua una eccellente organizzazione di gioco, una condizione fisica davvero notevole e, fattore che potrebbe rivelarsi determinante, un ambiente carico di entusiasmo. Classifica alla mano, da qui al termine del campionato entrambe le squadre dovranno avere la capacità di gestire il consistente vantaggio accumulato. Come si accennava in precedenza, i numeri e le statistiche dei campionati passati sono chiaramente favorevoli. Forse, tra le due, la squadra che potrebbe avere i maggiori problemi ad amministrare il campionato è però proprio l’attuale capolista, il Crotone.

Anche considerando un'età media piuttosto bassa e una scarsa abitudine a vivere campionati di vertice, che in fin dei conti condividono con il loro tecnico, alla prima esperienza su una panchina di B. Inoltre il gioco richiesto da Juric richiede una corsa e un lavoro fisico sopra alla media, quindi per continuare a esprimersi sino alla fine sui livelli sin qui mostrati, i calabresi avranno bisogno di mantenere una condizione fisica brillante.

Discorso diverso per il Cagliari: Massimo Rastelli è ormai un allenatore navigato della categoria, così come buona parte dei giocatori a sua disposizione (senza contare gente come Storari o Sau, che con la cadetteria c’entra soltanto fino a un certo punto). L’elevato tasso tecnico dei calciatori a disposizione dovrebbe poi consentire ai sardi di risolvere partite anche complicate e di superare i momenti di difficoltà o di fisiologico appannamento che, inevitabilmente, si presenteranno da qui a maggio.

Cagliari e Crotone, con percorsi totalmente differenti, sono entrambe sulla strada che porta alla Serie A (quasi un dovere per il Cagliari, più un sogno per il Crotone), ma la strada è ancora molto lunga: 20 partite da giocare sono, a tutti gli effetti, tantissime. Tuttavia, dopo quanto dimostrato in questi mesi e classifica alla mano, per entrambe parrebbe ormai essere un percorso in (leggera?) discesa.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura