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Dallinga è più di un rimpiazzo
23 lug 2024
L'attaccante olandese non è Zirkzee, ma questa non è per forza una cattiva notizia.
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8 min
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Quando Bryan Brobbey si è infortunato ed è stato costretto a lasciare il ritiro dell’Olanda prima dell’inizio di Euro 2024, insieme a Zirkzee la possibile alternativa da convocare per Koeman era Thijs Dallinga. Il Bologna, quindi, ha compiuto la scelta più lineare possibile per trovare il suo nuovo centravanti: ceduto Zirkzee al Manchester United, Sartori, che forse vuole trasformare il Dall’Ara in una piccola colonia olandese, ha dovuto solo scorrere le varie liste dei convocati di Koeman per assicurarsi l’attaccante che veniva subito dopo Zirkzee nelle gerarchie degli "Oranje".


Dallinga, però, è qualcosa di più di un semplice rimpiazzo e almeno sulla carta certifica la crescita del Bologna. Nonostante la possibilità di giocare in Champions, infatti, non era scontato che l’olandese sposasse il progetto rossoblù.

Di Dallinga abbiamo parlato anche in Che Giocatore È, il podcast dedicato agli abbonati di Ultimo Uomo in cui commentiamo a caldo i movimenti di mercato più interessanti. Se non siete ancora abbonati, potete farlo cliccando qui.

Da un paio d’anni Dallinga è uno dei giocatori più interessanti della Ligue 1 e, secondo L’Équipe, in inverno il Tolosa aveva rifiutato un’offerta da 18 milioni di euro da parte del Brentford: ben tre milioni in più rispetto a quelli messi sul piatto dal Bologna.


Viste le valutazioni odierne, soprattutto quelle degli attaccanti, 15 milioni sembrano una scommessa tutto sommato ragionevole per una squadra che torna in Champions League dopo sessant’anni: sarebbe stato impossibile trovare una nuova punta spendendo di meno.



Classe 2000, nato a Groningen, alla prima vera stagione tra i professionisti, nel 2021/22, ha segnato 32 gol in 37 presenze con l’Excelsior, nella seconda divisione olandese. Numeri che gli sono valsi il trasferimento in Francia, al Tolosa, l’altro club di proprietà di RedBird. Nonostante il salto di categoria e di campionato, Dallinga ha continuato ad andare in doppia cifra: ha segnato 12 gol in 36 presenze alla prima stagione di Ligue 1, nel 2022/23, mentre la scorsa stagione ne ha fatti 14 in 33 partite.


Insomma, Dallinga arriva a Bologna con un ottimo curriculum. L’olandese, tra l'altro, ha già vinto da protagonista: nel 2022/23, infatti, ha alzato la Coppa di Francia con il Tolosa da capocannoniere di quell’edizione, con 6 reti, di cui una in finale.



Sulla carta, quindi, il suo acquisto sembra una scelta coerente per sostituire Zirkzee, sia per la politica di mercato adottata dal Bologna fino ad oggi, sia per caratteristiche tecniche. Certo, parliamo di un giocatore molto diverso, ma forse sarebbe stato impossibile trovarne uno simile. Dallinga, insomma, è ancora da testare al livello di Zirkzee, ma aggiunge qualità diverse alla rosa del Bologna. Per l'appunto: quali sono le sue caratteristiche?



L’apporto di Dallinga alla manovra

Partiamo subito dall’elefante nella stanza. No, Dallinga non può garantire lo stesso contributo nello sviluppo del gioco, non è un regista avanzato né può trovare la giocata ad effetto che sblocchi la situazione nell’ultimo terzo di campo. Pur non essendo un attaccante di manovra, però, anche lui sa partecipare in maniera fruttuosa al palleggio.


La sua qualità migliore in appoggio è il gioco di prima. Dallinga ha grande sensibilità nelle sponde, se possibile cerca sempre di utilizzare un tocco solo. È ambidestro, ma vista la qualità con cui gioca a parete spesso per velocizzare preferisce utilizzare l’esterno del destro piuttosto che il mancino.



La semplicità con cui scarica di prima è il dettaglio che rivela la natura di Dallinga: un centravanti sobrio ma elegante, che riceve sempre con il petto in fuori e la testa alta.



Il suo gioco di sponda si dispiega soprattutto sul corto e quando si abbassa tra le linee può contare anche su un ottimo primo controllo. L’olandese legge bene gli spazi intorno a sé, sa dove sono gli avversari, e per questo sa in che direzione stoppare la palla. Molte volte, proprio per le sue letture, può permettersi di girarsi senza nemmeno toccarla, gli basta farla scorrere.


Con la palla, quindi, è un giocatore affidabile. Non ha la creatività di Zirkzee né la sua varietà di soluzioni, ma difficilmente sbaglia in fase di possesso: a riprova della sua qualità tecnica, tra gli attaccanti con almeno 1200 minuti della scorsa Ligue 1 è il terzo a cui vengono tolti meno palloni (0,95 ogni 90’) ed è penultimo per palloni persi (2,07 ogni 90’). Insomma, non è un elemento che indirizza il gioco, ma può dargli continuità.



In più, ogni tanto ha qualche intuizione fuori dagli schemi, come l’assist realizzato lo scorso anno contro il Lens: Dallinga si è sfilato leggermente costringendo il centrale a seguirlo e così ha spalancato un corridoio verso l’area al centrocampista; sulla verticalizzazione ha aperto il piattone per un morbido appoggio di prima, che il compagno ha controllato per infilarsi in area e segnare.

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I movimenti incontro, comunque, sono solo una piccola parte del suo gioco. Dal centro dell’attacco Dallinga può anche muoversi in profondità per allungare la squadra e abbassare gli avversari. E, grazie al suo tempismo, spesso taglia e detta il lancio. Ciò non vuol dire, però, che possa essere un riferimento fisso su cui alzare dei campanili. Non è una punta capace di fare a sportellate, anche perché misura solo un metro e ottanta.


Dallinga insomma soffre le marcature troppo fisiche ma sa mettere bene il pallone a terra. Come i migliori attaccanti della scuola olandese ha una capacità magnetica di controllare il pallone: gli stop d’esterno o di controbalzo con cui controlla i palloni alti sono un fondamentale in cui ha poco da invidiare anche a Zirkzee. Contro avversari non troppo fisici sa anche farsi valere di testa, grazie a una buona elevazione. Non cerca troppo spesso il duello aereo (solo decimo tra gli attaccanti per duelli aerei vinti nella scorsa Ligue 1, 2,27 ogni 90’), ma seleziona bene le occasioni in cui farlo, visto che era secondo per percentuale di duelli aerei vinti (56%).

Come potrebbe funzionare con il gioco di Italiano
Con caratteristiche del genere, com’è facile capire, Dallinga ha bisogno di una manovra che non gli richieda troppo lavoro sporco e che lo faccia ricevere in maniera ordinata. E qui potrebbe sorgere il primo problema con il nuovo allenatore.

Abbiamo visto quanto il gioco di Italiano sacrifichi le punte. I vari Cabral, Beltrán, Nzola e Belotti trasmettevano un senso di fatica immane nelle loro partite. Chiamati a duellare con i difensori su campanili alzati dalla difesa o ad aprirsi per dettare il lancio in profondità, venivano spossati dalla fase di possesso della Fiorentina, che è diventata ogni anno sempre più disfunzionale.

Con un nuovo parco giocatori, Vincenzo Italiano riuscirà a modificare il proprio gioco? Quanto saprà adattarsi alle caratteristiche di una punta come Dallinga che non è di certo uno sgobbone come gli attaccanti che ha avuto a Firenze?

Dalle risposte a queste domande passerà molto della riuscita di Dallinga a Bologna. L’olandese può giocare in funzione della squadra, è anche uno che non si risparmia in copertura e in pressing. Tuttavia, non deve sacrificarsi totalmente per i compagni, perché il meglio del calcio di Dallinga arriva quando può attaccare l’area di rigore. È questo il dettaglio che lo differenzia di più da Zirkzee e che, potenzialmente, può dare qualcosa di diverso al Bologna.

Dallinga nell’ultimo terzo di campo
Se i movimenti che definivano Zirkzee erano quelli di raccordo, i movimenti che rendono speciale Dallinga sono quelli verso la porta avversaria. Non tagli lunghi eseguiti a velocità supersonica, perché non ha quel tipo di passo, ma piccoli tagli nell’ultimo terzo di campo, dove può far valere le letture più che le qualità atletiche.



Dallinga, in questo senso, ricorda i centravanti classici. Dopo tanto tempo la Serie A potrà riabbracciare uno specialista dei movimenti sul filo del fuorigioco. L’olandese è sempre attento a scrutare dove sia l’ultimo difensore per capire quando scattare. Giunto in area, poi, trova sempre modi eleganti ed efficaci di finalizzare, che si tratti di una deviazione impercettibile o di un cucchiaio.

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Dallinga scatta, si ferma e poi scatta stando sempre attento a controllare la posizione di Leny Yoro e del terzino destro del Lille. Poi riceve il filtrante e supera il portiere con uno scavino.



Il suo livello di concentrazione è sempre elevatissimo e questo gli permette di trovare la posizione migliore per concludere, soprattutto se può attaccare l’area in corsa. Il tratto comune di quasi tutti i gol di Dallinga è che gli basta un solo tocco per colpire: come nella manovra, anche davanti alla porta il meglio l’olandese lo offre se può giocare di prima. Questo perché grazie all’intelligenza con cui si smarca può permettersi di evitare il duello col difensore e arrivare sulla palla in condizioni di calciare subito. Un suo movimento tipico è il taglio verso il primo palo davanti al difensore, che, preso alle spalle, non si accorge del suo arrivo.


Se poi c’è da eseguire un tocco in più per addomesticare la palla, non è un problema, perché come detto il primo controllo di Dallinga è di livello davvero alto. Nel gol segnato in Europa League contro il Liverpool, una buona sintesi della classe e della sua essenzialità, riceve il cross rivolto verso la linea laterale, ma con lo stop a seguire si gira verso la porta e senza mai guardarla incrocia sul palo lungo.




Insomma, se deve crearsi il tiro col pallone tra i piedi ha qualche problema, perché non lo sposta velocemente e non riesce a liberarsi lo specchio. Se invece ha la possibilità di toccare il pallone più volte ha anche ottime capacità balistiche da fuori, il contrario di Zirkzee da questo punto di vista.


Rispetto a lui, Dallinga è un attaccante migliore anche di testa, soprattutto quando colpisce in torsione. Sappiamo quanto la rifinitura delle squadre di Italiano passi dai cross: un attaccante così bravo a smarcarsi e a impattare sia di piede che di testa potrebbe fare al caso suo.


Sarà importante, però, che il tecnico del Bologna smussi alcuni aspetti estremi del suo calcio come il ricorso insistito a lanci e seconde palle: se il nuovo allenatore saprà cambiare e riuscirà a venirgli incontro, si troverà tra le mani un attaccante di ottimo livello.


A quel punto rimarrebbe un solo problema. L’incubo più grande di Vincenzo Italiano sono gli attaccanti che sbagliano i calci di rigore, la costante del suo ultimo anno alla Fiorentina. Dallinga, se possibile, potrebbe peggiorare la sua striscia: su 13 rigori battuti in carriera ne ha sbagliati 5, quasi la metà. Evitare di mettere sotto stress il nuovo allenatore dal dischetto sarebbe già un buon inizio per mettere la stagione del Bologna sui binari giusti.

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